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Autore: Biohazard    04/04/2018    1 recensioni
“Sei una principessa.”
Questo le ripeteva suo padre ogni giorno.
“Principessa Lucy” la chiamavano gli abitanti di Murphytown. Ogni volta che usciva insieme al suo papà non faceva che sentirsi ammirata e vezzeggiata da tutti, sia uomini che zombie. Aveva tutto quello che ogni bambina potesse desiderare, eppure c’era una nota stonata, una nota che aveva le sembianze di un alto ragazzo magro, con i capelli neri e lo sguardo serio.
Thomas.
[Lucy/Diecimila]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Princess
 
ZNation © SciFy
I personaggi non mi appartengo e il racconto non ha scopo di lucro.
 
 
 
 
 
 
“Sei una principessa.”
Questo le ripeteva suo padre ogni giorno.
“Principessa Lucy” la chiamavano gli abitanti di Murphytown. Ogni volta che usciva insieme al suo papà non faceva che sentirsi ammirata e vezzeggiata da tutti, sia uomini che zombie. Aveva tutto quello che ogni bambina potesse desiderare, eppure c’era una nota stonata, una nota che aveva le sembianze di un alto ragazzo magro, con i capelli neri e lo sguardo serio.
Thomas.
Thomas non la chiamava principessa, non la riempiva di complimenti e non esaudiva i suoi desideri. Più volte aveva domandato a suo padre di mandarlo via o per lo meno di ordinargli di adorarla come tutti, ma suo padre, con grande disappunto, le aveva sempre detto che anche per Thomas lei era una principessa, ma che il ragazzo aveva un indole solitaria e taciturna, che lui era diverso.
Beh, alla principessa Lucy non gliene importava un fico secco, non poteva tollerare che qualcuno l’evitasse o peggio ancora non l’amasse. Quindi aveva deciso che gli stava antipatico, anzi lo odiava e basta.
Quel giorno Lucy stava giocando vicino alla recinzione con alcuni zombie, sotto lo sguardo vigile di Hope. Nessuno a Murphytown si sarebbe mai permesso di farle del male, ma suo padre le aveva parlato di uomini cattivi, che avevano rifiutato il vaccino e che volevano distruggere la loro città. Lucy non capiva, erano tutti felici lì e il suo papà era l’uomo migliore del mondo, quindi non riusciva proprio a comprendere come altre persone desiderassero far loro del male, quindi le era proibito oltrepassare la recinzione intorno alla cittadina.
Lucy non aveva mai pensato di disubbidire al suo amato papà, ma quel giorno l’attenzione della principessa fu catturata da un cerbiatto. Era bellissimo e non ne aveva mai visto uno, desiderava davvero accarezzarlo. Con una scusa fece allontanare Hope, uscendo dalla recinzione, stringendo tra le sue braccia la sua bambola di pezza. Cercò di avvicinarsi lentamente, ma la creatura si allontanò con agili balzi. Lucy cominciò a correre tra la boscaglia; si stava allontanando troppo, ma non ci stava pensando, proprio no. L’unica cosa che contava il quel momento era inseguire quel buffo animale. Chissà se papà gliel’avrebbe lasciato tenere. Certamente sì, il suo papino esaudiva ogni suo desiderio.
Il cervo aumentò l’andatura e Lucy, con disappunto, lo perse di vista e, proprio in quel momento, fu afferrata malamente per la maglietta.
“Ti ho preso piccolo mostro!”
Lucy iniziò a urlare spaventata, ma con movimenti bruschi le venne messo in bocca uno straccio maleodorante e sporco. Altri uomini stavano sbucando tra gli alberi.
“Finalmente abbiamo il mostriciattolo! Vedremo se adesso quel bastardo del Murphy avrà ancora voglia di fare il furbo.”
Erano tutti armati e l’uomo che l’aveva afferrata le puntò il coltello proprio davanti agli occhi.
“Ora tu fai quello che ti diciamo noi, va bene mostriciattolo?”
Lucy avrebbe voluto urlargli che non potevano trattarla così, che lei era una principessa, ma quello straccio sporco la stava facendo soffocare, aveva paura, cominciò a dimenarsi e i vestiti si fecero improvvisamente stretti.
“Cazzo!” Gli uomini spalancarono gli occhi.
“Avete visto? Cosa vi ho detto? È un mostro!”
Lucy non riusciva a respirare.
“Come cazzo è possibile?”
Le girava la testa.
“Papà!”
Ci fu uno sparo, poi un altro ancora e gli uomini caddero come birilli. Lucy guardò intorno e dalla boscaglia uscì Thomas, con il fucile ancora stretto tra le mani. Corse verso di lei, l’espressione tesa e preoccupata, le tolse il bavaglio dalla bocca e la slegò immediatamente.
“Stai bene?”
Lucy, per la prima volta, fu felice di vederlo e gli si buttò capofitto tra le braccia cominciando a singhiozzare: aveva avuto tanta paura.
“Va tutto bene adesso, stai tranquilla…” la consolò, impacciato. Lei alzò lo sguardo, incontrando per la prima volta un sorriso tenero rivolto nei suoi confronti.
“Sei cresciuta… com’è possibile?”
“Ma e Pa dicevano che succede quando provo emozioni forti, ma non so bene cosa significhi…” mormorò non riuscendo a sostenere lo sguardo di lui.
“Ehi” le mise il pollice sotto il mento “le principesse guerriere non piangono.”
Lucy sorrise e il cuore le scoppiò di felicità.
I vestiti cedettero nuovamente sotto il peso di un corpo che, nell’arco di quindici minuti, era passato dalle fattezze di una bambina di sette anni a quelle di una teenager di quindici.
Thomas spalancò gli occhi, Lucy rimase immobile, fissando le sue mani come se le vedesse per la prima volta, i capelli biondi scendevano in morbidi boccoli fino alle spalle ed era alta, molto più alta.
Thomas si tolse immediatamente la giacca, arrossendo vistosamente, mentre anche Lucy diventava cosciente del seno acerbo che premeva in maniera insistente contro ciò che rimaneva della sua maglietta. Afferrò la giacca, coprendosi; Thomas era molto alto e l’indumento la copriva fin sopra le ginocchia.
“Lucy!” le urla di suo padre risuonarono nella boscaglia.
“Papà!”
Suo padre comparve con un nutrito gruppo di uomini armati, Lucy gli corse incontro, la fissava sbalordito mentre la stringeva tra le braccia.
“Lucy, tesoro, stai bene? Ma cos’è successo?”
“Papà, ho avuto tanta paura, ma Thomas mi ha salvata!”
Lo sguardo di suo padre si rivolse al ragazzo, ora di nuovo serio in volto. Lucy sapeva, a grandi linee, che Thomas e suo padre si conoscevano da molto prima che Murphytown fosse fondata, ma non aveva mai approfondito la storia, non le importava. Adesso, però, guardando suo padre e il ragazzo, si rendeva conto che doveva esserci stato qualcosa di più.
“Grazie Thomas, sapevo di poter contare su di te.”
Il ragazzo si limitò ad annuire, scrollando le spalle, imbracciò di nuovo il fucile e s’incamminò da solo verso la cittadina, sotto lo sguardo reverente degli altri abitanti. Era evidente che tutti lo rispettassero. Come aveva fatto a non accorgersene prima?
“Perché sei uscita senza permesso?”
Lucy si riscosse, osservando lo sguardo di rimprovero di suo padre.
“Papà, io… c’era un cervo e l’ho inseguito… non pensavo che…” Cercava di giustificarsi, ma sapeva bene di aver sbagliato. Le lacrime tornarono a pungerle gli occhi.
“Vieni, torniamo a casa. Parleremo più tardi.” Tirò su col naso, mantenendo lo sguardo basso, mentre si incamminava insieme a tutti gli altri. Su padre le mise un braccio attorno alle spalle, anche se era arrabbiato con lei, era felice di saperlo lì vicino.
 
 
*****
 
 
Da quel giorno, gli occhi di Lucy non avevano mai smesso di cercare l’alta figura di Thomas e non solo, era veramente desiderosa di sfondare quel muro di silenzio che avvolgeva il ragazzo. Spesso lo accompagnava durante i giri di ricognizione intorno alla recinzione e raccontava dei suoi amici zombie, di come si chiamavano e che cosa facevano prima di trasformarsi. Perché, come aveva detto suo padre, lei aveva un grande dono e voleva condividerlo con Thomas. Eppure lui non sembrava interessato, si muoveva silenzioso come un fantasma tra la boscaglia, pensando a chissà cosa e le rispondeva a monosillabi o con un’alzata di spalla e, a volte, Lucy si domandava se quella volta le parole e il sorriso di Thomas fossero state solo un sogno, lei voleva rivederlo ancora una volta, che sorridesse ancora nella sua direzione. Conservava quel ricordo come un prezioso tesoro e non ne aveva mai parlato con nessuno. A volte se pensava a Thomas le si stringeva lo stomaco e non capiva perché, sapeva solo che voleva renderlo felice, senza che ci fosse un vero perché. Un giorno però il mondo di Lucy aveva subito una brusca frenata: era il crepuscolo e aveva visto Thomas avviarsi con una squadra verso il solito giro di ricognizione, l’aveva seguito di nascosto, osservandolo da lontano con lo sguardo e stava per saltare fuori dal proprio nascondiglio per restare un po’ da sola con lui, quando dalla boscaglia era spuntata una ragazza vestita di rosso.
“Diecimila!”
Thomas aveva alzato il fucile, senza sparare, lo sguardo vacuo.
“Sei vivo!”
La ragazza gli si era avvicinata afferrandogli il viso tra le mani, guardandolo intensamente. Il turbinio di sensazioni che si stavano susseguendo erano nuove, strane e dolorose. Osservava quella ragazza più grande di lei sussurrare parole incomprensibili a Thomas e per un momento si rese conto di quanto fosse inadeguata: non era molto alta e il suo seno era ancora piccolo, mentre l’altra era così bella. Le mancò il fiato quando la ragazza baciò Thomas. Chiuse gli occhi in un muto urlo. Ora basta! Quel dolore era così forte ed incontrollabile e dal folto della foresta si levò un mugolo lugubre. Gli zeta dovevano aver percepito che qualcosa non andava in lei. Lucy corse via, sentendo i vestiti farsi nuovamente stretti, ma non se ne curò, non in quel momento. Sentiva solo le lacrime che scendevano calde lungo il suo volto. Perché si sentiva così male?
Voleva ardentemente che suo padre la stringesse tra le braccia e, cavolo, quanto le mancava la sua mamma. Era quasi in prossimità della recinzione, quando si sentì afferrare per il polso.
Era Thomas, che l’attirò a sé e la strinse in un abbraccio. Cercò di divincolarsi.
“Lasciami andare!” gridò, spintonandolo.
Lui mollò la presa, fissandola.
“Ti ho visto, con quella ragazza e non capisco perché faccia così male!”
“Mi dispiace Lucy.”
“Chi era?” l’affermazione di Thomas l’aveva calmata un poco.
“Una persona del mio passato, ma non ha importanza, è stato tanto tempo fa, prima di venire a Murphytown, prima che mi offrissi volontario per proteggerti sempre e comunque. Anche a costo della vita.”
Lucy trasalì a quelle parole e si sentì così stupida, si avvicinò a Thomas.
“Sei cresciuta ancora…”constatò il ragazzo, con un dolce sorriso.
“Sì, sono cresciuta per te.”
Lucy gettò le braccia intorno al collo di Thomas e lo baciò ed era così felice mentre lui ricambiava dolcemente.
Quando interruppero il bacio, si presero per mano.
“Chissà come la prenderà papà.”
“Sarò sincero, non credo bene.”
 
 
 
 
 
 
 
 
NdA: Piccola fic senza pretese, ma avevo voglia di scrivere di questi due. Mi piacciono molto le Diecimila/Cassandra, ma Red veramente non la sopporto, invece lo vedevo molto bene con Lucy e siccome non ho trovato fic su questa coppia, ho deciso di dare il mio contributo. Fatemi sapere. Un bacio a tutti.
P.s. Chissà come la prenderà il caro paparino! A voi la reazione migliore XD
  
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