Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: sweetprincess    05/04/2018    3 recensioni
Blaise Zabini è ego allo stato puro. E’ un lupo dalla pelliccia sontuosa che si attarda lascivo nei corridoi in attesa della prossima vittima. E’ indolenza cristallizzata in vanità.
Daphne d’altro canto è la regina dal cuore di ghiaccio delle favole. Non ha considerazione che per sé stessa (o forse no), e se guarda tutti dall’alto in basso, non si fa mai guardare da nessuno negli occhi.
Ma alla fine Hogwarts si era accorta di tutto.
Perché a volte, i passatempi nati quasi per caso, si trasformano in giochi pericolosi e il ghiaccio brucia e ustiona a contatto con la pelle viva come fuoco.
[Blaise/Daphne] [Draco/Astoria]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
vds


Un'offerta diversa













_______________________________________

“Nei suoi slavati occhi grigi, stranamente occhialuti, il nostro povero romanzo d'amore fu riflesso, ponderato e scartato come una festa noiosa, come un picnic sotto la pioggia a cui abbiano partecipato solo i più barbosi scocciatori, come un compito monotono, come un pezzetto di fango rinsecchito che inzaccherasse la sua infanzia”
Lolita, Vladimir Nabokov


_______________________________________




Blaise Zabini è quasi un istituzione a Hogwarts.
Brilla di quell’oscurità tipica dei cattivi ragazzi e possiede quel fascino vanesio e decadente di chi ha già visto e provato tutto. Non c’è ragazza, in tutta la scuola, che non abbia attardato lo sguardo, almeno una volta, su quella sua mascella perfettamente squadrata o su quei suoi occhi obliqui e neri come la pece.
Blaise è un predatore lascivo, ammalia le sue vittime con pazienza e quando lascia intravedere il bagliore bianco delle zanne attraverso quel suo mezzo ghigno seducente, l’ipnosi è irreversibile, la preda è già sua.
C’è chi dice che la mela non cada poi molto lontano dall’albero, che collezionare partner sia un’affare di famiglia, che ce l’ha nel sangue, così puro e aristocratico, ed è proprio per quel sangue aristocratico, che la noia gli scorre dentro. Perché per vivere, Blaise, deve cibarsi di corpi sempre nuovi, sensazioni diverse sotto le dita, gemiti e sussurri ancora sconosciuti.
Ama la caccia Blaise, le novità e anche un po’ le lacrime delle sue vittime.


“Mi dai l’aconito?”
Daphne Greengrass, camicetta sbottonata quasi casualmente, gli tende distratta la mano senza spostare lo sguardo dalla pozione che ribolle nel calderone.
Blaise, ritto nel suo metro e novantacinque lì accanto, appoggia contrariato il coltello con cui stava tagliando una radice, si sporge pigramente verso una boccetta chiara dall’altro lato del tavolo e la fa scivolare verso di lei.
“Aprila, dai!” la mano aperta a mezz’aria ancora più tesa verso di lui, gli occhi puntati sempre e solo su quella stramaledetta pozione.
“Apritela da sola!”
“Eddai!”
Blaise alza gli occhi al cielo ma cede, stappa la fiala e gliela mette in mano. Deve stringerle le dita attorno al vetro perché lei è distratta, non si volta, non lo guarda, non ringrazia. Dopo averla svuotata la abbandona con noncuranza sul tavolo.
Blaise la fissa ipnotizzato roteare, vuota e inerme sul legno consumato, fino a scomparire oltre il bordo - CRACK
Daphne si scosta con il dorso della mano una ciocca di capelli biondi dalla fronte “E adesso?” indifferente alle schegge di vetro ci passa sopra con la suola della scarpa.
“Sei giri in senso orario e sei in senso antiorario, ripetere nove volte”
Annuisce, mentre con le labbra rosee inizia una conta silenziosa “1,2,3” con quella brutta abitudine di non legare mai i capelli “4,5,6” biondo grano che danza sempre troppo vicino alla fiamma “1,2,3” Blaise li afferra volutamente all’ultimo minuto dal disastro “4,5,6” ma lei non si volta, non sorride, non ringrazia.
Daphne non lo guarda, non lo guarda quasi mai e Blaise, abituato ad avere gli occhi di tutti addosso, si sente sempre derubato di qualcosa quando è con lei.

[“1,2,3”]

Daphne ha capelli color dell’oro che le arrivano quasi fino alla vita sottile. Blaise ne saggia la consistenza sotto le dita. Sono lisci, dritti in modo quasi innaturale. Lasciano sempre sul suo cuscino un profumo di lavanda intenso, quasi insopportabile.
E come tutto ciò che ci fa male e che nel farlo ci fa sentire finalmente qualcosa, Blaise ne aveva preso il vizio. Se ne era assuefatto a tal punto da iniziare a desiderare che lei rimanesse fino al mattino. Per potersene inebriare direttamente dalla fonte.

[“4,5,6”]

Così, una notte, quando si era alzata dal letto, allontanandosi da quel cuscino che sapeva ancora così poco di lei, lui le aveva afferrato un polso quasi senza accorgersene.
“Resta”
Si era morso le labbra, spalancando gli occhi nel buio, agghiacciato dalle sue stesse parole. Ma la sua mano era rimasta ferma, salda attorno al suo braccio.
“mmh?” lei però aveva finto di non sentire e si era sciolta dalla sua presa con grazia. Si era rivestita in fretta e se ne era andata in silenzio, il rumore debole della serratura che scattava alle sue spalle.
Non salutava mai Daphne, quando se ne andava. Non si voltava, non sorrideva e Blaise, solo tra quelle lenzuola candide, bruciava di rabbia e umiliazione.

[“1,2,3”]

Daphne fissa il calderone e continua a scandire ogni giro con un’attenzione quasi maniacale. Sposta la testa di lato lasciando scoperto un lembo di pelle bianchissimo nascosto dal colletto della camicia.
Lo sguardo di Blaise si sposta dalla chioma bionda, stretta tra le mani, alla curva del suo collo sottile e indugia tormentato su una macchia violacea che contrasta oscena contro quel candore. La gelosia che si trasforma in odio, si spande nel suo animo come inchiostro liquido.
4,5 - AHIA!”
Daphne si scosta dalla sua presa e lui indietreggia verso il bordo del tavolo, qualche capello dorato gli è rimasto tra le dita. 
“Merlino Blaise, qual’è il tuo problema? mi hai fatto perdere il conto!”
“Eri a sei. Senso antiorario adesso” Blaise sposta il peso del corpo da un piede all’altro, si protende in avanti e afferra la prima cosa utile da tritare, sminuzzare, fare a pezzi.

[“1,2,3”]

Il problema - perché il problema c’è, ed è inutile negarlo - sta tutto nel fatto che Daphne Greengrass, altra istituzione marcata serpeverde, non si era fatta cacciare come le altre.
Era entrata nella sua vita in punta di piedi e lui non aveva potuto controbattere a un’offerta così diversa, così succosa. 
Perché oltre a gambe lunghissime da gazzella e occhi azzurri come ghiacci, l’aristocratica Greengrass, di sangue persino più puro del suo, vantava un fascino magnetico e freddo, che attirava e respingeva allo stesso tempo, un’aura inspiegabile che imponeva a tutti un timore quasi reverenziale.
Valeva doppio, la reginetta algida, o forse persino triplo, e le sue lacrime - aveva pensato Blaise sfregandosi le mani - jackpot.

Ma aveva fatto male i suoi conti perché Daphne non lasciava spazio al suo ego maschile. Non ammetteva frivolezze e non lo idolatrava come il dio che sentiva di essere. Continuava a girargli intorno in centri concentrici, a bussare alla sua porta e rivestirsi in fretta subito dopo. E Blaise, oltraggiato da quella mancanza di attenzioni, aveva inconsapevolmente iniziato ad avere a noia le novità, i capelli non biondi, le pelli non candide, i gemiti sconosciuti e improvvisamente tutti così striduli.

[“4,5,6”]

Alla fine se ne era accorta tutta la scuola.
Ma era stata una cosa facile, perché Blaise aveva gli occhi di tutti sempre puntati addosso.
Era stato più difficile, invece, accorgersi di lei. Perchè Daphne parlava poco, non sorrideva, rifuggiva gli sguardi nascondendosi in angoli bui. Ma alla fine, forse proprio per l’errore di essersi associata a lui, non era riuscita a sfuggire a tutti quegli occhi. E Hogwarts si era accorta di tutto.

Blaise d’altro canto, tronfio nel suo riflesso perfetto da narciso impenitente, aveva messo insieme i pezzi del puzzle molto più lentamente.
La lampadina che aveva innescato in lui un flebile ma inesorabile meccanismo, si era accesa un pomeriggio afoso di metà settembre quando Astoria Greengrass si era attardata nella Sala Comune. Quando l’aveva salutato con un cenno del capo grazioso accompagnato da un lieve risolino. Quando Daphne vedendola aveva stretto i pugni sotto le maniche del mantello.

[“1,2,3”]

Astoria e Daphne non si parlano molto. E sembra più che naturale che tra le due sorelle ci sia competizione dato che tutta Hogwarts sembra aver deciso che Astoria sia la versione 2.0 di Daphne. Più giovane, più affabile, più allegra. Dicono che con la seconda siano riusciti ad eliminare tutti i bug del sistema.
E così la bionda regina algida è stata spodesta all’improvviso e senza troppe cerimonie da una sua copia carbone con occhi più grandi, ciglia più lunghe, labbra più piene.
C’è da ammettere però, che ha incassato il colpo con classe. E’ scesa dal piedistallo con grazia ed eleganza, come se non ne avesse affatto bisogno per guardare gli altri dall’alto in basso.
Ma Daphne non è ghiaccio imperituro e Blaise riesce a sentirne gli stridii preannunciarne il crollo.

[“4,5,6”]

“Passami le zanne di vipera” di nuovo quella dannatissima mano tesa a mezz’aria, quell’odiosa abitudine che aveva preso di pretendere sempre.
“Sto tagliando l’elleboro Greengrass, prenditelo da sola”
“Non vedi che ho da fare?!”
Blaise stringe il coltello tra le mani continuando a tritare la pianta. Non vuole dargliela vinta, non anche questa.
Merlino Blaise, ce l’hai di fianco, dai che sta iniziando a cambiare colore! Muoviti! ”
E alla fine cede, come sempre, appoggia il coltello e si protende in avanti fin sulle punte dei piedi.
Nell’allungarsi attraverso il tavolo non può fare a meno di notare che quel barattolo è a distanza uguale tra loro due. Forse persino più vicino a lei.

[“1,2,3”]

Quand’è che era successo?
Quand’è che le aveva permesso di entrargli dentro?

[“4,5,6”]

Daphne bussa sempre alla sua porta nel mezzo della notte. Mai alla stessa ora e a intervalli completamente irregolari, cosicché Blaise passa il tempo a rigirarsi tra le lenzuola chiedendosi non quando, ma se lei tornerà. E nell’esatto momento in cui smette di tormentarsi, quando si convince che lei non tornerà più, quando inizia finalmente a prendere sonno, eccola bussare alla sua porta con una puntualità quasi luciferina.


[“1,2,3”]

A volte si presenta ogni sera della settimana e a volte non si fa vedere per giorni per poi ricomparire sulla sua soglia con la cravatta lenta - lasciva - la camicetta scomposta - indecente - e quei segni estranei a costellarle il collo lungo e bianchissimo.
Oscena.
E quando lui si alza e le apre, perché lui si alza e le apre sempre, lei ha stampato in faccia il ghigno malizioso di chi sa già cosa succederà e solo in quelle occasioni lo guarda fisso, gli occhi azzurrissimi come fari, sotto le ciglia lunghe e incurvate

[“Mi dai l’aconito?”
“Me le dai le zanne di vipera?”
“Me lo dai il tuo corpo, Blaise?”
“Me lo dai il tuo cuore?”]

[“4,5,6”]

“Ragazzi avete della pelle di Girilacco in più?” Draco si accinge, quarta figura chiave di questo intrigo marcato tutto Serpeverde. Tamburella le dita sul legno “Quell’incapace di Pansy ha rovinato tutto quello che avevamo”
Daphne alza gli occhi e sorride, si sporge velocemente verso l’altro lato del tavolo e gli porge gentilmente una fiala. Le sue mani si trattengono un istante più del dovuto su quelle sottili e pallide di lui.
Blaise è turbato. Si lascia scivolare il coltello dalle dita.
“Attento!” la voce di Draco gli giunge ovattata, e lui non può non cogliervi un monito scadente di carattere più ampio. E la sua risposta nelle viscere - Troppo tardi - sangue puro e scuro gli ha già imbrattato il polsino candido della camicia.
“Puoi prenderlo anche tutto, non mi serve più” Daphne si sovrappone, si accavalla, uno sfarfallio di ciglia e quel suo modo di parlare sempre e solo al singolare.
Blaise tace e volge la testa a guardarli, gli occhi obliqui preda di una furia che non sa come esternare, la mano ferita abbandonata lungo il fianco, e l’altra con il coltello sporco di sangue ancora stretto tra le dita.
Il biondo tentenna, lo squadra fisso prima di rispondere. Sa, Draco, tutta Hogwarts sa di quel famoso triangolo trasformato in quadrato.
“Grazie Daphne”

E lei si illumina di un sorriso puro che scioglie per un istante quei ghiacci perenni che la circondano “Figurati Draco”
Ma Blaise non può fare a meno di notare che lui non la guarda negli occhi, che le da le spalle, che non l’ha sentita quella nota incantata, armoniosa, persino dolce tra le sillabe del suo nome.

Daphne si sposta i capelli dietro l’orecchio prima di riprendere a mescolare. Ha i lineamenti ancora deformati da una gioia infantile e sognante. E quello è un dolore sottile per Blaise, quasi insopportabile.

[“1,2,3”]

E così, Draco e tua sorella, eh?”  l’acido gli impregna la voce, la mano ferita torna al lavoro, il coltello affilato si alza e si abbassa ritmicamente.
“mmh?” Daphne finge di non sentire, si sporge sul calderone, le sue nocche sono bianche intorno al mestolo e quel sorriso puro le abbandona rapido gli angoli della bocca.
 “Stavo dicendo, Draco e Astoria, chi l’avrebbe mai detto?” un ghigno compiaciuto indulge, davanti alla piccola ruga di tormento tra le sopracciglia di lei, per poi allargarsi sadico sulle labbra di Blaise.

[“4,5,6”]

Daphne scuote la testa, scacciando i capelli dalla fronte al pari di un insetto molesto 
“Mi hanno detto che è venuto persino a casa vostra, è proprio una cosa seria, eh?” - colpita -
“Così pare” glissa fulminea “cosa dice adesso il libro?”
“Bacche di vischio, Greengrass, 3, tutte insieme, asfodelio tritato, 27 grammi”
Blaise assottiglia gli occhi mentre raccoglie l’elleboro in una piccola ciotola, ma non è sufficente, vuole il suo sangue ormai “Credevo che le vostre famiglie avessero in mente un matrimonio tra primogeniti”

Daphne appoggia il mestolo sul tavolo con un gesto secco, la mano freme impercettibilmente “Vado a prendere le bacche dalla dispensa”
Blaise fissa compiaciuto la sua testa bionda fluttuare tra i vapori dell’aula per poi indugiare davanti al tavolo di Draco. Gli sembra di vederlo, anche da così lontano, quando lui non alza nemmeno lo sguardo, il sangue. Così simile al suo che continua a espandersi sul polsino della camicia.

Blaise si sporge sul bordo del calderone e getta con cura i 46 grammi appena pesati di elleboro. La sua immagine si riflette nitida sulla superficie chiara della pozione prima che improvvisamente questa si addensi e diventi nera come la pece. Assomiglia quasi al distillato di morte vivente che hanno preparato il mese precedente.
Sfoglia le pagine del libro e rilegge le istruzioni, è preciso Blaise, è indolenza meticolosa, non sopporta le cose fuori posto. Ma deve rileggere ancora, e ancora, perché la sua testa ha seguito Daphne attraverso la classe, ed è all’armadio degli ingredienti ora.
E se la sua assenza lo soffoca, è condannato Blaise, perché Daphne è ghiaccio puro, a contatto con la pelle ferisce, scotta, brucia. E’ una donna in fiamme*, azoto liquido tossico che gela e ustiona contemporaneamente. Daphne infragilisce in ogni modo possibile e Blaise è ferito, scottato, bruciato, congelato, in pezzi. Sorride amaramente mentre ripulisce il tagliere con un colpo di bacchetta deciso. E’ un uomo solo* che sta per andare in frantumi.


*

La pozione emana finalmente un bagliore madreperlaceo innaturale, Daphne e Blaise ne osservano i vapori che salgono in spirali ipnotizzati.
“Oh ecco, siete gli ultimi per la valutazione” il professor Lumacorno si abbassa sul calderone e aspira a pieni polmoni “Idromele invecchiato, ananas candito e.. oh meglio che non vi sveli tutti i miei segreti” strizza l’occhio in direzione di Blaise che ricambia con un sorriso di circostanza.
“Ottimo lavoro, ottimo davvero! 50 punti a Serpeverde” sorride benigno sotto i lunghi baffi prima di voltarsi verso l’intera classe e tornare alla cattedra.
“Dico a tutti, ragazzi, la lezione finisce qui, la prossima settimana proveremo qualcosa di meno, come dire, romantico, ma sono convinto che desterà comunque il vostro interesse! Buon fine settimana”
E mentre tutti ripongono i libri e si preparano per uscire, Daphne si avvicina con circospezione alla pozione. Blaise la vede sporgersi e la imita inconsapevolmente, socchiude gli occhi prima di inspirare.
Un profumo di lavanda così intenso da essere quasi insopportabile gli invade le narici.
Non è una rivelazione per Blaise. Non lo è per nessuno in realtà. Tutta Hogwarts l’aveva capito da molto tempo.
Lei invece ha lo sguardo dolorante già puntato sull’altro lato dell’aula.
“Perché non glielo vai a chiedere cosa sente lui?” gli ultimi strascichi di veleno della serpe ormai addomesticata  “Anche se la risposta la sappiamo già entrambi, non è così?”
Ma lei sta già riponendo i libri dentro la borsa. E' sempre pronta ad andarsene Daphne quando ha ottenuto ciò che vuole, l’Eccezzionale in pozioni, i 50 punti, il suo cuore.
“Merlino! Ti sto parlando!” Blaise la afferra per un polso.
“mmh?” finge sempre di non sentire Daphne, finge sempre tante, tantissime cose.
“tu cosa senti?”
Lei sbarra gli occhi e serra la mascella perché pur di non ammetterlo se la mangerebbe quella lingua.
“Draco!” la voce angelica di Astoria li fa voltare entrambi di scatto. Sul bordo della porta sorride melliflua con quegli occhi azzurri che luccicano inquietanti nella penombra dei sotterranei.
Draco si affretta, afferra la borsa e attraversa la classe di corsa. E’ luminoso Draco quando è lei, le prende la mano come fosse la cosa più preziosa sulla terra e quando si volge verso di loro ha un’espressione estatica dipinta sul viso - quasi raccapricciante pensa Blaise-

E così, i quattro vertici del quadrato si osservano da un capo all'altro della aula, inconsapevoli - o forse no - che ad alimentare quella geometria perfetta sono proprio le passioni che li divorano.
Perchè Blaise, amico e quasi fratello di Draco, si è innamorato per la prima volta nella sua vita di Daphne, ma Daphne ama Draco, dalla prima volta che l’ha visto da bambina, di uno di quegli amori puri che mettono le radici e che crescono forti nonostante le intemperie. Draco dal canto suo non ha fatto nulla di premeditato, si è innamorato di Astoria semplicemente, ed è il suo profumo quello che ha sentito nell’amortentia poco prima. Glielo dirà a breve prima di invitarla a casa sua per le vacanze estive.
Astoria dirà di sì. Dirà sempre di sì a Draco, un po’ perché forse le piace anche, ma sopratutto perché ama l’invidia degli altri, specialmente quella di sua sorella.
“Ci vediamo a pranzo Blaise” Draco gli sorride, sembra che quando sia vicino ad Astoria venga fuori la parte migliore di lui. Lei li saluta entrambi e scocca un occhiolino a Blaise prima di uscire.

Daphne si scosta con grazia, la sua pelle liscia scivola leggera e perfetta tra le dita di Blaise
Ma lui è stanco di tutto quello scivolare, svicolare, sfuggire. Il lungo fine settimana incombe, privo di qualsiasi lezione o scusa per poterla osservare con smania selvaggia mascherata da fintà superiorità. Solo un tempo infinito passato tra le lenzuola ad attenderla. Giorni lunghi e senza parole**.
E così la afferra con più forza, e sputa fuori le tossine di quell’amore andato a male “Io sento il profumo dei tuoi capelli, sento te Daphne. Solo te, lo capisci?”
Lei si paralizza sotto la sua stretta, alza lo sguardo verso il suo, sbatte le ciglia, studia, pensa, riflette, soppesa i pro e i contro.
Blaise attende con il suo polso stretto tra le dita e in testa la speranza flebile che lei lasci che quel fastidioso quadrato collassi in due segmenti semplici, separati, distanti.
Ma il verdetto arriva rapido e unanime in quelle pupille ghiacciate. E Blaise, sogno proibito di tutte le adolescenti e non in quel castello, viene scartato come un vecchio paio di scarpe comode ma ormai del tutto logore.
Non ne è sorpreso in fondo Blaise, lo sapeva già dopotutto. Tutta Hogwarts l'aveva capito da tempo.
Eppure non pensava che avrebbe fatto così male.































_______________________________________

*"E’ una donna in fiamme [..] E’ un uomo solo che sta per andare in frantumi" è una libera rielaborazione del verso "tu vedrai una donna in fiamma e un uomo solo" della magnifica "Hotel Supramonte" di Fabrizio de Andrè
** "Giorni lunghi e senza parole" è un'altra libera rielaborazione, il verso originale è "perché domani sarà un giorno lungo e senza parole" sempre della magnifica "Hotel Supramonte" di Fabrizio de Andrè
_______________________________________

Questa storia partecipa al contest Hotel Supramonte e Cuori Infranti indetto da id_s

_______________________________________


Note: facciamo un elenco e dimostriamo un po' di (mal)sana organizzazione:
(1) mi sono presa una grande licenza poetica nel descrivere gli ingrendienti dell'Amortentia che Blaise e Daphne stanno preparando. Un po' perchè mi sembrava che nei libri non fossero specificati gli ingredienti, un po' perchè gli ingrendienti che ho trovato su internet non mi soddisfavano particolarmente e sopratutto perchè mi servivano in alcune parti cose che si potessero affettare. A mia discolpa posso affermare di aver usato solo ingredienti già citati nei libri. Che dite, posso essere perdonata per questa poca precisione potteriana?
(2) ci tengo a precisare che questa storia è avulsa dal conteso temporale di Harry Potter, ossia in generale non tratta della guerra e delle conseguenze che ha avuto sui personaggi. Questo è stato del tutto volontario, l'intenzione era porre l'accento su altre tematiche. Perciò se volete proprio - per forza - concentrarvi sull'aspetto temporale della vicenda vi posso dire che nella mia immaginazione si svolge dopo la guerra in un ipotetico anno di recupero, in cui i protagonisti sono grandi maggiorenni e hanno superato senza troppi traumi - adattabilità dei serpeverde docet - la guerra e le varie tragedie.
(3) Altra licenza poetica per i dormitori costituiti da camere singole. Nella mia visione in cui i protagonisti sono piuttosto grandicelli e sopratutto molto, molto snob e ricchi, i dormitori condivisi mi sembravano decisamente troppo poco posh.

Detto questo, spero che la mia storia vi sia piaciuta e vi ringrazio per averla letta. Che dire? Auguratemi buona fortuna per il contest e se voleste lasciarmi qualche commentino, sappiate che ve ne sarò eternamente grata.
Un abbraccio smielato
Sweetprincess




  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: sweetprincess