Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |      
Autore: Sognatrice Realista    08/04/2018    1 recensioni
Sorta di "What if?" legato alla long "Storie di Fisis", scritto in un momento in cui avevo bisogno di angst.
Non è puramente canonico, anche perché si ambienta idealmente in un momento molto più avanzato della storia.
Aidra è l'Ela dell'Acqua, Malek quello del Fuoco: tanto dovrebbe bastarvi per comprendere la storia.
Come reagirà Aidra, e l'Acqua con lei, al sacrificio di un amico?
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note dell'Autore:
I personaggi di questa storia vengono da una mia Originale che qui ho solo iniziato a pubblicare.
Per capire questa os [che è una specie di What if?], comunque, vi basta sapere che in questo mondo la Natura conferisce il potere degli Elementi a determinati ragazzi, gli "Ela". Questi ragazzi divengono un tutt'uno con il loro elemento e possono controllarlo.
Aidra è l'Ela dell'Acqua, Malek del Fuoco. Isryl è un loro amico.
Volevo cimentarmi con un po' di Angst. Non so come mi sia riuscito.
Antefatto: affrontando un avversario, gli alleati di Aidra subiscono danni abbastanza seri; lei stessa sembra di non essere in grado di sconfiggerlo... finché Isryl non salva la situazione. Non importa come, e non importa chi fosse il nemico.
Quello che ci interessa è cosa succede dopo.
Scusate la vaghezza!
In caso voleste leggere comunque, buona lettura!





L’uomo, sembrato invincibile fino a poco prima, sparì in un secondo. Ce l’avevano fatta, l’avevano reso innocuo. Non dovevano più preoccuparsene.

Ma a quale prezzo?

La maggior parte di loro era a terra, incapace di reggersi in piedi; non c’erano feriti gravi, ma per riprendersi del tutto ci sarebbe voluto tempo.

Ma Aidra non pensava a questo, ora; lei e Isryl erano gli unici ancora in piedi… più o meno.

Il ragazzo sferrando l’ultimo colpo si era esposto all’attacco nemico; sbilanciato da esso, stava cadendo all’indietro. Dritto nel dirupo.

Aidra si slanciò nel tentativo impossibile di raggiungerlo prima che fosse troppo tardi, ma non ci riuscì. Le sue dita sfiorarono quelle del ragazzo, senza che potessero trattenerlo in alcun modo.

Lo vide cadere.

Quello che successe poi le spezzò il cuore.

Isryl, mentre precipitava nel burrone, le sorrise.

Come a dire che andava bene così, che era soddisfatto. Che lei non doveva rimproverarsi nulla.

Ma non andava affatto bene così.

Aidra urlò, lacrime amare le solcarono il volto.

Il suo urlo suonò come un’onda che s’infrange sulla costa. Non un’onda qualsiasi; un maremoto.

Nubi temporalesche si addensarono ovunque nella regione, rispondendo al pianto della Scelta dell’Acqua.

Lei nemmeno se ne accorse.

Che se ne faceva del suo legame con l’Acqua, dei suoi doveri di Scelta, se non poteva nemmeno salvare i suoi amici?

Continuava a fissare il punto in cui era sparito il biondo, credendo d’intravederci la sua ombra.

Stavolta Isryl non sarebbe tornato.

Era impossibile sopravvivere ad una caduta da quell’altezza; lo era in condizioni normali, figuriamoci quando si era già feriti.

Questo non valeva per lei, però.

In fondo al dirupo c’era un lago, lo sapeva, lo sentiva.

Lei si sarebbe semplicemente ricongiunta al suo elemento, se fosse caduta. Non l’avrebbe uccisa.

Dovevo cadere io al posto suo.

Se solo…

Se solo fosse riuscita a fermare prima il loro avversario, Isryl non sarebbe dovuto arrivare a tanto.

È colpa mia se è morto.

È colpa mia, e non lo rivedrò mai più…

Si alzò in piedi nel mezzo della tempesta scatenata dalla sua tristezza.

Aveva lo sguardo perso nel vuoto, le lacrime continuavano a scendere.

Si guardò indietro. I suoi amici erano a terra, ma erano vivi. Intravide un movimento, due di loro si stavano alzando. Non avrebbe saputo dire chi.

Non saprei aiutare nemmeno voi, pensò. Saremmo tutti morti, se non fosse stato per

Tornò con lo sguardo sul burrone. Tese una mano verso il suo oblio, l’attirava… la stava chiamando.

Isryl la chiamava, ne era certa.

Ricordò l’ultimo, bellissimo sorriso che le aveva rivolto solo pochi attimi prima.

Non poteva accettare di non rivederlo più. Non ci sarebbe riuscita.

Sono debole.

Non si voltò indietro, non più, ma sentendo i rumori alle sue spalle – rumori vaghi, resi irriconoscibili dallo scrosciare dell’acqua tutt’intorno a lei – capì che i suoi amici si stavano riprendendo.

Non avevano bisogno di lei; non sarebbe stata di nessun aiuto comunque.

Se anche lei non ci fosse stata, avrebbero avuto Malek.

Fece un sorriso amaro.

Ci aveva creduto davvero, di poter essere utile. Che sarebbe andato tutto bene.

Era la sua ingenuità ad aver ucciso Isryl.

Lei era lì, in piedi e relativamente illesa, mentre lui… lui era solo. Sul fondo di un lago centinaia di metri più in basso.

Non era giusto, non se lo meritava.

Non poteva lasciarlo solo.

Mosse un passo in avanti. Si trovava sull’orlo del precipizio, allora; un alito di vento da dietro, e sarebbe caduta.

L’avrebbe raggiunto.

Cacciò indietro le lacrime, accarezzando l’idea.

Isryl si era sacrificato anche per la sua vita; era giusto pensare di tradirlo così?

Di tradire tutti gli altri?

Ma dall’altra parte, poteva veramente vivere a quel costo, ricordando per tutta la vita il suo debito con il suo migliore amico?

Migliore amico… che era morto da solo.

Non poteva nemmeno onorare il suo corpo.

Rabbrividì a quel pensiero; ormai Isryl era solo un corpo, non più vivente.

Un’altra lacrima traditrice le rigò la guancia, confondendosi con la pioggia che scendeva sempre più abbondante.

Dovrei…

Sentì dei passi dietro di sé.

«Che stai facendo, Aidra?»

Era la voce di Malek. Sembrava preoccupato, ma lei non si voltò. Non rispose nemmeno, ne era incapace.

Lui la raggiunse. Vide il suo sguardo fisso nell’oscurità del vuoto sotto di loro, e forse capì, perché non disse nulla. Provò a poggiarle una mano sulla spalla, ma lei la scansò.

«È colpa mia», disse.

La sua voce era stranamente roca, ma questo lo notò solo Malek.

«Sai che non è così». Una frase sola, perentoria. Sapeva che il ragazzo aveva buone intenzioni, ma in quel momento non le importava.

«Se mi tuffassi, non morirei» disse.

Non aspettò una risposta, non la voleva; fece semplicemente un altro passo, trovando il vuoto ad accoglierla. L’avrebbe raggiunto…

Probabilmente l’avrebbe raggiunto, se Malek non l’avesse afferrata all’ultimo. La tirò su.

L’allontanò dal dirupo – da Isryl – senza dire niente, solo

Il suo sguardo disperato valeva più di mille parole.

Aidra abbassò il suo, di sguardo. Non voleva muoversi, ma il suo corpo lo stava facendo in automatico, seguendo l’altro Scelto. Non sarebbe più tornata lì.

Un pensiero attraversò la sua mente, mentre lacrime silenziose riprendevano a scorrere.

Un pensiero che l’avrebbe tormentata a lungo.

Perché non eri qui per afferrare lui, ma hai salvato me?


   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Sognatrice Realista