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Autore: MaryMatrix    09/04/2018    2 recensioni
Sirius Black è stufo di restarsene chiuso a Grimmauld Place lasciando che siano gli altri membri dell'Ordine a combattere il male in prima linea. Ispirato dallo stratagemma di Barty Crouch Jr deciderà di imprigionare Lucius Malfoy e di assumerne le sembianze, infiltrandosi come spia tra le fila del Signore Oscuro. Quello che non ha considerato, però, sono gli orrori che sarà costretto a perpetrare in questa sua nuova veste e avrà un solo modo per mettere a tacere i propri sensi di colpa: quello che gli ha insegnato Azkaban.
Storia ambientata durante il quinto anno di Harry a Hogwarts, ma si discosta dagli eventi del libro.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Lucius Malfoy, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Note

Ciao a tutti!

La storia seguente partecipa al concorso “Tenderly – destroy me” indetto da aware_, blu petrolio sul Forum di EFP con il pacchetto “inner darkness” che prevedeva l’utilizzo della coppia Lucius/Sirius e della canzone “Violence” del gruppo Tender.
Colgo l’occasione per ringraziarla nuovamente per aver indetto questo concorso in cui mi sono cimentata per la prima volta con una relazione slash. Proprio perché si tratta di un qualcosa che si discosta da ciò che scrivo di solito, mi piacerebbe avere il vostro parere a riguardo.

Note alla lettura:

- Uso della canzone: l'intera storia ruota intorno all'idea di sesso e violenza, soprattutto violenza, vista da Sirius come l'unico modo per sfuggire alla realtà. In particolare alcune strofe hanno proprio ispirato lo svolgimento di alcuni capitoli, ricalcati su di esse, e per questo le ho riportate all'inizio dei rispettivi capitoli.
- Lucius/Sirius: ho cercato, come da bando, di non cadere nell'OOC. In particolare, non mi sembrava credibile che due personaggi così incompatibili all'improvviso scoprissero di provare un amore travolgente l'uno per l'altro, così ho ritenuto necessario creare un contesto all'intera storia e quello della prigionia e della guerra calzava a pennello.
Lucius è un vigliacco che farebbe di tutto per salvarsi ma che allo stesso tempo è legato alla propria famiglia e ho ritenuto credibile che nelle condizioni create dal contesto, vuoi per paura vuoi per inedia, alla fine cedesse a Sirius.
Sirius Black è coraggioso, spavaldo, ma non è mai stato uno stinco di santo: insomma, ho creduto che fosse quasi divertente per lui lanciarsi in questa avventura, per sentirsi finalmente utile e che non fosse così lontano dalla sua natura l'imprigionare un Mangiamorte senza troppe remore; ma Sirius è anche un personaggio "rotto", che ad Azkaban ha sofferto molto ed è difficile immagine che quella esperienza lo abbia lasciato indenne. Sappiamo poco sulla vita dei prigionieri nella fortezza, a parte il fatto che sono tartassati di continuo dai Dissennatori, e ho ipotizzato che talvolta si abbandonassero al piacere per sfogarsi, per non pensare (esponendosi quindi meno all'azione dei carcerieri)... in questi piaceri, visto i tipi rinchiusi, ho nuovamente ipotizzato che fosse inclusa anche la violenza.

Bene, adesso niente più chiacchiere buona lettura!

Al prossimo aggiornamento,

Mel

Capitolo 1

Sirius P.O.V.

All I need is someone to save
Want to be remembered
Want you to know my face

Malfoy Manor.

Casa mia per il tempo che riterrò necessario. Mi guardo allo specchio e il riflesso che mi fissa non è il mio. Vedo lunghi capelli biondi, una corporatura più snella, più magra e più bassa, un pallore deciso e infine due occhi grigi così simili ai miei, eppure così diversi.
È strano realizzare che pur non essendo più nei miei panni è la prima volta dopo tanto, troppo tempo che mi sento me stesso: non più segregato al numero 12 di Grimmauld Place, non più con nullafacente, ma spia in casa Malfoy… con le sembianze di Lucius.

Sfilo nella cupa ed elegante camera con i miei nuovi vestiti per acquistare sicurezza nella parte, ripetendomi di dover migliorare il portamento: tutti quegli anni ad Azkaban non gli hanno giovato.

“Più impettito e più sprezzante, Sirius.” ecco cosa mi ripeto.

Tento un sorriso mellifluo, cercando di imitarne il legittimo proprietario. La mia versione è piuttosto convincente, ma forse troppo canzonatoria. E non è per Lucius, no. È per l’Ordine.
“Te l’ho fatta, Silente!”
Il pensiero solo mi sfiora e una risata con voce non mia echeggia nella stanza vuota. Voleva tenermi ad ammuffire in quella casa e invece eccomi qui, cane da caccia nel covo dei lupi.
Ho promesso di salvare Harry, di redimermi per non aver fatto in tempo a salvare James e Lily.
“Che ti piaccia o no, Albus, io aiuterò a sconfiggere Voldemort!”

In realtà ammetto che l’idea di tendere un agguato a Malfoy per prenderne il posto con la Pozione Polisucco non è tutta farina del mio sacco e se non fosse stato per quel pazzo di Crouch Jr non l’avrei concepita. A volte anche i Mangiamorte sono utili.
Sono soddisfatto del risultato e mi lego i capelli pronto per passare alla parte più attiva del piano: recitare e, soprattutto, portare la cena a Malfoy.

Chiamo un elfo domestico cercando di essere il più sgarbato possibile e l’atteggiamento è naturale perché mi basta immaginare di avere davanti quell’orrido Kreacher; gli ordino perentorio di preparare cibo e acqua in abbondanza, tutti i giorni alla stessa ora, e gli intimo di non farne parola con nessuno, pena un castigo lungo e doloroso. Evidentemente Lucius Malfoy è il tipo di uomo che manterrebbe una promessa del genere perché l’elfo si inchina più volte con deferenza, intimorito, e si ripresenta poco dopo con due portate succulente sparendo poi con un “pop” senza aggiungere nulla.

Io, al contrario, mi dirigo furtivo verso i sotterranei del Manor: mi accoglie un lungo corridoio in mattoni a vista con stanze adiacenti che in origine dovevano fungere da prigione.
Alcune porte invece celano strategiche vie di fuga in caso di pericolo. Tipica mentalità da Malfoy quella di prepararsi un modo per fuggire.

Finalmente raggiungo una porta di legno non ancora marcio e la apro. Dall’altra parte della bacchetta, il prigioniero.

A malapena solleva il capo per guardarmi: è limitato nei movimenti perché due catene massicce gli bloccano le mani sopra la testa.
La cella è fredda e spoglia, l’umidità è l’unica decorazione. È un luogo squallido, come lui.

Appoggio il vassoio al suo fianco e sigillo la porta prima di liberarlo, continuando a minacciarlo con la mia bacchetta.

- Mangia. – gli ordino.

Lui non degna il pasto nemmeno di un’occhiata e si concentra su di me scrutandomi con odio e sdegno.

- Non accetto il tuo cibo, Black.

- Non è il mio cibo, Malfoy, è quello delle tue cucine. – lo correggo. – E permettimi, da ex detenuto, di darti un consiglio: mangia se ti è concesso, perché non so quando e se avrò voglia di venire a nutrirti di nuovo. -.

Lui non cede. Forse è più stupido ma meno smidollato di quanto pensassi.
Resta immobile nel suo dignitoso contegno.

- Esattamente che cosa speri di ottenere, Black? – si informa. – Si accorgeranno subito che non sono io. -.

Sorrido. Povero, illuso Malfoy.

- Sono io che faccio le domande. – chiarisco. – Quindi rispondi: sei forse curioso di sapere che cosa farebbe il tuo signore nello scoprire che uno dei suoi più fedeli Mangiamorte si è fatto sconfiggere e imprigionare a casa sua da un usurpatore? No, non lo sei, vero? Allora ti conviene tifare per me e aiutarmi in modo che ti lasci riprendere il tuo posto senza che nessuno si accorga di nulla. -.

Il suo sguardo si fa ancora più temibile. Mi ucciderebbe se potesse, glielo leggo in faccia. Poi digrigna i denti e non ribatte: sa che ho ragione ma gli è rimasta ancora un briciolo di fedeltà a quel marchio che porta.

- Non ti renderò le cose semplici, Black.

- Che peccato. Ops, tempo scaduto per la cena.

Con un incantesimo lo rimetto in catene: Malfoy non è altro che un debole, una banderuola, e non impiegherò molto a piegarlo.

Lui si agita come un’anguilla.

- Black! Devo andare in bagno!

- Prendilo come un allenamento per quando sarai ad Azkaban. – lo sbeffeggio. – Quella prigione insegna tante cose, sai? Per esempio che se lasci il cibo… arrivano i topi. Chissà se ti schiariranno le idee. Buonanotte, Lucius.

- Cosa? – è inorridito. – Aspetta! ASPETTA, ho detto! Black! BLACK! -.

Mi richiama, ma lo ignoro e lo chiudo in un incubo. Urla pure quanto vuoi, Malfoy: non ti sentirà nessuno. Cederai e io sarò ricordato come Sirius Black l’eroe di guerra e non come Sirius Black l’infame traditore.

---

La prima notte è proceduta bene.
Narcissa non si è accorta di nulla. Ieri sera mi ha accolto in camera abbracciandomi e ha fatto per baciarmi ma le sono sfuggito ignorando la morbidezza della sua pelle, così diversa da quella ruvida e sporca dei prigionieri di Azkaban, e il profumo dei suoi capelli, così splendenti e non unti come quelli dei prigionieri di Azkaban.

Da quanto non mi unisco a una donna?

Sono ormai più avvezzo a violenze, sangue mischiato ad acqua nelle docce, grida di dolore in un luogo dove nessuno chiede nulla, nessuno usa premure.
Meno romantico di un bacio di un Dissennatore, ma l’unico modo per scollegare la mente per pochi secondi, per non impazzire del tutto. Per ricordarsi di essere ancora umani.
Ma non potevo cedere, non con mia cugina.

- Sono molto stanco. – ho mentito, cercando di sembrare convincente.

Mi sono steso accanto a lei e so che avrei dovuto fingere affetto, che avrei dovuto ignorare la repulsione per la mia parente, ma non ci sono riuscito. Così, con una punta di disgusto per lei e una valanga di compiacimento per me, mi sono finalmente addormentato.
Al mio risveglio la osservo di nuovo: Narcissa è bellissima, ancora dormiente, e sembra un angelo, ma non suscita in me alcuna reazione. Mi ritrovo quasi a sorridere nel pensare che i miei gusti forse sono cambiati, che adesso preferisco braccia forti, spalle larghe e spinte vigorose, in me, fino a togliermi il fiato.

Oh, Lucius me lo toglierebbe davvero il fiato con tutta la rabbia che cova.

Forse spinto da quel pensiero o da pietà sollevo la pesante coperta verde e lo raggiungo nella sua cella. Non si aspetta una mia visita così presto e sobbalza. Scorgo vergogna nei suoi occhi grigi e ne capisco il motivo appena sono investito dal tanfo di escrementi.

Il ratto intento a divorare la cena di Lucius scappa seguito da un paio di scarafaggi.
Noto che lui ne ha pestati tre: probabilmente volevano salirgli addosso.

Faccio evanescere il cibo e le carcasse degli insetti, poi lo libero e faccio apparire vestiti puliti e caldi. Glieli porgo senza ostilità, indicandogli con un movimento del viso la porta del piccolo bagno.

Lui gira la testa e rifiuta il mio aiuto.

- Non puoi stare in queste condizioni, Malfoy. – insisto.

Ma la sua voce è gelida quando finalmente mi parla.

- Queste condizioni sono come tu mi hai ridotto. Un comportamento da vero Grifondoro. Lo vedo il tuo vero volto, Black: ti atteggi a paladino, ma non sei diverso da noi.

Il mio me giovane probabilmente si sarebbe surriscaldato a sentire una tale infamia, ma Azkaban insegna anche a crescere.

- Il mio vero volto, Malfoy, è quello di chi ti sta porgendo vestiti puliti e che ieri ti ha offerto del cibo. Siamo in guerra e comprenderai che non posso tollerare certi atteggiamenti da parte di un prigioniero e che questo va ben oltre la puerile divisione in Case.

Lui di nuovo rifiuta. Sta resistendo più del previsto, lo ammetto.

- Malfoy, non dimostri niente a nessuno restando immerso nelle tue feci. – faccio un ultimo tentativo.

- Ti scopriranno presto.

Sono parole al vento e non ho nemmeno voglia di ripetermi. Faccio per uscire, ma la sua voce mi richiama, per un’altra domanda.

- Che cosa farai, Black, oggi alle tre quando Voldemort ti porterà due prigionieri da torturare?

Mi fermo. D’improvviso il pericolo diventa reale.

Sono turbato, ma raccolgo tutta la mia infinita sfacciataggine e gli rispondo prendendomi un’ultima soddisfazione su di lui.

- Ti ho già detto che le domande le faccio io, Malfoy: tu le coccole a tua moglie, dopo il sesso, le fai?

Serro la porta alle mie spalle e i suoi insulti mi seguono fino alla fine del corridoio.

  
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