Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: The girl in the moon    09/04/2018    0 recensioni
Emma vive a Torino ed è una ragazza di ventuno anni come tante, se si esclude il suo particolare passato e un segreto: ogni notte, da quando aveva otto anni, sogna angeli neri volare nel cielo sopra la sua città e, come se non bastasse, da quel giorno si rende conto di avvenimenti strani capitare affianco a lei. Tralasciando questo, la sua vita procede normalmente, finché non si trasferirà con i suoi amici in un appartamento, il cui vicino di casa è Massimiliano, un ragazzo che sembra stranamente interessato a lei e che pare comprenderla come se si conoscessero da anni. Legati da qualcosa più grande di loro, le loro vite cambieranno interamente quando verranno a conoscenza degli Angeli Neri, ovvero Angeli Bianchi corrotti dall'oscurità dei demoni. Ma cosa lega i due giovani a queste creature?
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
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What's wrong, what's wrong now?
Too many, too many problems.
Don't know where she belongs, 
where she belongs.
Nobody's Home - Avril Lavigne.

 

Il vento soffiava forte, spazzava via ogni cosa che trovava davanti a sé trascinandosi dietro la pioggia che tagliava il volto di Adhara, la quale socchiudeva gli occhi ogni volta che avvertiva l'acqua scontarsi sulla pelle fredda e candida. Se non avesse provato tutto quel dolore dentro di sé, avrebbe pensato di essere morta. 
No, lei era incapace di morire. Invidiava coloro che avrebbero perso la vita, ogni momento aveva un sapore unico perché non possono sapere quando la mano della Morte li avrebbe raggiunti e portavo via le loro anime, potevano vivere come se ogni giorno fosse l'ultimo. Per loro Angeli Neri non era così: visti da tutti come oggetti, la loro vita non era che un errore, una corruzione della loro anima un tempo pura ed ora macchiata di peccato, di tentazioni, di dolori e di paure. 
Erano odiati e amati dal bene e dal male, dalle due fazioni che si scontravano dall'inizio dei tempi, che desideravano ottenere la loro "fetta di fedeli" sul mondo. No, non poteva essere nemmeno definito amore, perché non si trattava di un sentimento che puoi provare per un figlio, per un genitore, per un amante o per semplice un amico; amavano solo il loro poter essere utili, il potere che potevano avere sul destino dell'intera umanità: Angeli Bianchi e Demoni erano contrapposti su rispettivi piatti di una bilancia e il peso degli Angeli Neri l'avrebbero fatta pendere da una parte o dall'altra. 
Per questo, sin da subito, Adhara e i suoi compagni si erano dichiarati neutrali: non intendevano minimamente portare sulle spalle una responsabilità tanto grossa. Allo stesso tempo, questa scelta aveva reso la loro esistenza insignificante, nulla era cambiato da quando loro erano nati e nulla sarebbe mai dovuto cambiare. 
Era questo che frustrava la giovane angioletta: che differenza ci fosse stata se non fosse esistita? Che senso aveva la sua presenza in quel mondo che sembrava così lontano malgrado si trovasse tutt'attorno a lei? Non apparteneva a nulla di tutto quello, non era lei che in quella splendida città cresceva, viveva e moriva. 
Spesso si chiedeva se si potesse avvertire la mancanza di qualcosa che non si aveva mai posseduto: la mancanza di un genitore, la mancanza di una vita ordinaria, la mancanza di sapere che se fai una cosa in quel momento potresti non farla mai più. 
Ed ora volava sotto la pioggia che le inzuppava i vestiti e le bagnava il corpo, rendendo difficile la vista di ciò che la circondava e l'intero sforzo fisico che la stava sfinendo. Eppure aveva bisogno di sentire tutto questo; l'acqua e i venti freddi, il dolore mentale, la sua frustrazione, la facevano capire che lei esisteva davvero. 
"Adhara!" se Rigel non l'avesse chiamata, non lo avrebbe visto e si sarebbero scontrati precipitando a terra. Tuttavia, la giovane non si fermò, anzi si voltò su se stessa e fece per allontanarsi dalla parte opposta. 
"Basta! Perché devi sempre fare i capricci come una bambina?!" domandò l'amico afferrandola per un braccio prima che potesse seminarlo. 
"Cosa ne sai tu dell'essere bambini, Rigel?!" sibilò con cattiveria lei guardandolo negli occhi, "nessuno di noi può saperlo!"
"Sai bene cosa intendevo" rispose lui lasciandole il braccio infuriato e in quel momento una vocina nella testa di Adhara le chiese se non avesse esagerato, ma era troppo arrabbiata per ascoltarla. 
"Lasciami in pace" continuava la ragazza, ma non voleva davvero se ne andasse, anzi voleva la rassicurasse e la calmasse, che ignorasse ciò che gli avrebbe detto anche se faceva male. Si sentiva così dannatamente egoista per quei pensieri. 
Ma Rigel non era una marionetta nelle sue mani, per questo non ci pensò due volte ad andarsene sul serio, sotto gli occhi dell'angelo, che era combattuta se seguirlo o ascoltare il suo orgoglio. E l'avrebbe fatto se non si fosse trattato di lui
"Rigel..." cominciò avvicinandosi, ma il giovane non si fermò, né rispose. "Rigel, aspetta, non volevo, mi dispiace."
"A te dispiace sempre, non pensi mai a pesare le parole prima di dirle!" sbottò lui voltandosi e colpendo a segno, ma stavolta non ricevette risposta diversa da un umile: "scusa."
"No, sono stanco!" continuava lui impetuoso, tanto che i venti avevano preso a soffiare con più forza per via della forte energia che li scuoteva e la ragazza non poté fare a meno di avere paura. "Devi sempre prendertela con gli altri anche se non c'entrano niente, non ti interessa dei loro sentimenti!"
Adhara ancora non parlava, semplicemente guardava i propri piedi penzolare nel vuoto mentre cercava di trattenere le lacrime. 
"Ma a te importa minimamente di me? Non hai fatto altro che evitarmi in questo periodo e quando finalmente parliamo mi tratti così" domandò Rigel e a quel punto fu come se si risvegliasse: "certo che mi importa di te! Tu mi piaci, okay?"
Non riuscì a trattenerlo più: erano mesi che lo evitava per capire cosa provasse e giorni per trovare il momento adatto e rivelarlo, senza successo. Sì, aveva atteso tanto per comprendere i propri sentimenti, ma quando quel momento era arrivato si era ritrovata impaziente di togliersi quel peso dal cuore e dirgli la verità. 
Eppure, non era assolutamente così che voleva andassero le cose. 
Dal canto suo, Rigel si bloccò un attimo, interdetto e indeciso sul da farsi. In un primo momento era stupito, ma dopo poco la sua espressione tornò quella di prima: "Mi prendi per il culo?"
Non le credeva. "No!" lo interruppe Adhara rossa sulle guance, "è vero..."
Il giovane capì quanto fosse sincera, per cui si calmò subito e riprese a squadrarla con stupore e la bocca semi-aperta. Non si aspettava ovviamente una risposta di quel genere, non ci aveva minimamente pensato. Erano sempre stati amici in quei decenni, per cui cosa sarebbe dovuto cambiare? 
"Dì qualcosa" lo incoraggiò lei, temendo la sua risposta. 
Rigel a quel punto alzò lo sguardo sulla figura dell'amica, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, avvertì una presenza minacciosa avvicinarsi a grande velocità. Anche Adhara dovette aver avvertito qualcosa perché cominciò a guardarsi attorno, il suo sesto senso era meno sensibile per via delle altre emozioni che la confondevano. 
Tuttavia, la giovane angioletta guardò nella direzione sbagliata, mentre il ragazzo aveva ben capito da dove provenisse la presenza. 
"Adhara, attenta!" gridò con tutto il fiato che aveva in corpo prima di spingerla via dalla sua traiettoria, ma non fece in tempo a schivare il colpo. 
Adhara rimase a bocca aperta, inizialmente confusa e sorpresa, ma quando vide il corpo sanguinante del ragazzo che amava tutto sembrò andare al rallentatore, mentre nella sua testa vi era solo il terrore più puro. 
"Rigel!"

|O|

Spazio autrice: Capitolo dedicato esclusivamente ad un flashback. Che ne pensate? Vi piace? Scusate il ritardo, ma tra una cosa e l'altra non sono riuscita a pubblicate. Lasciatemi comunque una recensione, così so cosa dovrei migliorare o se semplicemente la storia vi sta interessando. 
Alla prossima!

The girl in the moon.

   
 
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