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Autore: DhakiraHijikatasouji    09/04/2018    0 recensioni
~"Si può essere ossessionati da un qualcosa...o da qualcuno, che forse non è mai esistito veramente?"
Un evento è capace di sconvolgere tutta una vita.
Un errore è capace di distruggere un'intera esistenza.~
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SU WATTPAD LA STORIA COMPLETA!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza
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1. Lacrima Nera


Le palpebre cominciarono a dare la vista del chiaro non appena il raggio opaco del sole si posò su di loro. E già questo feriva; doverle aprire, ancora di più. Soprattutto se venivano aperte per poi iniziare un'agonia, un'agonia di quelle misteriose, che non si sa perché, ma ti attanagliano dentro. Lo so, non è molto facile da spiegare. Di solito le persone, nella maggior parte dei casi, conoscono i motivi del proprio stato d'animo...invece Tom Kaulitz no. Ogni mattina si levava dal letto con i cornrows sempre al loro posto, si guardava allo specchio per mettere a fuoco la propria figura appena sveglia. E quello che si domandava tutte le mattine era: "Si può essere tormentati da qualcosa...o da qualcuno che non è mai esistito veramente?". Sapeva di aver avuto un incidente all'età di 15/16 anni e di non ricordarsi nulla della sua infanzia, se non qualche accenno, e qualche cosa che sua madre Simone aveva fatto fatica a riportargli alla luce. Dentro di lui, però, sentiva che c'era un tassello mancante, o che non coincideva. Come se sua madre gli avesse detto una bugia, o come se semplicemente non gli avesse detto la verità. Tra le due c'è una differenza sottile, ma anche marcata. Non dire una verità è peggio che dire una bugia. Sicuramente peggio.

-Chi sei?- Si chiedeva fissando lo specchio, dritto nei propri occhi, come se in essi avesse potuto trovare la risposta che tanto sperava. Ovviamente non giunse niente alle sue orecchie. Si mise la sua fascia e strinse con le mani i bordi del lavandino cercando di riprendere il controllo di sé. Ogni volta era una cosa insopportabile la mattina. Poi durante il giorno poteva anche passare, ma la mattina proprio no. Finì di prepararsi per poi scendere al piano di sotto.

-Buongiorno, Tom, vieni a fare colazione con noi- Simone stava terminando di mettere le cose sul tavolo. Latte caldo, caffè, cereali, paste, biscotti, frutta...questo c'era. Thomas sospirò, non perché non avesse voglia, ma perché quel "noi" pronunciato poco fa dalla propria madre, stava a significare la presenza di Gordon, il suo patrigno. Ancora i due non avevano imparato ad andare d'accordo, o meglio, Thomas non aveva dato l'occasione a Gordon di completare un discorso con lui...ancora non se la sentiva, e forse non se la sarebbe sentita mai. D'altronde non aveva deciso lui di mettersi Gordon in casa! Thomas posò la cartella accanto alla propria sedia, mettendosi a sedere in silenzio. Gordon era accanto a lui con il giornale in mano, giornale che chiuse subito non appena Tom toccò la sedia.

- Buongiorno, Tom-

- Buongiorno- Rispose lui monocorde, tanto per non essere maleducato. Gordon guardò Simone come in cerca di qualche consiglio, mentre Tom aveva già riempito la propria tazza con latte e cereali, e stava mischiando ininterrottamente senza decidersi a mettere il cucchiaio tra le labbra.

- Oggi che materie hai?- Il ragazzo roteò gli occhi.

- Non lo so- Sbuffò.

- Come siamo nervosi stamane...- Thomas non ce la faceva più. Sbatté le mani sul tavolo.

- Non ho fame!- E se ne andò. - Faccio tardi, ciao mamma- Diede un bacio sulla guancia di Simone prima di uscire. Non lo sopportava quel Gordon. Ma perché non lo lasciava in pace? La mattina non era in vena di domande, come non lo era il pomeriggio e la sera! Gli suonò il cellulare: una notifica.

Selene"Stasera discoteca, ore: 22:00"

Rispose ok al messaggio e ricontinuò sui suoi passi. Ormai era così almeno tre/quattro volte alla settimana. Tom si incontrava con Selene, una sua compagna di classe ed insieme...potevano essere chiamati amici, ma inteso come "amici di letto". Selene sotto sotto era anche un po' zoccola e Thomas lo aveva sempre pensato, ma d'altronde usava il sesso per reprimere quel senso di agonia che ancora non voleva saperne di lasciarlo andare, non gli interessava l'amore. Arrivò a scuola e venne affiancato da Andreas.

- Ehi, amico, ci sei anche tu alla discoteca stasera?- Andreas era un tipo più bastardo di lui. Andreas non solo usava le donne, lui le maltrattava nella maggior parte delle volte. Forse una l'aveva anche messa incinta e poi se ne era andato senza lasciare più traccia. Tom e Andreas erano i più temuti della scuola, oltre ad una piccola banda che seguiva Andreas da quando metteva piede nella scuola, fino a quando non lo rimetteva fuori...e a volte anche dopo.

- Sì, ho appena ricevuto il messaggio da Selene, e stasera ce la spassiamo!-

- Così mi piaci, Kaulitz!- Si dettero il cinque. Arrivarono nei pressi dell'istituto e tutti si discostavano al loro passaggio. Tutte le ragazzine guardando Tom arrossivano se questo ricambiava lo sguardo, oppure andavano in panico scuotendo la propria migliore amica urlando il fatto, che poi magari Thomas stava anche guardando un palo al posto di queste suddette ragazze. A parte gli scherzi, Tom le guardava tutte. Tutte meritavano di essere guardate, tutte quelle che alla fine Tom riteneva belle e fattibili. Abbordarle sarebbe stato facile per un tipo come lui. Lui e Andreas erano anche diventati amici facendo a botte senza nessun vincitore, e da quel giorno non si erano mai separati. Sempre a scuola insieme, e spesso anche fuori. Passando tra la folla, Tom notò due ragazzi che anche loro stavano sempre appiccicati, ma ritenuti due sfigati...sia da Andreas, che da lui stesso. Si chiamavano Georg Listing e Gustav Schäfer. Georg, capelli lunghi castani e occhi verdi. Lo guardava storto, e ogni tanto provava a scambiarci qualche parola, ma Andreas si metteva in mezzo e una volta era stato anche pestato perché aveva osato contraddirlo. Gustav, capelli biondi e occhi castani. Lui era sempre stato un tipo riservato. Dicevano tutti che era ricco, solo perché aveva una grande casa, e non era poco. Più che altro con Gustav si era creata la situazione inversa. Andreas aveva cercato di attirarlo, appunto perché possedeva i soldi, ma il biondo aveva rifiutato perché non voleva lasciare Georg e poi perché non ci avrebbe guadagnato niente di buono. Ad un certo punto, notò che gli sguardi si stavano tutti voltando verso l'ingresso del cortile. Tom seguì la massa fino a vedere forse una delle cose più belle che avesse mai visto. Era una persona nuova dell'istituto. Aveva i capelli neri, la pelle bianca ed i lineamenti delicati. Vestita di nero, unghie dipinte del medesimo colore, e sugli occhi un paio di occhiali da sole, quando di sole non ce ne era per niente.

- Chi è quella bellezza stratosferica?- Sussurrò con gli occhi spalancati, e notò di sentirsi accaldato, cosa che non era mai capitata. Il cuore cominciò a battere più veloce, una sensazione stranissima per uno come lui. Strana, ma non sconosciuta, eppure sentiva di non averla provata da nessuna parte, e per nessun'altra cosa o persona.

- Amico, ehm...è un ragazzo...- Disse uno degli scagnozzi di Andreas. Thomas non ci volle credere di aver pensato quelle cose di un maschio, e quindi cercò di ricomporsi nel migliore dei modi. Il suo sguardo tornò serio e non più perso.

- Come si chiama?-

- Bill Trümper...è il nostro nuovo compagno di classe, penso...- Quel nome gli fece provare una fitta al petto, una fitta sconosciuta. -Mamma mia però quanto è ridicolo! Cioè, sembra una ragazza! Dicono che si trucchi, per chi lo ha visto in giro...poi delle sue origini non sa nulla nessuno. Nessuno sa dove vive, qualcosa del suo passato, qualcosa del suo presente...insomma, è già tanto se sappiamo il suo nome- Thomas annuì senza dire niente, per poi riposare lo sguardo su Bill. - Ehi, Tom? Non dirmi che sei rimasto deluso perché volevi fartelo pensando che fosse una ragazza! Ahaha!- Gli diede due pacche sulla spalla. - Tranquillo, che se volessi potresti benissimo farlo, e comunque non ti converrebbe, oltre al fatto che ci sono molte ragazze belle al mondo e...andare con uno come quello...ma anche no, giusto?- Tom annuì di nuovo, ma era come se non lo stesse ascoltando. Quel Bill era interessante. Adesso stava attraversando il cortile dirigendosi verso l'ingresso della scuola con lo zaino nero in spalla. Aveva il passo svelto, forse non vedeva l'ora di sparire. Ad un certo punto si sentì uno scrosh, come se una grande quantità d'acqua fosse stata versata. Infatti non era per niente errato. Bill era appena stato inondato con un secchio di acqua. I capelli erano diventati lucidi e si erano abbassali di volume, gli occhiali fradici come i vestiti ed il resto. Lo vide sospirare con Andreas che rideva con un secchio in mano, insieme ad uno dei suoi tirapiedi.

- Benvenuta principessa- Aveva detto ridendo. Bill non rispose andandosene via. Thomas però notò un particolare. Da sotto la lente dell'occhiale, vide colare una goccia nera, una goccia di un nero caldo. Era vera la diceria che si truccava, e più che vero il fatto che Tom era rimasto come ipnotizzato. E quella lacrima nera non se la sarebbe scordata facilmente...

Continua...

NEL PROSSIMO CAPITOLO!

I suoi occhi erano belli quanto vuoti. Non raccontavano niente, anche se molto probabilmente avevano una storia dietro, una storia difficile...

-Io sono una persona che una volta che diventa tua amica non la devi tradire, perché fidati, non potrai fare a meno di me-

Capitolo 2: "Il sole di Settembre"

   
 
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