09/04/2018
8 recensioniTerza classificata all'"All together contest - Freya Special Edition"
Figlio della Luna.
Rotto come una marionetta senza fili, irreale, come di plastica.
Un groppo in gola, la bacchetta che sfugge di mano, il mondo che si fa ovattato.
Il corpo è intatto, ma pallido, esangue, un vero e proprio figlio della Luna.
Non è lui, non può essere lui, è un mago straordinario, un uomo coraggioso, un maledetto lupo mannaro! È troppo in gamba per morire qui, è troppo buono per morire da solo.
Ninfadora chiude gli occhi: senza più forze, senza più magia.
I capelli ingrigiscono, la pelle si fa rugosa, la statura decresce, la determinazione scompare.
Nel vestito liso c'è un nuovo buco all'altezza del petto.
È uno scherzo vero? Idiota, non dovevi arrivare a tanto pur di non lavare i piatti, giuro, lo farò sempre io, ma alzati, ti prego, alzati! Non lasciarmi!
Vorrebbe dormire, reggersi in piedi è una fatica titanica: casa è il porto sicuro che l'attira come una calamita, perchè là ci sono le persone che ama e Remus la sta aspettando, lo sa.
Un incantesimo la sfiora, ma non ci fa caso: non riesce a distogliere lo sguardo dalla fede infilata sulla mano sinistra di lui, luccica; nonostante tutto.
C’è Remus davanti a lei, con lo sguardo colmo di un amore disperato mentre si china sulla culla di Teddy e poi le dà l’ultimo bacio. C’è l’eco di tutti quei sogni per il futuro che le rimbomba ancora in testa.
Come fa a lottare così? "Remus, per favore, vai via" supplica il ricordo "non posso piangere ora".
Urla, inciampa o crolla, non le importa, sbatte i pugni per terra: Remus non tornerà più.
Niente è più importante, al momento, neppure Voldemort, neppure la battaglia.
“Io vado. Resta con il bambino.”
D’un tratto, una voce amica la riporta alla realtà: l’Auror si mette in guardia, disciplinato, la donna fronteggia Bellatrix, esausta; una parte di lei è già con Remus, l’altra la raggiungerà presto.