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Autore: Freya Crystal    11/04/2018    7 recensioni
Se il cambiamento esteriore andasse di pari passo con la perdita della memoria, gli insulti che gli hai rivolto in passato non sarebbero neppure un ricordo. Non smetti di fissare il suo profilo, ignara della tua espressione triste. Hai la sensazione di camminare su una strada di vetro, i piedi ti sanguinano, sai che di fronte hai uno specchio infranto che non potrà mai essere riparato. Intravedi le crepe ogni volta che Scorpius distoglie lo sguardo, quando realizzi che con te si comporterà sempre allo stesso modo, come se fossi invisibile.
Non esiste un altro epilogo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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La McGranitt ha perso colpi, non ci sono altre spiegazioni. Katie sarebbe stata sicuramente un Prefetto  migliore di te. Le ronde notturne sono estremamente noiose, specie se si ha la pazienza di una donna in travaglio bloccata nel traffico da ore. 
Cammini avanti e indietro per il corridoio del quinto piano fissando con disperazione le lancette dell'orologio. Sei talmente impegnata a crogiolarti nel fastidio  che non senti nemmeno il tonfo sordo proveniente dall'aula di fronte a te. Scorpius Malfoy — sempre più alto, sempre più bello — compare nel tuo campo visivo dall'estremità opposta del corridoio e ti fa scattare subito sull'attenti. Ti viene incontro con passo affrettato e un'aria vagamente seccata. 
"Cos'è stato?"
"Cos'è stato cosa?" replichi altrettanto seccata, ma il suono di una risatina strascicata attira la tua attenzione. Impugni la bacchetta con poco entusiasmo, mentre Scorpius ti lancia un'occhiata perplessa e s'avvicina alla statua di Boris il Basito. 
"Fossi in te mi preoccuperei d'essere affetta da un principio di sordità precoce."
Ma che carino, sa anche fare battute.
Avanzi di qualche passo in direzione della statua senza avvicinarti troppo a Scorpius. Non salti di gioia all'idea di dover interrompere l'attività fisica di una coppietta rintanata nel Bagno dei Prefetti, specie se sei in compagnia del biondino. Proprio quando lui sta per aprire la porta del Bagno l'anta cigola su se stessa e il corpo di un ragazzo non meglio identificato si spalma sul pavimento, ai suoi piedi. L'ennesima risatina strascicata vi fa capire che l'essere non è decisamente nelle condizioni migliori per intendere e volere.
"Ma che ca... santo Salazar, Al, come ti sei ridotto?"
Al?
Constati incredula che il ragazzo riverso a terra come un ebete è proprio tuo cugino. L'urletto spaventato che proviene dall'interno del Bagno ti fa sobbalzare.   Lysa Patil, Prefetto di Corvonero, fa capolino dalla porta stringendosi un asciugamano al petto e vi guarda con aria scandalizzata. Scorpius non dice mezza parola, Albus inizia a ridacchiare pietosamente, Lysa abbassa lo sguardo e stringe la presa sull'unico indumento che la copre. Resti stordita dallo schianto della tua mascella al suolo, ma ci pensa il suono di un'altra voce a riscuoterti.
"Chi c'è?"
Scorpius scatta verso Albus e ti rivolge un'occhiata eloquente. "Cazzo, Gazza!" 
Però, suona anche bene.
Ti limiti a sospirare mentre corri in fondo al corridoio, pronta a ricevere il simpatico custode sputacchiante. 
Con la coda dell'occhio noti Scorpius afferrare i piedi di Albus per trascinarlo nel Bagno dei Prefetti. Non stai esattamente sprizzando cuori glitterati dagli occhi a immaginare  Lysa Patil completamente nuda  in sua compagnia. Speri che Albus decida di smaltire la sbronza sulle costose scarpe di Malfoy, di modo da sopprimere ogni eventuale traccia di libido. 
A proposito di Al... hai capito con chi se la fa, il furbetto?
Quando ti liberi di un arteriosclerotico Argus Gazza e fai dietro front ti precipiti nel Bagno. Lysa s'è rintanata in un angolino, noti con piacere che è risucita a infilarsi il suo vestito e che ti guarda come se temesse di subire la Cruciatus. Scorpius sta schiaffeggiando Albus nel poco ortodosso tentativo di rianimarlo e non accenna a cambiare metodo.
"Allora, che è successo?" esordisci affranta.
 
 
 
**

 
Albus che dà appuntamento alla sua fiamma nel Bagno dei Prefetti. Albus che ha l'ansia da prestazione e si sbronza per sciogliere i nervi. Albus spalmato sul pavimento che ride da solo e che vomita — per davvero! — sulle scarpe di Scorpius. 
Albus, il tuo timido, contegnoso cugino un po' imbranato.
"Gira, gira, gira... ops."
La testa di Albus cozza di malagrazia contro lo spigolo di un quadro. La signora che lo ospita sussulta e il suo profondo russare termina con un sonoro risucchio simile a quello di un lavandino. 
Scorpius ti lancia un'occhiataccia, ma nell'istante successivo non riesce a mantenere il suo cipiglio contrariato. Succede così, in modo del tutto naturale. Mentre lo guardi  ripensi ai machiavellici stratagemmi che avete dovuto architettare per evitare d'essere scoperti, a Scorpius che schiaffeggia Albus e alla sequela d'imprecazioni che non avresti mai immaginato potessero uscire dalla sua bocca. Ripensi a Albus sospeso per aria sotto l'effetto di un incantesimo di Levitazione, la testa ciondolante e la bocca semiaperta, ripensi al momento in cui Scorpius s'era distratto sentendo un rumore e stava rischiando di spezzare l'incantesimo di Levitazione che proteggeva tuo cugino. Ripensi a tutto questo mentre continui a guardarlo, mentre  la sua espressione seria si frantuma come vetro, mentre il suo volto perde tutte quelle ombre che lo spengono, e scoppi a ridere. 
Dimentichi l'ora tarda, il timore che arrivi qualcuno, e vi ritrovate così, piegati in due sulle scale, il corpo di uno studente inerme sospeso in aria. Perché Scorpius sta ridendo insieme a te. Ed è bello, dannatamente bello. 
Per la prima volta da quando l'hai conosciuto non avverti il minimo disagio. Solo leggerezza, una strana leggerezza che è anche pesantezza, ma che non opprime, che non fa male. 
Basta quella notte. Basta quello stupido episodio senza senso.  Niente d'eclatante, eppure basta per cambiare tutto.
Quella è la notte che segna l'inizia di un'amicizia con Scorpius Malfoy.
 
 
**

 
Le ronde notturne sono inaspettatamente diventate un passatempo piacevole. Hai sempre detto d'essere una persona che ride tanto, eppure quando vedi Scorpius hai l'impressione di non averlo mai fatto davvero. L'attrazione per lui, quello strano miscuglio di calore e brividi e respiri spezzati, non è più una fiamma che ti divora dall'interno. 
Scorpius non fa più paura, forse perché hai finalmente capito che anche lui sa parlare, ridere, scherzare, comportarsi come un normale adolescente. L'enigma che lo rivestiva è crollato, adesso ci siete soltanto voi. Rose, la ragazza maldestra e incosciente, e Scorpius, il ragazzo accorto e assennato. 
"Non ti credevo così divertente."
"Non lo sono, infatti. Sei tu che hai una visione distorta della realtà."
"Non ti credevo nemmeno capace di gestire una conversazione per più di cinque minuti."
"E io credevo che fossi una stupida ragazzina senza cervello, ma sei migliore di quanto dai a vedere." 
Alla fine del quinto anno Albus, Katie e tutti i vostri amici sono più sorpresi di voi di vedervi trascorrere insieme le giornate, notano le pacche sulla spalla, le gomitate, gli sgambetti, i pizzicotti, il vostro atteggiamento tipico di due adolescenti che si conoscono da sempre e si comportano come fossero fratello e sorella. 
Non vedono oltre la superficie. Non vedono come vi cercate gli occhi e la pelle e le labbra senza rendervene conto. Ma non lo vedete nemmeno voi, e vi basta così. 
 
 
 
 
 
~●~
 
 
 
 
"Ti ci sono voluti sei anni per entrare in squadra, ammirevole."
"Almeno io non gioco soltanto per farmi vedere."
"Chi sarebbe quello che vuole farsi vedere?"
"Tu, idiota. Al quarto anno ti sei fatto pregare da Albus per giocare uno straccio di partita, ricordi? O hai la memoria a breve termine?"
"Sempre acida fino all'inverosimile."
"Lo dici ogni volta che non sai più cosa rispondere."
"Bambina."
"Cretino."

"Sclerotica."
"Ecco, i soliti insulti. Prevedibile."
"Antipatica. Ehy! Vuoi stare attenta con quella bacchetta? Mi hai quasi decapitato!"

 

Scorpius ha un modo d'arricciare il naso che lo rende buffo, in quegli istanti ti ricorda che anche lui è imperfetto. Odia gli sport di squadra, eppure è sempre pronto ad allenarsi con te e non dice mai 'basta' per primo. Scorpius ha sempre quel suo sorriso storto, appena accennato, e gli occhi di quell'azzurro torbido, sporco, ma ha smesso di farti paura.

 
"Ascolti soltanto musica depressa, perché?"
"Non sono fatti tuoi."
"Scusa tanto, principessa platinata."
"Pensa per te, pel di carota."
"I miei capelli non sono rossi, ho soltanto i riflessi!"
"Ah, scusa. Colpa delle lentiggini, fanno più riflesso di un braciere."
"Ma che stronzo!"
"Grazie."

"Egocentrico!"
"Grazie!"
"Psicopatico! Misantropo! Vecchiaccio! Perfettino! Gnè gnè gnè!"
"Ho anche dei difetti."


 
Tu parli tanto e a lui le parole  vanno cavate a forza, però non sembra infastidirsi di fronte ai tuoi sermoni, non sembra stancarsi di fronte alle tue mille domande.  E con te parla sempre di più.
 
 
"Rose?"
"Mmh?"
"L'ascolto perché è una delle poche cose che mi fa stare bene."
"Ma cosa?"
"La musica doom."
"E tu te ne esci fuori dal nulla con la risposta a una domanda che ti ho fatto nel Paleozoico?"
"Lo sai, sono fatto così..."
"Sì, beh... come fa quella musica depressa a farti stare bene?"

"Semplice, riflette ciò che sono. La sento mia."

 
Gliela leggi negli occhi quella dannata mestizia. Non sai da dove provenga, non sai come lenirla, eppure lui ti ripete "Non preoccuparti, sono fatto così" e accenna a un sorriso che si tramuta in risata non appena arricci le labbra in maniera ridicola.
 
 
"È una megera."
"Una vecchia rospa."
"Una gallina sdentata." 
"Le galline non hanno i denti."
"Ma cosa dici, cretina?"
"Dettagli. È una vacca stitica."
"Una pinguina spastica."
Vi fermate nel bel mezzo del parco. Vi guardate per un lungo, interminabile secondo, poi vi date il cinque. 
"Geniale."
"Solo tu puoi reputare geniale quello che dico, nanetta."
"Sarà. Comunque grazie del supporto.  Inveire sui professori è catartico."
"Dilettante. Tutto qui quello che sai fare?"
"Non ho nemmemo cominciato!"

 
 
Lui ti parla e tu non riesci a seguire le sue parole, ha una voce bassa e calma, l'ascolteresti per ore. 
Siete seduti all'ombra di un faggio, il cielo primaverile dona una sfumatura che non avevi ma visto ai suoi occhi, di un azzurro più pulito. Ne studi il volto sottile, ti perdi a immaginare come sarebbe carezzarlo, ripercorrere la linea delle sue labbra, sentirlo trattenere il respiro. Ha la fronte alta, le ciglia fini, quelle dannate labbra che s'incurvano sempre verso il basso quand'è assorto. 
Sono giorni che lo guardi e senti una fitta al centro del petto, eco di un dolore lontano, sepolto, che scalcia prepotentemente per riemergere. Sono giorni che il mondo t'ascolta tremare e nessuno se ne accorge.
"Sembri in catalessi" t'apostrofa carinamente. 
Non riusciresti ad arrabbiarti neppure per finta. Ti limiti a tirargli uno schiaffo sulla spalla, e lui ride, la testa gettata all'indietro, mentre tu sogni di baciargli il collo e d'affondargli le dita tra i capelli. 
Gli echi si fanno sempre più acuti, affilati. Il nodo che ti stringe la gola minaccia di spezzartela, eppure, eppure —
Ti basta così.
 

 
**
 
 
"Insomma, ti rendi con... mi stai ascoltando? Ok, non mi stai ascoltando."
"Sì, invece."
"Avanti, ripeti quello che ho detto."
"Che hai quasi evirato Albus quando l'hai visto in piedi di fronte al tuo letto, nel cuore della notte, fare l'elicottero con un Folletto della Cornovaglia attaccata al —
"Le tre. Erano le tre del mattino."
"Merlino, che eresia, non ricordavo l'ora!"
"E poi?"
"E poi... oh, senti, mi ero distratta un attimo! Albus è sonnambulo, fine."
"Mi piacerebbe sapere a cosa pensi di tanto esaltante quando finisci in trance... anzi, non voglio affatto saperlo."
Su questo ti trovi d'accordo con lui. Non credi che reagirebbe bene a sapere che immagini di tappargli la bocca per baciarlo, stringerlo, stringerlo fino a piantargli le unghie sulle scapole e a farle sanguinare. 
Dovrebbero proibirgli d'indossare camicie blu scuro. 
E tu dovresti smetterla d'essere maledettamente masochista. 
 

 
**

 
Ci sono notti in cui chiudi gli occhi e il volto di Scorpius s'affaccia prepotente nella tua mente. Non importa che tu sia stanca o abbia la testa piena di rune e schemi, le diapositive si fissano spontanee, senza chiedere, e ti restituiscono l'immagine di Scorpius che ride, Scorpius che si passa una mano tra i capelli e picchietta le dita sul banco con fare annoiato, Scorpius che siede in riva al Lago coi riflessi del sole a sporcarne gli occhi, Scorpius che ti scosta una ciocca di capelli dalla fronte e ghigna davanti al tuo sbuffo irritato. Sono solo alcune delle tante, e ti fanno compagnia finché non precipiti in un lungo sonno. 
Di giorno lo sorprendi a stringere i pugni mentre legge delle lettere con espressione rapita, provi a coglierlo di sorpresa, ma lui ha riflessi troppo sviluppati per non notarti e tu ti muovi con la grazia di un elefante in una cristalliera. Gli chiedi chi sia il mittente, ma lui cambia subito discorso e nasconde le lettere in tasca. 
A volte sembra persino arrabbiato, lo avverti dal tono di voce che lotta per restare fermo quando vorrebbe soltanto urlare. Pensi a un'ammiratrice capricciosa. Scorpius ne ha sempre avute parecchie, non dovrebbe stupirti scoprire che forse ne ha trovata una che gli interessa. 
Ti torturi le unghie delle mani, t'incanti a guardare nel vuoto, non riesci a stare seduta composta e immobile. A lezione, ai pasti, in Sala Comune — ovunque ti corrodi nel sospetto, ti lasci divorare dalla gelosia e ti odi per la tua debolezza
Se Scorpius ti vede come una sorella non devi fare altro che allontanarti prima che sia troppo tardi, ma non ci riesci. Non hai mai sentito parlare di qualcuno che sia stato in grado di vivere senza respirare.
 
 
**

 
Non ricordi com'è successo. Sai ch'è capitato e basta. Scorpius, il tuo amico, è mutato in una chimera che ti fa svegliare nel cuore della notte, i capelli e i vestiti appiccicati al corpo, la bocca umida di lacrime. Non vorresti mai svegliarti, perché nei sogni lui ti bacia, t'accarezza, ti stringe a sé come sai che non farà mai. Vuole te, così dolce di fame e di sete, che non sai neanche come si faccia a riprendere un sogno da dove l'hai lasciato, che gridi in silenzio contro il buio di una stanza troppo piccola, mentre cerchi le sue mani e la sua pelle e i suoi occhi. Il suo sorriso è tuo, mentre gli sbottoni la camicia e ripercorri con lo sguardo quelle linee appena accennate degli addominali, in un bisogno disperato, arrabbiato, che non è solo bisogno. 
Ti svegli sempre quando è troppo presto o quando è troppo tardi per capire che stavi solo sognando. Il tuo letto è un intrico di spine che non smettono di graffiare, s'intrecciano ai singhiozzi che non riesci a frenare e feriscono, tagliano, squarciano. Quando richiudi gli occhi e capisci che Scorpius è ancora lì, col suo sguardo mesto e il suo sorriso lieve, hai la sensazione d'annegare e bruciare allo stesso tempo.
Hai mentito tutta la vita a te stessa — i lacci della tua maschera stringono sino a lasciarti solchi sul volto, solchi che dovrebbero essere le dita di Scorpius a lasciare.  
Scorpius che probabilmente sposerà una Purosangue e ti vedrà sempre come una sorella.
Scorpius che è anche Malfoy.
 

 
**

 
"Sei arrabbiata con me?"
Scuoti la testa, mentre fissi ostinatamente il plico di fogli che fingi di riordinare sul tavolo. Lui non dice più una parola, non si muove, ma senti il suo sguardo che insegue frenetico i tuoi movimenti. È sempre stato così, d'altronde — è nella sua natura scrutare gli altri con occhio clinico. Ti chiedi cosa potrebbe vedere o aver visto, e capisci che l'unico modo che hai per difenderti è nasconderti.
"Sono solo un po' nervosa, tutto qui."
"Perché?"
"Ho un appuntamento."
Non noti la sua espressione incrinata, non senti il respiro morirgli in gola — o fingi semplicemente di aver immaginato tutto quanto. Se anche Scorpius provasse una minima stilla di quello che provi per lui restereste sempre una Weasley e un Malfoy — la delusione negli occhi di un padre, lo sporco da cancellare con ostinata e cieca convinzione.
"Non aspettarmi questa sera, ho receduto dall'incarico di Prefetto."
 

 
**

 
Scorpius non sa come reagire, non riesce a fare il primo passo di fronte ai tuoi silenzi. Scorpius non è abituato a chiedere, aspetta. E mentre tu  aspetti lui, consapevole che non dovresti volerlo, il tempo non smette di passare. 
È la tua vita, a fermarsi, quando un giorno lo vedi incamminarsi verso il Lago Nero mano nella mano con Eveline Nott.
Scorpius accartoccia lettere colme di moniti egoistici e maschera il proprio dolore dietro a sorrisi tirati, di circostanza. Osservi quei sorrisi falsi e ti rendi conto che somiglia sempre di più a suo padre. Non sai la verità. Non sai che il mittente di quelle lettere è proprio suo padre, preoccupato di sapervi troppo vicini, voi che non dovreste mai esservi sfiorati.
Sei una rosa in fiamme che grida contro un muro. Ma il muro ti restituisce soltanto un'eco insanguinata. Non puoi sopportarlo. Non puoi sopportare di vedere Scorpius insieme a un'altra. Resistere a quella verità è un'illusione vera di notte e falsa di giorno. 
Non riesci a respirare.

 
 
** 

 
Non vi parlate più. Scorpius lo cerchi e lo scacci e lo maledici nelle notti insonni, mentre piangi e soffochi contro le lenzuola, mentre conti i giorni che passano, mentre capisci che mancano soltanto due mesi alla fine della scuola. 
I suoi occhi azzurri sono un cielo crudele che non smette di schiacciarti, il ricordo del suo profumo una maledizione soffocante. Cerchi le sue mani nel buio, ti aggrappi alle sue spalle —  e poi lo graffi, lo scalci, ne sfasci l'immagine, la calpesti, la strappi, la ricomponi, la invochi.  
Scorpius non passerà mai. Conti le lune e i tramonti bagnati dal pianto, conti i giorni che mancano alla fine di tutto. 
Saranno la tua salvezza. 
Scorpius finirà. 
Finirà presto.
 
 
 
 
~●~
 
 
 
 
Le voci, il dolore, le grida. Quelle non cessano mai.
La tua stanza non è mai immersa nel buio, nemmeno quando dormi. Bolle di luce inconsistenti si dimenano nell'aria, attecchiscono ai muri, restano pigramente sospese nel vuoto. Sembrano lacrime, sembrano peccati, sembrano fiabe interrotte. 
Sono i tuoi ricordi. Con loro viaggi, ridi, sei perduta, mentre hai sempre il suo ordine discreto (Scorpius) dentro al cuore. Ti chiedi dov'è, dov'è finito il tuo amore?, mentre la vita continua e tu resti prigioniera nel limbo.
Nessuno sa a cosa sia dovuto il fenomeno, nemmeno io, che spesso trovo una soluzione all'irreparabile. Ho cercato in tutti i modi di non violare il tuo passato, i tuoi segreti, le tue emozioni. Ma quelle bolle non se ne vanno, non smettono d'incatenarti a loro e di riversarsi nel mondo con prepotenza, come fossero troppo dolorose per essere contenute all'interno della tua mente — come fossero l'unica cosa a tenerti ancora in vita. 
Non ho altro all'infuori di loro per provare a guarirti.
"Mamma."
M'illudo di poterti salvare, cercando in ciascuna di loro una chiave di svolta. Conosco ogni sussulto che t'ha fatta tremare quando Scorpius t'ha guardata, ogni lacrima, risata, ogni sogno infranto. Me ne pento e me ne vergogno, ma l'amore di una madre è egoista. 
"Mamma?"
Non sei nient'altro che l'ombra di te stessa, e ogni volta che ti guardo vorrei gridare anch'io con te. Perché lui t'ha distrutta, tu ti sei lasciata distruggere. E io non voglio, non voglio credere d'averti persa. 
"Ti devo dire una cosa, mamma."
Te ne stai rannocchiata sul letto, lo sguardo fisso sul muro. Ti dondoli mollemente sul materasso, l'espressione persa, un sorriso tirato sul viso pallido. 
"Mamma, sai che oggi Scorpius mi ha sorriso. Mi ha sorriso, capisci?"
Reprimo un singhiozzo, mi siedo accanto a te, ti prendo la mano. 
Scorpius Malfoy è scomparso il 27 ottobre 2023. Astoria Greengrass è stata trovata morta nella sua abitazione quella stessa notte. 
Sono passati circa cinque anni da allora. 
Non abbiamo ancora trovato il colpevole. 
Non abbiamo idea di cosa ne sia stato di Scorpius, ma tu non devi saperlo.
Aspetta. Aspettami. Aspettaci.
Sono stati i rancori del passato a impedire a te e a Scorpius di vivervi. È stata la nostra assenza — di me, di tuo padre, di suo padre — a spingervi ad allontanarvi. 
Vi abbiamo resi vulnerabili.
Vi abbiamo negato la felicità. 
E a fare il resto ci hanno pensato i Mangiamorte.
Perdonami. Perdonaci.
"Mamma, quando torna Scorpius? Gli devo dire una cosa importante."
Presto, tesoro. Tornerà presto.
Domani sarà un giorno lungo e senza più parole. Domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole.
Ma se stai leggendo queste parole, ovunque tu sia  

 
aiutaci.
 











Spazio dell'autrice
Scrivere questa storia non è stato emotivamente semplice, a un certo punto mi sono dovuta fermare perché non ce la facevo più a martoriare i personaggi in questo modo (masochismo imperante!). La voce narrante si rivela essere Hermione, che nella prima parte della storia non dice "io" quando entra in scena, ma si riferisce a se stessa in terza persona perché quello che racconta sono i ricordi di Rose. Hermione, facendo a sua volta parte dei ricordi della figlia, appare filtrata dal punto di vista di Rose, il focus resta sempre sul rapporto Rose/Scorpius e su quello famiglia Weasley/Malfoy.
La storia partecipa al contest "Hotel Supramonte e Cuori Infranti" indetto da id_s sul forum di EFP, nel testo sono sparse citazioni dell'omonima canzone ("Con loro viaggi, ridi, o sei perduta, mentre hai sempre il suo ordine discreto dentro al cuore. Ti chiedi dov'è, dov'è finito il tuo amore?", che ho leggermente modificato; "sei una rosa in fiamme", che è un rimaneggiamento dell'originale "sei una donna in fiamme" e "Domani sarà un giorno lungo e senza più parole. Domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole"). 
Spero che la storia vi sia piaciuta. Ringrazio chiunque abbia letto!
  
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