Storie originali > Fantascienza
Ricorda la storia  |       
Autore: Lucas Rider    11/04/2018    2 recensioni
2042, l'intero pianeta è sotto il controllo delle multinazionali, che hanno abolito gli Stati e unificato il pianeta.
Risvegliata senza più ricordi una giovane ragazza si ritroverà in un distopico mondo tecnologico dove il rapporto tra robot e umani sta cambiando drasticamente.
Ma la ricerca di sé stessa la porterà a verità molto più oscure e pericolose.
Ho intenzione di pubblicare mediamente un capitolo ogni due settimane.
Spero che apprezzerete la mia storia, e recensioni, positive o negative, sono sempre bene accette.
N.B. questa storia fa parte di un Universo fantascientifico inventato da me che comincia a differenziarsi da quello reale dal 2020.
Pubblicherò altre storie ambientate in questo Universo, tutte ambientate dopo "Metal Angel", che fanno parte dello stesso Ciclo ma ambientate in un futuro molto più lontano.
Genere: Guerra, Science-fiction, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Una notte di pioggia intensa, l’aria satura di elettricità.
La più grande tempesta degli ultimi venti anni si era scatenata.
Quando la differenza di potenziale arrivava al punto di rottura una saetta accecante illuminava a giorno la deserta Asphalt Town.
L’acqua si raccoglieva nelle grandi strade d’asfalto poco illuminate; larghe quasi 35 metri erano state progettate per il passaggio di pesanti mezzi di trasporto. Ai lati bassi marciapiedi imponenti quasi quanto lo stradone erano completamente liberi, a parte per un vecchio trattore fermo da quarant’anni completamente spoglio, il suo scheletro metallico arrugginito.
Recinzioni spinate proteggevano mastodontici capannoni industriali e fabbriche dotate di giganti ciminiere; un particolare capannone grigio illuminato da luci al neon si stagliava con suoi 26 metri d'altezza in mezzo a quel freddo inferno di aria, acqua e fuoco.
Paracarri di cemento chiudevano l’entrata di un edificio abbandonato di fronte al capannone grigio. Costruito forse negli anni ’10 del ventunesimo secolo doveva essere stato una sede di un’azienda. Dopo decenni d’incuria i vetri delle finestre erano in gran parte rotti, quello che sarebbe dovuto essere il “giardino” era ridotto a una striscia di terra piena di erbacce.
Un’insegna recava la scritta “E.T.R.O.M.” color oro.
A Sud di questo edificio Asphalt Town finiva e c’erano solo chilometri e chilometri di campi coltivati ai lati di una superstrada rischiarata da lampioni a led.
A Nord, oltre la strada, oltre il catorcio, oltre il capannone Asphalt Town si estendeva con le sue industrie vecchie e moderne, i suoi edifici abbandonati e i suoi automezzi alimentati ancora a combustibili fossili.
Tra i suoi vicoli oscuri trovavano rifugio criminali, reietti e bande di motociclisti che la rendevano la zona più pericolosa della metropoli.
Questa zona era in pieno regresso tecnologico al contrario delle altre parti della città: i suoi veicoli non erano automatizzati o elettrici, non c’erano telecamere, niente polizia, le sue abitazioni erano ancora in vecchio stile: sembrava che si fosse congelata nel tempo rimanendo un grande reperto storico degli anni in cui non esisteva l’Unico Stato.
Mentre continuava a piovere le gocce picchiettavano sul trattore con tintinnio metallico, coperto dai tuoni che circa una volta ogni due minuti rimbombavano con la potenza di un cannone.
Il rumore fece aprire un occhio a una esile figura accasciata sulla ruota posteriore.
Riaprì l’occhio un paio di volte e aprì l’altro.
Le luci neon le proiettavano addosso una luce tenue: la figura era vestita di abiti normali, neri: indossava una giacca in gorotex  dotata di cappuccio che le copriva la testa.
Il volto stanco, con i capelli bagnati, era quello di una giovane donna; i suoi occhi apparivano scuri alla luce al neon ma il lampo di un fulmine li illuminò per un istante e le iridi si rivelarono blu.
La giovane sentiva il corpo dolorante e la testa pulsare violentemente; tremando respirò due volte e si tirò su con forza , aggrappata  alla carrozzeria .
Con la vista annebbiata scrutò il mondo circostante; “dove diavolo sono finita?”fu il primo pensiero che le venne in mente. Si trovava in un ambiente che non aveva mai visto prima, sotto un freddo temporale, con forti dolori lancinanti.
Stordita , barcollò sulle gambe e attraversò lentamente lo stradone andando controvento; il suo cervello era in shock come se avesse usato qualche sostanza allucinogena.
Mentre strani pensieri le frullavano in testa la ragazza raggiunse la sede della “E.T.R.O.M.”.
Pensò, che sarebbe stata meglio dentro piuttosto che fuori.
Senza ragionare scavalcò la bassa recinzione con fatica ed entrò nel buio edificio dalla porta principale, ormai distrutta dopo tanti anni.
L’interno era illuminato solo dalla luce dei lampi; l’aria era fresca ma pesante, si sentiva un forte odore di azoto.
Finalmente al riparo dagli agenti atmosferici cercò di tenere gli occhi aperti ma vinta dalla stanchezza si abbandonò al sonno. La sua vista si era oscurata e scivolò , senza più combattere nelle calde braccia di Morfeo.
Fu un sonno senza sogni.








   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Lucas Rider