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Autore: cabin13    11/04/2018    1 recensioni
|Kailor||Modern! AU|
– Ne esiste di gente insulsa… Non so te, ma alcune volte mi convinco che sia mille volte meglio non avere nessun piano per il futuro, non avere nulla di programmato piuttosto che vivere come quelle persone, con mille paranoie e teghe mentali che ti condizionano l’esistenza – commentò il ragazzo fissando il fondo del suo bicchiere.
La giovane in un primo momento non disse nulla, quelle parole alle sue orecchie suonavano strane eppure esatte allo stesso tempo. Forse era un po’ antitetico che una frase fosse stata pronunciata da una persona che, come lei, per molto era stata insofferente nei confronti del senso della propria vita, tuttavia se ci pensava bene era vero.
Lei era libera. Libera da costrizioni, piani, aspettative. La sua esistenza se la governava da sola.
{...} Skylor lo ascoltava colpita. Il castano non aveva detto niente di particolare, aveva solamente sfogato la sua frustrazione, eppure, con quella specie di “discorso”, era riuscito a farla sentire meglio. Con le sue parole aveva fatto apparire il resto della gente come se fosse quello ad essere sbagliato.
{...} Due metà spezzate che avevano trovato il modo di completarsi.
Genere: Commedia, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Alone together

I don’t know where you’re going,
but do you got room for one more troubled soul?
I don’t know where I’m going,
but I don’t think I’m coming home
And I said I’ll check in tomorrow
if I don’t wake up dead

La vita a Ninjago era frenetica.

Se possibile, però, Kai era ancora più frenetico. Testardo, ribelle, inquieto.

Stanco di andare avanti e allo stesso tempo stanco di essere vuoto. Erano mesi che avvertiva un grosso senso di angoscia che gli divorava il cuore.

Cole, Zane,  Jay, persino Lloyd. Tutti i suoi migliori amici avevano realizzato la loro esistenza, avevano capito cosa farne; avevano i loro sogni, i loro obbiettivi ed erano determinati a raggiungerli.

Lui no. Ogni cosa gli stava stretta, era un uccello in gabbia in attesa di essere liberato. Ma il punto era… davvero sarebbe stato liberato?

Era come un fantasma, un guscio vuoto che andava avanti solo per inerzia, nessuna idea, nessun piano per l’avvenire. Aspirazioni? Come no… Era già tanto se aveva trovato un lavoro come magazziniere nel buco di supermercato più piccolo e sperduto dell’intera Ninjago City, figuriamoci se poteva permettersi grandi sogni come diventare un inventore famoso o l’ideatore di un nuovo processore per le Borg Industries.

Tirò fuori il cellulare dalla tasca e fissò l’orario. 1:58. Del mattino.

Fantastico, si era perso nei suoi miseri pensieri. Quasi sicuramente Nya gli avrebbe fatto una ramanzina coi fiocchi il giorno seguente, tuttavia il giovane non se ne preoccupò: era abituato alle filippiche di sua sorella, sapeva che lo faceva perché gli voleva bene, ma in quel momento la sua testa da tutt’altra parte.

Guardò il boccale colmo di birra posato sul bancone davanti a lui. Ne aveva bevuto sì e no due sorsi, quella birra era schifosa, ma del resto non si poteva aspettare granché dalla bettola in cui si trovava.

Squallida come la gente al suo interno. Incluso lui.

Si girò di scatto quando sentì la porta aprirsi di colpo. Nel locale fece il suo ingresso un nuovo cliente che focalizzò su di sé l’attenzione di tutti. Era una ragazza molto attraente, sembrava quasi sbagliato che una come lei entrasse in un posto del genere.

Ignorò palesemente i fischi compiaciuti di alcuni uomini e si diresse verso il bancone a cui era seduto anche Kai e ordinò da bere.

Il castano la squadrò di sottecchi. Di sicuro la prima cosa che saltava all’occhio erano i capelli color del fuoco che portava raccolti in una coda alta, ma non passavano inosservati nemmeno i lineamenti fini e delicati del viso. Quando incrociò i suoi occhi si accorse che anche lei lo stava fissando. Nessuno dei due si girò dall’altra parte, anzi, agganciarono uno lo sguardo dell’altro.

Skylor, dal canto suo, trovava interessante quel giovane e non solo per la sua bellezza. Certo, anche quella faceva la sua parte – era pur sempre una ragazza, dopotutto –, però sentiva che c’era qualcosa di più.

Non aveva idea di cosa, era l’istinto a guidarla.

This is the road to ruin
And we’re starting at the end!

Rompere il ghiaccio non le sarebbe costato nulla, quello che poteva perdere l’aveva già perso una vita fa, quindi poco male. – Questa birra fa davvero così schifo come mi fa suppore la tua espressione disgustata? – scherzò indicando il boccale tra le mani di Kai.

– Solo se non ti tappi il naso – fece le spallucce il giovane ricambiando il ghigno divertito. – Se lo fai il sapore diventa più accettabile… Qualcosa come acqua frizzante amara, mettiamola così.

Ignorò lo sguardo truce del barista quando quest’ultimo arrivò portando il drink della rossa. Lei sollevò il bicchiere rivolta verso il ragazzo in segno di brindisi e il suo cenno venne ricambiato, tuttavia fu solo lei a bere un gran sorso di birra; Kai tenne il boccale ben lontano dalle labbra.

Skylor mandò giù il liquido e arricciò il naso schifata. Più che acqua frizzante quella birra le ricordava qualcos’altro…

Passarono alcuni minuti in cui nessuno dei due proferì parola, ognuno troppo preso dai mille pensieri che vorticavano per la testa. Erano entrambi incuriositi uno dall’altra, c’era qualcosa di diverso rispetto alle altre persone che avevano incontrato.

Fu Kai a rompere il silenzio stavolta. – Ti va se beviamo qualcosa di più decente? Offro io… Questa birra ormai mi ha nauseato.

Ordinò un mojito per sé e una caipiroska per lei.

Il clangore dei bicchieri uno contro l’altro riecheggiò nell’intero locale, facendo voltare un paio di teste nella loro direzione. Kai non aveva ancora idea di come si chiamasse la ragazza, eppure a stare lì, a bere con lei un drink in una bettola, gli sembrava di conoscerla da sempre.

– Comunque io sono Kai – si presentò dopo l’ennesima sorsata.

– Skylor – rispose la rossa telegrafica – E il prossimo giro lo offro io.

Di giri ne fecero tre, alla fine.

Sarà stata un po’ colpa dell’alcol, o semplicemente il fatto che la giovane avesse voglia di attaccare bottone, ma entrambi si ritrovarono a condividere i loro problemi più intimi – quelli che si tenevano dentro da troppo tempo – con qualcuno conosciuto da appena venti minuti.

Skylor, come lui, non aveva niente. Zero aspettative e nessun posto dove andare. Era scappata da casa, da quanto aveva capito. Appena aveva potuto, aveva preso su e se n’era andata. Una facoltà la cui frequenza le era stata imposta, un padre oppressivo che vedeva solo i propri interessi; aveva mollato tutto quanto. Ed era corsa il più lontano possibile; Ninjago City aveva nutrito le iniziali speranze della ragazza, ma ben presto queste si erano smorzate.

La rossa si era sfogata, aveva portato alla luce le paure e la solitudine che le laceravano l’anima. Ascoltandola il castano aveva compreso, parola dopo parola, quanto le loro esistenze fossero simili. Erano senza meta, nel profondo si tormentavano lo spirito chiedendosi quale fosse il loro senso e se mai sarebbero riusciti a trovarlo.

My heart is like a stallion
They love it more when it’s broken

Erano soli, quel tipo di persone che facevano affidamento solo su loro stessi per tirare avanti nascondendo tutte le cicatrici.

– Una soddisfazione dopo l’altra, insomma – commentò sarcastico Kai mentre mescolava distrattamente il cocktail con la cannuccia. Non aveva appena esternato i suoi scheletri nell’armadio, si era sentito capito al volo, i due sembravano condividere un’empatia che non sapevano nemmeno di avere.

– A carrellate, direi – ghignò mestamente la ragazza imitando la sua ironia.

La vita non era stata gentile con nessuno dei due, perciò pareva quasi una fortuna che si fossero incontrati per puro caso in un bar scalcinato di periferia a notte fonda.

Di solito la gente aveva due reazioni, vedendo come la loro esistenza aveva mutato le loro anime: o scuoteva la testa regalando loro uno sguardo di disapprovazione, oppure li osservava di sottecchi provando un’ipocrita e insulsa compassione che, agli occhi del giovane, non aveva significato.

Il cellulare di Kai vibrò all’improvviso. Era un messaggio da parte di Nya e dal tono era palese che fosse furiosa. Sono quasi le 3 del mattino. Dove stracazzo sei finito??

Il ragazzo però non voleva congedarsi dalla sconosciuta con cui sembrava avere troppe cose in comune; la sua anima era diventata quasi più leggera come non lo era mai stata da un anno – o forse anche di più – a quella parte.

– Il dovere ti chiama? – scherzò Skylor. In realtà non voleva nemmeno lei che il giovane se ne andasse.

– Mia sorella… A volte sa essere soffocante – fece le spallucce l’altro. Prese il portafoglio e lasciò sul bancone i soldi per i drink, poi fece per scostare lo sgabello e incamminarsi verso l’uscita.

La rossa rimase ad osservare la sua schiena finché si allontanava, non riuscendosi a spiegare la strana sensazione che le aveva attanagliato la bocca dello stomaco non appena lui aveva ricevuto quel messaggio. C’era qualcosa di innaturale e bello che era venuto a crearsi mentre avevano chiacchierato assieme e si era appena spezzato. E la cosa la rendeva, se possibile, ancora più inquieta.

Kai era ormai a due passi quando decise di colpo di tornare indietro verso il bancone, dove Skylor, seduta a gambe accavallate, stava ancora finendo il suo cocktail. Senza dire nulla prese un tovagliolo, fregò la penna che stava vicino alla cassa e scribacchiò rapidamente qualcosa. Si avvicinò all’altra e le passò il fazzoletto.

– Il mio numero – spiegò tutto d’un fiato – Così… Se mai ti verrà voglia di fare un’altra chiacchierata… beh, sappi che io ci sono.

Si tirò su il cappuccio della felpa rossa, ficcò le mani in tasca e, senza aspettare risposta, si incamminò verso il parcheggio del bar dove aveva lasciato la sua moto. Forse definirla moto era un’esagerazione, dato che si trattava ancora del motorino che aveva preso alle superiori – la patente per l’auto ce l’aveva, ma la macchina non gli serviva praticamente mai e quindi la utilizzava solo Nya.

Aprì il cruscotto e si infilò il casco. Mentre si allacciava la cinghia sotto il mento sentì la tasca tremare. Tirò fuori il cellulare e vide che era un messaggio, ma era un contatto sconosciuto.

Sono Skylor. Nel caso anche tu abbia voglia di un’altra chiacchierata.

Sul suo volto non poté fare a meno di nascere un sorriso.

Do you wanna feel beautiful, do you wanna?

Forse era una cosa assurda. Solo un pochino. Giusto un po’. Un po’ tanto. No, okay, era totalmente da fuori di testa. Ma non aveva nessun altro a cui fare riferimento.

Era un gesto totalmente irrazionale, tuttavia non ne poteva davvero più, era stufa delle persone e dei loro comportamenti ipocriti e sordi.

Non era triste, no, figuriamoci. Quante altre volte era stata licenziata in tronco, così su due piedi, e non aveva battuto ciglio? Però stavolta era diverso, era furiosa come non mai. La stupidità umana le aveva appena dimostrato di poter raggiungere livelli a lei ignoti.

Stizzita, afferrò il cellulare dalla tasca dei jeans e pigiò i numeri sul touch screen. Prima che potesse prepararsi una qualsiasi frase con cui darsi un po’ di decenza, una voce impastata rispose alla chiamata.

– Sì? – bofonchiò Kai.

– Ti disturbo? – volle sapere, poi gli ricordò chi era; nel caso lui si fosse dimenticato la giovane avrebbe fatto una figura di merda epocale chiamandolo.

– Certo che mi ricordo di te! – confermò il ragazzo – Comunque, no, non mi disturbi. Non stavo facendo niente di particolare, anzi… stavo morendo di noia…

Skylor si sentì più sollevata non appena udì quelle parole. – Senti… Ti andrebbe un’altra chiacchierata?

Il castano non se lo fece ripetere due volte, era contento che la rossa l’avesse contattato. Tanto era a casa da solo e tutti gli altri erano impegnati: Nya e Lloyd stavano impazzendo di studio poiché la sessione degli esami universitari si stava avvicinando, Jay e Zane erano al lavoro e Cole era in giro con Seliel.1

Meno di un quarto d’ora si ritrovarono seduti a un tavolino di un locale poco distante dal centro di Ninjago City. La ragazza aveva perso l’ennesimo impiego come commessa in un negozio e ciò che le aveva fatto saltare i nervi era stato il venire mandata via per il solo fatto di non avere i lineamenti adatti a fare la commessa.

– Ma… I lineamenti del viso? – si stupì il suo interlocutore. – Che cazzo di scusa è?!

– Una scusa di merda – grugnì Skylor – Il manager mi ha detto che “potrei indurre i clienti a uscire dal negozio in tutta fretta”! Secondo lui facevo sfigurare l’immagine del negozio.

– Ne esiste di gente insulsa… Non so te, ma alcune volte mi convinco che sia mille volte meglio non avere nessun piano per il futuro, non avere nulla di programmato piuttosto che vivere come quelle persone, con mille paranoie e teghe mentali che ti condizionano l’esistenza – commentò il ragazzo fissando il fondo del suo bicchiere.

La giovane in un primo momento non disse nulla, quelle parole alle sue orecchie suonavano strane eppure esatte allo stesso tempo. Forse era un po’ antitetico che una frase fosse stata pronunciata da una persona che, come lei, per molto era stata insofferente nei confronti del senso della propria vita, tuttavia se ci pensava bene era vero.

Lei era libera. Libera da costrizioni, piani, aspettative. La sua esistenza se la governava da sola.

Era la prima volta che notava questo aspetto del suo vivere.

– Sai che ti dico? – continuò Kai – Ogni tanto un bel vaffanculo a questo mondo non ce lo toglie nessuno. Quando non ne puoi, o semplicemente se sei arrabbiata… Vaffanculo! Vaffanculo a questa terra, a questa società del cazzo, dove non conti niente se non rispetti i canoni giusti – parlava con rabbia, il risentimento che si era tenuto dentro per anni adesso usciva con la forza di un fiume in piena.

Skylor lo ascoltava colpita. Il castano non aveva detto niente di particolare, aveva solamente sfogato la sua frustrazione, eppure, con quella specie di “discorso”, era riuscito a farla sentire meglio. Con le sue parole aveva fatto apparire il resto della gente come se fosse quello ad essere sbagliato.

Forse dovevano chiacchierare più spesso, si disse la rossa.

 

I’m outside the door, invite me in
So we can go back and play pretend
I’m on deck, I’m up next, tonight I’m high as a private jet

Nel corso delle settimane e dei mesi, entrambi presero a contattarsi sempre più spesso e non solamente per tirarsi su di morale a vicenda. Dopo tre mesi che si conoscevano, incontrarsi e tenersi in contatto su Whatsapp era quasi una routine quotidiana.

La prima volta che aveva accennato di Skylor a sua sorella, Nya aveva storto il naso. – L’hai conosciuta in un bar… e ci hai parlato solo un’ora – gli aveva ripetuto spesso, ma il ragazzo non aveva dato peso a queste obiezioni, nella ragazza non ci vedeva nulla di male. Gli altri ragazzi, invece, lo prendevano in giro chiedendogli quando avrebbe finalmente presentato loro la sua fidanzata e Kai ogni volta li mandava a cagare. Le loro uscite erano disinteressate, non c’era nessun secondo fine: entrambi stavano in compagnia dell’altro solo perché assieme si sentivano bene.

Dopo quasi un anno e mezzo dal fatidico primo incontro, la minore dei due Smith aveva finalmente potuto vedere  la ragazza che aveva portato una svolta nella vita di suo fratello e si era dovuta ricredere al suo riguardo.

– Va tutto bene? – le aveva chiesto a un certo punto della serata finché il castano usciva sul terrazzo per buttare via i cartoni delle pizze. La rossa era stata invitata nel loro appartamento per una cena molto alla buona con l’amico e la moretta.

– Sicuro… Perché? – aveva replicato l’interpellata, confusa dalla richiesta.

– Hai uno sguardo che non mi convince. È lo stesso che ha mio fratello quando qualcosa lo tormenta e finge che vada tutto bene.

La ragazza non aveva saputo cosa replicare a quelle parole. Davvero le si leggeva in faccia? Eppure aveva sempre fatto del suo meglio per tenere nascosti l’insofferenza che le attanagliava l’anima; non si sarebbe mai aspettata che una persona con uno spirito così diverso dal suo potesse leggerle dentro. Forse aveva sottovalutato l’empatia di certi esseri umani.

O forse aveva male interpretato il significato di quella serata tutti insieme. Non era solo per farle incontrare Nya, di cui il giovane le aveva tanto parlato. Kai le aveva aperto la porta della sua vita, per farle capire che adesso anche lei poteva considerarsi importante per lui.

In un anno erano cambiate tante cose. Non era vero che non aveva più nulla, che doveva arrangiarsi per andare avanti.

Qualcuno su cui contare adesso c’era.

Let’s be alone together
We could stay young forever
Scream it from the top of your lungs, lungs, lungs

Due metà spezzate che avevano trovato il modo di completarsi.

Kai ci aveva impiegato anni a rendersi conto di ciò che rappresentavano lui e Skylor. Due anime che nonostante i loro cocci, i demoni che si portavano dietro, erano riuscite a diventare un unico intero.

Probabilmente il loro istinto l’aveva capito molto prima di loro. La loro curiosità, il loro sesto senso, il destino, non sapevano bene come definirlo ma sapevano che aveva agito per loro durante quella tarda serata di un giorno che ormai pareva una vita fa.

Kai aveva trovato che poteva liberarlo dalla prigione in cui la sua esistenza era stata ingabbiata per mesi e mesi, vittima dell’angoscia che l’aveva spinto a vagare come uno spirito vuoto. La chiave era Skylor.

Tutto pareva tremendamente giusto finché la stringeva a sé. Ogni cosa combaciava perfettamente: le sue mani posate sui fianchi di lei, il suo corpo poggiato contro quello della ragazza e le loro bocche unite in un bacio che era come fuoco nelle sue vene.

Se ne fregava del fatto che fossero sotto la pioggia battente, che nessuno dei due avesse un ombrello, che fosse gennaio inoltrato e lui non avesse nulla tranne una felpa intorno.

Le era corso in contro in mezzo alla strada e gliel’aveva gridato in faccia, a costo di sembrare uno stupido. Era lei l’unica che lo spingeva ad andare avanti, senza di lei niente era sensato; ogni cosa diventava grigia, inutile, vuota.

La rossa si era  fiondata tra le sue braccia e l’aveva stretto come se non avesse voluto mollarlo mai più, si era aggrappata ai suoi vestiti e aveva seppellito il viso nell’incavo della sua spalla. Aveva mormorato qualcosa al suo orecchio, poi aveva spostato le mani a posarsi sui suoi avambracci.

E il bacio che entrambi avevano atteso e agognato da troppo tempo si era caricato di e aveva trasmesso loro ogni emozione: amore e passione, affetto, forza. Tutti sentimenti che avevano appreso solo grazie all’altro.

Let’s be alone together
We could stay young forever
We’ll stay young, young, young

Soli ma assieme.

Lo erano stati fin dal primo momento in cui si erano trovati, in cui avevano capito di essere molto più che simili.

Soli.

Perché la solitudine e l’insofferenza avevano isolato e dilaniato le loro anime, la vita li aveva delusi, aveva sbattuto loro in faccia l’inutilità del loro vivere.

Assieme.

Perché nonostante tutto loro si erano rialzati e avevano trovato l’uno nell’altra la forza necessaria. Avevano liberato i loro spiriti, come uccellini la cui gabbia veniva finalmente aperta.

Bagnati fradici, sotto un acquazzone gelido, sentivano di essere pronti a scoprire il vero senso dell’esistenza insieme.





1 Seliel in questa storia è la morosa di Cole. È un personaggio che non appare nella serie televisiva perché non è esattamente canon, ma fa parte di un fumetto che ha scritto uno dei creatori che si intitola “Way of the Departed”. Io non l’ho letto (anzi se qualcuno sa come trovare le scan online me lo dica per favore) ma da quanto ho capito e da quanto c’è scritto su wikia Seliel è innamorata di Cole e lui è innamorato di lei (e dalle fan art su internet loro due assieme mi piacciono un sacco!)









Hola gente
Eccomi qui con un genere che non è esattamertte la mia specialità quindi spero non sia venuta fuori una roba insensata. Questa storia è stata un parto XD All'inizio ne avevo scritta una molto più corta non AU ma era risultato fuori uno schifo illeggibile, allora l'ho cancellata e ho provato ad inventarmi una Medieval! AU... Dopo due paragrafi l'ho cancellata tutta e ho deciso di fare questa Modern! AU
Ho preso ispirazione per questa storia da un video Kailor su youtube in cui di sottofondo c'è proprio questa canzone dei Fall Out Boy (canzone di cui mi sono innamorata)
Spero che si capiscano i salti temporali nella storia; si fanno più frequenti e "larghi" nel finale perché volevo dedicare l'ultima parte del racconto alla parte in cui si mettono insieme e dovevo far passare molto tempo tra il loro primo incontro e il loro bacio... sarebbe stato un po' irreale che si conoscessero alle una di notte in una bettola e dopo sei mesi si mettessero insieme ^^'
Sempre riguardo al finale.... ho voluto evitare di scrivere per esteso la parte in cui si confessano i loro sentimenti e ho preferito riassumerla perché  avevo paura di scrivere  qualche frase insensata o di far risultare il tutto troppo sdolcinato (e io Kai e Skylor non ce li vedo per niente a fare gli sdolcinati)
La conclusione come al solito fa pietà e a dirla tutta non mi convince del tutto il pezzo in cui Skylor fa la conoscenza di Nya, ma ho avuto un po' di difficoltà a interpretare quei versi...
Che altro dire... IO AMO LA KAILOR!! Immagino si sia capito, ma lo ribadisco comunque XD Sono troppo carini, li adoro al pari della Jaya, o forse anche di più, e spero tanto tanto tanto che nelle prossime stagioni il personaggio di Skylor venga ripreso (perché poveretta, sembra si siano dimenticati di lei dopo la S4...) e rendando la Kailor finalmente CANON (okkei, no, forse è un po' troppo utopico come desiderio ma spero ci siano altri Kailor moments nelle nuove stagioni...)
Ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta
Alla prossima gente
Adios

   
 
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