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Autore: Miwako_chan    11/04/2018    2 recensioni
Naruto e Sasuke vivono al Villaggio dei Pescatori sulle sponde del lago Izuya, in un luogo immerso nella natura incontaminata. Sono migliori amici da sempre, ma quando i sentimenti iniziano a cambiare veloci e incontrollabili, diventa difficile continuare a percorrere la stessa strada.
[Questa fanfiction partecipa alla "Calippo Challenge" indetta dal gruppo Facebook SASUNARU FanFiction Italia]
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ultimo capitolo







C’è un luogo a cui apparteniamo, al quale tendiamo spasmodicamente. L’unico che non ci fa desiderare nient’altro, dove è possibile prendere un respiro profondo e sentirsi finalmente in pace. Per Naruto quel posto è il Villaggio dei Pescatori, sulle sponde di un lago così blu e vasto che un occhio inesperto potrebbe scambiarlo per il mare.
Il cielo è terso, di un azzurro abbacinante, e i gabbiani volano alti lanciando striduli richiami. Naruto sgrana gli occhi, grato di quello spettacolo. Pur essendo piena estate non c’è afa e il caldo è mitigato da un vento gentile.

Sasuke è il frutto di quel fortunato incontro tra i monti e l’Izuya. I boschi di faggio, i pesci, le onde fulgide, le piante del thè e degli agrumi sono profondamente radicati nel suo spirito tanto da aver fatto della natura un valore imprescindibile.
Naruto potrebbe giurare che è diventato più alto. Le sue spalle sono più larghe, gli spigoli del suo corpo e i muscoli tesi di braccia e gambe sfiorano l’ombra della loro forma definitiva. Si è perso quei giorni, riflette con malinconia, quelli in cui sarebbero diventati adulti insieme, fianco a fianco senza accorgersi dei cambiamenti. Oggi invece ogni differenza emerge prepotente come uno schiaffo. Sasuke indossa dei bermuda color cachi, una canottiera slabbrata e le infradito. Una collana fatta di conchiglie e piume di falco gli adorna il petto. Non porta il cappello e al posto della visiera una frangia spettinata gli nasconde la fronte.
Nei suoi abiti curati all’ultima moda di Tokyo, troppo costosi per quello che potrebbe permettersi, cioè niente, Naruto si sente stretto e accalorato. Lascia cadere lo zaino a terra e si toglie la giacca rossa.

“Con quale faccia ti ripresenti dopo tutto questo tempo.”

E Naruto avanza a passi decisi, lo sguardo duro di Sasuke non lo scalfisce minimamente.

“La mia.” Blatera e prendendolo di contropiede lo abbraccia. Sasuke gli afferra la nuca con una mano mentre con l’altra gli artiglia la maglia.
“Alla fine hai trovato la strada di casa.”
Ha la salivazione ridotta a zero. Naruto annuisce con la fronte appoggiata sulla pelle dell’amico vagamente abbronzata. Sasuke lo allontana spingendolo con l’avambraccio, è più un invito a sciogliere l’abbraccio che una reale protesta. Entrambi distolgono lo sguardo.
“Dove hai messo il cappello?”
“Quale cappello?” Gli dà le spalle, ma Naruto fa comunque in tempo a scorgere un lieve ghigno sulle sue labbra.
“Bastardo, il tuo.”
“Credo di averlo dimenticato” Risponde neutro. “da qualche parte.”
“Che? Non è possibile, non puoi essertelo semplicemente dimenticato!”
“È così invece.” Sasuke si sistema la frangia passando le dita tra i fini capelli neri. “Le cose cambiano, ne è pass-“
“Non così tanto.” Lo interrompe Naruto, raggiungendolo. Sfodera un sorriso obliquo.
“Che devi fare?” Sasuke si ferma a pochi passi dal molo. Si sente il rumore dell’acqua che sciaborda contro i pilastri di legno.
Naruto osserva il lago appena increspato dalla brezza luccicare di riflessi argentei.
Potrebbero prendere una barca, remare fin nel bel mezzo dell’Izuya, fermarsi lì e parlare, toccarsi, riconoscersi. Vedere fin dove sono simili e in cosa diversi.
“Per prima cosa voglio andare da Iruka.”
Sasuke annuisce piano, anche lui sovrappensiero. L’aria è talmente limpida che all’orizzonte è visibile la riva grigia e sottile della Capitale.
“T’accompagno.”




Hanno camminato a lungo, percorrendo le viuzze del Villaggio fino a raggiungere le strade di periferia che conducono ai campi di sorgo selvatico.
Tra le sparute spighe, dallo stelo sottile e il pennacchio rosso, i bambini del Villaggio hanno messo delle girandole colorate. Naruto sorride, anche lui e Sasuke ne avevano piantate alcune nel terreno, ma ora non saprebbe riconoscerle. Di che colore erano? Forse quella laggiù di un blu sbiadito dal sole e dalle intemperie è una delle loro.
“E così ti sei trovato un lavoro.”
“Un lavoretto estivo” Specifica Uzumaki. Ha un sorriso calmo sul viso mentre guarda le girandole ruotare a tratti, hanno un non so che di magico e nostalgico.
“Già. Chi l’avrebbe mai detto che un idiota come te…”
Naruto aggrotta le sopracciglia e serra i pugni. “Oh! Falla finita con ‘ste stronzate!” Non ha nessuna intenzione di litigare, ma gli afferra ugualmente con veemenza il braccio. Uchiha gli prende il polso, facendo una pressione tale che sembra avere delle tenaglie di ferro al posto delle dita. Lo sta invogliando con le buone a lasciare la presa.
“Il cameriere.” Sasuke ghigna. “Tu.”
Uchiha è come quei felini rinchiusi nello zoo del quartiere Ueno di Tokyo, un animale selvatico, puro e fiero, ficcato a forza in uno spietato meccanismo di cui è totalmente ignaro. Naruto si allontana di qualche passo.
“Io.” Si siede a terra e sbuffa rumorosamente, la fronte ancora corrugata.
“Resta qualcosa dello stipendio dopo aver ripagato le cose che rompi?”
Uzumaki strappa una spiga e gliela lancia contro, pizzicandogli un braccio. Senza scomporsi Sasuke la osserva ricadere a terra e mescolarsi nel prato.
“Abbastanza per permettermi di pagare qualche mese d’affitto.”
“Lo fai per Iruka? Perché lui vorrebbe solo che t’impegnassi con la scuola.”
“Lo faccio soprattutto per lui, ma anche per me.”
Sasuke si accovaccia di fronte a lui, poggiando le mani sulle ginocchia. “Non dovevi diventare una persona di successo?” Mormora vicino al suo viso.
Naruto non ha mai visto un ragazzo così bello. È costretto a distogliere lo sguardo, ha le orecchie in fiamme. “Ovvio!” Replica con voce ruvida.
“Questo lavoretto, ritornare qui all’improvviso senza motivo… sembra che tu abbia voglia di perdere tempo, dovresti rimanere concentrato sul tuo obiet—”
“Venire qui non è una perdita di tempo!” Dice, stavolta puntandogli gli occhi addosso.
Sasuke tace, ma non intende allontanarsi. È strano stare così vicini senza mettersi le mani addosso. Naruto prende con una mano la collana di juta che oscilla dal collo dell’amico. “E questa?” È da quando l’ha vista che ne è rimasto incuriosito.
Uchiha gli stringe la mano nella sua. “L’ho fatta io.” Dice, sembra provare un certo orgoglio. “C’è un luogo dove puoi trovare sia conchiglie che piume di falco senza spostarti.”
“Dove?”
“Sulle sponde dell’Izuya, un posto che non hai ancora mai visto.”
Naruto ride forte e gli tira una pacca sulla spalla. “Ho vissuto qui per oltre quindici anni,” Comincia e Uchiha socchiude le palpebre con fare annoiato. “abbiamo percorso ogni strada e sentiero, ci siamo arrampicati su ogni albero. Abbiamo scalato insieme tutti e tre i monti! Non può esserci un posto che non abbia mai visto.”

“Ti sbagli. C’è ancora tanto da scoprire, non peccare di presunzione.” Sasuke si alza. Un vento gentile gli smuove i capelli. “Per quanto resterai al Villaggio?”

Naruto lo fissa indispettito, ora salta fuori che lui non sa più nulla dell’Izuya. Se c’è qualcuno di davvero arrogante quello è Sasuke.

“Domani torno a Tokyo, lavoro.” 

Per un attimo Sasuke sgrana gli occhi, Naruto ha la netta sensazione che ci sia rimasto male, questo dovrebbe regalargli una piccola soddisfazione e invece sente solo una spiacevole fitta al petto.
“Non abbiamo molto tempo, allora.” Replica spiccio e s’incammina spedito tra la bassa sterpaglia. “Muoviti.”
Naruto l’osserva allontanarsi. Ha forse intenzione di andarsene via senza di lui? Sasuke non si gira indietro nemmeno una volta.
“Ehi!” Urla e si alza di scatto, mettendosi a correre per raggiungerlo. “Aspetta!”




La luce filtra attraverso il fogliame degli alberi, disegnando soffuse chiazze verde giada. La schiena di Sasuke è imperlata di sudore, i muscoli guizzano appena percettibili sotto la pelle a ogni passo, esprimono l’incredibile tensione e forza della giovinezza.
Si sente provenire da poco lontano il rumore dell’acqua che in piccole onde s’infrange sulla riva. La vegetazione si apre su una cala incassata tra due alte rocce. La sabbia è fine e chiara a causa della presenza di polveri di cristalli.

“Come abbiamo potuto farci sfuggire questa spiaggetta?”

“Non lo so.” Sasuke si toglie le infradito e cammina lungo la battigia a piedi scalzi. “E chissà quanti altri luoghi.”
Le loro impronte sono così diverse: la sagoma magra dei piedi di Sasuke e la suola delle sue scarpe da ginnastica bianche. Naruto inizia a spogliarsi, ha voglia di abbandonare tutto, vestito dopo vestito, pezzo dopo pezzo, tutto quello che lo lega ancora a Tokyo. È come un serpente che si toglie con soddisfazione la pelle vecchia di dosso, placando quella sensazione pruriginosa. Raggiungono la roccia che fa da parete a ovest della conca, ricoperta nelle zone meno ripide da zolle erbose e piccoli arbusti.
“Sei pronto a faticare un po’?” Sasuke fa il gesto di tirarsi su delle invisibili maniche e inizia a scalare la parete. È molto abile e senza titubanza raggiunge le sporgenze migliori su cui far leva.
“Pensavo volessi fare il bagno!” Vocia Naruto.
Sasuke lascia un appiglio per voltarsi a guardare l’amico. “Più tardi.” Replica facendo cenno di seguirlo e riprende la scalata. Dev’essere già salito lassù, riflette Naruto corrugando le sopracciglia, ad ogni modo non ha nessuna intenzione di farsi lasciare indietro.

Sulla cima c’è un piccolo spiazzo e in due si sta comodi. Lì a terra ci sono delle piume di falco e dei rametti secchi che dovevano essere utilizzati per la costruzione di un nido. Sasuke raccoglie una delle piume e la rigira tra due dita come se si trattasse di una preziosa scoperta.
Il panorama che si dispiega davanti a loro è meraviglioso: il lago brilla sotto il sole, piccole barche solcano l’orizzonte con le loro vele colorate e boschi rigogliosi si estendono in entrambe le direzioni a perdita d’occhio. I gabbiani giocano in cielo sfrecciando sul filo dell’acqua e più in alto una coppia di rapaci riposa le proprie ali sfruttando le correnti.
Naruto prende un respiro profondo riempiendo i polmoni di aria pura.
“Qui è bellissimo!” Urla così forte che Sasuke è costretto a coprirsi infastidito le orecchie con le mani.
Gli inveisce di zittirsi. “Idiota! Qui nidificano i falchi, vuoi farli spaventare?”
“E ora che si sveglino anche loro.” Naruto ride.
Sasuke gli strattona un braccio con forza. “Ti sei bevuto il cervello!”
Naruto gli cinge la vita con presa ferrea e Sasuke si ritrova a sbarrare gli occhi consapevole della situazione in cui si è cacciato.
“Ti va un tuffo?”
“Non ci provare coglione.” Sputa serrando i denti. Oppone tutta la resistenza che può tentando anche di colpirlo, ma sente già il terreno mancare sotto i piedi. “Nessun cazzo di perfetto tuffo di testa stavolta!” Naruto para un pugno con la mano e coglie l’occasione per bloccargli l’altro braccio. Così avvinghiati, Uzumaki si lancia dalla roccia trascinandosi Sasuke dietro.

Uchiha non si accorge nemmeno di aver iniziato a urlare, mentre il vento gli sferza la faccia e una tremenda sensazione di vuoto lo prende allo stomaco. Naruto ride forte contro il suo orecchio, ma è un suono ovattato che s’interrompe all’improvviso quando affondano nell’acqua, alzando mille altissimi schizzi. Banchi di agoni fuggono dalla loro presenza estranea come una nuvola argentata. Naruto e Sasuke si tengono ancora le braccia a vicenda, in una sorta di abbraccio distaccato. Muovono le gambe lentamente, l’acqua è pesante e fredda, rischiarata dai caldi raggi del sole. Naruto ha le palpebre serrate e i capelli biondi ondeggiano intorno al suo viso, sembrano addirittura morbidi.
I pantaloni da 11000 yen hanno cambiato colore virando per un marrone molto scuro. Visto che non si decide ad aprire gli occhi, Sasuke inizia a insultarlo spazientivo. Nessun suono ma solo una serie di bolle gli escono dalla bocca. Lo colpisce con una manata in faccia. Naruto sobbalza digrignando i denti. Uchiha si raccoglie su se stesso e picchiando un piede sulla spalla dell’amico si dà la spinta necessaria per raggiungere la superficie.
Naruto riemerge poco dopo e prende una vigorosa boccata d’aria. “Ti sei messo a gridare come una ragazzina!” Bercia.
Sasuke gli sferra un pugno sulla medesima spalla. “Sta zitto! Non è vero.”
“Ohi!” Uzumaki accusa il colpo e si massaggia la parte dolorante. “Sì invece!” Dice. “Ti sei spaventato?”
“Non è certo la prima volta che mi tuffo da lassù, solo che” Biascica. “che mi hai preso alla sprovvista.”
Naruto ridacchia divertito. Poi si mette a galleggiare sul dorso, allargando braccia e gambe. Il sole picchia forte e la roccia da cui si sono buttati sembra ancora più imponente da quella prospettiva. I rapaci volteggiano sopra di loro come raffinati ventagli neri.

“Sei un pazzo.” Afferma, togliendosi i capelli dal volto.

“Nuotiamo un po’?”

Sasuke non risponde e inizia con una decina di metri a delfino e poi in stile libero, Naruto gli sta dietro pur essendo un po’ fuori allenamento, la sua tecnica non è mai stata molto precisa.
L’acqua dell’Izuya li avvolge, li separa e li unisce. È bello rivedere Sasuke immerso nel suo ambiente, è quasi più elegante lì che sulla terra ferma. Naruto lo guarda, lo ascolta. Ogni sfida pronunciata dalle sue labbra, mentre gli occhi tagliati a mandorla si assottigliano, sembra avvicinarsi a una promessa: raccogliere un sasso dal fondale, toccare la coda di un pesce, nuotare a rana ad occhi chiusi fino alla rupe laggiù.


Quando finalmente escono dall’acqua sono stanchi e un po’ infreddoliti. Sulla spiaggia Sasuke cammina un paio di metri avanti a lui. Allaccia le mani dietro la nuca e si guarda intorno, teme che Sasuke percepisca i suoi occhi fissi sulla sua schiena.
“Se tu te ne fossi andato, ti avrei inseguito ovunque.” Dice infine.
Uchiha stringe le nocche istintivamente. Il pizzicore alle guance è immediato, perché quella frase assomiglia tanto a una sciocca quanto insperata dichiarazione.
“Allora perché sei stato tu ad andartene a Tokyo?” La voce gli esce più cupa e bassa di quanto vorrebbe. Un sorriso amaro gli aleggia sulle labbra al pensiero di quanto sia folle la logica di Naruto. Rallenta il passo.
“Te l’ho detto” Uzumaki lo supera. I pantaloni bagnati gli aderiscono come una seconda pelle. “volevo diventare una persona di successo, fare qualcosa di più della mia vita. Dimostrare di essere un tuo degno rivale e amico.”
Sasuke lo trattiene per un gomito. “La vera ragione.”
Naruto si siede sulla battigia, le onde raggiungono a stento le dita dei piedi. “Beh, forse volevo vedere se mi avresti seguito.”
Sasuke l’osserva in silenzio. “Invece ti ho lasciato andare.” Replica piano, sedendosi accanto a lui. Raccoglie la sabbia e la soppesa nel palmo, facendola poi filtrare dal pugno socchiuso. “Non posso e non potrò mai abbandonare questo luogo, è parte di me. Capisci cosa intendo?”
Tiene lo sguardo rivolto al lago, increspato dal vento e cosparso di bagliori dorati come una rappresentazione del paradiso buddista. L’altra riva è un profilo lontano, ora offuscato dal torpore arancione del cielo pomeridiano.
Naruto scuote il capo, non in segno di diniego ma per dire che non c’è alcun bisogno di ulteriori spiegazioni. Sa perfettamente cosa intende Sasuke quando dice di essere parte operante dell’Izuya, anche lui serba nel cuore la stessa pulsione per la natura e la vita del Villaggio seppur in modo meno lancinante rispetto all’amico.
“Io” Non riesce ad andare avanti, si ritrova a deglutire rumorosamente, Sasuke è talmente vicino al suo viso che fatica a trovare la concentrazione necessaria per parlare.
“Tu cosa?” Dice senza smuoversi di un centimetro. Ha le ciglia umide unite e una goccia gli solca la fronte, scorrendo poi lungo il profilo dritto del naso.
In quegli occhi scuri, Naruto riesce a scorgere l’ombra nascosta di un sogno che credeva lontanissimo. “Se resti così vicino, fatico a trattenermi.” Biascica, arreso. Sente sgretolarsi qualcosa di dosso e non è la sabbia bagnata sulle gambe.

“Sei sempre stato un debole, Naruto.”

Riesce a sentire il suo respiro sulla pelle. Gli afferra un braccio con rabbia.
“Non sono un debole!” Serra i denti. Le fronti si scontrano. Sasuke stringe le labbra in una linea sottile.
“Dimostralo.” Il suo tono è duro, completamente fuori luogo con il modo in cui cerca lo sguardo dell’altro.
Naruto schiude la bocca, sta annaspando. Pigia la fronte contro la sua piegandogli quasi collo. “Bastardo, adesso io ti—.” Sbraita nella confusione.
Sasuke inclina il capo e lo bacia. Un bacio morbido, sorprendente. Naruto stringe gli occhi e gli prende il viso tra le mani. Gli sfiora le orecchie e gli accarezza i capelli corti dietro la nuca, tagliati di recente. Caccia fuori la lingua ficcandogliela in bocca e Sasuke, anziché tirarsi indietro, lo asseconda con la stessa famelica urgenza.
Credeva di conoscerlo, ma ora si rende conto di non sapere proprio nulla di lui. Si ritrovano uno sopra l’altro. Allontana le labbra dalle sue per baciarlo sul collo fino a macchiare di rosso quella pelle sottile. Ha l’euforia in corpo, è bastato un solo bacio per colmargli l’anima. Gli accarezza il fianco col palmo aperto scendendo poi sull’addome. Sasuke a quel punto lo prende con forza per una spalla obbligandolo ad allontanarsi quel che basta per rimettersi seduto. Ha la sabbia dappertutto, sulla schiena e tra i capelli fradici. Gli prende il collo, passandogli il pollice sul mento vicino al labbro inferiore. Naruto socchiude gli occhi e sorride. Gli stringe il polso, mentre Sasuke si protende verso di lui.

“Restiamo qui tutta la notte.” Dice Naruto. Percepisce il respiro di Sasuke farsi corto, i suoi muscoli irrigidirsi d’un tratto.

Uchiha si alza, accarezzandogli distrattamente il volto. Vorrebbe trovare una scusa per dire che non è possibile, ma non c’è nulla che non possano fare, non c’è più alcun appiglio per tirarsi indietro. “Non abbiamo avvisato nessuno, si preoccuperanno per noi.” Tenta di scoraggiarlo senza convinzione. Non pretende e forse non vuole che le sue parole abbiano un qualche effetto.
“Ohi.”
Sasuke si sfiora la fronte con un gesto istintivo, come se ci fosse un cappello da risistemare e si allontana di alcuni passi, immergendosi fino alle caviglie nell’acqua. Neanche guardare l’Izuya riesce a calmare i battiti del cuore.
“Non m’importa.” Uzumaki lo affianca, dandogli una scherzosa gomitata. “Oggi sono troppo felice.”
Si volta verso Naruto incrociando i suoi occhi chiari, limpidi come il cielo e l’acqua che li circonda.


“Quando tornerai, Naruto?”











  
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