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Autore: Yurha    13/04/2018    1 recensioni
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- Mike parla in prima persona dopo l'attentato alla sua vita-
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lei È La Mia Fortezza
 

Tutti dicono che la vita passa in un’istante davanti agli occhi quando si sta per morire.
Bhè.. in parte è vero..
Personalmente posso dire di aver visto solo l’unico vero amore della mia vita, da quando la vidi per la prima volta con il suo sorriso solare mentre mi stringeva la mano, fino ad oggi.
Ma non si fermò lì.
Ciò che vidi continuò, come se riuscissi a vedere ciò che sarebbe accaduto nel futuro se Lupo e Bernard non avessero fermato quel pazzo..
La vidi piangere per me, sul mio corpo steso a terra in quel maledetto bagno, la vidi piangere fuori dall’obitorio, mentre attendeva la dottoressa Rodgers insieme ai detective e al tenente Van Buuren, la vidi piangere al mio funerale, mentre stringeva al petto la mia fotografia, con Jack McCoy accanto e la vidi anche venire a trovarmi al cimitero e piangere, in ginocchio davanti la mia lapide..
Quella visione mi fece male, molto male, mi ha letteralmente straziato il cuore.
Intendiamoci, era tutto molto colorato, non era quella solita visione artistica e bellissima in bianco e nero stile vecchio film, come dicono molti.. Ma penso che sia una cosa molto soggettiva..

Non appena Jack mi lasciò andare dopo il quinto bicchiere di Scotch Single Malt e misi piede in ufficio, ebbi solo la forza di chiudere a chiave la porta principale, abbassare tutte le veneziane e mettermi seduto sul divano a fissare il vuoto davanti a me, con le mani appoggiate sulle gambe e le dita incrociate.
Non sapevo a cosa pensare, non riuscivo neanche a piangere e credetemi, avrei tanto voluto farlo, almeno avrei sfogato tutto il nervosismo e la tensione provocata da quel pazzo avido di un avvocato.
Non sentii nulla, neanche il rumore delle nocche sulla porta di servizio, ma vidi solo Connie entrare e richiudere la porta dietro di sè.
Aveva un’espressione a dir poco preoccupata e impaurita, anzi.. terrorizzata.
Quando fu davanti a me, alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi color nocciola, così profondi che se mi fossi sforzato un pò di più avrei potuto leggere anche i suoi pensieri più nascosti.
Notai anche che aveva gli occhi lucidi e le tremava leggermente il mento.
Si stava sforzando a non crollare davanti a me. Voleva sembrare forte, com’era solita fare..
Sorrisi lievemente, ma non penso che se ne sia accorta.
“Non cambia mai..” mi dissi.
Fece altri due passi e si sedette vicino a me, senza dire una parola ma appena voltai solo la testa per guardarla, mi prese per le spalle e mi trascinò in un forte abbraccio, come non aveva mai fatto nessuno prima, lasciandomi senza respiro.
Pensai che non avrei mai più potuto sentire il profumo dei suoi abiti e quel pensiero mi fece imbestialire.
Mi abbracciò in un modo che sembrava liberatorio.. Almeno credo..
«Mike stai bene..? Lupo e Bernard mi hanno.. Io sono qui. Io sono sempre qui, per qualsiasi cosa, in qualsiasi momento.. Sempre.» continuava a dire con voce tremante e con un nodo alla gola e sentii che mentre ripeteva quelle parole, mi stringeva sempre di più.
Chiusi gli occhi e presi un respiro profondo, volevo solo che il profumo di frutti di bosco mi riempisse i polmoni.
Mi lasciai andare e decisi che era ora di mettere fine alla mia indecisione.
Contro qualsiasi voglia, mi separai da lei.
Mi tirai via la cravatta, sbottonai i primi bottoni della camicia, quindi presi un ultimo profondo respiro prima di guardarla di nuovo negli occhi.
Mi sforzai di sorriderle dolcemente. «Ora che ti ho vista.. Si. Posso dire di stare bene.»
Mi sorrise. Il suo volto s’illuminò e le lacrime che cercava di trattenere per mostrarsi forte, alla fine caddero.
«Connie se oggi fosse successo ciò che Martin Winston aveva in mente, sicuramente sarei morto con un solo rimorso, quello di non avere mai avuto il fegato di chiamarti Amore.» confessai infine.
Finalmente sapeva.
Connie non riusciva a smettere di ridere e piangere allo stesso tempo mentre scuoteva leggermente la testa.
«Stupido..» disse prendendomi il volto tra le mani e trascinandomi in un dolce bacio.
Questo si. Era decisamente liberatorio..
Finalmente mi sentii in pace e giurai a me stesso che non l’avrei mai più fatta preoccupare in quel modo e non l’avrei mai fatta soffrire come nella mia visione.
Mai.

  
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