Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Annabeth_    13/04/2018    1 recensioni
[...] la sua attenzione venne catturata da una busta di un rosa intenso. L’indirizzo che vi era riportato sopra era tedesco. Incuriosita l’ aprì. [...]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Una lettera dal passato

 

Era una mattinata come le altre, Katie se ne stava pigramente sdraiata sul letto, quando sua madre si affacciò alla porta: -Tesoro eravamo d’accordo che oggi avresti dato una sistemata alla soffitta!-  un gemito di frustrazione uscì dalla sua bocca -Proprio ora?- -Mi sembra che tu abbia rimandato già abbastanza…- ribatté andandosene,  senza lasciarle il tempo di replicare. 

La ragazza si alzò:— L’hai sentita Roxi? Dobbiamo darci una mossa.- -Parla per te. Io non c’entro nulla- le rispose la ragazza che se ne stava seduta davanti allo specchio. Katie alzò gli occhi al cielo e  si diresse verso la soffitta. Quando aprì la porta guardò sconsolata la quantità enorme di scatoloni da sistemare. In quegli anni si era accumulata un bel po’ di roba, soprattutto dopo la scomparsa di suo padre. Fece un respiro profondo e iniziò a mettere in ordine. 

Era lì già da un po’,  sommersa da pile di documenti e oggetti, quando la sua attenzione  venne catturata da una busta di un  rosa intenso. L’indirizzo   che vi era riportato sopra era tedesco. Incuriosita l’ aprì. Conteneva   una lettera scritta con una calligrafia elegante  firmata da suo nonno paterno.  La lesse tutta d’un fiato e, dopo averla terminata, raggiunse sua madre  -Mi sai dire cos’è?-  le chiese porgendole la lettera,  l’altra stupita rimase in silenzio prima di risponderle:- Sai che a tuo papà non piaceva molto parlare di tuo nonno , ma  una volta me la fece vedere. Disse che suo padre era stato in Germania, e poco prima di morire gli svelò che da quel viaggio si era portato dietro un manoscritto.  Chiese a tuo padre se poteva fare ciò che lui non era riuscito a fare, cioè riportare  il manufatto al legittimo proprietario. Ha provato ad esaudire il suo desiderio, ma non è riuscito a rintracciare il destinatario della lettera e così ha semplicemente  smesso di cercarlo - - Che manoscritto era? Dove è adesso?- -Non lo so, tuo padre non me lo ha mai  fatto vedere, ma dovrebbe essere nascosto da qualche parte. Come mai tutto questo interesse?-  -Non c’è nessun motivo, semplice curiosità- si affrettò a rispondere la ragazza per poi sparire  in soffitta lasciando la madre confusa.

-Cosa ti è preso  improvvisamente? -le disse una voce alle sue spalle: -Roxi non è il momento lasciami in pace- rispose cercando febbrilmente per tutta la stanza, l’altra fece spallucce   -Se ci tieni   tanto allora ti avviso che  sotto la finestra c’è una mattonella che non combacia perfettamente con le altre, mister Sherlock, magari si trova lì-  Katie la guardò torva, evidentemente non aveva apprezzato il tono canzonatorio che aveva usato l’altra, ma si posizionò lo stesso davanti alla mattonella, con difficoltà la tolse e lì trovò, all’interno di uno straccio logoro, il manoscritto. Delicatamente lo tirò fuori e lo sfogliò. Era scritto in una lingua che non conosceva, molto probabilmente una lingua perduta. Venne pervasa da un fremito di eccitazione aveva la sensazione  di aver scoperto qualcosa di estremamente importante. Rimase a contemplare il volume per il resto della giornata, osservandolo in tutte le sue parti e rimarginandoci sopra. Aveva provato  anche  a fare qualche ricerca per capire che cosa fosse , ma non era riuscita  a trovare nulla. Alla sera era giunta alla conclusione che avrebbe fatto di tutto per riportarlo al legittimo proprietario, anche perchè voleva saperne di più.

Passò le settimane successive  provando a rintracciare il proprietario del manoscritto.   Alla fine quando stava per perdere le speranze riuscì nel suo intento. Viveva ancora in Germania, ma  l’indirizzo non era quello  sulla lettera. Le venne la folle idea di andare a  consegnarglielo di persona, e si mise  a cercare tra i siti di volo.  -Katie non ci credo che tu  stia per farlo! Sai che colpo faresti prendere alla mamma!- - La vuoi piantare!- -Ma cosa ti è preso? Da dove viene tutta questa spavalderia?- - Sono troppo curiosa, ho bisogno di sapere che  cosa ho tra le mani!- -Sì, ma non lo potresti fare anche da qua? Quando glielo spedisci alleghi una lettera chiedendogli se ti può dare una spiegazione.- -No, non posso, anzi non voglio! è una questione che voglio affrontare di persona!-  ROXI  alzò gli occhi al cielo e non replicò più, sapeva benissimo che quando Katie si metteva in testa una cosa nulla avrebbe potuto farle cambiare idea. 

 

In un modo o nell’altro riuscì a prenotare il volo approfittando in un impegno lavorativo della madre. 

Il giorno della partenza era agitatissima, non riusciva a credere che lo stesse facendo davvero. Salì sull’aereo e rimase in tensione per tutto il viaggio domandandosi  cosa avrebbe trovato una volta atterrata, aveva il terrore  di rimanere delusa, ma da cosa? Non lo sapeva neanche lei. 

  Quando si trovò davanti alla porta di casa di quella misteriosa persona  tutta la fiducia e la sicurezza che aveva avuto  in quel momento sparì.- Avanti siamo arrivate fin qua, non ti puoi tirare indietro ora- la esortò Roxi che stranamente era rimasta silenziosa per tutto il viaggio. Prese un grande respiro e bussò. Le venne ad aprire un uomo sulla quarantina:-Desidera?- -Sto cercando il signor Hoffmann- -Sono io, come la posso aiutare?- -Mi scusi se la disturbo, ma mi chiedevo se lei fosse stato in possesso di un manoscritto che poi ha perduto- il signore la guardò perplesso, quando una voce roca da dietro disse -Falla entrare Albert- il signore che stava sulla soglia si scostò facendo vedere un uomo molto più anziano in sedia a rotelle. “Doveva essere il padre” pensò Katie. Venne fatta accomodare in soggiorno. -signorina…- -Katie, Katie Miller-  l’uomo non sembrò sorpreso - Quindi tu sei la nipote di Giorgie, ma questo non mi dovrebbe sorprendere hai i suoi stessi occhi. Allora dimmi, cosa sai del mio manoscritto?- -Ecco signore… io glielo ho riportato insieme a questa lettera. Mio nonno si voleva scusare con lei per averglielo sottratto- porse il libro all’anziano che lo afferrò con mano tremante, i suoi occhi brillavano di una dolce commozione.-Non avrei mai pensato di rivederlo!- fece una piccola pausa rimanendo a fissare il libro che aveva tra le mani -Sai questo libro non dovrebbe esistere.- riprese- Viene tramandato nella mia famiglia da secoli. Fu scritto da uno dei primi capi tribù della Germania al tempo degli antichi romani, egli inventò una scrittura in modo tale che solo i suoi discendenti potessero leggerlo e imparare così la crudeltà che dovette subire il suo popolo- -Così lei capisce ciò che c’è scritto?- chiese Katie  con un fremito di eccitazione. L’anziano sorrise e annuì. Vedendo il viso della ragazza illuminarsi decise di acconsentire alla sua tacita domanda e  iniziò la lettura, incantando subito la giovane. Quando ebbe finito lei disse- Credo che mio nonno glielo portò via per venderlo a qualche collezionista, ma se ne pentì subito-  - Il passato è passato, è inutile rimuginarci sopra.  L’importante ora è che sia ritornato.- la ragazza annuì, a quel punto l’uomo sorrise e prese un grande respiro. -Ora, devo dedurre che nessuno sa  che tu sia qua vero?- Katie abbassò gli occhi colpevole, l’uomo fece una piccola risata -Sai mi ricordi qualcuno…comunque è bene avvisare tua madre a quest’ora sarà preoccupatissima e non vogliamo che pensi al peggio vero?- la ragazza annuì  e prese il telefono. Appena sua madre sentì la sua voce, iniziò a parlare talmente veloce che non riuscì a coglierle il senso del  discorso e quindi si limitò ad aspettare in silenzio che finisse. 

Quando tornò a casa sua le fece uno di quei discorsi che non si possono dimenticare in fretta e naturalmente la mise in punizione per il resto dell’estate.

Il giorno seguente decise di andare a visitare la tomba di suo padre. Era la prima volta che le faceva visita dal giorno del funerale, non se l’era mai sentita. - Sai credo che io abbia intrapreso questo viaggio per dimostrati quanto io valga. Che potevo portare a termine ciò che tu avevi rinunciato a fare- disse rivolta  alla lapide- credo anche  che fossi arrabbiata con te per avermi abbandonata così, non riuscivo a perdonarti e ora mi sembra tutto così stupido, mi  sento terribilmente in colpa…- abbassò lo sguardo - sai che ti voleva davvero molto bene…-  si girò verso sua  mamma, che era rimasta  qualche passo dietro di lei e l’abbracciò.  Rimasero in quella posizione a lungo piangendo insieme come non avevano mai fatto. Da lontano Roxi le stava fissando -Ecco ora non hai più bisogno di me- sussurrò  sorridendo. Katie  la guardò da dietro l’abbraccio della madre, si sorrisero e lei si dissolse. Era l’anniversario del suicidio del padre.

 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Annabeth_