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Autore: Chiaroscura69    13/04/2018    2 recensioni
Riflessioni cupe, a volte affrante, altre volte apatiche, dettate dal mio malessere
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so perchè sto scrivendo.
Mi trascina un inspiegabile malessere che non ho voglia di conoscere. Ho guardato talmente tanto a fondo nel mio abisso che ho perso troppi gradi di vista. Ora tutto mi appare sfocato, scostante e pericolosamente volubile.
Non mi so aggrappare a nessuna certezza.
Faccio sogni strani, che mi confondono. La mia psiche sembra non riuscire a reggere tutti gli stimoli che le provengono dai ricordi. Così il mio passato, che provo a scacciare durante il giorno, viene a tormentarmi la notte. Mi sveglio stanca, spossata e triste.
Non mi sembra giusto vivere, perchè ritengo che tante persone cercano di stare aggrappate alla vita il più possibile ma quella si sgancia, incurante, dalla loro presa. E poi ci sono io, che mi sveglio ogni giorno delusa di essermi svegliata ancora. Perchè se la vita è morire ogni giorno di più, se la vita è vedere i propri sogni estinguersi lentamente sotto i nostri propri occhi, sapendo di non poter fare nulla, allora non ha senso viverla.
Allora non si vive, si esite.
Ecco questa è l'unica cosa di cui io sono certa: esisto.
Esisto perchè respiro, perchè penso, perchè cammino. Non vivo perchè non amo, non spero, non sogno più.
Sono consapevole che non si possa ridurre tutto all'amore, anche perchè sarei subito accusata di essere una povera, sciocca, illusa, romantica delusa. E non è così. O perlomeno non è solo questo. Sì, l'amore mi ha fatto male e confesso che ogni giorno mi chiedo che abbia fatto di male per meritarmi certi trattamenti, ma se ci fosse un sogno, un obiettivo, una speranza, io non starei così male.
Ho sopportato tutto ciò che mi hanno fatto con l'unica prospettiva che io un giorno sarei andata via da qui e sarei diventata qualcuno, perchè avevo qualcosa che tutti gli altri non avevano: un talento.
Immaginatevi quale grande delusione debba essere stata per me scoprire che quel talento è talmente poco comune che in realtà lo hanno tutti. Sapevo sognare, sapevo essere ambiziosa. Sapevo guardare in grande. Ora non sono sicura di nulla, e mi sento così fragile che davvero mi chiedo come possa essere ancora viva.
Ho paura di vivere.
Ho paura di amare ancora.
E mi sento così sola.
Mi sento sola sempre, quando parlo con qualcuno, quando sono a lezione, quando ascolto musica, quando scrivo, quando leggo, quando respiro. Non c'è più nulla che allievi il mio malessere. Quando ero piccola ricordo che mi piaceva rifugiarmi nei libri fino a dimenticare il mio nome e la mia vita; ora, anche i libri sembrano ricordarmi beffardamente che i protagonisti hanno sempre un lieto fine.
Io no.
Davvero, non so perchè sto scrivendo. Oggi è stata una giornata triste, ma ormai lo sono tutte. Così sono veramente sorpresa quando ne capita una felice. Sì, perchè a volte mi sveglio forte e mi sembra di poter dominare tutti i miei problemi, mi sembra di poter essere ottimista riguardo al mio futuro. E mi sembra che non debba essere così complicato essere amati per ciò che si è. Mi sembra che non ci sia bisogno di mascherarsi sempre, che a volte si possa mostrare anche il proprio volto pieno di cicatrici e paure. Vorrei svegliarmi tutti i giorni così, ma purtroppo non dipende da me.
A volte ogni guizzo di allegria viene brutalmente spento dalla negatività di chi mi sta intorno, come un soffio leggero su una candela.
Non posso essere felice se mi rendo conto che chi ho accanto preferirebbe vedermi triste.
Ora la smetto di piangermi addosso.
Perchè le lacrime mi stanno prosciugando.
   
 
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