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Autore: Padfootblack    14/04/2018    1 recensioni
E se Alex avesse intrapreso una relazione con una collega musicista? E se non fosse tutto così idilliaco?
Raccolta di song fic!
Dal testo:
Probabilmente si accorse del mio sguardo, perché si girò e sorrise imbarazzata, muovendo la mano come a salutarmi. Non riuscii a muovere un muscolo, aveva uno sguardo splendido. Era come se potesse leggermi dentro e mi persi in quel paradiso verde azzurro, fin quando non si voltò di nuovo verso gli altri. E la magia scomparve, ritornai nel backstage del club, attorniato da luci stroboscopiche e ombre penetranti, proprio mentre loro salivano sul palco.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Fluorescent Adolescent – Amy

You used to get it in your fishnets
Now you only get it in your night dress
Discarded all the naughty nights for niceness
Landed in a very common crisis

I ragazzi avevano deciso di andare a bere una birra al pub e, ovviamente, Matt aveva pensato di andarci proprio questa sera perché “Al è tornato ed è da tanto che non passiamo del tempo insieme”. Così mi rendeva solo più difficile l’obiettivo di dimenticarmi quella testa calda di Turner. Infilai il primo vestito che trovai nell’armadio ed uscii di corsa, rendendomi conto solo più tardi che avevo lasciato il cellulare a casa. Ottimo. Speravo solo che mia madre non chiamasse in preda all’ansia chiedendomi se stessi bene. Mi appoggiai al muro del pub, proprio accanto all’entrata, abituata ai soliti ritardatari. Aaron fu il primo ad arrivare e mi prese subito in giro per la mia atroce puntualità.

“Ti ho scritto che avrei fatto cinque minuti di ritardo ...”

“Ho lasciato il cellulare a casa”

“Tua madre ti ucciderà. Ma come siamo eleganti”notò poi divertito.

“Giuro che è la prima cosa che ho preso dall’armadio”

“Quindi non hai passato ore davanti allo specchio indecisa se indossare una maglia degli Strokes o una degli Smiths?”. Gli tirai una leggera spallata: “Sono vecchia ormai”

“Lo sei sempre stata”ribatté Chris, era appena arrivato e indossava la sua mise da pub, che poi era quella di tutti i giorni e delle cerimonie: camicia a quadri e jeans. “Ti sembra normale che ti vedo tutti i santi giorni in studio e devo pure sopportarti la sera?”

“È stato Matt a organizzare tutto, prenditela con lui”

“Come mai questo outfit così serio?”

“È stata la prima cosa che ho preso ...”

“Ehilà!”fischiò Matt avanzando verso noi: “Qualcuno stasera vuole fare conquiste”

“No, sul serio, non avete capito ...”tentai di spiegare, ma Matt continuava a parlarmi sopra e a spiegarmi che non avrei mai rimorchiato così in un pub. Come se cercassi di rimorchiare, tenevo lontano gli uomini da me da più di un anno.

“Sono lontani i tempi delle magliette a stampa”mi prese in giro Helders.

“Già, quella extralarge degli Strokes o quella degli Smiths?”chiese Chris e Aaron annuì convinto: “È la stessa cosa che ho detto io!”

“Okay, per caso questa serata si sta trasformando in una conferenza contro di me? Perché ho altro da fare in caso ...”

“Ovvero?”

“Occuparmi dell’album”

“Ho visto il suo cipiglio arrabbiato da chilometri!”esclamò Cookes da lontano.

“Mi prendono in giro!”mi lamentai.

“Oh no, ciccina, perché?”scherzò ironico, ma poi si fece perdonare con un abbraccio: “Non ti vedo da un sacco di tempo! Eppure sei sempre in studio, nascosta nella tua stanzetta, mai una volta che venissi a salutare ...”

“Io vengo, ma voi non ci siete mai!”

“Bugiarda, passo sempre la mattina e non ci sei”

“Perché sta in pigiama a casa a scrivere testi deprimenti”spiegò Chris.

“Ma come sei simpatico”dissi ironica: “Almeno io produco qualcosa”

“Ehi, sono il bassista! Il mio compito è arrangiare quello che scrivete voi e corteggiare le giovani donzelle”

“A proposito di bassista”disse Aaron indicando un punto lontano con la testa. Nick camminava allegro e ci sorrideva, le mani nelle tasche e la testa ciondolante.

“Guardalo, è la felicità fatta a persona”mormorò Matt: “Eppure abbiamo fatto un sacco di fatica oggi in studio”

“Perché?”domandai curiosa.

“Problemi di arrangiamenti”dileguò Cooks. Nick si fermò di fronte a me, stupito: “È un ologramma?”

“Sì, direttamente da Manchester”risposi: “E non osare commentare come sono vestita ...”

“Oh già, sei elegante!”disse Cooks al suo posto: “Stai proprio invecchiando”

“Cooks!”

“Come stai?”chiese Nick abbracciandomi: “Passa da noi in studio quando vuoi, saremmo felici di farti sentire qualcosa”. Sì, certo, ci vedremo fra qualche anno quando finalmente riuscirò a dimenticare Turner. A proposito di Turner, dov’era finito?

“Entriamo?”domandò Matt: “Ci siamo tutti”. Ah, quindi lui non era compreso nel tutti. Non sarebbe venuto. Meglio così, potevo parlare con gli altri tranquillamente senza preoccuparmi di nulla. Ci sedemmo al nostro solito tavolo e ordinammo le birre, tutte diverse, il che fece ripartire l’eterno discorso su quale birra fosse migliore. Uomini.

“È dieci anni che fate questi discorsi”sorrisi: “Perché non ammettete che sono gusti e chiudete la questione?”

“Come sei poco patriottica”rispose Chris sprezzante: “La birra è un grande prodotto creato dai miei antenati irlandesi ...”

“Oddio, è partito”commentò Nick alzando gli occhi al cielo.

“Voi non avete la più pallida idea di come si faccia la birra!”continuò Chris: “Sapete almeno cos’è il luppolo?”

“Certo, senza di quello non sopravvivresti”disse una voce calma. Ma non dovevamo esserci tutti? Alzai lo sguardo e lo vidi in tutta la sua anzianità: barba, capelli lunghi, smoking grigio e camicia perfettamente stirata. Gli mancava solo il bastone e una pipa.

Everything's in order in a black hole
Nothing seems as pretty as the past though
That Bloody Mary's lacking in Tabasco
Remember when you used to be a rascal?

“Discorsi sulla birra?”chiese sedendosi accanto a Nick, proprio di fronte a me, senza neanche degnarmi di uno sguardo.

“I soliti. Chris non ha aspettato neanche il bis per partire con l’invettiva”rispose Nick.

“Peggiora di anno in anno”si lamentò Cooks mentre Chris, Aaron e Matt intavolavano la discussione del secolo sulla produzione della birra.

“Non avremmo dovuto invitarlo”scherzò Nick: “Hai sentito, Chris?”ripeté poi alzando la voce: “Non avremmo dovuto invitarti!”. Ma lui lo ignorava, troppo impegnato a mimare la raccolta dei luppoli.

“La pulce era in studio in questi giorni”spiegò Cooks ad Al, riferendosi a me: “Ma non è venuta a farci visita neanche una volta”

“È terribile”scherzò Al guardandomi seriamente. Che espressione strana, sembrava arrabbiato con me, ma non avevo la più pallida idea di cosa gli stesse succedendo. Non ci vedevamo da quella nottata sulla spiaggia.

“Sono molto concentrata”risposi a Cooks: “Saresti fiero di quello che stiamo tirando fuori”

“Sento Aaron bacchettare la batteria, so che state facendo grandi cose”

“Voi avete già una data di uscita?”. I tre si guardarono e scoppiarono a ridere all’unisono.

“Data di uscita?”

“Neanche sappiamo quante tracce ci saranno”

“Ne abbiamo scritte solo due”

“Beh, è già qualcosa”ammisi: “Chi vuole un doppio giro?”

“Non chiederlo troppo forte, o Chris potrebbe sentirti”. Mi alzai e ordinai doppio giro per tutti. Il barista iniziò a versare il liquido nei bicchieri, aveva dei movimenti delle braccia così fluidi, e dei muscoli … per non parlare degli occhi azzurri come il ghiaccio. Oh, Amy, datti una calmata. L’astinenza dal testosterone mi stava facendo impazzire. Il ragazzo mi osservò curioso: “Sono nuovo qui, è la mia prima settimana di lavoro, ma voi siete ...”. Annuii e lui sorrise: “Mi sembrava di averti riconosciuta”

“Leggi i giornali di gossip?”lo presi in giro.

“No, mi limito ad ascoltare buona musica”. Sorrisi interessata e stavo per ringraziarlo, quando mi domandò: “Passate spesso di qui?”

“Sì, frequentiamo molto questo pub, ci vedrai praticamente ogni sabato. Siamo quelli che fanno casino senza aver iniziato a bere una sola goccia”. Gli indicai Chris che sbatteva i pugni sul tavolo per enfatizzare il concetto.

“Come può una donna resistere a sei ragazzi del genere?”

“Non può e infatti scappa a prendere il secondo giro”. Scoppiò a ridere e prese un vassoio: “Lascia che ti accompagni”

“Oh, grazie”. Posò tutte le birre sul tavolo e poi mi fece l’occhiolino: “La tua la offre la casa”. Lo osservai tornare al bancone e poi mi voltai verso i ragazzi, ma solo uno aveva fatto caso a quello scambio di battute. Alzai il bicchiere verso di lui e bevvi un sorso. La birra era fresca ed era ciò che mi serviva per riprendermi.

“Bel vestito”commentò poi Alex.

“Grazie”

“Certo, è strano indossarlo in un pub, ma ...”

“È la prima cosa che ho trovato nell’armadio”

“È quello che dicono tutte”commentò: “Hai fatto colpo sul barista?”

“Tu che dici?”gli chiesi alzando la pinta.

“Il personale potrà cambiare, i tempi potranno cambiare, ma qualsiasi barista ci proverà con te. È una regola”. Come non ricordare tutte le volte che entravamo in un pub e gli occhi si giravano verso di noi. Le ragazze fissavano Al cercando di attirare la sua attenzione e scoppiavano a ridere sguaiatamente sperando che lui si girasse e le notasse. E i ragazzi venivano al tavolo a offrirmi da bere a fare i soliti complimenti da pub.

“È il fascino dei mancuniani”scherzai, non trovando altro da dire. L’ultima volta che ero venuta in questo pub stavamo insieme, l’ultimo barista che avevo incontrato mi aveva offerto un cocktail e un posto in cui stare se con Al fosse andata male. Era stato profetico, qualche giorno dopo ci eravamo lasciati e lui era scappato a Los Angeles ad un party di modelle, mentre io ero rimasta a Sheffield, a piangere ascoltando Laserquest per settimane. Dall’espressione tetra negli occhi di Alex, capii che anche lui stava pensando la stessa cosa.

“Vieni fuori”ordinò prendendo la giacca e alzandosi. Non era una richiesta, ma un ordine e per quanto odiassi quando una persona mi diceva cosa fare, quel cambio repentino di umore mi aveva incuriosita. Infilai la giacca e lo seguii.

Oh, the boy's a slag, the best you ever had
The best you ever had is just a memory and those dreams
Not as daft as they seem, not as daft as they seem
My love, when you dream them up

Si accese lentamente una sigaretta e osservò il cielo buio. Ora avrei dovuto aspettare minuti interi prima che riuscisse a formulare una frase di senso compiuto. Chiusi la cerniera del cappotto e mi guardai intorno, ma c’era sempre la solita gente: ubriachi sui marciapiedi, coppiette nelle macchine e giovani sballati.

“Volevo dirtelo a voce, domani parto per Los Angeles e quindi credo sia giunto il momento di parlarne”. Wow, avevo dovuto aspettare solo quattro minuti per una frase, era un nuovo record. Mi voltai verso di lui, in attesa del seguito. Soffiò del fumo fuori dalle labbra, sempre intento a guardare le stelle.

“Ci ho pensato molto in questi giorni. Io la amo. Taylor”precisò dopo: “La amo da morire. Da circa tre anni, è stata la mia musa, mi ha rivoluzionato la vita”. 1: non me ne importava un fico secco. 2: sentiva davvero il bisogno di dirmelo adesso? 3: poteva tornare da lei a Los Angeles e registrarlo lì il suo dannato album. E “rivoluzionato la vita” erano dei paroloni, non riusciva a scrivere una canzone decente da mesi.

“Okay”dissi col tono più indifferente che riuscii a ostentare.

“Amo il modo in cui mi fa ridere senza un perché, il modo in cui riesce a catalizzare la mia attenzione quando siamo in una stanza piena di persone ...”

“Okay”ripetei a denti stretti: “Ho capito”

“Qualsiasi cosa ci sia stata fra te e me ...”mormorò: “È finita”. Mai avrei pensato che due parole potessero rovinarmi come queste. Una vocina nella mia testa mi diceva che sarebbe successo prima o poi e pensavo di essere pronta, ma non lo ero. Alex parlava con un tono calmo ma deciso ed era proprio questo a farmi stare ancora più male. Julie mi avrebbe detto di sicuro di stargli alla lontana, Julie mi avrebbe ordinato di non scriverci canzoni insieme. Julie avrebbe preparato una tabella con gli orari in cui lui frequentava lo studio e si sarebbe preoccupata di mandarmi lì quando lui non era presente. Ma Julie era alla Sorbonne ed io ero qui come una stupida, il cuore infranto da due piccole parole.

“Okay”. Okay? Era l’unica cosa che riuscissi a dire? Alzai lo sguardo al cielo per evitare alle lacrime di scendere copiosamente. E ora, cosa avrei fatto? Stavamo registrando un album nello stesso studio, avevamo solo amici in comune ed avevamo un contratto sotto la stessa etichetta.

“Ams?”

“Ti dispiace dire agli altri che son dovuta correre a casa perché avevo mal di testa?”lo interruppi prima che le lacrime scendessero come cascate dai miei occhi.

“Vuoi che ti accompagni?”

“No, vado da sola”

“Mi dispiace”

“E di cosa?”cercai di scherzare, ma ero lì lì per crollare e non alzarmi più. Lo guardai negli occhi perché una piccola parte di me desiderava solo che tutto questo fosse uno scherzo, ma aveva lo sguardo più deciso che avesse mai avuto. Era il segno che dovevo smetterla di amarlo, perché quelli erano gli occhi di qualcuno che non mi avrebbe mai più amata.

Clinging to not getting sentimental
Said she wasn't going but she went still
Likes her gentlemen not to be gentle
Was it a Mecca dauber or a betting pencil?

“Buona fortuna”mormorai avvilita ed andai via, a piedi, nella casa che avevamo affittato coi ragazzi, in cui tornavamo ogni volta che registravamo un cd. E d’un tratto mi sentii come la piccola Amy diciassettenne, quella che era corsa via dopo aver scoperto che il ragazzo che le piaceva era fidanzato. Di colpo tornai a dieci anni prima, ad indossare magliette larghe e scarpe vecchie e coi buchi, a correre da sola verso casa, per scappare dalle delusioni. Ma questa volta nessuno mi correva dietro, nessuno mi circondava con le sue braccia e mi spiegava cos’era successo. Questa volta non aveva scelto me. Non ero più io a renderlo felice, non ero più la ragazza che gli faceva dimenticare la sua fidanzata. Ero solo una stupida illusa che era cascata ancora una volta nel tranello della vita.

You're falling about
You took a left off Last Laugh Lane
Just sounding it out
But you're not coming back again

 

   
 
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