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Autore: MC_Outlaw    15/04/2018    3 recensioni
Nessuno è immune dall'essere akumizzato, perché nessun cuore può evitare i sentimenti negativi. Gli eroi di Parigi si ritroveranno ad affrontare una delle situazioni che mai avrebbero potuto considerare
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Avvertenza giusto per: Il capitolo contiene probabili spoiler degli episodi della S2 usciti al momento solo in paesi esteri

 

Parigi, mattinata inoltrata, Collegio Françoise Dupont. Il giovane Adrien era appostato in un angolo assieme ai suoi tre compagni di classe Nino, Kim e Max, con aria attenta e sguardo scattante in ogni direzione. Sapeva bene che quello era uno dei giorni dell’anno in cui, per lui, era estremamente scomodo stare in giro. Era un giorno pieno di imboscate, pedinamenti continui e attenzioni indesiderate da tutte le sue fan… era il giorno di San Valentino

Sapeva bene di essere in pericolo, ormai la notizia si era un po' sparsa e tante ragazze sapevano che frequentava quella scuola. Non sapeva dove, quando o quante, ma sapeva che prima o poi qualcuna di loro si sarebbe fatta avanti per gettarsi al suo collo. O alle sue braccia. O a qualsiasi appiglio che il suo corpo costituisse. I suoi compagni di classe, oltre a fargli da scudo umano durante la piccola ora buca, dato che le ammiratrici potevano persino annidarsi nel cortile del collegio, erano lì anche per aiutarlo ad uscire dalla scuola indenne. Stavano infatti approfittando di quell’ora, buca per la mancanza di un insegnante, per finire di organizzare la loro idea. Max aprì lo zaino, tirando fuori dei vestiti tali e quali a quelli che Adrien indossava solitamente

“Sei sicuro che basterà?” chiese, porgendo il cambio a Nino

“Credimi, ha già funzionato” rispose Adrien, ricordando l’esperienza passata affrontando Gorizilla “Quando Nino uscirà con questi addosso ed il volto coperto, lo scambieranno tutte per me, ed avrò la possibilità di andarmene senza essere visto. A proposito, grazie ancora per aver accettato questo… ecco… diversivo”

“Ma figurati!” rispose l’amico, mettendogli una mano sulla spalla “E poi ho sempre voluto provare l’ebbrezza di essere famoso!”

“Sono convinto che dopo oggi cambierai idea...” commentò Adrien, divertito e amareggiato allo stesso tempo. Kim scosse la testa

“Adrien, davvero non so come possa non piacerti. Intere file di ragazze pronte a gettarsi ai tuoi piedi e a te non interessa...”

“Allora perché lo stai aiutando?” gli chiese Nino, quasi a provocarlo. Kim però non se la prese e spiegò a cuor leggero

“Perché l’anno scorso in questo giorno sono diventato Dark Cupido. Diciamo che voglio fare un po' di ammenda per quei problemi dove riesco, tutto qua”

“Non hai niente di cui farti scusare” gli disse il biondino, proseguendo “E comunque, sono file di ragazze che non conosco e che sono attratte solo da quello che faccio, non da chi sono. Non potrei mai mettermi con una ragazza qualsiasi… deve essere quella giusta” terminò, focalizzando i suoi pensieri su quella che sentiva come la sua anima gemella, la straordinaria Ladybug

 

Dalle scale del piano superiore, una ragazza osservava con aria persa il suo coetaneo Adrien mentre passava il tempo con gli amici, stringendo in mano una busta di carta chiusa con un adesivo a forma di cuore rosso trafitto da una freccia. Era Marinette, la nervosissima e su di giri Marinette, che non si accorse neanche della presenza della sua amica Alya fino a quando la stessa non le mise una mano sulla spalla, facendola trasalire e quasi lanciare in aria la lettera

“Allora, hai intenzione di farlo o ti serve un invito?” esclamò lei, aumentando ancora di più lo spavento della ragazza

“Alya!” esclamò Marinette in risposta, per paura che qualcuno potesse sentirla, iniziando poi a bisbigliare “Ho detto che lo farò e lo farò, solo… mi serve un po' di tempo”

Osservò nuovamente la lettera, ripensando e rimuginando ancora una volta su ciò che si era prefissata di fare. Dopo il fallimento dell’anno scorso, dettato unicamente dalla sua dimenticanza di aggiungere una firma, quest’anno aveva intenzione di riprovare a dare una lettera ad Adrien, con scritto un piccolo poema sui suoi sentimenti per lui. Aveva controllato tre volte che ci fosse il suo nome prima di chiuderla, più una quarta occhiata di Alya, per sicurezza

“E quando, tra una settimana?” rispose scherzando “Sai già che Adrien scapperà dritto a casa appena finita la scuola”

Erano state fortunate che il ragazzo avesse scelto proprio il ragazzo di Alya come “controfigura” momentanea e che lui la avesse avvisata della cosa, prima di creare imbarazzanti equivoci.

Ovviamente, il passaparola con l’amica era inevitabile. Ed adesso mancavano solo pochi minuti alla fine delle lezioni, il tempo era agli sgoccioli

“Non ci starai ancora ripensando, vero?” continuò Alya, non avendo ricevuto alcuna risposta

“...certo che no!” rispose Marinette, un po' titubante ma decisa “Insomma, non andrò mai da nessuna parte continuando come ho fatto fin’ora… ed oggi è un occasione perfetta. Andrò fino in fondo, stanne certa!”

“Ottimo, allora che aspetti?” le chiese, fiduciosa nelle intenzioni dell’amica. Lei, in risposta, si coprì il volto con la lettera

“Secondo te perché sono seduta sulle scale e non in piedi?… mi tremano le gambe talmente tanto da non riuscire a camminare… sono seduta qui da dieci minuti aspettando che passi”

Alya sbarrò gli occhi e vide che effettivamente le ginocchia dell’amica non riuscivano a stare ferme. Non poté trattenere una risatina “Certe cose non cambieranno mai”

Si alzò in piedi, trascinando Marinette con se per le spalle. Stava in piedi, più o meno, ma aveva le ginocchia quasi incrociate ed era instabile. Per darle la spinta di cui aveva bisogno, le diede una pacca sul sedere e le fece percorrere tutti i gradini restanti con un salto, bloccandosi quasi terrorizzata con la lettere tra le mani e lo sguardo rivolto ai ragazzi. Alya le camminò a fianco e le disse due ultime parole

“Vai e fatti valere!”

Ora che si era ritrovata lì, neanche lei ne era più sicura. Appena Alya si allontanò completamente, Tikki fece capolino restando nascosta nella sua borsetta

“Avanti Marinette! Ce la puoi fare!” le disse sorridendole

Marinette, che ora riusciva a camminare senza problemi, si ritrovò davanti ad una delle camminate più lunghe della sua vita. Ma di una cosa era certa. Per quanto faticosa sarebbe stata, l’avrebbe fatta tutta. Mise su uno sguardo determinato, sospirò e iniziò a camminare

Ovviamente, nella sua testa si affollarono mille e mille pensieri. Tutte le possibili situazioni che si sarebbero potute creare da lì al suo arrivo, dalle reazioni di Adrien al suo modo di agire, l’ipotesi che rifiutasse o che accettasse, qualsiasi cosa possibile ed immaginabile

Ma se ne rese presto conto. E, nella sua testa, si fece strada un unico pensiero

\Se non ci provo, non avrò mai una risposta…. ed io la voglio quella risposta!\

Ben conscia di questo, riuscì a calmarsi. Fu in grado di bloccare l’enorme afflusso di pensieri che la stavano mandando in paranoia ed a riprendere il controllo della situazione. Era a pochi passi dall’amore della sua vita e, per la prima volta da tanto tempo, aveva tutto sotto controllo

 

I ragazzi avevano già visto da prima Marinette avvicinarsi. Erano rimasti in tre, con che Nino si era già andato a cambiare per mettere in atto il piano di fuga. Visto che erano in tre, nascose dietro la schiena la busta come se non fosse nulla di importante

“Ciao ragazzi” disse loro sorridendo, per poi pensare ad una scusa per mandarli via “Avrei bisogno di parlare due minuti da sola con Adrien, riguardo a… una cosa… un-un… informazione su suo padre! Si, vorrei chiedergli una cosa, ma è un po'… imbarazzante, è per i capi di moda che creo e...”

“Non dire altro, abbiamo capito” la interruppe Kim alzando una mano “Vi lasciamo parlare tranquilli”

I due ragazzi si allontanarono assieme, lasciando da soli Marinette ed Adrien. Il ragazzo le sorrise “Marinette, finalmente ti sei decisa!”

Lei, credendo che avesse capito ciò che voleva fare, arrossì e cominciò a balbettare “Ah… io… decisa? Finalmente? Ma tu allora...”

“Io ho sempre saputo che saresti potuta diventare una grande stilista!” Rispose lui, quasi entusiasta

“Co...Cosa?” replicò lei, presa in contropiede dalla sua reazione

“Vediamo se indovino: vuoi chiedermi se è possibile farti incontrare con mio padre per parlare delle tue idee, ma ti vergognavi a dirlo di fronte agli altri!”

“I-Io...” cercò di rispondere lei, ma senza riuscirci

“Sono sicuro che si possa fare qualcosa. Non lo da molto a vedere, ma va ancora molto fiero del cappello che hai presentato durante il concorso che avevamo dato qui a scuola. Se gli presenti qualche altra tua creazione, anche solo i disegni, vedrai che...”

“A-Adrien, aspetta” riuscì ad interromperlo lei “Non è per quello che… che sono qui”

Il ragazzo si ritrovò spaesato “Ma… come no? Hai detto che volevi un informazione su mio padre, per i tuoi capi”

Vedendo la reazione del ragazzo, fu quasi sul punto di far finta che fosse per quello che era lì. Di sicuro, mesi prima lo avrebbe fatto, mandando tutto a monte un’altra volta. Ma adesso era maturata, non si sarebbe fermata, non quella volta

“Era… era solo una scusa, volevo parlarti in privato”

“...ok, ti ascolto” rispose Adrien, adesso incuriosito

Marinette emise un sospiro e gli mostrò la lettera. Adrien sussultò per un momento, vedendo l’adesivo

“Adrien, è da quando sei arrivato in questa scuola che io... voglio dirti le cose che ci sono scritte qui dentro. Ma sono sempre stata troppo timida per anche solo provarci. E lo sono tutt’ora, per questo, ecco, te le ho scritte. L’unica cosa che sento di riuscire a dirti di persona...” prese un altro sospiro, poi con un tuffo al cuore proseguì “… è che tu mi piaci Adrien

Allungò la lettera con entrambe le mani, abbassando leggermente lo sguardo con un lieve rossore sulle guance, ma senza distoglierlo completamente da lui. Adrien, senza dire una parola, prese la lettera e la osservò

“Marinette… sei una ragazza stupenda. Sei davvero speciale per me. Ed io… apprezzo quello che provi per me. Lo apprezzo davvero tanto...”

Per un secondo, il cuore di Marinette sembrò riempirsi di gioia. Lui, invece, sospirò, dispiaciuto e affranto

“… ma…”

Solo queste due lettere bastarono a gelare il sangue della ragazza

“Io… io sono già innamorato di un’altra ragazza” terminò, abbassando lo sguardo, per paura di incrociarlo con quello di Marinette in un momento del genere. In cuor suo sapeva di non stare mentendo, Marinette era probabilmente la ragazza migliore che avesse incontrato in quella scuola

Ma nonostante questo, per lui esisteva soltanto la sua Ladybug. Sapeva già di essere stato praticamente rifiutato quando affrontarono Glaciator, ma non si era dato per vinto, era sicuro di poterle fare cambiare idea. Il suo amore per lei non era cambiato, così come non erano cambiate le sue intenzioni di farla innamorare. Questo, purtroppo, a discapito della compagna di classe

“Mi dispiace...” riuscì a dire, ben sapendo di non poter dir nulla di più per tenere nascosto di chi fosse innamorato. Ma quando alzò lo sguardo, si preoccupò

Marinette era immobile. Sembrava non essere più lì. Era passata dall’essere totalmente convinta e fiduciosa al vedersi crollare il mondo addosso. Sapeva che in certe questioni c’è sempre da aspettarsi un rifiuto, ma sentirsi rifiutati fu un colpo più duro di quanto si aspettasse. Una parte di lei sembrava essere morta

“Marinette…?” cercò di chiamarla a se, sperando di farla riprendere

Avvicinò la mano a lei, senza sapere cosa fare. Ed in quel momento suonò la campanella

 

Le porte del collegio si spalancarono in un batter d’occhio. Una schiera di ragazze capitanate da Chloe si riversò nel cortile. Erano piene di lettere, biglietti, regali e quant’altro. La figlia del sindaco individuò subito Adrien e lo indicò alle altre

“Eccolo! Visto, ve lo avevo detto che sapeva dov’era!”

Come una calca impazzita, gli corsero immediatamente incontro. Kim, intuendo il pericolo, corse subito verso Adrien accompagnato da Max

“Marinette, finirete di parlare un’altra volta, dobbiamo proprio scappare adesso!” gli disse, per poi farsi aiutare dall’amico occhialuto a portarlo via di lì di peso

Afferrandolo in quel modo così forzato e frettoloso, al ragazzo scivolò via di mano la lettera di Marinette, che cadde esattamente sopra le scarpe della ragazza

Lui si voltò un’altra volta, guardandola in faccia. Non credeva di aver mai visto un’espressione più cupa di quella. Marinette, mossa da quella che non era sicuramente la sua volontà, si piegò e raccolse la lettera. E quella fu l’ultima cosa che Adrien vide, prima di sparire nei corridoi della scuola

La giovane osservò la lettera. Non c’era un minimo di emozione nei suoi occhi. Alya, che aveva sentito il baccano, corse a vedere cosa fosse successo

“Cosa diavolo è stato?” le chiese, non ricevendo però risposta

“Marinette?” la chiamò, sperando che la sentisse. Poi, dopo qualche istante, video che si era quasi messa a tremare ed iniziò a preoccuparsi “Marinette? Che succede?”

Con la voce a pezzi, la ragazza le rispose ciò che riuscì “Succede… che… che Adrien è già... innamorato… di un’altra...”

L’amica comprese in un istante cosa fosse successo “Marinette, mi… mi dispiace...”

“Non fa nulla...” rispose, allontanandosi a piccoli passi verso l’uscita “Io… devo andare, adesso”

Alya non riuscì a muoversi, sia per il dispiacere che provava nei suoi confronti e sia per il profondo senso di tristezza che sentiva venire dall’amica. Non sapeva cosa dire né cosa fare, se non osservarla allontanarsi affranta

 

Non camminò a lungo. Si inoltrò in un vicolo poco trafficato poco lontano dalla scuola. Si appoggiò al muro, per poi lasciarsi scivolare con la schiena lungo la parete, sedendosi per terra. Non essendoci nessuno, Tikki poté uscire senza pericolo. Ma neanche lei, come Alya, sapeva come aiutarla

Marinette continuò ad osservare la lettera che avrebbe voluto dare ad Adrien, piegata su di essa, con gli occhi lucidi. Anche se sapeva che c’era la possibilità di essere accettata, il colpo fu troppo da reggere. Alcune lacrime cominciarono a scivolare dal suo volto, finendo sulle sue mani e sulla busta

Ma si sa, il detto dice “Mors tua vita mea”. Dalle sofferenza di qualcuno, c’è sempre qualcun altro che ne beneficia. E quel qualcuno, a Parigi, era sempre Papillon. Dal suo covo, sentì chiaramente i sentimenti negativi che affollavano il cuore di Marinette. La cupola dalla quale rilasciava le sue Akuma si aprì, rivelando la luce del sole

“Il dolore di essere rifiutati dalla persona amata, per di più in un giorno come San Valentino… un sentimento estremamente potente”

Percependo meglio il potere, notò anche che si trattava di una forza smisurata, qualcosa che nelle sue precedenti vittime non era presente

“Effettivamente, non credo di aver mai sentito nulla di più potente di questo… hehehe... grazie, figlio mio, credo che tu mi abbia offerto una grande opportunità”

Con il potere dato dal Miraculous della Farfalla, prese una delle candide farfalle che svolazzavano lì attorno e la caricò di energia malvagia, rendendola la sua nuova arma

“Vola da lei, mia piccola Akuma, ed oscura il suo potente cuore spezzato!”

 

Tikki si stava sforzando di tirare su di morale l’amica, ma non riusciva a venirle in mente nulla

“Marinette, ti prego, devi cercare di tirarti su…” gli disse, affranta solo a vederla stare così

“Non ci riesco...” singhiozzò lei, cercando di asciugarsi il dolore “Adrien… dovevo aspettarmelo… uno come lui doveva avere per forza qualcuna di cui essere innamorato… e quella… non sono io...”

In pochi attimi, il piccolo demone trovò senza problemi la ragazza. Tikki si accorse della sua presenza solo quando ormai era troppo tardi, l’Akuma si era già infilata dentro la lettera

“No! Marinette!” esclamò, capendo la situazione. Attorno al suo viso si creò il simbolo di Papillon

“Venere di ferro!” esclamò lui, parlandole telepaticamente “Io sono Papillon. Sento il tuo cuore distrutto, ed ho intenzione di aiutarti a sistemare le cose. Ti darò il potere necessario affinché tu possa prenderti ciò che desideri, liberandoti di tutte coloro che si mettono in mezzo a te ed al tuo amato. In cambio, desidero solo che tu mi consegni i Miraculous della Coccinella e del Gatto Nero”

“Io… io...” balbettò lei, accettando inconsciamente il patto offerto dal malvagio Papillon. La lettera venne avvolta dall’oscurità, così come il suo corpo, ma non prima che Tikki potesse dire la sua

“Marinette! Non devi lasciare che Papillon prenda il controllo di te! Combattilo! So che puoi farcela!”

“… cosa? Chi sta parlando?!” esclamò lui, confuso

Normalmente, Papillon poteva vedere esattamente ciò che vedeva le persone che akumizzava. Ma, per la prima volta, la sua visione fu in qualche modo oscurata. Si diede però come spiegazione la potenza dei sentimenti negativi di Marinette

“Non importa… non darle ascolto. Hai la possibilità di avere la persona che ami. Vuoi forse rinunciarci?”

“Adrien...” mugugnò lei di nuovo. Papillon pensò che fosse il momento adatto per spingere con la trasformazione e, come risultato, la forzò ad accettare ed a mutare

Ma aveva fatto male i conti. Marinette, degna di portare il Miraculous della Coccinella, possedeva un cuore potentissimo, tanto nei sentimenti negativi quanto in quelli positivi. E quell’ultima parola in favore del suo innamorato le era solo servito per riprendersi. Anche se stava soffrendo, prendere Adrien con la forza facendo del male a qualcuno non era la risposta al suo problema

Si riprese giusto in tempo per vedere Tikki mortalmente preoccupata, mentre la sua testa ancora non era avvolta dall’oscurità. Sentiva, però, di non poter fare più di quello: la mutazione forzata di Papillon non poteva essere più fermata. Riuscì però a liberarsi dal suo controllo mentale, almeno per il momento, ed a prova di ciò il simbolo di Papillon sparì dal suo volto

“Tikki… che cosa ho fatto...” le disse, spaventata, per poi pensare ad una soluzione “Ascolta, devi prendere gli orecchini e andare a cercare Chat Noir! Solo lui può risolvere questo disastro!”

“Ma… no!” rispose, contrariata “Non posso lasciarti da sola! Non voglio!”

“Devi farlo, per ora! Ti prego… non so cosa potrebbe fare Papillon, se capisse che ho io i Miraculous”

Anche se fortemente in disaccordo con quell’idea, Tikki fece come chiesto dall’amica. Le tolse entrambi gli orecchini e le diede una carezza sulla guancia

“Andrà tutto bene Tikki” le disse la ragazza, cercando di sorriderle

“Sono io che dovrei dirlo a te… cerca di resistere!”

La piccola kwami volò subito via, più veloce che poteva. Sapeva bene dove andare a cercare Chat Noir

Poco dopo la partenza di Tikki, Papillon riuscì a ristabilire il collegamento con Marinette

“Dannazione… credo di dover ancora imparare ad usare bene questi poteri” commentò tra se e se “Sembra che gestire persone con un cuore tanto potente mi dia problemi. Beh, non importa… adesso, vai!”

Alle sue parole, la mutazione fu completa. Marinette sparì, venendo rimpiazzata da Venere di Ferro, un’armatura semovente dalla stazza due volte più grande di quella della ragazza, praticamente grossa quanto un autobus, che non lasciava trasparire nulla di lei. Le braccia e le gambe erano totalmente corazzate come se fosse l’armatura di un cavaliere, mentre l’elmo le copriva totalmente il capo. Raffigurava una giovane donna, con gli occhi chiusi ed accesi di bianco dai quali scendevano delle lacrime stilizzate. Sul petto invece si trovavano in rilievo quelle che dovevano rappresentare le braccia della donna, una con in mano la lettera e l’altra appoggiata all’ipotetico cuore dell’armatura. Sulla schiena si agitavano furiosi una decina di tentacoli di ferro, che sembravano quasi totalmente incontrollati, benché in realtà fossero mossi unicamente dalla volontà di Venere di Ferro

Ma, ancora una volta, il forte cuore di Marinette sembrò salvarla almeno in parte dalla malefica influenza dell’Akuma. All’interno dell’armatura, il suo cuore e la sua mente risplendevano nell’oscurità, rendendo lei e Venere di Ferro due entità separate che condividevano lo stesso corpo

\Devo… resistere… Papillon… non mi avrà...\ continuava a ripetersi Marinette nella testa, per resistere alla corruzione del nemico

Ma quella, purtroppo, era solo la sua condizione mentale e spirituale. Il corpo, nel frattempo, stava già per iniziare a seminare caos

Il colosso di ferro uscì fuori dal vicolo ed adocchiò subito una coppia di ragazze che camminavano tranquille per le vie di Parigi. Appena la videro cercarono di scappare, ma non si sfugge a Venere di

Ferro se diventi la sua preda. I tentacoli sulla sua schiena scattarono fischiando addosso alle due malcapitate, stringendole nella loro morsa. Non erano pensati per stritolare, ma per qualcosa di forse ben peggiore. Dopo pochi attimi avvinghiati a loro, le due si ritrovarono sigillate all’interno di un blocco di ferro delle loro fattezze e nella posa in cui si trovavano. Venere di ferro, finito con loro, le lasciò cadere a terra per proseguire nella sua opera

 

Casa Agreste, luogo in cui si trovava Adrien in quel momento. Il suo piano aveva funzionato alla grande, persino Chloe era cascata nel trucco della controfigura e lei, assieme a tutte le altre ragazze, si erano messe ad inseguire Nino, permettendo a lui di salire nella macchina del suo bodyguard indisturbato. Si trovava al telefono con Nino, che si era fatto una bella sudata per non farsi prendere subito

“Erano assatanate, ti dico!” esclamò lui, sconvolto ma comunque divertito “Ma la loro faccia quando hanno capito che non ero te è stata fantastica, sarebbe da organizzare come pesce d’aprile”

“Si, sarebbe divertente...” commentò lui, con fare demotivato, cosa che Nino non fece fatica a notare

“Che hai? Mi sembri un po' depresso”

“Ah, no, niente, solo… ecco… mio padre mi ha dato la lista dei prossimi servizi fotografici che devo fare, sono un bel po'. Sarò impegnatissimo” rispose, per evitare di parlare di ciò che era successo con Marinette

“Capisco. Beh, se hai bisogno, io sono sempre disposto a sostituirti!”

“Grazie, Nino. Ci sentiamo” gli disse, riattaccando dopo che anche l’amico lo salutò

Si buttò di schiena sul letto, osservando il soffitto con tristezza. Si sentiva a pezzi per come Marinette aveva reagito al suo rifiuto, ma non sarebbe potuta andare diversamente. Lui aveva occhi solo per Ladybug e per nessun altra. Plagg, ora che c’era totale calma, saltò fuori per stiracchiarsi un po', ma anche per fare da voce di conforto al ragazzo

“Sai, quando mi sento giù, un po' di camembert mi tira sempre su!” disse, prendendo il nauseante formaggio dal frigo e divorandone un enorme fetta, offrendone un’altra ad Adrien, che senza tanti complimenti rifiutò

“No, grazie, ma non penso che del formaggio mi potrebbe aiutare” disse, scostandolo per non sentirne il tanfo “Mi sento uno schifo. Potrei aver rovinato il rapporto con Marinette… ma non pensavo davvero che gli piacessi in quel modo… credo che ormai da quando c’è Ladybug non riesca più a vedere certe cose...”

Plagg si sentì quasi strozzare. Dopo lo scontro con il Gufo Nero, lui sapeva bene che Marinette e Ladybug erano la stessa persona, ma non poteva dirlo. Neanche in una situazione assurda come quella. Per cercare di stare zitto, ingurgitò anche la seconda fetta di camembert ed accese la televisione, sperando che aiutasse sia lui che Adrien a distrarsi

Ed effettivamente ci riuscì. Il primo canale in cui si sintonizzò il dispositivo stava già trasmettendo notizie su Venere di Ferro

“Ormai sono dozzine le vittime di questo nuovo supercattivo, che pare essere a caccia unicamente di donne” disse, mostrando scie di statue di metallo per le strade della città, tutte di ragazze. Per poi passare a fare vedere immagini di auto della polizia ribaltate “Le autorità non possono nulla contro il suo corpo, che pare essere costituito interamente di ferro. Possiamo solo sperare nel rapido intervento di Ladybug e Chat Noir per fermarlo, prima che tutta Parigi diventi una sua vittima”

Adrien capì che non era il momento di abbattersi. Si alzò a sedere sul letto per poi saltare in piedi, alzando il suo anello

“Dobbiamo intervenire subito. Plagg, trasformami!”

Il suo consueto processo di trasformazione fece assorbire il kwami nero all’interno dell’anello, donandogli l’aspetto ed i poteri di Chat Noir. Si appollaiò poi sulla finestra, ma prima di andare cercò subito di chiamare Ladybug, per avere sue notizie. Ma non ricevette nessuna risposta

“Accidenti, spero sia al corrente della situazione...”

“Chat Noir!” esclamò una voce acuta proprio davanti a lui, che lo fece ribaltare all’indietro per la sorpresa. Alzò lo sguardo da sdraiato e vide svolazzare di fronte a lui Tikki, che lo aveva raggiunto appena in tempo “Per fortuna sei ancora qui!”

“Tu… sei un kwami?” chiese, pur sapendo che era l’unica risposta possibile. Vide anche nelle sue mani gli Orecchini della Coccinella e mise assieme le cose “Sei il kwami di Ladybug! Ma che cosa ci fai qui? E dov’è lei?”

“È per questo che sono qui!” gli rispose, indicando poi il servizio sulla Venere di ferro alla televisione “Quella è Ladybug!”

“...c-cosa?!” Chat Noir saltò sul posto, sconcertato ed incredulo “Ladybug… è stata akumizzata?! Ma… come?! Che le è successo?”

Tikki faticò un po' a non sbattergli in faccia la colpa, ma non poteva farlo, o avrebbe rivelato l’identità di Marinette

“Non te lo posso dire, ma sappi questo, lei è ancora se stessa dentro quella corazza! Il suo cuore e la sua mente stanno lottando per non farsi soggiogare, posso sentirlo chiaramente!”

“Vuoi dire che non è stata completamente akumizzata?”

“Proprio così. Voi due avete dei cuori estremamente potenti, anche se Papillon tenta di akumizzarvi potete resistergli. Ma… per lei non durerà a lungo. Per ora abbiamo un po' di vantaggio, potrebbe riuscire a sforzarsi di non combatterti e lasciarsi liberare, ma ha lasciato passare troppa oscurità. E se dovesse lasciarsi controllare del tutto, diventerà un supercattivo che neanche tu e Ladybug assieme potreste sconfiggere...”

“Milady… giuro che ti libererò!” esclamò “Dov’è l’akuma?”

“Nella busta che tiene in mano l’armatura” rispose, avvicinandosi allo schermo per indicargliela

“Perfetto. Andiamo!”

Detto ciò, fece appoggiare Tikki sulla spalla e si lanciò fuori dalla finestra utilizzando il bastone come le eliche di un elicottero per planare e salire di altitudine, cominciando a saltare di tetto in tetto per raggiungere Venere di Ferro

 

Al centro dello Champ de Mars, il supercattivo aveva preso altre tre ragazze nella sua trappola, lasciandole nelle mani di un ragazzo loro accompagnatore

\Maledizione… non riesco… a fermarlo...\ si disse Marinette, che continuava a tentare con tutte le sue forze di ostacolare l’assalto di Venere di Ferro

Ma la caccia non aveva mai fine, e poco più avanti aveva già adocchiato un’altra vittima. Era una compagna di classe di Marinette, Mylene, assieme al suo fidanzato Ivan. I due erano già nel parco quando il colosso era arrivato ed adesso tentavano di scappare, ma erano troppo lenti per quell’armatura

\No… correte…!\

Non le servì neanche muoversi, uno dei tentacoli sulla sua schiena scattò in mezzo al parco e si fiondò su Mylene, cercando di afferrarla. Ma Ivan non sarebbe rimasto fermo a non fare nulla. Con tutta la velocità possibile, prese un grosso ramo caduto e lo utilizzò come randello e scudo, cercando di evitare in tutti i modi che afferrasse la compagna

Marinette però sapeva che non sarebbe bastato, anzi, peggiorò solo le cose. Venere di Ferro, innervosita dalla resistenza del ragazzo e non controllata dal desiderio della sua origine, fece scattare un secondo tentacolo ed afferrò prima lui e poi Mylene

\Lasciali… stare… non… toccarli!\ disse Marinette, sforzandosi ancora più di prima. Per la prima volta, il corpo sembrò ascoltarla, ed infatti si limitò a tenerli per un po' nella sua presa senza però trasformarli Per loro fortuna, inoltre, Chat Noir arrivò al momento opportuno. Estrasse il suo bastone e diede due potenti randellate ad entrambi i tentacoli, riuscendo a liberare la coppia

“Andate via, me ne occupo io adesso!” gli disse, ponendosi davanti a loro

“Grazie Chat Noir!” esclamò Ivan, prendendo Mylene per la mano e correndo via

Chat Noir si voltò verso Venere di Ferro, il bastone tra le mani pronto a colpire. Marinette fu estremamente sollevata di vederlo, in più vedendo Tikki in sua compagnia capì che sapeva tutto

“Mi raccomando, combattila come se fosse un normale cattivo, non possiamo fare capire a Papillon che lei è Ladybug!” gli sussurrò il kwami rosso

“Ci proverò” rispose, restando comunque preoccupato. L’idea di farle del male non gli andava certo a genio, però sapeva bene che era necessario

Papillon, vedendo uno dei suoi obiettivi, si mise subito a comunicare con Venere di Ferro “Mi raccomando, prendi il suo anello prima di trasformarlo in una statua!”

Il supercattivo, ricevuto l’ordine, fece scattare all’unisono tutti i suoi tentacoli verso Chat Noir, che iniziò ad evitarli tutti con estrema maestria, sia schivandoli che deviandoli con delle bastonate.

Probabilmente quella era una delle occasioni in cui era più determinato che mai. Si era spesso trattato di persone che lui conosceva ed a cui voleva bene, ma questo era un caso particolare proprio come quello di suo padre quando divenne Collezionista. Ladybug era speciale per lui, ed avrebbe fatto tutto il necessario per tirarla fuori da quella situazione. Marinette stessa si sorprese di come Chat Noir, che di solito si faceva beffe dei nemici, stesse combattendo in modo così serio. E sapeva bene che era perché li dentro c’era lei e non qualcun altro, lo percepiva dai suoi modi

Purtroppo, però, non sarebbe bastata la serietà e la determinazione per sistemare le cose. Colpire a bastonate un’armatura di ferro non era esattamente la migliore delle strategie, ed anche quando il supereroe si avvicinava abbastanza al suo corpo per colpirla, non sapeva neanche come fare a prendere la lettera, figurarsi distruggerla

Inoltre, non poteva andare avanti a schivare in eterno. Ed infatti dopo un’altra ottima serie di acrobazie, un singolo attacco lo colpì dritto alla schiena, facendolo volare via e facendo anche cadere Tikki poco distante

Adesso erano a terra, in leggera difficoltà a rialzarsi, e Venere di Ferro sembrava volerne approfittare. Alzò tutti i tentacoli, pronti a schiantarli senza pietà sulla figura del supereroe in nero

\No… ferma… non ...toccare… non toccare Chat Noir!!\

Il forte cuore della ragazza e la sua perseveranza mentale si fecero nuovamente sentire. L’armatura si blocco, ed i tentacoli tornarono al loro posto sulla schiena. Papillon inoltre non ebbe il tempo di capire cosa ebbe successo, in quanto la presa di posizione di Marinette interruppe nuovamente il collegamento mentale

Tikki, nonostante il volo e la caduta, si rialzò quasi del tutto illesa e tornò immediatamente da Chat Noir

“Tutto bene?!” gli chiese, preoccupata

“...ack… no, non va tutto bene… “ rispose lui, rimettendosi in piedi dolorante e stringendo i pugni “Non ho idea di come fare! Di solito è Ladybug che risolve tutto con il Lucky Charm, io mi limito a distruggere qualcosa e a darle supporto…” strinse il bastone, irritato “Lei è la supereroina, io sono solo il suo aiutante… e nonostante questo, non riesco ad aiutarla! Maledizione!”

“Questo non è vero!” rispose lei “Tu sei un supereroe tanto quanto lei! È vero, Ladybug rimette a posto tutto il disastro causato da Papillon, ma non potrebbe mai farlo senza di te!”

“Tu dici? A volte credo di esserle più d’ostacolo che altro… quante volte sono stato preso dal nemico? Contro Reflekta, Principessa Fragranza, Burattinaia… e sono solo alcune delle volte”

“Nessuno è perfetto… neanche Ladybug. Persino a lei capita di fare errori, ma non si arrende e fa sempre di tutto per risolverli. Anche adesso che è stata akumizzata, sta cercando di tenere a bada il corpo di Venere di Ferro per aiutarti. E tu non mi sei mai sembrato da meno! Nonostante tutte le volte in cui i supercattivi ti hanno preso, ti sei sempre rialzato per combattere! E anche adesso ti rialzerai e combatterai per lei”

Chat Noir, pensandoci bene, capì che Tikki aveva ragione e le sorrise, rialzandosi e mettendosi di nuovo in posizione di combattimento. Poi, però, riprese un po' di sfiducia, osservando il suo bastone

“Ma come dovrei fare? Il suo corpo è troppo resistente, non posso neanche rimuovere l’akuma”

“Credo… che un modo ci sia. Finché Ladybug e Venere di Ferro non sono una cosa sola, puoi usare il Cataclisma per eliminare il corpo senza farle del male. Però, se sono un minimo troppo unite…”

Chat Noir osservò la sua mano, pensando se fosse davvero quella la risposta. Poi tornò ad osservare Venere di Ferro, che all’improvviso sembrò essersi fermata. Probabilmente Ladybug la stava ancora trattenendo

\Chat… Noir… aiutami… ti prego...\

Strinse il pugno

“Dimmi, piccola...” disse, come a chiederle il nome

“Tikki” rispose lei

“Dimmi, Tikki, hai la stessa fiducia nel cuore di Ladybug che ho io?” chiese, ricevendo un cenno positivo in risposta. Il supereroe, dopo quella conferma, alzò la mano al cielo

“CATACLISMA!”

Pronunciata la parola, attorno all’artiglio si formarono i segni della rovina del Cataclisma, il potere in grado di distruggere qualsiasi cosa. Tikki si appoggiò di nuovo sulla sua spalla, intenzionata ad essere lì con la propria amica con una sua idea in testa

Il supereroe piantò a terra il bastone e lo allungò alla sua massima estensione, fiondandosi a testa bassa e mano avanti verso il petto di Venere di Ferro, che non si mosse di un millimetro, permettendo a Chat Noir di appoggiare la mano sul suo petto. In pochi attimi, l’intera armatura cominciò ad arrugginire ed a disgregarsi

Rimasero solamente la lettera e l’akuma dopo il Cataclisma, oltre che Marinette, ancora lievemente circondata di oscurità, ma che non si notò in mezzo alla ruggine cadente. Tikki, più veloce della luce, si fiondò sull’amica e attivò di sua volontà la trasformazione in Ladybug. Era sua intenzione fin dall’idea di usare il Cataclisma, così che Chat Noir non la scoprisse neanche quella volta in mezzo al caos creatosi, mentre Papillon, che già aveva avuto problemi avrebbe pensato di aver perso semplicemente il contatto con lei di nuovo

 

Chat Noir afferrò la lettera al volo intenzionato a strapparla, ma dovette fermarsi un secondo prima di farlo. La riconobbe, senza alcun dubbio, più di tutto riconobbe quell’adesivo a cuore che la sigillava. Si voltò verso Ladybug, stesa a terra ed ormai libera dall’oscurità, con gli occhi spalancati ed una enorme sensazione di disagio nel cuore

Ladybug si riprese dopo qualche attimo, rimettendosi a sedere, ed osservando Chat Noir

“Micetto! Ce l’hai fatta, sei stato grande! Sei stato...”

Vide però che lui la guardava con aria affranta, con ancora la lettera in mano

“Ehm… la puoi distruggere? Così liberiamo l’akuma e...”

“Sono… sono un vero… idiota...” sospirò lui a sguardo basso, strappando la lettera quasi a malincuore e lasciando volare via l’Akuma. Ladybug, anche senza capire cosa intendesse, si rimise in piedi e tirò fuori il suo yo-yo

“Niente più malefatte, piccola Akuma!” disse lei, aprendo il dorso della sua arma per renderlo adatto alla cattura. Prese poi la mira verso l’Akuma “Ladybug sconfigge il male!” e lo lanciò, afferrandola al volo “Presa!”

L’effetto purificante della Coccinella rese l’Akuma libera dal potere oscuro di Papillon, rendendola nuovamente una farfalla e permettendo a Ladybug di rilasciarla “Ciao ciao, farfallina”

Poi, rendendosi conto che c’era ancora un disastro da sistemare, lanciò in aria il suo yo-yo “LUCKY CHARM”

Detta la formula, lo yo-yo richiamò a se tutta la fortuna del Miraculous della Coccinella, richiamando un oggetto che sarebbe stato utile non allo scontro ma semplicemente a rimettere a posto il disastro. Venne materializzato un semplicissimo anello rosso a pois neri, a cui non diede molta importanza effettivamente, ma che senza volere osservò come sarebbe potuto essere utile. Anche, in realtà, tutto ciò che vide illuminarsi di rosso e nero fu proprio un dito della mano che lo teneva

“Non… capisco, ma ok”

Senza troppi convenevoli, lo lanciò per aria per attivare il suo effetto secondario “Miraculous Ladybug!” ed in pochi attimi tutte le persone mutate in ferro ed il disastro creato da Venere di Ferro vennero totalmente risistemati. Papillon, che non riusciva più da un bel po' di tempo a risintonizzarsi con Marinette, si rese conto che tutto ciò che Venere di Ferro aveva fatto era stato annullato, e che comunque ancora non sentiva la presenza di Marinette

“Tutta quella potenza… ancora non l’ho compresa fino in fondo. Ed un cuore particolare come questo è raro da trovare… Ladybug, Chat Noir, la prossima volta che mi capiterà un simile potere tra le mani, state pur certi che saprò sfruttarlo a vostro svantaggio!”

 

Finalmente, nel pomeriggio inoltrato, la situazione era tornata normale. Ladybug e Chat Noir si erano portati sulla cima della Tour Eiffel per osservare meglio come la situazione a Parigi fosse tornata normale

“Beh, oggi sei stato tu a risolvere tutto gattino, praticamente senza il mio aiuto!” disse Ladybug, un po' scherzosa

Chat Noir però non disse nulla. Aveva ancora la lettera in mano e la osservava basito. Ladybug, però, fraintese la cosa

“Mi… dispiace” disse, facendogli drizzare le orecchie “Io e te tra tutti dovremmo essere gli ultimi a farci akumizzare… sono stata… davvero debole oggi...”

Il ricordo del rifiuto si fece una volta ancora strada dentro di lei, intristendola nuovamente. Chat Noir, che ormai aveva capito tutto, disse abbattuto ed adirato con se stesso “Sono io che devo scusarmi con te… credo di essere la persona più stupida che tu conosca...”

“Ma… di cosa parli?”gli chiese Ladybug “Al contrario, sei stato grandioso oggi! Te l’ho detto! La città è salva solo grazie a te!”

“Non parlo di quello, io...” tentò di dire, ma il suono del suo anello lo interruppe. La trasformazione si sarebbe annullata da lì a breve

“Facciamo che me lo dirai un’altra volta, va bene? Se non vai adesso, tu...”

“Non vado da nessuna parte” disse lui, con fare deciso. Ladybug rimase stranita, Chat Noir stava agendo in maniera strana

“Beh, va bene, allora me ne andrò io...”

Lui la afferrò saldamente per un braccio “No, voglio che resti anche tu!”

“Chat Noir, ne abbiamo già parlato, non possiamo rivelare le nostre...”

“Ora basta!” la interruppe lui, alzando la voce “Tenere le nostre identità segrete ha portato a troppi equivoci… a troppa sofferenza inutile…”

“Ma… che cosa ti prende oggi? Lasciami andare!” disse, cercando di divincolarsi dalla presa, ma lui stringeva davvero troppo forte

 

“Hai almeno il diritto di conoscere la verità, hai il diritto di sapere...” lasciò andare il braccio della ragazza e con un movimento fulmineo si tolse l’anello, ritrasformandosi in Adrien “Perché oggi sei stata akumizzata”

Ladybug non fece in tempo né a girarsi né a rendersene conto, ma lo vide. Non poteva crederci, eppure era lì davanti a lui. Adrien, in carne ed ossa. Portò entrambe le mani alla bocca, non avendo parole per ciò che aveva appena visto

Plagg, sconcertato dal comportamento del ragazzo, saltò fuori preoccupato “Ma che cosa hai fatto? Perché le hai rivelato chi sei?”

“Per la lettera, Plagg” gli disse, mostrandola all’amico “È quella che mi ha dato Marinette questa mattina… ed è inutile che continui a negarlo. Tu l’hai vista senza il costume, l’ho scoperto, non serve più far finta di niente”

Il piccolo kwami non poteva dire più nulla per cercare di mantenere il segreto. Semplicemente gli annui, sorridendogli mestamente. Non era proprio una situazione in cui sorridere

“Io...” disse Adrien, rivolgendosi a Ladybug “La ragazza di cui sono innamorato… è Ladybug. Pensavo che dovessi saperlo...”

Le porse poi indietro la lettera. Solo in quel momento Ladybug sembrò riprendersi dallo shock del momento, osservando prima la busta e poi lui, tremante

“Io… dopo quello che ti ho fatto oggi, non penso di avere più il diritto neanche di leggerla. Per questo sono uno stupido… ti ho sempre avuta al mio fianco, mi hai persino detto che ti piacevo, ed io ti ho solo fatta stare male… non ho saputo riconoscerti. Non penso di meritarti, non penso che...”

“Ora smettila!” esclamò lei, con gli occhi lucidi, sul punto di piangere

“Ladybug...”

“No!” esclamò, annullando la trasformazione “Sono Marinette! E sono colpevole tanto quanto te di averti fatto stare male! È da quando abbiamo i Miraculous che siamo così vicini, tu hai sempre fatto di tutto per farti notare, ed io come una stupida… ti ho sempre respinto!” si asciugò poi un paio di lacrime che avevano iniziato a scendere “Però tu non hai reagito come me… ci sei rimasto male, ma non hai perso il controllo… se c’è qualcuno da biasimare qui sono io...”

Il fatto che stesse nuovamente per scoppiare in lacrime, gli fece capire che stavano per peggiorare di nuovo la situazione. E per quel giorno, aveva già sofferto abbastanza in troppi modi diversi. Adrien, quindi, cercò subito di fare qualcosa per sistemare le cose

“Mmhh...” sospirò “Allora siamo entrambi da biasimare…” gli disse, sorridendogli leggermente “Beh, allora, se sei d’accordo, potremmo fare così...”

Marinette non scoppiò a piangere, ma si fermò a vedere cosa aveva da dire il ragazzo. Lui allungò una mano e le sorrise, stavolta molto più chiaramente

“Piacere di conoscerti. Io mi chiamo Adrien. Adrien Agreste. Ma la gente mi conosce anche come Chat Noir, uno dei due più grandi supereroi di Parigi”

Per un attimo Marinette restò a bocca aperta, facendo credere a Adrien di aver fatto una stupidaggine. Poi, senza che neanche lei sapesse il perché, si mise a ridere e decise di stare al gioco

“O-Ok… io… io sono Marinette Dupain-Cheng, anche conosciuta come Ladybug, l’altra supereroina di Parigi. Il piacere è tutto mio”

Anche lei allungò la mano e gliela strinse. Rimasero per un po' di più con le mani collegate di una semplice stretta di mano, tanto che entrambi arrossirono un po' nel farlo. Quando infine le lasciarono andare, Adrien vide che Marinette sorrideva. E, anche se continuava a sentirsi un po' stupido per questo, adesso vedeva davvero il suo sorriso per quello che era.

Anche Tikki a quel punto si rivelò nuovamente, volando vicina a Plagg

“Alla fine lo hanno scoperto...” gli disse, amareggiata per gli sforzi vanificati

“Sai, credo sia meglio così” gli rispose Plagg “Ora mi sembra stiano decisamente meglio. Francamente, non ho mai condiviso molto la storia delle identità segrete tra di loro”

“Serviva a tenerli al sicuro” gli rispose, per poi sorridergli “Ma se il rischio è quello di perderli, anche io sono più felice così”

 

Una piccola questione sorse in Adrien, che non ci aveva neanche pensato sul momento

“Sai, avrei una domanda da farti… mi hai già detto che quando usi il Lucky Charm, vedi in che modo devi usare gli oggetti… prima cosa hai visto?”

Marinette ci penso un secondo, diventando rossa in viso dopo aver capito. Ma, dato che la situazione era già abbastanza strana, decise di renderlo ancora di più. Con un gesto rapido si fiondò vicino al viso di Adrien e gli diede un bacio deciso, come credeva non sarebbe mai riuscita a fare con lui. Di risposta, lui arrossì quasi più di lei. Solo in quel momento Marinette alzo la mano sinistra ed indicò l’anulare

“… ho visto questo”

Adrien, anche se ancora un po' imbarazzato, le sorrise e le si avvicinò lui questa volta

Mentre il sole già iniziava a tramontare, osservando con molta attenzione in cima alla Tour Eiffel, si potevano intravedere le sagome dei due eroi della città, abbracciati nel calore del loro potente amore

 

 

 

 

Salve a tutti ragazzi, qui MC Outlaw. Ho visto Miraculous. Lo sto continuando a seguire. Lo adoro. E penso che oltre a questo non ci sia davvero troppo in più da dire sulla serie, adoro qualsiasi cosa...tranne ovviamente il tirare per le lunghe la segretezza tra i due, mannaia che fastidio. Però oh, il resto è talmente fatto bene che si può soprassedere al momento sulla cosa. Diciamo che è da fine S1 che voglio scrivere un qualcosa del genere, ed in generale qualcosa sulla serie, una mia versione di come i due potrebbero rivelarsi l’identità e mettersi assieme pensavo fosse l’ideale, solo che non ho avuto né il tempo né, fino ad ora, un’idea precisa su come stendere il testo. L’ho trovata, ho avuto un paio di giorni in cui ho preso e mi sono sforzato di scrivere, sono dovuto restare fino alle 4 di mattina ma ne sono felice. Ormai non ve lo dico più, prima o poi le due “serie” andranno avanti e finiranno, ma finché non mi metto a posto di testa e di tutto almeno cerco di non far pensare che sono morto. Detto ciò, ci si vede alla prossima!

MC Outlaw

 

P.S.: No, non ho considerato per niente Luka, ma se continuano ad andare avanti con la segretezza per troppo tempo diventerò fan di MarinettexLuka e AdrienxKagami, perché ho pazienza ma fino ad un certo punto

   
 
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