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Autore: emme30    15/04/2018    5 recensioni
[Katsuki/Izuku] [Haikyuu!AU]
Katsuki dà un’occhiata veloce a Todoroki che si avvicina all’area di battuta con la palla in mano, e immediatamente la sua attenzione viene catturata da un borbottio proprio sotto la rete e alla propria destra.
Ringhia senza neanche rendersene conto e si avvicina a quell’ammasso di riccioli scuri che è l’alzatore della loro squadra, apparentemente intento a fare l’idiota come suo solito.
In un attimo, fa quello che fa sempre: gli si sistema di fianco e gli tira un pizzicotto sul sedere.
L’alzatore, colto di sorpresa da quel gesto, squittisce spaventato e fa un salto per allontanarsi da lui, portandosi una mano a massaggiare l’area offesa.
“Kacchan! Ma ti pare il caso?”
Katsuki sbuffa infastidito e gli indica l’alzatore della Shiketsu dall’altro lato della rete. “Stavi farfugliando tutta la nostra strategia all’altra squadra, nerd del cazzo.”
Osserva le guance di Izuku tingersi di rosso e le sue lentiggini sparire, mentre il giovane si scosta alcuni ciuffi sudati dalla fronte.
“Non è vero,” obietta il ragazzo imbarazzato, guardando in avanti il campo avversario e rimettendosi a macinare strategie su strategie. Questa volta, però, a bocca chiusa.
Genere: Comico, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Match Point



Katsuki vive per questi momenti.

Il rumore delle scarpe da ginnastica sul parquet nelle orecchie, il sudore che gli gocciola dietro il collo e bagna il colletto della divisa, il fiatone che gli gonfia il petto, l’adrenalina che gli scorre nelle vene, i muscoli stanchi, ma ancora decisi a combattere e a mordere ogni centimetro di quel campo.

Niente è in grado di farlo sentire così vivo e invincibile come gli ultimi punti di un match, soprattutto se si tratta di una gara di questo calibro, dell’ultimo gradino per la qualificazioni al torneo nazionale.

Si passa la lingua sul labbro e lo avverte salato; ignora quanto sia sudato e volge lo sguardo al segnapunti.

 

U.A. High School: 12        Shiketsu High School: 13

 

Hanno vinto due set a testa: una partita sofferta e incredibilmente stressante, avanzata punto dopo punto, dopo punto, dopo punto, andando oltre i venticinque ogni singolo set.

Ma Katsuki è ben lontano dall’essere distrutto. No, Katsuki si sente fresco come una rosa e pronto a dare ancora il massimo. I suoi compagni lo sanno e ne sono rincuorati, al contrario dei membri della squadra avversaria, i quali non riescono a capire come possa avere ancora così tante energie.

Lancia uno sguardo a quel gigante di Inasa Yoarashi dall’altra parte del campo, quello che chiamano “la Tempesta”. Tuttavia, non gli fa particolarmente paura, specie perché quella bestia di schiacciatore ha passato l’intero match a dare filo da torcere a Todoroki, lasciando a lui l’occasione di fare più punti possibili.

Katsuki spera davvero di riuscire a fargli ancora una schiacciata sui piedi entro la fine del match.

Dà un’occhiata veloce a Todoroki che si avvicina all’area di battuta con la palla in mano, e immediatamente la sua attenzione viene catturata da un borbottio proprio sotto la rete e alla propria destra.

Ringhia senza neanche rendersene conto e si avvicina a quell’ammasso di riccioli scuri che è l’alzatore della loro squadra, apparentemente intento a fare l’idiota come suo solito.

In un attimo, fa quello che fa sempre: gli si sistema di fianco e gli tira un pizzicotto sul sedere.

L’alzatore, colto di sorpresa da quel gesto, squittisce spaventato e fa un salto per allontanarsi da lui, portandosi una mano a massaggiare l’area offesa.

“Kacchan! Ma ti pare il caso?”

Katsuki sbuffa infastidito e gli indica l’alzatore della Shiketsu dall’altro lato della rete. “Stavi farfugliando tutta la nostra strategia all’altra squadra, nerd del cazzo.”

Osserva le guance di Izuku tingersi di rosso e le sue lentiggini sparire, mentre il giovane si scosta alcuni ciuffi sudati dalla fronte.

“Non è vero,” obietta il ragazzo imbarazzato, guardando in avanti il campo avversario e rimettendosi a macinare strategie su strategie. Questa volta, però, a bocca chiusa.

Katsuki scuote la testa e torna al proprio posto nel momento esatto in cui l’arbitro fischia.

“E vedi di alzarmi la palla, nerd del cazzo.”

Izuku lo guarda deciso e annuisce, forse un po’ troppo platealmente, ma Katsuki si limita a ghignare divertito e soddisfatto. Sono ormai un paio di giocate che non gli viene data neanche mezza alzata e sta morendo dalla voglia di far esplodere quello stupido pallone.

Si concentra sul gioco, tende le orecchie e non ha neanche bisogno di voltarsi per vedere l’aggraziatissima, ma letale, battuta di Todoroki volare dall’altro lato del campo con una precisione micidiale e finire proprio a un paio di centimetri prima della linea di fondocampo.

Il libero della Shiketsu, però, è davvero bravo e la recupera senza fatica, sistemandola proprio sulla testa dell’alzatore, il quale non fa mistero di volerla alzare proprio a Inasa.

Katsuki non perde tempo e si sposta veloce accanto a Kirishima, pronto a fare muro con lui.

“Schiaccia su Todoroki,” fa appena in tempo a dire al proprio compagno prima che entrambi saltino perfettamente coordinati e riescano ad ammortizzare almeno un po’ la schiacciata dell’asso della Shiketsu.

Todoroki la recupera facilmente, sistemandola con precisione sopra il capo di Izuku.

Katsuki non ha bisogno di guardare il proprio compagno: sa benissimo che quella schiacciata è sua, quindi torna al proprio posto, si sistema sulla linea dei tre metri e si prepara a fare la rincorsa. Fissa Deku solo per un attimo e vede che è addirittura rivolto verso di lui. La veloce, questa è l’occasione perfetta per la loro veloce e anche Izuku lo sa. I tempi sono giusti e lui sta letteralmente bruciando dalla voglia di schiacciare.

Salta, porta il braccio indietro, ma… la sua mano non colpisce il pallone, visto che Izuku alza la palla alle proprie spalle e la veloce che doveva essere sua finisce a Kirishima.

Katsuki atterra sul parquet incredulo e non riesce neanche a esultare per il punto che il proprio compagno ha fatto quando l’arbitro fischia la fine dell’azione.

Ringhia arrabbiato, ignorando la pacca sulla spalla di Kaminari, e si avvicina a passo di marcia verso Deku, irritato dal suo cazzo di sorriso e dall’entusiasmo per quell’azione regalata e che invece doveva essere sua.

Lo prende per il davanti della maglietta grigia e verde e lo obbliga a guardarlo negli occhi.

“Quella schiacciata era mia, cazzo di nerd!” dice minaccioso, scuotendo addirittura il proprio compagno, mentre Kaminari e Kirishima lo prendono per le braccia e cercano di fargli mollare la presa sui vestiti del ragazzo.

“Ma non potevo alzarla a te, Kacchan!” ribatte Deku quasi un po’ dispiaciuto. “Ti stavano marcando in due!”

“E allora?” brontola Katsuki, scrollandosi di dosso con facilità sia Kirishima che Kaminari. “Avrei superato quel cazzo di muro e avrei fatto comunque punto.”

“Dai bro, l’importante è aver pareggiato!” Kirishima si appoggia alla sua spalla e prova ad alleggerire la situazione, eppure Katsuki continua a guardare arrabbiato il proprio alzatore e a scrollarsi l’amico di dosso.

Gli punta il dito contro il numero 9 stampato sulla maglietta, ma l’occhiata minacciosa dell’arbitro lo convince a non fare nient’altro di avventato. “Ti conviene alzarmi la prossima palla, cazzo di idiota.”

Izuku aggrotta le sopracciglia. “Kacchan, ma qui-“

Katsuki non prende in considerazione il suo borbottio e torna al proprio posto, ringhiando improperi sottovoce e sistemandosi sotto rete dal proprio lato del campo.

Ignora irritato le occhiate un po’ scioccate dei giocatori della Shiketsu e si chiede perché ancora lo guardino sbigottiti, dato che ha passato l’intero match a comportarsi in quel modo e a reclamare ogni singola alzata e azione.

Anche perché è esattamente così che si comporta normalmente in ogni partita, allenamento o momento in cui c’è una palla in gioco. Soprattutto se è Deku ad alzare.

Nessuno è preciso come lui, nessuno è in grado di leggere i tempi come fa lui, nessuno ha la mente così sveglia da cambiare strategia in un secondo netto come lui. Nemmeno Todoroki, che è perfetto a fare qualunque cazzo di cosa, riesce a fargli l’alzata che più si addice al suo modo di giocare.

Per Katsuki, Deku è l’unico alzatore esistente, l’unico con cui valga la pena giocare.

Non che Izuku lo sappia, ma questo poco gli importa.

Eppure, all’inizio non era così. Durante i primi tempi, Katsuki lo prendeva in giro, pensava fosse un buono a nulla ed era quasi uscito dalla squadra di pallavolo quando aveva scoperto che ci sarebbe stato pure quello stupido e inutile Deku dallo stesso lato del campo.

Poi, Iida li aveva letteralmente obbligati a giocare insieme. Katsuki aveva provato ad opporsi in ogni modo possibile ed immaginabile, ma non c’era stato verso di far cambiare idea al capitano.

Avevano fatto un’amichevole, niente di impegnativo, con Katsuki arrabbiato come poche volte in vita sua, almeno fino a quando Deku non gli aveva alzato la palla. Era stata un’alzata perfetta che gli aveva permesso di sfogare tutta la propria frustrazione con una schiacciata esplosiva proprio sotto il naso di Kaminari.

Dopo essere atterrato sul parquet, si era voltato verso Izuku, guardandolo negli occhi per un’infinità di tempo. Poi gli era andato incontro e aveva preteso ogni singola alzata che avrebbe mai fatto da quel momento in poi, sia che fosse in una partita ufficiale oppure no. Certo, lo aveva fatto con il suo solito tono incazzato e prepotente, ma in che altra maniera avrebbe potuto farsi alzare sempre la palla? Chiedendoglielo per favore? Che assurdità.

All’epoca, non aveva ancora capito il motivo delle guance rosse di Izuku o del suo imbarazzo, però è anche normale che certe consapevolezze non siano così immediate. Ci era voluto un po’ a entrambi per comprendere bene come stavano le cose, in realtà.

Ed è proprio per questo, per la storia che li lega e che li ha fatti arrivare fin lì, che Katsuki si sente letteralmente in diritto di reclamare ogni singola alzata di Izuku. Anche se in squadra sono in sei e ci sono altre persone quasi brave quanto lui.

L’arbitro fischia e Todoroki batte il pallone, questa volta nell’angolo in fondo a sinistra. La palla va avanti e indietro per un paio di azioni, e nessuno sembra intenzionato a dare la stoccata finale. Katsuki lo sa che stanno tutti aspettando che qualcuno faccia un errore, quello decisivo. All’ennesima alzata che Deku non manda nella sua direzione, ma che sfrutta come pallonetto, Katsuki è letteralmente furioso.

Il libero fa una scivolata per recuperare il pallone e di nuovo l’alzatore sembra intenzionato a servire Inasa. Katsuki, però, gioca a pallavolo da tutta una vita e nota subito come lo schiacciatore dall’altro lato del campo si stia preparando a schiacciare.

Fa un passo indietro e lascia che ci pensi Kirishima a distrarlo e a fare il suo muro, piegandosi sulle ginocchia e urlando “Mia!” nel momento esatto in cui la finta di Inasa è visibile a tutti.

Con un bagher perfetto, passa la palla a Izuku e si prepara a schiacciare. Questa non può davvero non alzargliela, non dopo un recupero così elegante e pulito.

Fa i tre passi per avvicinarsi alla rete e cerca di saltare il più in alto possibile, visto che ha un muro che sembra invalicabile davanti agli occhi.

Lancia un ultimo sguardo a Izuku prima di saltare e nota troppo tardi che è leggermente voltato verso il retro del campo. Sa benissimo cosa vuol dire quella posizione e non può che infuriarsi ancora di più quando Deku manda il pallone dietro di sé e Todoroki schiaccia dalla linea dei tre metri.

La palla finisce sul parquet prima che il capitano della Shiketsu possa recuperarla ma, nonostante abbiano fatto punto e siano al match point, Katsuki non è felice. Katsuki è semplicemente furioso.

Prima ancora che possa avventarsi contro Izuku, Kaminari e Kirishima lo prendono per le braccia e lo trattengono, facendo comunque fatica a non farlo avanzare.

“Brutta merda, dopo quel recupero perfetto la alzi a quel bastardo? Ma io ti ammazzo, ti faccio fuori con le mie stesse mani, lurido-“

Kirishima, per fortuna, ha l’accortezza di mettergli una mano davanti alla bocca poco prima che l’arbitro possa accorgersi dei suoi insulti e dargli l’ennesimo richiamo. Katsuki continua a sbraitare contro il palmo dell’amico, mentre Deku lo scruta con rammarico e Todoroki, al suo fianco, non sembra per nulla scalfito da tutti quegli insulti. Come al solito, d’altronde.

“Kacchan, scusa, ma eri troppo marcato!” Izuku si passa una mano tra i riccioli e lo fissa con quello sguardo da cucciolo bastonato che Katsuki proprio non sopporta.

Iida chiama in quel momento l’ultimo break della partita e al fischio dell’arbitro si avvicinano tutti alla panchina e al loro sensei.

Katsuki ignora le raccomandazioni di Aizawa, il tifo delle ragazze dalla gradinata e prende in malo modo la borraccia che gli porge Momo, lanciando poi un’occhiata in cagnesco a lei e Todoroki.

Beve qualche sorso d’acqua, tuttavia è costretto a interrompersi quando si accorge che un paio di occhi lo stanno fissando intensamente.

“Che vuoi?” dice, asciugandosi poi la bocca e la fronte sudata con il braccio.

“Davvero sei arrabbiato perché non ti ho alzato la palla?”

Cielo, Deku e le sue domande stupide non finiranno mai di farlo incazzare.

“Tu che ne dici, cazzo di idiota?”

“Ma non potevo farlo, Kacchan,” comincia subito a scusarsi e Katsuki non vuole sentirlo. Punta il dito sul suo petto, sul 9 verde stampato sulla maglietta grigia, e lo fissa negli occhi.

“A me,” dice poi, senza bisogno di essere specifico. “A me, Deku.”

Lui lo fissa per un istante e annuisce, serio e composto.

Si scrutano fino a che l’arbitro non fischia di nuovo e la squadra non torna in campo per il match point.

La pressione è visibilmente alle stelle, Katsuki la percepisce sulla pelle e la ama follemente. Il cuore batte all’impazzata nelle orecchie, i muscoli implorano pietà e il sudore gli bagna i vestiti. Questi sono i momenti per cui vale la pena vivere e giocare.

Il fischio dell’arbitro riempie lo stadio, Todoroki fa rimbalzare per qualche minuto la palla sul pavimento e poi fa la sua battuta assassina.

Il suo servizio è pulito e preciso lungo la linea di fondocampo, eppure non basta per vincere la partita. Gli avversari recuperano, rilanciano, e la palla va avanti e indietro da un lato all’altro della rete, senza mai toccare terra, senza mai fermarsi troppo nello stesso punto.

Katsuki non sa neanche se sta respirando per quanto è agitato. Corre, riceve, urla, sbraita, insulta e salta senza neanche ricevere un’alzata. Si arrabbia anche, ma non eccessivamente, perché Deku gliel’ha promessa, in fondo. E Deku è uno che mantiene la parola data.

Poi, finalmente giunge il momento. Katsuki lo sente sulla pelle e sa che quella è la loro ultima azione.

Kaminari riceve una schiacciata un po’ moscia, Deku chiama il pallone e lo guarda solo per un istante. Basta quello per convincerlo a saltare con tutta la forza che ha ancora nei muscoli delle gambe. Evidentemente il gioco di Izuku, quello di non alzargli un pallone per troppo tempo, ha dato i suoi frutti: non ha nessuno dall’altro lato della rete ad ostacolare la bomba che ha intenzione di lanciare.

In questo momento potrebbe persino schiacciare con gli occhi chiusi se volesse, visto quanto si fida di Deku e del suo gioco.

Non lo fa, però: osserva l’alzata perfetta che è sua, sua e di nessun altro, e poi la colpisce con tutta la forza che ha nelle spalle e nelle braccia.

La palla schiaccia sul parquet a una velocità esplosiva e la calma prima della tempesta permea nella palestra. Il boato esplode al doppio fischio dell’arbitro e alla comparsa del numero 15 sul segnapunti.
 

U.A. High School: 15     Shiketsu High School: 13

 

Katsuki lo fissa, e poi cerca gli occhi verdi di Izuku. Fa appena in tempo a sorridergli prima di essere assalito da Kaminari e Kirishima, i quali gli urlano letteralmente nelle orecchie, lo travolgono e gli fanno dare una spallata sul pavimento. “Andiamo ai nazionali, andiamo ai nazionali!” strillano entrambi insieme al resto della squadra piangendo come bambini. Katsuki neanche li sente per quanto è esaltato.

Ci pensano i suoi compagni a tirarlo su dal parquet e a caricarlo sulle spalle di qualcuno – forse quelle di Sero, proprio non lo sa. La palestra è esplosa attorno a Katsuki, ma lui non percepisce e non vede nulla.

Non vede l’invasione di campo delle loro amiche o dei compagni di squadra fino a quel momento in panchina. Non vede Kaminari e Kirishima sollevare di peso Aizawa-sensei per festeggiare. Ignora perfino Iida che cerca di farli calmare, Mineta che prova a ad allungare le mani nella calca, o perfino Momo che salta addosso a Todoroki e lo bacia sulla bocca di fronte a chiunque.

L’unica cosa che vede Katsuki in quel momento è il sorriso felice ed entusiasta di Izuku mentre Uraraka lo abbraccia con le lacrime; la consapevolezza di aver vinto ravviva le sue gote lentigginose, riempie di meraviglia quegli occhi così grandi e Katsuki quasi si sente soffocare.

Perché lui e Deku andranno insieme ai nazionali, e in quel momento non c’è davvero nulla che possa renderlo più felice.

 

 

Katsuki è l’ultimo a uscire dagli spogliatoi, si carica la grossa sacca su una spalla e si sistema i capelli ancora un po’ umidicci.

Esce dal palazzetto in silenzio e in solitudine. Il resto della squadra è andato a festeggiare in un posticino che fa dell’ottimo ramen lì vicino e lui ha promesso che li avrebbe raggiunti appena dopo la doccia. Eppure, dopo tre anni di conoscenza, Kirishima dovrebbe aver capito che lui è uno che non mantiene quel tipo di promesse se ha cose più importanti a cui pensare.

L’aria della sera è fresca sulla pelle e Katsuki si guarda un po’ intorno. Ci sono ancora alcuni atleti come lui in giro, però i suoi occhi non stanno cercando uno sconosciuto qualsiasi.

E’ la voce di Iida a indicargli il posto giusto su cui posare lo sguardo.

“Midoriya, ma che ci fai ancora qui?”

Katsuki volge la propria attenzione alla sua sinistra e a due figure accanto a un muretto. Sorride, ma non si fa avanti. Decide di rimanere nell’ombra, ascoltando comunque i discorsi del suo capitano e di quell’alzatore ostinato che lo ha fatto penare fin troppo negli ultimi punti di gioco.

“Iida! Io stavo… stavo quasi per andare!” Izuku si porta una mano tra i riccioli visibilmente imbarazzato, e Katsuki deve trattenersi dal ridacchiare. E’ così palese certe volte.

“Stai aspettando qualcuno?” Iida si guarda intorno e Izuku sembra allarmato da quel gesto.

“No, no, ora vado! Vi raggiungo dopo per il ramen!”

Iida lo fissa con circospezione e si sistema gli occhiali da vista sul naso. “Non fare tardi, domani dobbiamo andare a scuola. E ricordati l’allenamento!”

Izuku annuisce e lo saluta mentre il capitano si allontana, per poi tornare a guardarsi intorno con curiosità. Sembra così innocente che Katsuki vorrebbe divorarselo vivo.

Lo osserva ancora per qualche minuto prima di sospirare e avvicinarsi a lui con lentezza e senza fretta.

“Oi,” lo chiama quando è abbastanza vicino da attirare la sua attenzione. “Stavi aspettando qualcuno, nerd?”

Izuku si volta verso di lui e gli fa un sorriso così zuccheroso che potrebbe far venire il diabete a chiunque. Katsuki sbuffa a quel gesto, custodendo gelosamente dentro di sé il calore che gli ha provocato quella dimostrazione di affetto.

“Kacchan,” dice dolcemente, e Katsuki nota come le sue spalle si rilassino in modo visibile. “Pensavo di doverti aspettare tutta la sera.”

Katsuki sbuffa. “Non ti ha detto mica qualcuno di aspettarmi.”

“Lo so, ma-“

“Anche perché...” Katsuki lo interrompe e gli lancia un’occhiataccia. “Io sono ancora arrabbiato con te.”

Nota come i grandi occhi di Izuku si riempiano di preoccupazione a quelle parole. “Arrabbiato?”

Katsuki sbuffa e fa un passo verso di lui, sbattendo la borsa contro il muretto e infilandosi le mani nelle tasche. “Incazzato nero.”

“Ma… ma io…” Izuku sembra davvero dispiaciuto all’idea. Si morde il labbro nervosamente e si sistema una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

“Come cazzo hai osato alzare gli ultimi palloni a tutta quella gente che non ero io?”

“Ma ti ho alzato palloni per tutta la partita, dovevo farti riposare all’ultimo!” spiega Izuku deciso. “Dovevamo vincere col botto e lo sai che l’ultimo punto è sempre tuo, Kacchan!”

Katsuki alza un sopracciglio e si avvicina a lui. “Davvero, Deku?”

Certo che sì! Lo sai che il match point è sempre dell’asso!” esclama Izuku, facendo un passo indietro. Le sue guance sono leggermente più scure.

“E perché il match point è sempre il mio?” Katsuki insiste e si avvicina ancora di più, immobilizzando Deku contro il muretto.

“Perché… sei… l’asso…” mormora Izuku con meno decisione di prima, senza smettere di fissare il suo volto.

“Perché sono il migliore,” mormora Katsuki con voce bassa e suadente, arrivando a sfiorare il suo corpo con il proprio.

“Perché sei l’asso,” ripete Izuku con un filo di voce.

Katsuki ghigna e allunga le braccia per sfiorare i fianchi del ragazzo. “Dimmi che sono il migliore, Deku.”

Izuku fa una piccola risata, ma scuote la testa. “Lo sai che non te lo posso dire, Kacchan.”

Katsuki si china e gli sfiora il naso con il proprio. “E perché no, Deku?”

“Se te lo dicessi, non daresti più il meglio di te per dimostrarmelo,” ribatte Izuku,  mordendosi il labbro e allacciandogli le braccia attorno al collo.

“Sei una merda,” ha appena il tempo di dire Katsuki prima di gettarsi sulle sue labbra e baciarlo come ha solo potuto immaginare da quando hanno vinto l’incontro. Nemmeno Izuku si trattiene: dischiude la bocca e fa scontrare la lingua contro la sua in un bacio bagnato e pieno di desiderio.

Katsuki si sbaglia quando dice che gli ultimi momenti di un match sono i suoi preferiti. Questi, questi sono gli istanti senza i quali non può vivere. Quando Izuku lo stringe a sé, si abbandona contro di lui e sospira “Kacchan” negli attimi in cui si stacca per prendere fiato.

Sono stanchi, stremati e distrutti, ma tramite quel bacio l’adrenalina torna a scorrere nelle vene di entrambi, li fa ansimare e toglie loro l’aria nei polmoni. Incita Katsuki ad afferrare Izuku per le cosce e sistemarlo seduto sul muretto in modo che sia più vicino, più a portata di bocca, in modo che il ragazzo possa mettersi a giocare con i suoi capelli e lo tenga stretto a sé con le gambe.

Non che Katsuki voglia allontanarsi, però è sembra bello sapere che Deku non ha intenzione di farlo andare da nessuna parte. Non senza di lui, almeno.

Si baciano a lungo contro quel muretto nascosti dal buio della sera, le mani di Katsuki sotto la felpa di Deku ad accarezzargli la schiena e le dita di Izuku incastrate nella sua chioma bionda ribelle.

Non sono sazi quando si staccano, eppure Katsuki sente che Deku deve dirgli qualcosa di importante. Anche se controvoglia, si allontana da lui.

Izuku lo fissa negli occhi mentre gli accarezza il collo e lascia che quelle labbra umide di baci si distendano in un sorriso così grande da illuminare quella sera buia.

“Andremo ai nazionali,” dice con un sussurro, come se usare un tono di voce più alto potesse svegliarli da quel bellissimo sogno. “Andremo ai nazionali, Kacchan.”

Katsuki sogghigna e inarca un sopracciglio. “Certo che ci andiamo... con un fuoriclasse come me pensavi non ci saremmo andati? Sei sempre il solito idiota.”

Izuku ridacchia e alza le spalle. “Sono davvero felice, Kacchan, non sai quanto. Soprattutto perché ci vado con te.”

Katsuki potrebbe dargliela vinta questa volta. Ci pensa per un attimo, ma poi ci rinuncia. “Ma mi hai visto? Anche io sarei felice di andarci con me.”

La battuta non fa ridere, però Deku si scioglie comunque. “Certo, Kacchan.”

In fondo, sa benissimo che non ha bisogno di essere dettagliato o esplicito. Izuku ormai ha imparato a interpretare ogni suo silenzio e a decodificare ogni frase non detta.

Anche io sono felice di andarci con te.

Katsuki non ha bisogno di dirlo per davvero, per cui si china in avanti e bacia ancora una volta quelle labbra porpora. Il bacio dura un secondo e un’eternità. Quando si allontana, Izuku ha le guance rosse e gli occhi lucidi.

Fa un passo indietro sbuffando, prendendo poi la borsa dal marciapiede. “Beh, andiamo a mangiare? Sto morendo di fame e, se non facciamo in fretta, Kirishima rischia di mangiarsi l’intero locale.”

Izuku annuisce e scende dal muretto, per poi mettersi al suo fianco e cominciare a parlare della partita, di tutti i punti che hanno fatto e di come potrebbero ancora migliorare.

Katsuki sospira a quell’inarrestabile fiume di parole; per fortuna, sa benissimo come farlo tacere.

Allunga il braccio e intreccia le dita tra le sue in una carezza. Osserva Deku arrossire imbarazzato a quel gesto, e approfitta di quel momento per chinarsi verso il suo orecchio e sussurrargli una cosa a cui è un po’ che pensa.

“Se vinciamo i nazionali, ti bacio di fronte a tutti su quel campo.”

Ignora Izuku diventare scarlatto in volto e cominciare a balbettare imbarazzato, e gli stringe un po’ di più la mano.

A questo punto, con una promessa simile, quei cazzo di nazionali devono proprio vincerli.

 
Grazie a Silv per avermi rassicurata quando pensavo che non avesse senso ♥
Beta reading: Ilaria


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