If
I were a good man
Era
una situazione in cui, suo malgrado, Edward si ritrovava periodicamente
da che lui e suo fratello avevano cominciato il loro viaggio. Tanto
tempo faceva passare prima di telefonare di nuovo a casa di nonna
Pinako - casa
loro - che,
quando finalmente si trovava davanti all'apparecchio, si domandava con
quale faccia di bronzo, anzi d'acciaio, si sarebbe presentato
all'anziana donna e a Winry, e a come avrebbe giustificato quel ritardo
indegno. E così, piuttosto che alzare la cornetta, molto
spesso optava per trasmutare quei pensieri in qualcos'altro,
immergendosi con tutta la testa in quelle avventure e in quegli scontri
avvolti da pagine fitte di parole e formule all'apparenza indecifrabili.
Dopo
i primi tempi era diventato davvero più facile fare in quel
modo, anche perchè quell'ardua - alcuni avrebbero impossibile-
missione - alcuni avrebbero detto impresa
- non
era certo una mera scusa per non telefonare a casa. Tuttavia, anche
quando si ritrovava con del tempo vacante fra le mani, il telefono
dell'albergo rimaneva spesso a prender polvere in attesa della
cameriera la mattina dopo, e lui si figurava Winry e sua nonna alzare
le spalle e concludere che, in fondo, Ed
è fatto così.
Eppure
era da qualche mese che, sempre più spesso, si sorprendeva
in piedi davanti al telefono, a recitare a memoria il suo numero
a braccetto con la tavola periodica. Certo, che negli ultimi tempi di
congiure e tafferugli di grandi cattivi, quel telefono se lo stesse
spesso immaginando,
era un semplice dettaglio, abbastanza insignificante da potersi perdere
nel quadro generale di quel complotto su scala nazionale, fra una
casella e l'altra.
Dopo
l'ennesimo tentativo di rimettere in ordine e dare un senso a quei
sentimenti inaspettati, appena realizzati, con una patina lucida nuova
di zecca, Edward si chiese con un colpo alla nuca se, finalmente, fosse
davvero diventato pazzo. Si chiese anche se, dopo essere stata la causa
di quel danno, Winry avrebbe potuto porvi rimedio sistemandogli fra le
meningi cavi colorati e dei nuovi ingranaggi. Da quel poco che poteva
saperne di amore -
la parola stessa sembrava ancora accompagnare un concetto quasi
sconosciuto, che aveva tenuto relegato ai libri e ai fotoromanzi delle
signore nelle sale d'attesa, e di tanto in tanto in qualche programma
radiofonico improbabilmente fantasioso pur di apparire struggente - non
avrebbe dovuto fremere alla sola idea di sentire la sua voce, rimanendo
per ore dentro una cabina telefonica a svuotarsi le tasche del
soprabito dagli spiccioli, o a collezionare fatture del
servizio in camera tanto lunghe da poterle servire da velo da
sposa?
(Si
diede mentalmente dello stupido, cancellando quell'immagine troppo
candida con la sfilza rapida di elementi che gli uscivano dalle labbra
in un indistinguibile borbottio.)
In
teoria, senza sapere quando - o se,
s'intrudeva un pessimismo malizioso - l'avrebbe rivista, non avrebbe
dovuto fare il saltimbanco pur di trovare un dannato telefono? Beh,
evidentemente era proprio fatto così e c'era poco da
cambiare, nemmeno se a provarci fossero state quelle mani abili e
sorprendentemente gentili per appartenere a una meccanica; se fosse
stato un uomo migliore, le avrebbe parlato più spesso.
Alla
fine, però, arrivava sempre un momento in cui, anticipandosi
un suo muto rimprovero, Edward afferrava di scatto la cornetta e faceva
finta di non contare i lunghi beep prima
che una voce giovane, dolcemente familiare scandisse "pronto?".
Che
in tutto quel tempo ci avesse capito qualcosa o meno, trovandosi da
solo in una stazione deserta con un'ora vuota, figlia dell'imprevisto,
ad attenderlo prima del suo treno, provò ancora una volta a
rassettare gli scaffali affollati del suo cervello, prima di infilare
l'indice della mano destra, fatto di carne e sangue, nel disco
dell'apparecchio.
Note dell'autrice:
E' stato un lampo di genio sul tragitto fermata-scuola, sulle dolci note dei Pink Floyd: quel dannato verso che ho usato come titolo non poteva fare altro che ricordarmi del tappo più amato dai bambini e del suo vizio di non telefonare mai. Non ho potuto resistere e ho gettato una prima bozza quel giorno stesso, ma ho aspettato le ere geologiche prima di pubblicare. Because reasons.
Si ringrazia Arya Tata Montrose per essere stata beta e madrina di questa shot in ogni sua fase, la mia amica Asia per averla letta nonostante a) non abbia mai visto FMA e b) non le piacciano le fanfic. Sorry not sorry :V
Grazie anche a voi che siete arrivati fino a qui :3
Stay alive, kiddos.