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Autore: neverletmego_    16/04/2018    0 recensioni
Un urlo silenzioso mi persuase per tutto il corpo.
Le sue mani sulle mie spalle.
Lo sguardo fisso nei miei.
Il respiro affannato e sangue ovunque.
Un solo pensiero mi passava per la testa in quel momento "stavolta o mi salva o mi uccide."
Genere: Demenziale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Ryan Butler, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Dipendenza.
È la necessità assoluta di qualcosa, tanto che l'individuo non riesce più a farne a meno.

Non ero consapevole di quello che stavo facendo ne del perché lo stessi facendo, alla mia età si possono fare tanti sbagli ed è più facile infilarsi in grossi pasticci, nonostante sapevo che fosse dannatamente sbagliato però, non riuscivo a fermarmi. 
Non trovavo una spiegazione a tutto quello che mi stava succedendo, una cosa però l'avevo capita: ne ero diventata completamente dipendente."

Odio questa sveglia del cazzo.
Odio svegliarmi.
Odio uscire dal letto.
Odio la mattina.
Odio andare a scuola.
Odio sentire mia madre urlare.

Capisco perfettamente come mai siano tutti così frustrati la mattina.

Mi alzai dal mio tanto amato letto, domandandomi perché la vita dovesse essere così ingiusta e strisciai fino in bagno.

Mi infilai sotto la doccia e feci scivolare il getto d'acqua sopra di me, invadendomi tutto il corpo.
L'acqua bollente era l'unico toccasana la mattina.

Cercai di sbrigarmi il più possibile e dopo essermi vestita velocemente, presi la borsa dalla sedia bianca della mia camera ed andai a fare colazione, facendo strisciare le mie gambe al piano di sotto.

"Anastasia, sono le otto meno dieci!" Continuò ad urlare mia madre una volta raggiunta la cucina "se non ti sbrighi arriverai tardi a scuola" Gesticolò velocemente sistemandosi la giacca.

"Puoi evitare di urlare? Non so se l'hai notato ma mi sono svegliata ora" feci una smorfia domandandomi dove questa donna trovasse la forza di urlare di prima mattina "buongiorno mostriciattolo" diedi una pacca sulla testa al mio fratellino che piagnucolò in risposta.

"Muoviti!"

Furono le sue ultime parole prima di chiudere la porta dietro di lei per accompagnare Luke a scuola ed andare a lavoro.

Finii la mia porzione di caffè mattutina e imitai mia madre prendendo le chiavi della mia Chevrolet panna e slittando velocemente a scuola.

"Questo posto è una merda" urlò la mia amica Lexie sbattendo la portiera della mia auto.

"Cosa avete tu e mia madre? Potete evitare di urlare, nella mia testa sono ancora in pigiama" risposi cercando di zittirla.

"Scusa è che veramente sono stufa, per fortuna è l'ultimo anno" brontolò entrando nel grosso cortile della scuola "la bella notizia però è che" prolungò la 'e' sperando che la completassi ma la guardai senza avere idea di cosa stesse per dire "andiamo Ana! La bella notizia è che stasera c'è la festa di iniziazione dell'ultimo anno"

"Non sapevo dessero una festa di iniziazione"

Mi fulminò con lo sguardo come se avessi appena bestemmiato "hey bambola, non è una semplice festa, questa è la festa" gesticolò con le mani cercando di farmi affermare il concetto, invano.

"Non ho ancora capito cosa ci trovi di così spassoso in tutto questo, però d'accordo ci andremo" varcai la soglia del corridoio per poi girarmi verso di lei "ad una condizione"

Mi guardò con ansiosa aspettando che parlassi, il che rendeva tutto più divertente quindi cercai di perdere tempo finché una sua pacca sulla spalla non mi fece cedere

"andremo con la tua macchina stasera, già sarà uno strazio almeno fammi bere" alzai gli occhi al cielo mentre i suoi si illuminarono.

"Ci sto! A dopo stronzetta"

Lexie mi fece l'occhiolino e si allontanò  tra la folla di studenti mentre io entrai nella mia classe, pronta ad affrontare sei ore d'inferno.



 

"Dieci minuti e sono lì"

Se era vero che conoscevo la mia migliore amica come le mie tasche, non sarebbe arrivata prima di mezz'ora.

Così mi presi tutto il tempo di prepararmi, scegliendo un top nero di seta, un paio di skinny scuri e uno stivaletto del medesimo colore della maglietta.

Passai la cipria sulle mie guance dando un po' di colore alla mia pelle chiara e allungai le ciglia con del mascara.

Mi piastrai i lunghi capelli marroni e decisi di lasciarli sciolti in modo che ricadessero sulla mia schiena nuda.

Mi soffermai per un secondo davanti allo specchio notando tutti i lineamenti del mio viso fin quando il telefono mi distrasse dallo specchio e quando lessi il nome di Lexie, presi la borsa e scesi giù per le scale.

"Dove vai?"

La voce di Luke mi rimbombò nelle orecchie e in una frazione di secondo me lo ritrovai di fronte, così decisi di superarlo velocemente per evitare il terzo grado anche dal mio fratellino di appena nove anni.

"Ad una festa, il più possibile lontano da te" sogghignai "e quando pensavi di dirmelo?" Feci per aprire la porta quando mia madre mi venne in contro dalla cucina.

"Più o meno, ora?" Sgranai gli occhi come avesse detto la cosa più stupida del mondo.

"Ana, non perché hai diciotto anni puoi fare come vuoi, finché vivrai sotto il mio tetto, devo essere al corrente di quello che fai e dove vai, sono sempre tua madre"

"Perfetto, posso andare ora?" Domandai di rimando e la sua unica risposta fu alzare le mani in segno di resa per poi tornare a lavare i piatti.

Volevo molto bene a mia madre ma il rapporto, dalla separazione con mio padre, non era più quello di una volta.

Mi sentivo molto più fredda nei suoi confronti perché incolpavo lei per tutto quello che era successo alla mia famiglia.

Il clacson di una Bentley grigia metallizzata mi distolse dai miei pensieri e voltandomi vidi la mia amica sventolare la mano euforica.

"Porta il tuo fantastico culo su questo sedile stronzetta, non vedo l'ora di arrivare"

Alzai gli occhi al cielo e una risatina fuoriuscì dalla mia bocca

"Smettila Lexie, non ti è mai interessato di queste stupide feste, perché sei così eccitata?" Le diedi un colpetto sulla spalla e un sorriso le invase il viso "cosa mi stai nascondendo Alexis Jones?" Incrociai le braccia al petto simulando le veci di un genitore arrabbiato.

"Smettila di fare così, somigli a mia madre" sospirò ma continuai a tenere il mio sguardo duro sul suo mettendole pressione "e va bene, Bryan mi ha detto che ci sarà anche Noah stasera"

"Lexie!" La schernii alzando il tono di voce.

Noah era il suo ex fidanzato e diciamo che non aveva tutta la mia stima.

Era il capitano della squadra di basket e restarono insieme per due anni, fin quando Lexie scoprì che l'aveva tradita con una cherleader della nostra scuola, da quel momento non lo guardò più in faccia nonostante lui fece di tutto per farsi perdonare.

"Che c'è? Sono innocente giuro, non ho nessuna intenzione di tornarci insieme, ma non lo sento e vedo da parecchio, voglio solo sapere come sta" fece spallucce ed assottigliai gli occhi rendendo il mio sguardo ancora più cupo, sapevo che non me la raccontava giusta.

Tra una chiacchiera e l'altra arrivammo a Greenwich village, dove si trovava il luogo della festa.

Chiudemmo in sincronia gli sportelli dell'auto e ci dirigemmo verso l'entrata, mi spaventai di come questo posto cambiasse di notte.

Era molto più spaventoso.

"Gli altri sono dentro?" Domandai a Lexie riferendomi a Kyle, Spencer e John, i nostri amici di sempre.

"Sì, mi hanno appena inviato un messaggio, ci aspettano all'entrata"

Annuii e continuai a camminare, intravedendoli da lontano.

"Sei sexy bimba" Lexie urlò da lontano a Spencer, che ricambiò il complimento schioccando ad entrambe un bacio in guancia.

"È pieno di gente stasera" quasi urlò John già praticamente ubriaco, così alzai gli occhi al cielo "sono solo le dieci e già sei ubriaco John, riprenditi"

Scoppiò a ridere e capii che ormai era andato.

"Bene, io vado dentro" sventolai la mano dirigendomi al bancone seguita dalle ragazze che si fermarono poco prima lasciandosi andare al ritmo della musica.

"Un vodka lemon per favore" appoggiai i gomiti al bancone aspettando il mio drink.

Il ragazzo mi porse la bevanda e sorrisi di rimando per poi sedermi sullo sgabello difronte al bancone, gli sguardi dei ragazzi sul mio fondoschiena stavano cominciando a snervarmi.

"Brown! Non mi aspettavo di vederti stasera" un ragazzo piuttosto alto si avvicinò a me e nonostante il buio e riflesso delle luci colorate, non ci misi molto a scrutare il suo volto

"Noah, è un piacere anche per me" sospirai cercando di togliermelo di torno il prima possibile "la tua amica è con te?" Domandò poi riferendosi a Lexie.

"Per quale motivo dovrebbe interessarti? In qualsiasi caso, non vuole vederti o parlarti quindi non vedo perché debba farlo io, con permesso" girai i tacchi e lo superai, l'aria si stava facendo pesante così decisi di uscire un po', rivolgendo prima un occhiata alle mie amiche per controllare fosse tutto apposto.

Uscita dal locale gettai il drink in un secchio non troppo distante dall'entrata e decisi di sedermi su una panchina a pochi metri da me fin quando delle urla distolsero il mio interesse.

Il mio battito aumentò velocemente quando mi accorsi che due persone stavano venendo verso di me.

Un ragazzo vestito di scuro mi afferrò per un braccio posizionandomi difronte a lui.

In quel momento le parole mi si fermarono in gola e l'unica immagine che trovai difronte ai miei occhi era una pistola puntata nella mia direzione. 

"Togli questa puttana da davanti a te o giuro che sparo!"

Sgranai gli occhi alle parole del biondo e maledii mentalmente me e la mia amica per essere arrivata fin qui.

"Ti conviene andartene Bieber, nessuno vuole feriti innocenti, o perlomeno non stasera" il ragazzo che teneva salda la presa intorno al mio collo sputò quelle parole come veleno, e per quanto eravamo vicini riuscii a sentire il suo battito accelerare.

Uno sparo. 
Un dolore lacerante mi scorse per tutto il corpo e caddi a terra di piombo.

Urla, imprecazioni quelle che sentii  prima di chiudere gli occhi.

"Cazzo, cazzo, cazzo Jeff! Restate lì, il bastardo è scappato e sto arrivando, con un piccolo imprevisto."

 
  
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