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Autore: Anown    18/04/2018    3 recensioni
Akira, svegliandosi, si ritrova nel letto una sconosciuta particolarmente pallida, ma dall'aria familiare.
Precisazioni:
Contesto e carattterizzazione dei personaggi sono riprese da Crybaby.
La storia si svolge dopo l'episodio cinque ma sarebbe meglio aver finito la serie se si è interessati a leggererla.
Ho messo shonen ai come tipologia della coppia perchè il personaggio è originariamente un maschio e lo è anche nell'oneshot ma in questa si ritrova col sesso invertito in diverse scene.
Non sono effettivamente mostrate scene di sesso.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender, Tematiche delicate
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Ryo stava facendo molta fatica ad addormentarsi quella fredda sera. Akira si era salvato per pura fortuna e in qualche modo il biondino se ne sentiva responsabile. “Non possiamo davvero fidarci di nessuno, invece di dargli i soldi per procurarsi una ragazza me ne sarei dovuto occupare personalmente… sono l’unico su cui può fare affidamento, in un certo senso è anche mio dovere...” si disse il ragazzo. Non credeva che se gli si fosse proposto come amante, o più che altro valvola di sfogo, Akira avrebbe accettato... erano entrambi ragazzi ed era piuttosto sicuro che Akira non fosse interessato. “Ma forse… non presentandomi come me stesso...” a differenza di Akira, non era riuscito a fondersi con un demone, ma aveva acquisito comunque delle capacità particolari. Il suo corpo sembrava guarire più velocemente ed essere più resistente di quello di un essere umano comune, lo stesso presentimento che aveva avuto la notte in cui Akira era stato quasi ucciso da Sirene poteva essere considerato come un qualcosa di sovrannaturale e a volte aveva l’impressione di poter leggere nella mente delle altre persone… anche se quest’ultima l’aveva un po’ da sempre… Sopratutto si era reso conto di poter mutare leggermente il proprio corpo… nulla di straordinario, non poteva diventare un altro animale o un demone e nemmeno cambiare la propria fisionomia più di tanto, ma riusciva ad assumere delle sembianze femminili senza troppa fatica. “Non penso di incontrare particolarmente i gusti di Akira, ma se avesse di nuovo bisogno di qualcuno su cui sfogarsi la cosa potrebbe tornarmi utile. In questo modo eviterò che finisca fra le grinfie di qualche altro demone. Forse però... potrebbe rivelarsi rischioso... stiamo sempre parlando  di un demone in fin dei conti.” Il ragazzo si rigirò inquieto fra le lenzuola. “Spero di non dover fare nulla di simile, anche se… sono abbastanza curioso… rischierebbe veramente di perdere il controllo e uccidermi? Akira?” si domandò. Ryo si alzò contro voglia dal letto, doveva prendere altre coperte se non voleva morire assiderato… Proprio non tollerava il freddo, non l’aveva mai sopportato da quando aveva memoria.
Una sera particolarmente fredda di quando era bambino, non trovando coperte a disposizione, Ryo era sgattaiolato fuori dalla casa di Jenny per introdursi furtivamente in quella di Akira e dormire nel suo letto. A volte vedeva il suo amico come una sorta di stufa dotata di mani e piedi, condivideva spesso il suo calore corporeo con lui data l’abitudine di abbracciarlo che si era preso e sotto le coperte la diffusione del calore avveniva meglio.
La mattina seguente Akira non era particolarmente contrariato dall’esserselo inaspettatamente ritrovato nel letto, ma semplicemente sorpreso, mentre i suoi genitori erano abbastanza preoccupati per il fatto che avesse eluso la sorveglianza della propria tutrice per andarsene in giro nel cuore della notte, rischiando anche di ammalarsi, semplicemente perché avendo freddo aveva deciso che avrebbe dovuto dormire con Akira… effettivamente, pensandoci meglio, non era proprio fra le migliori trovate che avesse mai avuto…
Si chiedeva, se facendo qualcosa del genere ora, Akira l’avrebbe trovata una cosa strana… complice il freddo, l’idea di fungere da amante all’amico e approfittare del suo calore corporeo diventava sempre meno assurda.
Alla fine decise di provare ad approcciarsi a lui. Akira non era molto in sé la prima sera e come previsto fu abbastanza violento, ma Ryo era più che altro sorpreso di vederlo in azione. Amava in ogni sua sfaccettatura il modo di fare dell’amico, lo amava quando era un debole ma puro bambinetto, amava il modo in cui da demone si mostrava spietato e ne amava anche il modo di perdere il controllo, pur rimanendo umano, nonostante in quel momento la vittima dei suoi modi bruschi era lui. Alla fine era piuttosto indolensito, ma anche… appagato? Probabilmente era una cosa da imputare al fatto che essendo diventato una donna ne era attratto, così come il fatto di non riuscire a smettere di osservarlo mentre dormiva. Si chiedeva se gli avrebbe fatto lo stesso effetto da uomo… “Che sciocchezza, me ne sarei accorto se Akira fosse in grado di farmi un effetto simile dato che lo vedo così spesso ultimamente... in ogni caso non ho abbastanza foto recenti di Akira...” pensò sporgendosi dal letto e cercando con la mano la macchina fotografica e l'interruttore della luce.


Akira si svegliò nel cuore della notte, era abbastanza confuso, ricordava ben poco delle ore prima di addormentarsi. Percepì una fonte di calore… si trattava di un corpo disteso di fianco a lui, era il corpo di una ragazza. Gli era abbastanza familiare, quella era forse la terza notte che svegliandosi se la ritrovava vicino, non era sicuro se si trattasse o meno di un’allucinazione notturna… ed era decisamente troppo stanco per preoccuparsene… strinse a se il corpo della ragazza e riprese sonno.
Quella mattina si svegliò prima del solito, in tempo per constatare che la presenza percepita durante la notte non era solo il frutto di qualche scherzo della mente.
Lei si alzò dal letto, si chinò per recuperare i propri vestiti e cercò di allontanarsi, ma il ragazzo le afferrò il braccio.
-Fermati!- esclamò facendola voltare. Era una bella ragazza dagli occhi azzurrini e i capelli biondi e ondulati che le ricadevano elegantemente sulle spalle sottili. Ma era pallida, spaventosamente pallida… sarà anche stata colpa dei raggi del sole che entravano dalla finestra, ma sembrava quasi emettere luce propria. Se aveva sangue orientale era probabilmente una mezzo sangue, o forse… “Un demone?” si chiese il ragazzo mettendosi in allerta e squadrandola sospettoso. La ragazza lo guardò perplessa, forse un po’ infastidita, poi scosse le spalle e cominciò a vestirsi. Il ragazzo sospirò “Mi starò sbagliando...” -Scusa, ma… tu saresti?- domandò un po’ diffidente.
-Ran…-
-Ah… Akira Fudo. Piacere...- il nome non gli diceva niente, ma era certo di averla già vista da qualche parte... improvvisamente il ragazzo cominciò a ridacchiare nervosamente. -Ah giusto! S-sei… sei quella che ho incontrato giorni fa… i-in un bar?- l’espressione della ragazza gli fece capire che non c’era vicino neanche lontanamente… -Ah vero! È stato quando stavo girando in… in c-centro… emh… no! Eravamo dalle parti del porto!- ritentò. Sembrava che Ran dovesse mettersi a ridere da un momento all’altro, ma si limitò a coprirsi la bocca con la mano e sorridere.
-Tranquillo, non fa niente… non ricordavi neanche il mio nome… beh, dimmelo quando ti torna in mente qualcosa.- Akira cominciò a sentirsi accaldato per la figuraccia, poi tentò nuovamente di fermare la ragazza prima che andasse.
-Aspetta, non puoi semplicemente darmi tu qualche spiegazione?-
-In realtà preferirei essere lontana da qua prima che la famiglia con cui vivi si svegli. - spiegò. Akira le mollò immediatamente il braccio e la accompagnò in punta di piedi per tutta il percorso guardandosi nervosamente intorno sperando di non incontrare Taro, i genitori di Miki, ma sopratutto Miki… sentì un rumore improvviso e allarmato afferrò e trasportò Ran correndo. La depositò solo quando fu sicuro di essersi allontanato abbastanza dalla casa. La reazione della ragazza fu sorprendentemente tranquilla, ma in generale Ran non gli aveva dato l’impressione di scomporsi facilmente, sembrava quasi imperturbabile… anche troppo in qualche modo…
-Visto che sono qui, vuoi che ti accompagni a casa?- domandò Akira cercando di essere gentile.
-No, non ne ho bisogno.- rispose freddamente lei andandosene per la sua strada…

Ryo era abbastanza sicuro che Akira lo stesse osservando insistentemente, era normale che cercasse in continuazione nuovi modi per infastidirlo mentre lavorava, o almeno lui pensava che all’amico piacesse passare il tempo in quel modo… ma quel giorno sembrava particolarmente ostinato.
-Akira… vuoi chiedermi qualcosa?- domandò staccando gli occhi dai documenti. Akira sembrava talmente concentrato da non sentirlo… A Ryo, non dispiaceva che l’amico si concentrasse su di lui, ma c’era qualcosa di strano che lo metteva abbastanza a disagio nel suo comportamento “In effetti, ora che ci penso...” -Akira, per caso i demoni possono vedere attraverso i vestiti delle persone?- Akira annuì mentre continuava a fissarlo.
“Non c’è dubbio, è un uomo… e mi domando come possa essermi venuta in mente un’idea tanto stupida...” sospirò Akira.
-...Ma certo che sono un uomo.- rispose Ryo accavallando le gambe, Akira annuì di nuovo, poi si allarmò.
-Ho pensato ad alta voce?! Ehm… n-non ti stavo guardando attraverso i vestiti, tranquillo...- rise nervoso, per un attimo Ryo gli sembrò infastidito.
-...Ma cos’hai oggi?- sospirò tornando ai propri documenti.
-E’ solo che ho incontrato una ragazza...-
-Non dovresti pensare alle donne in questo momento.- lo interruppe Ryo.
-Sai… ti somiglia parecchio!-
-Quindi vai a letto con una che pensi mi somigli parecchio…- sorrise l’amico.
-Hey! Non intendevo… n-non ho detto...-
-Ti sei fuso con un demone, i tuoi istinti saranno di certo amplificati, in più sei un adolescente di sedici anni, è normale supporre che tu abbia approcciato una ragazza per il sesso. Però, finiti i tuoi comodi, non ti devi lasciare distrarre. Ricorda che abbiamo una missione.- disse guardandolo serio. -Magari per concentrarti meglio dovresti evitare di guardare attraverso i vestiti delle persone...-
-Figurati se mi distrai.- scherzò Akira. -Sai quante volte ti ho visto nudo da bambino...-
-Gia… ma non abbastanza per essere certo che sono un uomo a quanto pare…-
Quando Akira andò via, Ryo recuperò una particolare cartella dal computer.
“Non ci avevo fatto caso prima ma sembrerebbe che in fin dei conti Akira sia attraente indipendentemente dal fatto che il mio punto di vista sia maschile o femminile...” guardando, dalla cartella contenente tutte le foto e i filmati riguardanti Akira, la foto del migliore amico recuperata qualche giorno prima provò una strana sensazione, non avrebbe saputo dire con certezza se era positiva o negativa. Di solito gli sembrava di poter percepire le cose più chiaramente guardando con calma le immagini fisse attraverso le foto. Negli anni passati in America guardava spesso le foto che aveva di lui e Akira da bambini, rivedere se stesso e l’altro bambino lo aiutava a comprendere meglio il motivo di quella sensazione negativa che provava sapendolo così distante da se. Anche capire cosa provasse Akira per la morte dei suoi genitori gli veniva più facile osservandoli sorridenti e giocosi nelle immagini, il fatto che fossero morti significava che Akira non li avrebbe più rivisti… non sarebbe più potuto stare così bene con loro… Ma per quanto riguardasse la foto di Akira addormentato, non riusciva proprio a comprendere pienamente l’emozione che gli suscitava... era una situazione sgradevole sì, ma non riusciva comunque a smettere di guardare quell’immagine.



Venuta la notte, una volta sicuro che tutti, quasi tutti, si fossero addormentati, Ryo si ritrasformò e entrò in casa di Akira, trovò il ragazzo svegliò ad aspettarla, sul letto aveva del cibo… erano verdure avanzate dalla cena… la ragazza non ci fece attenzione più di tanto e cominciò a togliersi le vesti.
-F-ferma… - disse inquieto il ragazzo. Era molto più in sé delle sere precedenti, ma sembrava comunque avere delle difficoltà a controllarsi. -Prima che ne dice di mangiare? - le disse facendole segno di sedersi sul letto. Ran rimase un po’ perplessa. “Ma perché si trattiene? Dovrei essere una mezza sconosciuta, non ci stiamo realmente frequentando…” Ma in fondo il modo di agire di Akira era affascinante proprio per quello… non aveva senso.
-...Ti va di vedere un film? - propose un Akira non proprio a suo agio. Ran non credeva che la sua espressione potesse in qualche modo essere interpretata come un sì, ma il ragazzo prese comunque il computer e cominciò a cercare. “Non può essere... credevo di aver salvato un film che non fosse un porno!” ma dopo un po’ che cercava, cominciava a perdere le speranze.
-Non ci fa niente se hai solo porno, tanto non mi interessa… - rispose Ran mettendolo in agitazione.
-Trovato! Ti va di guardare Bersek?! - esclamò, poi ci riflettè… “Un film che finisce con uno stupro? In una situazione simile? Che cosa ho in testa…?”
-Non mi va… l’antagonista è talmente stupido da essere fastidioso. Manda completamente all’aria tutto ciò per cui per cui aveva lavorato rischiando anche di farsi ammazzare quando poteva benissimo risparmiarselo. E tutto semplicemente perchè era sconvolto per il migliore amico...  - “Devo sbrigarmi, non possiamo perdere troppe ore di sonno...” si disse infastidita e ricominciò a spogliarsi. Mise da parte il piatto e si protese verso di lui.
-Ah… - sospirò il ragazzo arrendendosi. -Suppongo di essere davvero noioso... l’unico modo gradevole di passare la serata con me sembra essere il sesso… - sbuffò infastidito.
“Non potresti essere più in errore di così Akira... ma preferirei che riservassi i tuoi modi gentili solo per me invece di utilizzarli con una perfetta sconosciuta...”

-Che c’è?- domandò Ran sentendosi osservata. "Di solito crolla addormentato e comincia a russare rumorosamente subito dopo aver fatto sesso..."
-...Per caso sei imparentata con un certo Ryo Asuka?- domandò Akira.
-Intendi il giovane professore? No, non mi risulta…- Akira sospirò.
“Ryo non ha una famiglia… anche se fosse non avrei modo di saperlo…”
-Non è che sei una prostituta?- domandò senza ragionarci troppo.
-...E perché non mi hai ancora pagato?-
-Magari l’ha già fatto Ryo…- ipotizzò
-Sei proprio fissato con questo Ryo.- constatò accendo un leggero sorriso che non era riuscita a trattenere. -Semplicemente sei attraente e mi andava di passare il tempo, tutto qua… - spiegò senza troppo entusiasmo.
-E’ che c’è lo vedo a fare qualcosa di simile… qualche giorno fa sono andato da lui perché avevo bisogno di parlargli, ma mi ha liquidato dandomi dei soldi e mi ha mandato a puttane… letteralmente...-  disse il ragazzo.
-Avrà semplicemente preferito agire anziché chiacchierare inutilmente.- intervenne sembrando interessata. -Magari sembravi preoccupato per qualcosa di non risolvibile ed ha preferito una soluzione pratica per distrarti… è un professore, deve essere intelligente, avrà avuto un motivo per comportarsi in quel modo.-
-Già ma in quel momento avrei preferito parlargli, mi sono sentito cacciato da casa sua… -
-Sai, avrà avuto del lavoro da fare e comunque non ti ha cacciato… - “Ho un lavoro, ero un tantino impegnato, sai? Già sacrifico del tempo che dovrei utilizzare per riposare per provvedere ai tuoi bisogni...”
-Sembri essere una sua fan. - sbuffò.
-No, è che credo di capire perché si comporta così.-
-Lo capisco anche io, infatti non c’è l’ho con lui. È il mio migliore amico, ma credo proprio che non sappia esprimersi a parole. - rise il ragazzo. -E, anche se fa quel che può, penso che non sappia nemmeno comprendere le emozioni… sopratutto le proprie, temo che rischi di esserne travolto prima o poi… -
-Eh? Che intendi?- “Akira, ma che stai dicendo?”
-Anche se si crede molto freddo e capace di controllarsi, penso che in realtà si lasci trascinare troppo dalla paura e il nervosismo. - la sua voce assunse un tono quasi preoccupato, Ran si sentiva nervosa.
-O forse sei tu ad attribuirgli emozioni che non prova. - suggerì cercando di dare un'impressione annoiata e sembrare il meno coinvolta possibile.
-No, non è così… - sospirò Akira. -Ha quasi ammaz… fatto del male a una persona perché pensava che avesse visto qualcosa che potesse mettermi in pericolo. -
“Stai rivelando informazioni mal interpretabili che ci riguardano ad una che praticamente conosci appena così facilmente? Oh, Akira...”
-E’ decisamente troppo protettivo nei miei confronti, sempre la stessa serata ha pure messo sottosopra la casa di una povera signora. Non si comporta così perché è cattivo ragazzo, ma quando è nervoso o preoccupato che qualcosa vada storto agisce in modo brusco senza preoccuparsi di danneggiare chi gli è attorno… poi quando si calma diventa più trattabile. Passato il momento critico sono riuscito a ragionarci e non fargli fare del male a Miki e comunque si è preoccupato che l’anziana signora avesse i soldi per sistemare il casino che aveva fatto… - Akira sorrise un po’ più sereno. -E’ già… è un tipo molto pratico, invece di scusarsi e dimostrarsi dispiaciuto quando fa qualcosa di sbagliato pensa direttamente a rimediare… -
“Chissà se alla fine la vecchia si è fatta esplodere? Peggio per lei, io glielo avevo detto di non toccare il computer...”
 -Mi chiedo se… - il ragazzo sembrava molto pensieroso. Ran si sentì un po’ nervosa, da una parte non poteva fare a meno di ascoltare Akira parlare di lui e di cose che non gli avrebbe mai detto  direttamente, ma dall’altra la cosa lo faceva sentire strano… come se avesse paura di ciò che Akira avrebbe potuto dire…
-Allora? Cosa ti domandavi, Akira? - domandò dato che il ragazzo non aveva più detto niente.
-Niente… è che mi è tornata in mente una cosa di quando eravamo bambini… Una volta Ryo ha cercato… emh… di mettere fine alle sofferenze di un gatto con un taglia carte quindi in modo molto doloroso… mi domando se non avesse semplicemente paura che aspettando avrebbe cominciato a sperare che il gatto sopravvivesse per poi rimanere deluso...- ripensò malinconico. -Questo non giustifica ciò che voleva fare, anche se non credo ne sarebbe stato veramente capace… però alla fine, mi chiedo se Ryo non abbia semplicemente paura di sentirsi triste...-
-Mettendo che tu abbia in qualche modo ragione, forse voleva evitare che fossi tu ad illuderti e intristirti per il gatto. Dai l’impressione di lasciarti coinvolgere emotivamente con troppa facilità. - Akira sembrò rifletterci.
-Non so, potresti avere ragione... Ma in ogni caso, è una fortuna che non sia riuscito a fare niente alla fine, ironicamente anche se voleva farlo per me, credo che avrei potuto odiarlo… -
-...O-odiarlo? - ripetè un po’ incerta, si sorprese lei stessa di come le era uscita quella parola. -Ma è il tuo migliore amico… - continuò cercando di reprimere la bizzarra sensazione di malessere la stava disturbando. -Cosa ti piace esattamente di lui? ...Non ti piace il fatto che non comunichi i suoi stati d’animo, non sembri apprezzarlo né quando risolve i problemi in modo freddo e razionale, né quando lo fa in modo brusco… -
-Hey, non fraintendermi. Gli voglio molto bene e non potrei mai lasciarlo solo, però… non mi dispiacerebbe se si aprisse un po’ e accettasse le proprie emozioni. -
-Emozioni che gli attribuisci tu e non sai se prova davvero. - insistè Ran, Akira fece una smorfia, poi le sorrise.
-Io vorrei solo vederlo più sereno… Tenere a qualcuno non significa approvare al cento per cento il suo modo di fare, sono certo che anche lui mi trova fastidioso in un certo senso.-
“A volte è difficile avere a che fare con uno così difficile da capire, smosso da sensazioni incomprensibili… mi viene difficile capire il tuo punto di vista, ma non riesco a disapprovarti, non volerti vicino e non volermi prendere cura di te… no, nemmeno quando mi infastidisci mentre lavoro... Ma sembra che tu invece possa arrivare ad odiarmi facilmente...” Ran si sentì improvvisamente tirata verso Akira. Il ragazzo la strinse, e cominciò ad accarezzarle la schiena. Lei sentì qualcosa di umido scenderle lungo la spalla. Lacrime?
-A-anche tu fatichi a comunicare i t-tuoi stati d’animo? - singhiozzò il ragazzo. -Scusa… non avevo capito che avessi problemi con le tue emozioni e che la cosa ti facesse soffrire… -
-Akira… non sto soffrendo… sei tu che soffri immaginandoti cosa io possa provare… - sospirò lei cercando di asciugare se stessa e il ragazzo.
-Spero che tu assuma abbastanza liquidi, con tutte le lacrime che versi rischi di morire disidratato. - scherzò Ran, Akira l’abbracciò di nuovo e si calmò un po’.
-Non prendermi per pazzo… - sussurrò… -Ma sento sul serio quando le persone piangono, anche se non si fanno vedere. -
-Se non le vedi mentre stanno piangendo vuol dire semplicemente che in quel momento non stanno piangendo… sei tu che ti immagini che in quel momento al posto loro piangeresti. - insistè un po’ stanca.
-Io non credo che sia così… Ma non devi preoccuparti se non riesci a
a esprimere quello che provi, sono sicuro che ti è accanto saprà capirti e apprezzarti lo stesso, non è così difficile. -
“Sopratutto per te che ti inventi le emozioni altrui interpretando le cose a modo tuo...”
-Anche se le tue emozioni dovresti semplicemente imparare ad accettarle se vuoi gestirle… -
“Peccato che non ci sia nulla da accettare...” continuò a ripetersi.
-Senti, non è che in realtà tu sei… - il suo tono si fece molto serio ad un tratto poi però sembrò avere difficoltà a continuare… -Non posso credere nemmeno io a ciò che sto per dire… - si sfogò il ragazzo. -Senti… non è che in realtà… in qualche modo… tu… tu sei Ryo? -
disponendo di un’ottima vista anche in situazioni di scarsa o nulla illuminazione, Akira potè  nettamente distinguere il viso incredulo della ragazza.
-...Come dovrebbe essere possibile esattamente? - chiese piuttosto quieta. -Vuoi dirmi che  se il tuo amico fosse in realtà una donna tu non te ne accorgeresti? -
-L -lascia perdere… - rise imbarazzato. -E’ che vi somigliate in modo davvero straordinario… -
-Se avresti preferito andare a letto con lui sono affari tuoi… - cercò di darsi un tono infastidito.  “Avrei fatto meno traffico non dovendo cambiare corpo...” non riuscì ad ignorare del tutto la consapevolezza di sentirsi felice all’idea che anche col suo normale corpo gli sarebbe andato bene.
-Non potrei mai fare nulla di simile.- preciso Akira.
-Capisco, capisco... gli uomini non ti piacciono.-
-E' il mio migliore amico, lo conosco da quando era bimbetto solo e atterrito... non potrei mai usarlo in questo modo...- Akira sospirò, poi andò nel panico e si corresse. -N-non che ti stia solo usando!- la ragazza gli sembrò perplessa.
-Non ti ricordi neanche come ci siamo incontrati... e di me non sai nulla a parte che, come ti ho già spiegato, per me sei attraente e avevo voglia di divertirmi. Non hai alcun motivo per preoccuparti di offendermi...- Akira le sorrise e le poggiò delicatamente le labbra sulla fronte.
-Volevo solo essere gentile e non darti l'impressione di trattarti come un oggetto, sento che per te non sono solo questo quindi... non volevo ferirti...- Ran non ribattè.
“Sì, deve essere colpa della trasformazione. A causa di questo corpo mi sento come se fossi infatuato di Akira...” constatò con arrendevolezza.

Precisazioni:
Suppongo che sia ovvio, comunque le capacità sovrannaturali di Ryo non dipendono da dei poteri acquisiti durante il tentativo di fondersi a un demone ma semplicemente dalla vera natura del personaggio.
E’ Ryo a non comprendere i propri stati d’animo con la fenomenale intelligenza emotiva che si ritrova o Akira ad essere mezzo scemo? O entrambe? Chissà…
In realtà, che si tratti del Ryo del manga o di quello dell'anime, non saprei dire se lo apprezzo o no come personaggio, anche se, chiedo venia, per certi aspetti quello del manga mi ha lasciata un po' più perplessa...
Non avevo intenzione di scrivere niente riguardo questo anime in realtà... però... non so... questa idea mi ha “perseguitata” per diversi giorni dopo aver finito l'anime così ho cambiato idea ed... è venuta fuori sta roba... spero che a qualcuno possa piacere...
Se vi va di lasciarmi un parere ne sono contenta, anche e sopratutto se avete da segnalarmi errori e cose che non vanno ma a cui non ho fatto caso... le recensioni possono tornare molto utili per correggersi e migliorare.
 
  
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