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Autore: sakichan24    18/04/2018    1 recensioni
Dopo aver creato il Sistema di Memoria Pokémon che l'ha reso famoso, Bill non ha mai smesso di impegnarsi per migliorare l'esperienza dei giovani Allenatori. Questa dedizione, però, un giorno si ritorcerà contro di lui.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bill
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
- Questa storia fa parte della serie 'Addictions.'
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- Bill, vieni a mangiare! È pronto!
- Altri cinque minuti!
Non ho neanche capito quello che mi ha detto mia sorella, ho dato la prima risposta che mi è venuta in mente. Spero solo sia quella giusta.
Ho un po’ di fame e devo andare in bagno, ma non posso smettere di lavorare adesso. Sono vicino a trovare un nuovo modo di rivoluzionare il Sistema di Memoria Pokémon: si tratta di un dispositivo che permette di accedere al proprio Box in qualunque luogo per inviare e ritirare Pokémon. Presto gli Allenatori non saranno più costretti ad entrare nei Centri Pokémon per cambiare la propria squadra. Sarà una cosa fantastica.
Mi avvicino di più allo schermo per studiare le linee del codice che sto scrivendo: per ora sembra procedere tutto senza errori. Abbasso gli occhi sui fogli scribacchiati a mano che tengo sulla scrivania accanto al mio computer per ricontrollare quello che sto facendo, poi aggiungo qualche linea di codice. Il dispositivo è quasi pronto.
L’ultima ricontrollatina e mi staccherò.
- Bill...
La voce di mia sorella è poco più di un sussurro. Parla sempre a voce molto bassa quando entra in camera mia, sa che altrimenti mi dà fastidio.
- Ho detto tra cinque minuti! Sto facendo un lavoro abbastanza difficile, preferirei che non mi disturbassi.
Il tono della mia voce è piuttosto arrabbiato. Non mi piace essere interrotto mentre sto lavorando e, nonostante la mia famiglia lo sappia, fa di tutto per darmi noia. A volte mi chiedo se non lo faccia apposta: forse è invidiosa dei miei progetti e del mio successo e tenta di mettermi i bastoni tra le ruote per rallentarmi, fingendo di essere preoccupata. Non trovo altra spiegazione.
Lei non risponde. Riesco a vedere il suo riflesso nello schermo del PC: sta tenendo tra le mani un piatto di pasta, ha lo sguardo basso e mi pare che stia tremando, anche se non ne sono sicuro.
- Appoggialo qui. - le dico più gentilmente, indicando un punto indefinito sulla scrivania. Non posso proprio staccarmi da quello che sto facendo, non adesso. Magari passerò un po’ di tempo con lei più tardi.
- Io non lo appoggio da nessuna parte! - strilla all’improvviso, costringendomi a voltarmi verso di lei.
- Non stai mai con noi, sei sempre chiuso nella tua stanza davanti a quel coso, non esci mai... Il piatto non te lo appoggio qui, se lo vuoi dovrai uscire! Altrimenti crepa di fame!
Finita la sua sfuriata, esce di corsa sbattendo la porta. Tento di chiamarla: le devo spiegare perché non posso smettere di lavorare. Devo dirle che perderei la concentrazione e rischierei di fare grossi errori che mi costringerebbero a ricominciare da capo. Devo farle capire che ho dedicato la mia vita a migliorare l’esperienza dei giovani Allenatori e che questo compito non prevede riposo.
La sento singhiozzare, probabilmente è andata nella sua stanza. Sento anche le voci dei miei genitori: capisco che le stanno chiedendo cosa sia successo, ma non riesco a seguire bene la conversazione.
Scuoto la testa e riprendo a guardare lo schermo del mio computer: non posso permettermi distrazioni, mi sono già fermato abbastanza per oggi. Rileggo ancora del codice e non posso fare a meno di interettare i miei stessi occhi su quello schermo: sono incavati e sotto ci sono delle borse da fare invidia ad un Kangaskhan. Non so se sia la luce, ma sembro anche pallido e smunto. Quand’è stata l’ultima volta in cui ho mangiato in maniera normale? Di solito i miei genitori o mia sorella mi portano i pasti in camera e non li finisco mai. Ma non è colpa mia, purtroppo non ho veramente tempo. Non dormirei nemmeno, se fosse per me: solo che ogni tanto crollo sulla scrivania e non mi sveglio per qualche ora. Purtroppo il corpo umano funziona così e, sebbene sia solo un impedimento alla mia produttività, non posso farci niente.
Mi è stato ripetuto molte volte che un ritmo del genere non fa bene, che dovrei mangiare e bere con regolarità e concedermi del sonno tutte le notti. Ma non posso smettere di lavorare, mai: il mio nome è conosciuto ovunque, persino nelle altre regioni si sono ispirati al mio Sistema di Memoria Pokémon. Se rallentassi la mia attività, qualcuno potrebbe diventare più famoso e ricco di me. E non voglio che succeda.
Sono sicuro che, dopo aver ultimato questo prodotto, potrò finalmente riposarmi un pochino.
   
 
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