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Autore: Umhiri    20/04/2018    1 recensioni
[2k12s SPOILER]
Estratto:
Leonardo scosse la testa e successivamente la girò. I suoi fratelli non sarebbero mai cambiati: ogni giorno la stessa routine, la stessa cantilena. E lui aveva il compito di proteggerli, come se fosse il loro angelo custode; sempre al loro fianco, invisibile e silenzioso.
In fondo era vero: Leonardo amava il silenzio. Qualche volta gli piaceva ascoltare il rumore delle goccioline che cadevano dalle tubature dei condotti; gli dava quasi la sensazione di vivere in una casa normale, magari in aperta campagna, dove è davvero molto raro sentire una sola goccia che raffiguri la pioggia. E questo lui sapeva essere solo frutto della sua immaginazione. Michelangelo non era il solo ad averne una. Fervida e surreale, a volte.
Genere: Generale, Horror, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Leonardo Hamato, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Furry, Violenza
Capitoli:
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Michelangelo se ne stava sdraiato sul letto, a leggere uno dei suoi fumetti preferiti, una gamba accavallata sull'altra piegata appena. 
Vriska, demone che la tartaruga dalla fascia arancione aveva invocato qualche settimana addietro, se ne stava seduta sul pavimento, con gli occhi chiusi e a non fare assolutamente niente.
«Ma non ti annoi mai?» sbottò Mikey, lanciando il fumetto in aria con fare tedioso, sbuffando pesantemente «Io sì! UUUFFA!»
«Perché non ti cerchi qualcosa da fare, padrone?» gli domandò Vriska con un tono leggero e con un'espressione completamente assente in volto.
Mikey sbuffò nuovamente. Si mise in piedi e lasciò la sua stanza, chiudendo piano la porta dietro al suo guscio.
Si diresse nella sala principale del rifugio: dei suoi fratelli nemmeno l'ombra. Donnie sicuramente era nel suo laboratorio. Raff, probabilmente da qualche parte in giro con Casey.
Leo, invece, era sicuro che stesse nel dojo assieme al Maestro Splinter, immerso in chissà quale allenamento spirituale.
Il minore ripensò al giorno in cui gli salvò la vita: aveva avuto tanta paura di perdere suo fratello e non voleva che un episodio simile ricapitasse. 
Sospirò.
Si mise davanti alla televisione, seduto sul divano, ed iniziò a fare zapping mentre una mano veniva poggiata a pugno su una guancia.
«Noioso.
Noioso.
Oh! No, già visto.
Noioso.
Scontato.
Troppo politico.
Troppo serio.
Troppo... PORNO!
Passiamo alla musica, che è meglio» detto ciò, Michelangelo digitò il canale pensato sul telecomando, e subito nella stanza rimbombò un forte audio di musica rock.
Abbassò il volume, sperando di non aver disturbato nessuno.
Ma tutto tacque, quindi emise un sospiro di sollievo.
Ma all'improvviso, la musica che vi era sino ad un minuto prima finì e al suo posto apparì un TG che portava notizie delle ultime ventiquattro ore, riguardante sempre persone che appartenevano al mondo dello spettacolo.
«Stella Sparkle, nota cantante pop nel mondo dell'entertainment, è misteriosamente scomparsa dopo il suo concerto in live della scorsa notte» pronunziò la giornalista, mentre l'immagine di una teenager dalle alte code bionde, dal bel visino e dal fisico niente male venivano proiettate in un rettangolo ad un lato dello schermo.
Michelangelo spalancò un poco le labbra: non era possibile, una delle sue cantanti preferite era improvvisamente scomparsa.
Chissà cosa le era capitato...

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«Si può sapere perché siamo qui di pattuglia, Leo?» fece Raffaello, incrociando le braccia sul piastrone «Insomma, non passa nessuno di sospetto da eoni, stare qui senza fare niente è assolutamente inutile.»
«Frettoloso come al solito» affermò Leonardo «E quelli chi dovrebbero essere?» sorrise beffardo il Leader, indicando con lo sguardo dei ninja in nero sotto al tetto.
Raff si sporse leggermente per guardare meglio, poi roteò i suoi Sai sulle mani, visibilmente compiaciuto «Era ora.»
«Bene, ragazzi. Statemi dietro e vedete di non combinare guai» fece Leo.
«Non mi chiamo mica Michelangelo» ironizzò Raffaello.
«Ehi! Sappi che non era per niente divertente!» esclamò in risposta la tartaruga dalla fascia arancione.
«Vogliamo muoverci?» suggerì, giustamente, Donatello. 
I quattro fratelli si mossero nell'ombra, seguendo quei ninja in nero del Foot Clan come se fossero essi stessi le loro ombre. 
Le tartarughe si nascosero dietro un muretto, mentre i ninja entravano all'interno di un alto edificio.
Si avvicinarono poi all'entrata, quando si accertarono che non ci fosse nessuno nei paraggi.
«Un codice d'acceso per entrare. Tipico» affermò Donnie, portandosi una mano sotto al mento «non dovrebbe essere difficile raggirare il sistema, ma mi ci vorrà qualche minuto.»
Raffaello prese un piccolo respiro: non poteva perdere la calma. 
Michelangelo si guardò attorno, spostando gli occhi azzurri a destra e sinistra. 
Vi erano state innumerevoli scomparse di persone famose in quell'ultimo periodo: i primi della lista erano perlopiù conduttori televisivi.
Poi, quel giorno, la scomparsa di Stella Sparkle; una cantante.
«A che punto sei, Donnie?» chiese Leonardo, messo di fianco al fratello genio.
«Ci sono quasi, devo solo decifrare gli ultimi passaggi, e... 
Apriti Sesamo!» esclamò il genio, e all'improvviso le porte che avevano di fronte si aprirono come per magia. 
Raffaello fu il primo di tutti a muoversi, addentrandosi con passo svelto all'interno dell'edificio: si vedeva che si stava trattenendo, ma nonostante questo nessuno disse niente.
Gli altri lo seguirono. 
«Sembra quasi tecnologia kraang» affermò Leonardo.
«Sembra? Lo è eccome» lo corresse Donatello «Quello che più mi chiedo è perché uno come Shredder dovrebbe sorbissi di tecnologia kraang per raggiungere i suoi scopi.»
Donnie ci pensò un attimo su, poi si rispose da solo «Spero di sbagliarmi.»
«Che cosa hai supposto?» gli chiese il Leader.
«Shredder si serve del mutageno per creare mutanti a suo piacimento, no? Ebbene, con l'aiuto di una tecnologia aliena potrebbe addirittura creare un Super Mutante per metterci i bastoni tra le ruote.»
«Super Mutante!? Mi piace come suona!» si gasò subito Mikey.
«Ma c'è anche la possibilità che Shredder, questa volta, non c'entri niente con tutto questo.»
«Come fai a dirlo?» sbottò Raffaello «Non hai visto i ninja? Di certo non si trattavano mica di principessine in sella ad un unicorno.»
«Sono dei cyborg, Raff. L'ho notato dai loro movimenti: troppo sconnessi e rigidi, anche se di poco»
«In altre parole, i Cyber Ninja di Shredder potrebbero essere stati manomessi» concluse, infine, il genio.
 Non riuscirono a fare nemmeno un altro passo, che all'improvviso l'allarme fece sparaflashare luci rosse da tutte le parti.
Donatello e Raffaello si girarono verso Michelangelo, il quale subito mise le mani avanti.
«Non guardate me! Io non ho fatto proprio niente!» esclamò l'accusato, incrociando le braccia «Certo che avete proprio una fiducia sfacciata, in me!»
«Non mi sembra il momento tanto adatto per discutere» fece Leonardo, indicando davanti a sé una miriade di kraang inseguire quella che pareva essere una...
 tartaruga...
 mutante?!
Difatti, avanti a loro vi era una tartaruga mutante, di sesso femminile e dai lunghi capelli biondi.
«Avrete presto notizie dal mio avvocato!» esclamò questa, con voce stridula, che nel frattempo non aveva mica rallentato la sua corsa.
«Non so perché, ma già la detesto» fece Raffaello, buttandosi subito nella mischia.
«Mi ritrovo ad essere più che confuso anche io» disse Donnie, colpendo col suo bastone Bou a destra e a manca. 
«STELLA SPARKLE!» esclamò Michelangelo, correndo velocemente verso la tartaruga bionda, proteggendola coi suoi nunchaku da alcuni ninja che stavano per catturarla.
«Ciao, Stella! Io sono Michelangelo, il tuo fan Numero Uno!»
La bionda rimase perplessa e sbatté le palpebre, poi additò Michelangelo e cacciò un forte urlo.
«UNA TARTARUGA PARLANTE!»
Mikey urlò in contemporanea a lei «SENTI CHI PARLA!»
Come aveva fatto a riconoscerla? Beh, solo Stella Sparkle aveva una voglia a forma di cuore sul collo, per non parlare dei suoi denti un poco sporgenti... effettivamente, un po' gli  ricordava Donnie.
«Mi scuso se interrompo questa conversazione amorosa così all'improvviso, ma...» Raffaello stava cercando di respingere un kraang, spingendolo in avanti con l'aiuto dei suoi pugnali «CI CONVIENE SCAPPARE!» esclamò Donnie, osservando davanti a sé un'altra orda di alieni kraang venire loro incontro.
«Sono troppi, ci conviene ritirarci!» propose il Leader.
Raff sbuffò. 
Michelangelo prese in braccio la mutante, ed insieme ai suoi fratelli, corse verso l'uscita. Tuttavia, proprio quando i suoi fratelli furono fuori, Leonardo sentì come una presenza dietro di sé e, subito, sgranò gli occhi.
«Guarda un po' chi si rivede» fece una voce abbastanza familiare per il Leader, il quale dovette fermarsi e girarsi molto lentamente per non rischiare di cadere in terra come uno stoccafisso.
«Nozomi...?» sussurrò.
«Leo, che cosa stai facendo?! Muovi il guscio!» sbottò Raffaello, andando a strattonare il fratello per un braccio.
Era stata solo la sua immaginazione? Ormai Leonardo non si stupiva più di nulla. 
Cosa gli stava succedendo, tutt'a un tratto?

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Stella, sebbene con un'intera confusione generale, era stata accolta dal Maestro Splinter nel rifugio.
Ormai era una mutante e Donatello si era proposto di fare degli accertamenti su di lei e sul mutageno utilizzato per renderla diversa da com'era prima.
Stockman aveva trovato un modo per riuscire a mutare le persone nella creatura che egli aveva preventivamente immaginato: perciò Donnie dedusse che per i kraang dovesse essere un giochetto da ragazzi già da molto più tempo.
«Come hai fatto a scappare?» le domandò Donatello, mentre stava armeggiando con qualcosa sul tavolo del suo laboratorio.
«Mentre mi stavano portando in una specie di prigione per creature orribili, ho fatto delle domande al cattivone che mi stava trascinando.
Poi gli si è fritto il cervello ed io ho corso più veloce che potevo! ... uh! Sto parlando con una tartaruga parlante: fa strano!»
«... sì, okay. Ad ogni modo, penso che l'algoritmo di cui sono composti i kraang sia andato in cortocircuito nell'assimilare così tante informazioni. Per tale motivo sei riuscita a liberarti.
Sostanzialmente: hai avuto una fortuna sfacciata» terminò il genio, esponendo una siringa alla mutante, la quale subito si allarmò e saltò in piedi sulla sedia, agitata «Non vorrai mica usare quel coso per uccidermi?! Guarda che mi metto ad urlare!!»
Donatello sgranò gli occhi «Non ho alcuna intenzione di farti niente! Mi serve un po' del tuo sangue per studiare il tuo DNA e vedere se possiamo fare qualcosa per riportarti alla normalità!»
Dopo quasi mezz'ora, Donnie riuscì a convincere la ragazza, ma sudando ben sette camicie immaginarie. 

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Era notte, silenzio di tomba regnava incontrastato per le fogne. 
All'improvviso, gli occhi chiari di Leonardo si spalancarono. Egli percepiva una presenza a lui fin troppo conosciuta. 
Sembrava lo stesse chiamando, perciò, il Leader si alzò, si munì delle sue katana e si diresse al centro dei condotti fognari.
Chiuse gli occhi, concentrandosi. 
Ad un tratto, sentì delle labbra sfiorargli una guancia; perciò si bloccò, non riuscendo a muovere neanche un muscolo.
«Quanto mi desideri?» sussurrò lei, sussurrò Nozomi.
Gli occhi di Leonardo si sgranarono e, con un veloce movimento del braccio, la scaraventò in terra con forza, procurandole un profondo taglio sulla gola. Leo si girò e quello che vide gli fece raggelare il sangue: la ragazza dai capelli rossi, stesa in terra, con una mano che cercava di tamponare la ferita al collo; fiotti di sangue che parvero allagare l'acqua già sporca delle fogne. 
«Io... io pensavo... pensavo sul serio, che tu mi amassi» guaì la giovane, alzando lo sguardo verso Leonardo.
La tartaruga si mosse da sola: si avvicinò a lei, si inginocchiò e fece per tenderle una mano, ma poi parve risvegliarsi dal suo stato di trance.
«TU SEI MORTA!» urlò lui, affondando ancor di più la lama su quella stramaledetta gola.
Stava impazzendo, letteralmente. Gli stava divorando il cervello.
Poi capì: era stato uno sciocco; era stato solo un giocattolino, una pedina da poter manovrare come e quando lei desiderava.
Uno spruzzo di sangue fuoriuscì dalla ferita come una fontana, macchiando interamente la figura di Leonardo e la sua fascia blu, che in quel momento divenne di un rosso scuro, oscuro.
«Vedo che alla fine ci sei arrivato... non credevo che ce l'avresti fatta tanto presto, se devo essere sincera» una lieve risatina rimbombò per l'area circostante ma, soprattutto, continuava a tamburellare all'interno della scatola cranica di Leonardo. 
Poi indietreggiò: davanti ai suoi occhi la figura della ragazza iniziò a contorcersi, ad avere spasmi continui; la sua carne venne dilaniata da zampe affilate e simili all'acciaio. Si ingrandiva sempre di più, mutandosi in un animale subdolo, che attira a sé le sue prede per poi pugnalarle alle spalle: 
una mantide religiosa. 
Lo sguardo di Leonardo divenne anch'esso fatto di sangue: come aveva potuto?
Come aveva potuto usarlo a quel modo? 
«Ti dispiace se...» la mantide si avvicinò in maniera lenta a Leonardo, per poi buttarsi su di lui con velocità «MI FACCIO UNO SPUNTINO!?»
Leonardo, per la prima volta, perse completamente il controllo delle proprie azioni; non ci vedeva più. 
Iracondo, spietato, senza cuore: le aveva inflitto quanto più danni fisici possibili, sfrecciando a destra e a sinistra con le lame delle sue armi. 
Atterrò con un suono sordo sul pavimento, mentre con altrettanta pesantezza, la testa di quella creatura cadeva inesorabilmente sull'acqua putrida e rossa.
Rosso come: a mai più rivederci.
Rosso come: per sempre.

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Il Maestro Splinter stava meditando nel dojo, sino a ché la porta scorrevole non si aprì; egli spalancò un occhio, notando la figura di Leonardo fare la sua entrata in scena.
«Entra pure, figlio mi...» 
Il Maestro s'alzò di scatto, lo sguardo serioso in volto.
«LEONARDO» fece, mentre quest'ultimo biascicava parole sconnesse e cadeva tra le sue braccia
Egli proferì un flebile «M-Maestro... 
Non... sono...
de...gno...»
Poi svenne.

   
 
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