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Autore: giamma21    21/04/2018    1 recensioni
"Forse fu per l’occasione, o perché entrambi inconsapevolmente si erano avvicinati “quel poco in più”, che le coccole si trasformarono in baci, sfuggenti ma travolgenti, ingenui ma consapevoli, e in carezze tanto caute quanto pericolose. Logan aveva sempre rinnegato l’attrazione per il migliore amico, come mai si era lasciato andare? Aveva bisogno di amare, tanto quanto ne aveva Toby. Nessuno si aspettava che due anni dopo, due migliori amici sarebbero stati degli estranei."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Il penultimo giorno di scuola, Logan, Toby e Vanessa si riunirono a casa della ragazza per una serata popcorn e cinema. Fino a quella sera, Toby non aveva ancora rivelato le informazioni relative al suo piccolo viaggio in solitaria. I suoi genitori non si erano ancora fatti vivi e lui stava esaurendo i fondi per pagare il motel in cui soggiornava.
-Onestamente, i tuoi sanno che sei qui?- chiese Vanessa, bevendo un sorso d’acqua, seduta sul letto. Toby esitò nel rispondere, poi si imboccò una manciata di popcorn.
-Diciamo che è complicato da spiegare- rispose spostandosi dalla sedia girevole alla finestra, leggermente aperta. L’aria era torrida ma in camera di Vanessa era in funzione un ventilatore che rendeva l’atmosfera più rilassante. Era come trovarsi in vacanza ai Tropici, con la brezza marina a spezzare la monotonia del caldo.
Logan si coprì la faccia con le mani.
-Toby, non sarai scappato?- chiese con timore.
Ancora una volta, l’amico esitò.
In quei giorni si erano aggiornati sugli ultimi avvenimenti: Trevor, Vanessa e il suo ragazzo, la vita a Stanton dopo la notte al Rainbow. Tuttavia della vita di Toby dopo Stanton i ragazzi scoprirono sorprendentemente poco. Forse era stata molto noiosa, oppure Toby preferiva non parlarne perché si stava trovando bene lì con i suoi veri amici. Il ragazzo si sedette accanto a Vanessa.
-Fino a qualche giorno fa… ero bloccato in un collegio, per volontà dei miei- spiegò, senza affrettarsi nel raccontare i fatti, -Uno di quei posti dove si cerca di correggere quello che non va nelle persone-.
Vanessa avvolse un braccio intorno alle spalle dell’amico, guardando Logan con uno sguardo d’intesa.
-E cos’avrebbero corretto in te?- chiese la ragazza, mantenendo un tono di voce pacato.
Non serviva una risposta per quella domanda, ma Toby trovò comunque le forze per risponderle.
-La mia omosessualità-.
Il cuore di tutti sembrò fermarsi per un attimo. Pensare veramente che esistesse un posto del genere era terrificante, e la cosa più dolorosa era sapere che i genitori di Toby ce lo avevano mandato di proposito. Prima o poi sarebbero scoppiati, Logan lo aveva sempre saputo.
-E ci sono riusciti?- domandò lui, cercando di sostenere il contatto visivo con l’amico.
-Beh, mi piace ancora il cazzo, quindi no. Però gli etero mi stanno meno simpatici- scherzò Toby, lanciando un’occhiataccia ironica a Vanessa.
-Ehi, considerami lesbica- esordì lei, provocando una risata generale.
I ragazzi avvolsero Toby in un caloroso abbraccio. La nota positiva era che lui riusciva a scherzare su quello che aveva vissuto.
-Chi è lo stupido che pensa di poter decidere chi vuoi amare?- chiese Logan, ancora esterrefatto dalla precedente rivelazione.
Toby sospirò, -Dunque, la signora Pittsbury, il preside Crowny…-.
Vanessa ridacchiò, -Scusate, ma uno che di cognome fa Crowny non dovrebbe avere alcun diritto di scegliere come devi vivere la tua vita-.
-Già. Lì dentro almeno ho conosciuto persone splendide. Mi hanno fatto capire un sacco di cose. In un modo o nell’altro qualcosa dentro di me sono riusciti a cambiarla-.
Logan e Vanessa tornarono ad ascoltare, incuriositi.
-Incredibile ma vero, durante il mio soggiorno non sono stato con nessuno, sebbene le proposte non mancassero. Ho capito che dovevo mettere in pausa questa sete di sesso che mi guidava e capire cosa volevo dalla vita-.
Un ottimo ragionamento, avrebbe detto la madre di Logan.
-Se questo ti rende felice, allora va bene- lo rassicurò lui.
-Esatto, le esperienze le hai fatte, puoi rilassarti un attimo. Tanto è stato appurato che ti piace la materia C- aggiunse Vanessa. I tre risero ancora.
-Ne vado matto- replicò Toby, fingendo di mordere Logan come uno zombi affamato. Lui scoppiò a ridere e finse di urlare dal terrore.
-La prego signor zombi, non prenda il mio casto fiorellino!-.
Toby si ricompose.
-Aspetta, quindi non l’hai ancora fatto?-.
Logan arrossì.
-No- rispose, quasi sulla difensiva, -Non ho esattamente avuto modo di mettermi a nudo…-.
-…con Trevor- concluse Vanessa. Toby le cadde tra le gambe.
-Dio, quanto è bello. Non ci credo che ti venga dietro- Logan corrugò le sopracciglia, -Non che tu abbia qualcosa che non va, ma… Trevor era così etero!-.
Logan lo pizzicò nella gamba.
-Credo che sia bisessuale, è molto confuso-.
-E’ l’effetto che fai tu, Wolverine- disse Toby, -Tu confondi le idee a tutti-.
Logan ridacchiò, soffermandosi a pensare a quelle parole.
Come aveva confuso le idee a Toby? Di sicuro lo aveva fatto senza accorgersene. Vanessa accese la TV e selezionò l’ultimo film della saga di Saw.
-Forse un film horror non è quello che ci serve, in effetti- corresse poi, scegliendo un altro genere, -L’asso nella manica, che ne dite?-.
Gli altri due concordarono e il film cominciò. Si sistemarono ai piedi del letto, sopra alcuni cuscini colorati. Logan bisbigliò qualcosa a Toby.
-Quindi sei un fuggitivo?-.
Toby gli mise il braccio intorno alla vita, pizzicandolo sul fianco.
-Non stasera. Ora ho raggiunto la mia meta-.
 
 
Ultimo giorno di scuola. Ultimi attimi tra i corridoi, tra i vecchi banchi usurati. Almeno per quell’anno. Trevor e Logan si erano tenuti in contatto via messaggio, mandandosi selfie ed emoticon dolci per tutta la settimana. Uscire insieme era ancora prematuro, secondo Vanessa. Prima dovevano conoscersi meglio e Trevor doveva scegliere da che parte stare.
-Non mi importa che si riconosca in gay o bisex. Quelle sono solo etichette, se gli piaccio e vuole stare con me però deve dimostrarlo- si era detto, più per autoconvinzione che per altro.
Gli venne in mente la notte della festa, quando aveva visto Trevor baciarsi con Olivia Collins. Lui si era scusato, ammettendo che il loro incontro lo aveva fatto sentire esposto. Voleva forse dimostrare di essere ancora un uomo? Perché stare con un ragazzo lo avrebbe reso meno virile? Era di questo che si preoccupavano quelli come lui. In realtà, un ragazzo attratto da un ragazzo non era più o meno importante di uno attratto da una ragazza. Era sempre la stessa persona, con interessi diversi.
Arrivato al suo armadietto, Logan fu colto di sorpresa alla vista di una lettera bianca incastrata tra le fessure metalliche. Nessuno nelle vicinanze però aveva l’aria di avercela messa. Logan spiegò la carta e lesse il messaggio scritto con un pennarello indelebile rosso.
“Trevor non è chi pensi che sia”.
Boom. Colpo di scena.
Logan si guardò intorno nuovamente, senza individuare persone vicine a lui. Camminò fino all’armadietto di Trevor, senza trovarlo. Vanessa era seduta nella zona bar insieme al suo ragazzo e gli amici. Logan le fece un cenno nervoso, che lei captò. Lo raggiunse.
-Che succede?, sei quasi pallido- quasi, ancora doveva valutare la minaccia.  
Le porse il biglietto.
-L’ho trovato prima nell’armadietto- spiegò, incrociando le braccia.
Vanessa parve sconvolta, -Beh, è strano. Hai qualche sospetto?-.
Lui scrollò le spalle.
-Qualcuno che sa di me e Trevor-.
-Non necessariamente, Logan- lo rassicurò lei, -Magari vi hanno solo visti insieme e pensano che siate amici-.
Logan ci pensò su.
-Ma perché scrivermi questo?-.
Vanessa ripiegò il biglietto.
-Dovresti trovare Trevor e parlarne con lui-.
Logan annuì, spazientito.
-Se solo sapessi dov’è-.
-E’ l’ultimo giorno di scuola, sarà da qualche parte con i suoi amici. Tranquillo- commentò Vanessa. I due si salutarono, rimandando la conversazione a più tardi.
Mentre raggiungeva la classe, Logan inciampò in Evan Bennett, il suo compagno di banco a Letteratura Straniera.
-Ehi, tutto bene?- chiese lui, afferrando Logan. La sua testa aveva sbattuto contro il petto di Evan, che risaltava grazie alla maglietta azzurra. Era andato in palestra, di recente? Oppure aveva sempre avuto qualche sfumatura di muscoli?
-Sì, scusa. Non do dove stessi guardando- spiegò Logan, risistemandosi.
-Di certo non davanti a te- scherzò Evan, mostrando i denti con un caloroso sorriso. Logan si accorse dei suoi occhi particolari.
-Eterocromia- aggiunse, e Logan tornò in sé.
-Come?-.
Evan si indicò gli occhi.
-Iride di un colore diverso rispetto all’altra- spiegò.
-Oh! Scusa, me ne sono accorto solo ora- dopo un anno di vicinanza.
-Tranquillo, a dire il vero questa è la prima volta che ci scambiamo più di cinque parole- scherzò Evan, -Ci vediamo, Logan-.
Il ragazzo se ne andò, e Logan gli ammirò il sedere, stretto nei pantaloni felpati. Di recente si era tinto i capelli di grigio, e Logan aveva considerato quel cambiamento coraggioso, soprattutto a Stanton. Lì tutti sparlavano di tutti e poi si fingevano grandi amici.
In classe Trevor non c’era. Ma che…?
La lezione finale proseguì solo per inerzia, e nessuno prestò attenzione alle indicazioni dei professori riguardo ai compiti estivi. Logan inviò un messaggio al suo… amico.
Trev, tutto ok? Pensavo che venissi oggi.”
Nessuna risposta.
A ricreazione, giunse un segno dal cielo. Passando accanto ai membri della squadra di football, Logan intercettò delle informazioni utili.
-Sembra che sia arrivato un membro di famiglia, o qualcosa del genere- spiegò a Vanessa, mentre finiva di masticare la barretta energetica.
-Odio i famigliari inaspettati- intervenne Craig, il ragazzo di V.
Logan lo salutò e lei lo baciò in bocca. La situazione si fece presto imbarazzante. I due presero a sbaciucchiarsi guidati dalla passione.
-Poteva scriverti però- aggiunse lei, liberandosi dalla presa di Craig.
-Chi?- chiese quest’ultimo. Vanessa lo picchiettò sulla spalla.
-Gossip tra ragazze, baby-.
Logan le lanciò un’occhiataccia. Craig capì e si fece da parte.
-Non stiamo insieme, gli posso concedere il beneficio del dubbio- concluse Logan.
 
Fine. La campanella terminò la sua lunga sentenza, e tutti fuggirono dalla scuola. Uscendo, Logan riconobbe Toby tra la mandria di ragazzi che passava sotto il portico.
-Ehi- fece lui, abbracciandolo. Logan lo trascinò lontano da sguardi indiscreti.
-Ho un problema- disse. Toby sospirò.
-Siamo in due-.
Logan rimase interdetto, -I tuoi ti hanno trovato?-.
Toby scosse la testa.
-Non ancora, ma non posso più permettermi il motel- spiegò.
Logan gli carezzò la spalla.
-Tranquillo, puoi stare da me-.
-Sul serio, non voglio sentirmi un peso per te e tua madre-.
-Non lo sei, scemo. Finché non troveremo una soluzione, starai da me-.
Ma l’avrebbero trovata?
Logan prese il foglietto dallo zaino e lo mostrò all’amico.
-Che palle, ma quanti anni devi avere?- chiese Toby in modo sarcastico.
Soprattutto, perché scrivere un biglietto così l’ultimo giorno di scuola?
-Ora sono nervoso e in ansia, non ho più sentito Trevor-.
Ding. Nuovo messaggio.
“Scusa Lo, posso farmi perdonare. Vengo da te?”
-Hm… e come farà a redimersi?- chiese Toby, ammiccando ad un sorriso malizioso.
Logan arrossì e rimase senza parole.
-Non lo so, ma sono decisamente curioso-.
   
 
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