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Autore: Satiel    22/04/2018    2 recensioni
Naruto riprese la marcia diretto verso casa. Decise che avrebbe fatto a meno di prendere i mezzi per quella volta. Forse voleva appositamente far tardi, voleva provare a vedere se camminando le preoccupazioni che gli appesantivano il cuore si sarebbero trasformate in sabbia e gli sarebbero scivolate via dalle tasche, lungo i pantaloni, e infine sulle caviglie e sul suolo. Magari avrebbero cancellato le orme dei passi che un destino impietoso voleva che calcasse. O forse no, aveva solo bisogno di una boccata d' aria.
Respirare, non era questo che i medici gli consigliavano per i suoi attacchi di panico ? Respirare profondamente, chiudere gli occhi e aspettare che qualsiasi cosa lo avesse turbato passasse.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Faceva decisamente troppo caldo per essere un giornata di aprile. 
Naruto chiuse con decisione il fascicolo che stava ininterrottamente esaminando da, quanto, un 'ora ? Due ? Senza alcun apparente risultato soddisfacente.
Con rassegnazione si portò una mano sulla spalla sinistra massaggiandola pigramente. Stanco, si , la parola giusta era stanco.
Più che certo che i problemi inerenti alla società cui era a capo non sarebbero spariti di colpo col calar delle tenebre, decise che si poteva permettere il lusso di terminare in leggero anticipo quella giornata iniziata male.
Si alzò con un sospiro, tanto vale farlo subito.
Con passo stanco imboccò l' uscita.

Karin, ufficialmente per tutti la segretaria del capo, per lui soltanto l' adorata cugina psicopatica, lo stava aspettando con un mesto sorriso sulle labbra.
Naruto sbuffò interiormente, ed anche esteriormente visto il biasimo nascente dagli occhi della donna dietro la montatura degli occhiali da vista che indossava.

- Così proprio non va. - sentenziò porgendogli un nuovo mucchietto di fogli da esaminare.
- Lo dico per te Naruto. Non va . Sei troppo permissivo! Devi farti rispettare da quella peste impudente o ci saranno gravi conseguenze ! -

Naruto tacque, avvilito. Che "gravi conseguenze" ci fossero già, forse lei era davvero l' ultima a non averlo notato.
- Cos' è , di che cosa si tratta questa volta ? – Strascicò contro voglia.
- Si tratta di lei ... oppure ... -

- Boruto !- Tuonò Karin
- Naruto, possibile che  ... - iniziò come se dovesse fare una ramanziana al padre anziché al figlio, ma poi rinunciò difronte a quello sguardo rassegnato.

- Non importa. Nessun morto o ferito, tutto nella  norma . - concluse pietosa.
- Torna a casa , ci si vede domani. -
Un sorriso involontario increspò le labbra del presidente.

- Certo capo, grazie per il lavoro svolto ! - la prese in giro.
- Stupido... - bofonchiò Karin salutandolo.


Naruto riprese la marcia diretto verso casa. Decise che avrebbe fatto a meno di prendere i mezzi per quella volta. Forse voleva appositamente far tardi, voleva provare a vedere se camminando le preoccupazioni che gli appesantivano il cuore si sarebbero trasformate in sabbia e gli  sarebbero scivolate via dalle tasche, lungo i pantaloni, e infine sulle caviglie e sul suolo. Magari avrebbero  cancellato le orme dei passi che un destino impietoso voleva che calcasse. O forse no, aveva solo bisogno di una boccata d' aria.
Respirare, non era questo che i medici gli consigliavano per i suoi attacchi di panico ? Respirare profondamente, chiudere gli occhi e aspettare che qualsiasi cosa lo avesse turbato passasse.

Cazzate.

Percepì i fogli che Karin gli aveva consegnato all' uscita solo quando un prurito fastidioso sul collo lo obbligò ad alzare il braccio per trovare sollievo.
Li osservò. Valutò di gettarli nel  primo cestino che avesse incrociato per strada, non considerando minimamente di leggerne il contenuto.

" Suo figlio cerca di attirare l' attenzione compiendo gesti schiocchi."
 " Boruto non studia, non si applica, non tenta minimamente di farlo ."
" Oggi ha picchiato un compagno !"
" Sembra che soffra eccessivamente della mancanza di sua madre. Le consigliamo di farlo seguire con adeguata terapia. "


Immaginava già cose di questo tipo, fin quando ritenne la corposità del fascicolo sospetta per quel genere di comunicazioni.

Si fermò su due piedi, come attraversato da un orribile presentimento. E lesse, a capofitto, tutto quanto per interminabili minuti.


- Proverò  a parlarne in ufficio. -

La voce di Kiba uscì tremula e risuonò  incredula al microfono del cellulare.
Un brusio monotono era l' unico segnale che la persona con cui stava parlando non intendeva mollare con lui cercando di persuaderlo a cambiare idea.

- Potrei semplicemente offrire qualcosa in cambio, qualcosa di diverso... potrei , ecco proporre qualcuno che non conosciamo... - tentò di rispondere alla voce sempre più incalzante.
Ma il brusio non si quietò, crebbe di intensità  fino a diventare un ritmo sincopato, stridente e acuto.  Durò per una manciata di secondi prima di esser sostituito con una lugubre cantilena singhiozzante.

- No, non lo farò. -

Una chiara risposta. La voce di Kiba era suonata dura, la sua mente era già lontana.

- Addio. -
 
  
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