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Autore: neesama    24/04/2018    0 recensioni
Lee Taemin vive in un pericoloso angolo del suo mondo. Chiuso in sé stesso non riesce ad abbandonare la sua casa, il suo luogo sicuro e Choi Minho, amico di sempre, non sa più cosa fare. Ha tentato in tutti i modi di farlo uscire, ma ora? Dovrà rinunciare o continuerà a combattere?
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutte. Non è facile riprendere a scrivere, soprattutto ora con la scomparsa di Jonghyun ma sentivo di doverlo fare per lui, almeno in questa storia. Grazie a chiunque leggerà.



Day ten.



˵ Il cielo è troppo grigio per i miei gusti, nonostante io sappia perfettamente che novembre è questo: sole, cielo azzurro, grigio, nubi e vento freddo.

Oggi non ho voglia di uscire, mi sembra perfettamente inutile e non ho voglia di ricordare com'è fatto il mondo; è sempre tutto uguale e grigio come la giornata di oggi, sia d'estate che d'inverno.

La mancanza degli amici la sento anch'io, ma non voglio farglielo capire. Non voglio far vedere alla gente qualcosa di così intimo di me. La mia paura, la mia debolezza deve rimanere nascosta e silenziosa, nell'angolo più buio del mio cuore. ˶


*


Ha deciso di rimanere a casa e non c'è alcun modo di farlo uscire. Choi Minho ci ha provato mille volte negli ultimi tempi, ma Lee Taemin ha negato sino all'ultimo. Non uscirà di casa e questo, lui, lo sa perfettamente. Ha imparato a conoscerlo nel tempo, con i suoi sbalzi d'umore e quel qualcosa che continua a nascondere come se fosse la più grande delle vergogne.

Ha pazienza, lui, un'inesauribile voglia di aiutarlo ad uscire da quello che è diventato, a tutti gli effetti, il suo scudo per proteggersi dalla crudeltà dell'incomprensione, cosa che ha appreso per la sua grande empatia, ma che Lee Taemin mai s'è azzardato a dire. Lo considera un suo grande amico, forse il migliore amico, ma è anche certo che per lui non sia lo stesso.

Per questo se n'è fatto una ragione da tempo, ma ciò non gli ha impedito d'essere ciò che è, quello che farebbe di tutto per un amico. Ha buttato il telefono sul sedile accanto, ed ha accelerato verso casa del ragazzo più piccolo.



Lee Taemin osserva il grigiore delle nubi. Hanno anche un certo fascino, tutto sommato, e gli occhi che le scrutano sono piacevolmente persi nella malinconia di quel colore tipico della stagione. Gli ricorda sempre qualcosa di spiacevole, che ha tentato inutilmente di dimenticare.

Oh, lo sa bene che le cose non si dimenticano, ma ci ha provato comunque. Ha inventato mille modi per poter andare avanti, ma non ci è mai riuscito.

Lee Taemin è stato tradito quattro anni fa ed il cielo glielo ricorda. E' successo nel modo peggiore e dalla persona che amava più di chiunque altro, il suo migliore amico, Kim Jongin, che quel pomeriggio di giugno lo aveva ignorato e denigrato in mezzo alla gente.

Non aveva mai scordato quegli sguardi di sufficienza, quell'escluderlo volutamente dal gruppo in modo del tutto insensato, come se non avesse contato nulla per lui in nessuno dei tanti momenti vissuti insieme, delle ore passate al telefono a ridere ed anche a sparare cazzate.

Non si era dimenticato nemmeno del senso di solitudine che aveva provato alla sera, alla cena, rimanendo in silenzio a guardare gli altri ed a provare gelosia, una sorda e triste gelosia che s'infilava nel cuore con la prepotenza di un pugnale infilato dietro la schiena.

Ecco, quella sensazione la percepisce ancora, anche se più ovattata. Si dice che è solo una sensazione passeggera e che passerà nel giro di poco tempo, anche se sa che non è così, lo sa perfettamente. Inspira ed espira quel poco ossigeno che aveva trattenuto. La cassa toracica s'è contratta nel modo più inaspettato possibile e il fiato gli viene meno, anche questa sensazione che gli provoca un giramento alla testa, dura meno di un istante.



D'un tratto è costretto a guardare giù perché una sagoma nera attira la sua attenzione: è la macchina di Choi Minho ed il ragazzo alla finestra sbuffa.

Non parla, si scosta solamente e si nasconde per non farsi vedere. Ha compreso che Minho non si arrenderà, ma se vedrà tutte le altre imposte chiuse, sarà costretto ad andarsene, almeno questo è ciò che spera. Lo spera davvero.



Choi Minho scende dall'auto e fissa quell'unica finestra aperta. Lee Taemin s'è barricato in casa – cosa solita, ci ha fatto l'abitudine – e gli è sembrato persino di vederlo indietreggiare e nascondersi. Il viso gli si torce in un moto di stizza e si morde persino il labbro: da quanto va avanti questa storia? Tre anni, ora che ci pensa bene. Tre anni in cui lui fa così. Per un momento si sente ferito, nonostante non ne abbia il diritto.

Mai Lee Taemin gli ha detto di essere il suo migliore amico, per cui non dovrebbe sentirsi così, almeno questo crede razionalmente, ma il suo essere gli dice tutt altro. Ha una punta di delusione che s'impadronisce del suo essere, l'umore improvvisamente cambia e una certa tristezza gli serra la gola.

« Al diavolo, Taemin. » mormora mentre sale di nuovo in auto. Il moro non aspetta stavolta, e di quella inesauribile pazienza sembra si sia perso la traccia improvvisamente. E' bastato un nulla, un'ultima goccia – e non s'era accorto che il vaso fosse pieno – ed improvvisamente tutto ha preso una nuova piega, la fine. La fine di quello che credeva fosse.



Il motore singhiozza qualche istante, prima di partire, e l'auto scura si allontana. Taemin la vede in lontananza, si sente sollevato ma avverte qualcosa di doloroso farsi nuovamente strada dentro di sé. Taemin ha paura ed i suoi occhi sono grigi come le nuvole.

   
 
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