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Autore: LeoValdez00    24/04/2018    2 recensioni
(SoulmateDistopic)
In una società che secondo un algoritmo decide alla nascita le future coppie di individui, non c'è posto per due ragazze innamorate.
***
"Si sta innamorando di lei, in un modo così profondo e totalizzante da farle paura.
Finirà male, è inevitabile."
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Storia partecipante all'iniziativa "Easter Egg" indetta dal gruppo facebook LongLiveToTheFemslash.





Crede sia una cosa innocente.

Non c'è nulla di male in ciò che stanno facendo, continua a ripeterselo fino alla nausea.
Eppure, quando incrocia il suo sguardo smeraldo offuscato dal desiderio, quando le sue labbra sottili la baciano con passione, Lexa sa che questa situazione diventerà pericolosa.
Si sta innamorando di lei, in un modo così profondo e totalizzante da farle paura.
Finirà male, è inevitabile.
Un giorno dovranno separarsi, un giorno non così lontano dovranno abbandonare ogni legame.
Mentre per la prima volta stringe il suo corpo caldo fra le proprie mani, si rende conto di non riuscire nemmeno a pensare di poter rinunciare a lei.
Quella brillante ragazzina è diventata il suo punto di riferimento, il fine di ogni sua azione e l'amore della sua vita.
Ma alla Lega non importa, l'algoritmo matematico della federazione non le ha definite Soulmate, i loro polsi sono indelebilmente marchiati con il nome di altre persone.
Nessuno si era mai innamorato di qualcuno che non fosse il proprio Soulmate, nessuno credeva che fosse possibile, la Lega non aveva mai sbagliato prima.
Hanno ancora pochi anni da trascorrere insieme prima del matrimonio obbligato di Eleanor, ma la percepiscono come un’eternità in quel momento, sembra un dono avere così tanto tempo solo per loro.
Eppure la stretta allo stomaco rimane, quel senso di disagio a pensare che la loro relazione avrà una fine, una sensazione di terribile precarietà.
Sono entrambe in equilibrio su di un sottile filo che divide amore e ordine.
Nessuna delle due si rende conto che è già spezzato, che inconsapevolmente hanno già scelto da che parte cadere.








Lexa la sentì arrivare, percepì ogni suo passo avvicinarsi, eppure non si voltò, mantenendo lo sguardo puntato sul piccolo lago davanti a lei.
Era appoggiata stancamente alla balaustra di marmo, i capelli lunghi raccolti in una treccia semi sfatta e poche lacrime raccolte agli angoli dei suoi occhi chiari.
Sentì le braccia di Nore stringerla e il suo viso appoggiarsi alla propria spalla.
“Guardami.. ti prego” sussurrò la più giovane.
Lexa non osò spostarsi, torturandosi le mani per non perdere il contegno che si era imposta.
“Dovresti andartene a casa”
La sua voce era debole, più un implorazione che un ordine, la gola ancora secca da tutte le lacrime versate.
“Possiamo parlare un po'?” insistette la ragazza, stringendola a sé con mani tremanti “Per favore, ho bisogno di stare con te..”
Lexa sentì la paura nella sua voce, nel tremolio della sua presa, nel suo respiro insicuro soffocato contro la propria schiena.
Prese un profondo respiro e si girò lentamente, permettendo all'altra ragazza di abbracciarla e di piangere liberamente contro di lei.
Nore si sciolse in lacrime silenziose, singhiozzando appena contro il suo petto, artigliandole la schiena con le corte unghie e stringendola con forza a sé, come se temesse di vederla sparire davanti ai propri occhi.
“Sono qui..” mormorò Lexa, carezzandole delicatamente i corti capelli scuri e posandole un bacio leggero sulla fronte, per calmarla.
Avrebbe voluto dirle che sarebbe andato tutto bene, che avrebbero risolto ogni cosa, che sarebbero state insieme per sempre, ma non poteva mentirle.
“Non sarai qui domani” sussurrò la più giovane, tra le lacrime, cercando freneticamente le sue grandi mani calde con le proprie, intrecciando le loro dita quasi con violenza, per sentire ancora una volta la sua stretta confortante.
Lexa non rispose, una stretta al cuore mentre prendeva le sue sottili mani fra le proprie, pregando di avere ancora tempo, di avere più di qualche attimo da condividere con lei.
“Non dovresti essere qui” mormorò con un filo di voce al suo orecchio, beandosi della sua vicinanza con l'amara consapevolezza che non lo avrebbe più potuto fare dopo quella sera.
“Non lasciarmi!” pregò la più giovane, con il poco fiato che le rimaneva, alzando lo sguardo smeraldo per incrociare il suo, esausto e sofferente “Ti prego, non lasciarmi!”
Il dolore di vederla così vulnerabile e indifesa le strinse il petto in una morsa di ghiaccio.
“Non posso farlo” mormorò Lexa, avvicinando le proprie labbra alle sue come per baciarla, ma fermandosi appena prima, sfiorandole solamente, come non avesse già più alcun diritto su di lei.
Nore le prese il viso tra le mani e la baciò senza alcuna esitazione, quasi fosse ciò che di più naturale potesse fare.
Non poté opporsi, ogni fibra del suo corpo esultò a quel contatto inaspettato, che sembrò guarire in pochi secondi tutto il dolore che entrambe stavano provando.
Interrompere quel bacio e parlare fu forse la più ardua decisione che avesse preso nella sua giovane vita.
“Domani ti devi sposare” disse Lexa in un soffio, più a sé stessa che alla ragazza di fronte a lei, per convincersi di quanto non fosse giusto prolungare ancora quella tortura.
Nore si separò da lei e si allontanò di qualche passo, offesa e ferita, guardandola con delusione.
“Credi che io non lo sappia? Dovrei essere a casa dei miei genitori, con Dyan e Will, eppure sono qui! Credevo che anche tu mi volessi qui!” sbottò la più giovane a voce alta, fuori di sé.
Lexa non ci vide più dalla rabbia, le emozioni che si mescolavano e si confondevano tanto erano intense, impedendole di pensare.
“Io non ti voglio qui!” replicò allora lei, stringendo le mani fino a conficcare le proprie unghie nella pelle ruvida dei palmi “Vorrei averti ogni giorno della mia vita e non per pochi minuti. Vorrei avere il diritto di essere la tua persona, l'unica persona che amerai per sempre. Non posso pensare che da domani non potrò più nemmeno sfiorarti, che quella di ieri è stata la nostra ultima notte insieme e che forse ho appena interrotto il nostro ultimo bacio. Non ti voglio qui se quello che mi aspetta domani è vederti in bianco a prometterti ad un'altra persona!”
Dovette fermarsi a riprendere fiato, mentre poche lacrime fuggivano alla sua strenua volontà rigandole silenziosamente il viso.
“Credi che io abbia scelta?” ribatté Eleanor con durezza, la voce sempre più alta, fin quasi a gridare “Sai che non ce l’ho! Mi arresterebbero, anzi ci arresterebbero, prima della fine di domani”
Lexa sapeva di star diventando del tutto irragionevole.
Quante volte ormai avevano affrontato quel discorso e quante volte erano giunte alla conclusione di non avere alcuna possibilità.
Per lei, amare Dyan sarebbe stato così facile, avrebbe potuto finalmente essere felice, senza incertezze e complicazioni, almeno per una volta nella vita.
Eppure, guardando quegli occhi di giada lucidi di pianto e di ira, si rese conto che non avrebbe mai potuto amare nessun altro allo stesso modo.
Nore era tutto ciò di cui aveva bisogno.
Si avvicinò a lei, coprendo lentamente lo spazio che le separava, per poter prenderle delicatamente la mano ed intrecciare le loro dita.
Aveva bisogno di quel contatto, almeno quello, per poter sopportare ciò che sarebbe accaduto l’indomani.
“Ti accompagno da Will”





Per un attimo, nulla ebbe importanza se non la sua disarmante bellezza.
Nore apparve sulla soglia della chiesa, la sua figura minuta avvolta in un leggero abito candido che le fasciava delicatamente la vita per poi scendere morbido lungo i fianchi, mentre un sottile velo bianco le copriva il volto.
Un vestito modesto eppure splendido nella sua semplicità, come la ragazza che, camminando incerta lungo la navata, lo indossava.
Tutti gli invitati si alzarono, guardando la sposa con grandi sorrisi, falsi e ipocriti, mentre una dolce melodia si diffondeva nell’aria.
Lexa non ebbe la forza di partecipare, rimase seduta al suo posto, nell’angolo più lontano dell’ultima fila di panche che occupavano la chiesa, seguendola unicamente con lo sguardo.
Non riusciva nemmeno a respirare, un peso insopportabile le opprimeva il petto, sentiva la gola chiudersi e le lacrime premere sui suoi occhi chiari, pregando per poter uscire.
Non poteva permettersi di piangere, non ancora, non in quel momento.
Nel bene o nel male, Nore si trovava all’inizio della propria vera vita e lei non aveva più alcun diritto su di lei e su ciò che erano state prima di quel giorno.
Si morse le labbra, abbassando lo sguardo non appena tutti gli invitati si sedettero in silenzio e il funzionario federale iniziò a parlare.
Ogni parola le sembrò una coltellata, una dolorosa fitta alla bocca dello stomaco.
“Siamo qui riuniti oggi, perché Nore Oldrin e William Kenner sono stati scelti e definiti Soulmate fin dalla nascita, algoritmo 669FM284"

Non riuscì a resistere e suoi occhi si posarono su di lei, splendida di fronte a Will.

Ecco cos’era diventata, una silente spettatrice in lacrime, un volto come tanti sconosciuti all’interno della grande chiesa.

“In questo giorno, la Lega unisce questi due giovani nel vincolo matrimoniale, consapevole di aver scelto due anime affini e complementari e, da ora, legate per la vita”

Lexa incrociò velocemente lo sguardo di Dyan, in piedi accanto alla sposa come sua testimone, che abbozzò un mezzo sorriso di conforto nella sua direzione.

L’unica persona ad averla notata dall’inizio della funzione.

“Non osino le due parti sciogliere ciò che la Lega ha unito”

Solo in quel momento, Will le tolse il velo, rivelando il suo bellissimo viso segnato e i suoi occhi stanchi e arrossati.

Vide il ragazzo posarle delicatamente una mano sul viso, come fosse fatta di fragile cristallo, per poi darle un leggero bacio sulla guancia.

Nore accennò un sorriso fra le lacrime che non poté trattenere, prendendo per mano il suo migliore amico e ringraziandolo con lo sguardo, tra le mormorate proteste degli invitati.

I due novelli sposi si avviarono all’uscita, coperti di applausi.

Appena prima di varcare la soglia della chiesa, gli occhi verdi di Nore incontrarono i suoi, grigi e spenti, per una frazione di secondo.

Eppure le bastò per capire che era finita.

Era tutto finito.








#AngoloDiLeo
Prima storia Femslash e devo dire di essere abbastanza soddisfatta (considerando scadenze e impegni, soprattutto).
Perciò ringrazio molto il gruppo facebook LongLiveToTheFemslash per l'opportunità di scrittura e ringrazio ogni passante che capiterà da queste parti.
Passo e chiudo.

 

   
 
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