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Autore: Fafanella    25/04/2018    6 recensioni
Patty dopo la partenza del capitano, perde se stessa, riuscirà Holly a sistemare le cose?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'MILLE VOLTI DI UN AMORE '
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CORPO E ANIMA 

Sono  passati 6 mesi da quando Holly è partito ed io, io continuo a fare tutto, non ho lasciato nessuno dei miei impegni, studio, i miei voti sono sempre molto alti, mi occupo sempre della squadra, sono sempre la prima manager, è come se nulla fosse cambiato, ma io … io non ricordo più da quando non mi inquieto o da quando non sorrido. SONO UN CORPO SENZA ANIMA. Holly mi ha scritto mail e inviato sms, a cui ho sempre risposto, ma non come avrei fatto 7 mesi fa, mi ha anche cercata telefonicamente più e più volte, mi sono negata , non posso sentire la sua voce, la sua felicità, sono contenta che lui lo sia, ma ho paura possa annullarmi completamente. Bruce è molto preoccupato per me, anche le ragazze e persino Benji; Tom e addirittura Mark. Qualche settimana fa Benji è venuto a salutarci al campo, mi ha stuzzicato come e più di sempre, si aspettava uscisse fuori ANEGO, ma anche se l’ho cercata , non l’ho trovata, sarà in Brasile con Holly, a sventolare la bandiera ed incitarlo. Mi ha anche chiamata Tom da Parigi, mi ha chiesto come stessi, gli ho risposto che sono ancora qui, lui allora, scavandomi nell’anima mi ha detto “ sai dovresti lasciarlo libero…il tuo cuore, intendo, libero di piangere e di disperarsi, non devi essere forte sempre”. Al termine della telefonata ero più apatica di prima. Sto andando a scuola, i ragazzi fra qualche giorno dovranno ritrovarsi in Nazionale, sicuramente Holly arriverà, la cosa mi lascia indifferente, viene solo per andarsene nuovamente. Passo nei pressi del nostro albero di ciliegio, mi si stringe il cuore, ma ne sono felice, almeno è una reazione. 

Sono 6 mesi che sono in Brasile, 6 mesi che sono lontano dalla mia casa e da lei , le ho scritto e mi ha sempre risposto, ma si è sempre negata al telefono. Ho chiamato i ragazzi e ho chiesto anche di lei, mi hanno detto che continua ad impegnarsi, sia negli studi che con la squadra, ma c’è qualcosa che non capisco, hanno sempre un tono abbattuto quando mi parlano di lei. Benji è stato a casa e l’ho chiamato per sapere di lei, sapevo sarebbe sincero ed infatti mi è passato sopra con rabbia, del mio cuore rimane solo una poltiglia. Mi ha gridato contro che ho ucciso ANEGO, ha detto che è solo un automa, che fa quello che deve, ma non prova più niente, non ride, non si arrabbia e quasi non parla. Fra qualche giorno dovrò tornare a casa per il ritiro della nazionale, spero di riuscire a sistemare le cose, spero di riuscire a parlarle, spero di dirle che l’amo. 

Sto tornando a casa da scuola, passo volontariamente nei pressi del ciliegio, ho bisogno di sentire che sono ancora viva, vedo una sagoma poggiata al tronco dell’albero, sento un’attrazione che non mi so spiegare, mi avvicino e mi imbatto nel sorriso limpido e pulito di Holly. Il cuore mi ricorda che sono viva, lo sento prendere la rincorsa, ma lo ammonisco subito e lascio che l’indifferenza torni a governarmi, lui mi saluta gioioso “ ciao Patty, aspettavo te, come stai?”; “ ciao Capitano ben tornato “ è la mia risposta, ma la mia faccia non tradisce nessuna emozione, non un sorriso, non una smorfia. Lui imperterrito continua “ sapevo che saresti passata di qua, è il nostro albero” dice sempre sorridendo, mi colpisce la parte finale della frase, ma la mia risposta non lascia spazio a nessun sentimentalismo “ quando tornerai in Brasile?” , piega il capo , lo sguardo si rattrista e ammette “ il giorno dopo la partita”. Era quello che volevo sentire, così il mio cuore si arrende all’inevitabile, aggiungo “ i ragazzi saranno felici di vederti”, lui riacquista animo e risponde “ anche io, vorrei allenarmi con loro, l’orario degli allenamenti è rimasto invariato?” faccio cenno di sì e poi mi avvio verso casa. Holly mi grida “ ci vediamo dopo” , io alzo una mano e gli faccio un accenno di saluto. 

Vedere Patty mi ha  inevitabilmente sfinito, anzi io non ho visto Patty, perché quella che ho appena salutato non è la mia Patty, quella lì non so chi sia. 

Vado agli allenamenti malvolentieri, ci sarà anche Holly e la cosa mi infastidisce, perché tanto andrà via, ogni volta che tornerà, sarà solo per poi tornarsene in Brasile. Ho avvisato che facevo un po’ più tardi, mi sono almeno risparmiata i saluti e le inevitabile battutine. Arrivo che l’allenamento è già iniziato, guardo in campo e scorgo in porta Benji, ci siamo tutti, anzi no, Tom arriverà solo domani e andrà direttamente al ritiro. Bruce mi ha praticamente buttato una pallonata in faccia, che sono  riuscita ad evitare neanche io so bene come. Resto impassibile, gli restituisco il pallone e torno a compilare le schede di ognuno dei titolari, vengo però destata dalla voce alterata di Holly, che mi viene contro, con i palmi serrati in pugni, talmente stretti da rendergli le nocche bianche , lo sguardo è fiammeggiante, la faccia tirata dalla mascella serrata, 
“ chi diavolo sei tu? dove l’hai messa la mia Patty, lei avrebbe rincorso Bruce per tutto il campo, costringendolo ad un allenamento extra; perché non hai reazioni?  mi stai guardando ma non mi vedi, non so neanche se mi stai ascoltando, dov’è la nostra ANEGO?la ragazzina che agitava la bandiera e ci incitava a non mollare mai, dov’è il sorriso della mia Patty?e suoi occhi così luminosi, da portare il giorno nelle tenebre?” 
Mentre dice queste cose il suo sguardo si riempie di lacrime ed inizia a scuotermi sperando di destarmi da mio  torpore.
Con mia immensa gioia ci riesce ed inizio ad urlare a mia volta 
“ te la sei portata in Brasile, perché io non l’ho vista più, ANEGO, sarà lì, ad aspettare il tuo rientro per poterti incitare, perché qui di certo non la troverai, non mi appartiene più, non è più parte di me, il mio sorriso l’ho lasciato sul tuo quel giorno all’aeroporto, perché i muscoli della mia faccia non sono più capaci di sorridere, e la luce dei miei occhi è stata sconfitta dalle tenebre in cui sono piombata subito dopo la tua partenza” 
Sto dicendo queste cose mentre, finalmente riesco a piangere, di fronte a me un capitano distrutto che incassa tutto ciò che gli dico. Quando smetto di parlare , piombiamo in un silenzio surreale, poi lui prende un respiro profondo e cambia sguardo, ora ha un obiettivo e non importa se uscirà sconfitto e con le ossa rotte, riuscirà nel suo intendo. 
Senza lasciare la presa della mie spalle aggiunge 
“ allora ODIAMI, lo posso sopportare, ma non posso vederti così” e non riesce a trattenere una lacrima. 
In quella lacrima che scivola piano sulla sua guancia liscia vedo tutta la sofferenza che sta provando e di riflesso anche quella mia, quella che ho represso in tutti questi mesi, quella a cui non ho concesso appelli, sento lo sforzo enorme del mio cuore che cerca di liberarsi dalle catene dell’indolenza a cui l’ho condannato.
Gli occhi di Holly ritrovano la loro luce, la mascella inizia a rilassarsi, le mani che serravano la presa si stanno schiudendo per liberarmi, quando mi lasciano il mio cuore spezza le catene e riprende una corsa che aveva interrotto, con violenza, 6 mesi prima. 
Mi accascio a terra e Holly si piega sulle ginocchia, per continuare a subire la sofferenza, non mollerà lo so, lo conosco,  questa consapevolezza scioglie nuovamente la mia voce 
“ io non ti odio, non te, e non potrei mai farlo, ODIO ME”; 
lo stupore negli occhi del capitano mi invita a continuare il mio discorso
” odio me, perché ho permesso che accadesse tutto questo, ho permesso che le mie illusioni acquistassero forza e nutrimento da ogni tuo piccolo gesto, quando sei andato via ho lasciato venire con te la parte migliore di me, ed ora non so più chi sono, non so più chi sono senza di te”. 
Vedo Holly allungare una mano sulla mia guancia e asciugarmi le lacrime, poggiare le ginocchia al suolo e stringermi in un abbraccio così protettivo, che il mio pianto diventa inarrestabile, lì fra le sue braccia, inizio a consumare tutte le mie lacrime. Avverto la sua mano che mi accarezza i capelli con tocco leggero e sento il suo cuore battere forte, è la prima volta che ci abbracciamo, solo in quel momento ricordo che per ben due volte ha detto la MIA Patty, smetto di singhiozzare, cerco il suo viso, il suo sorriso dolce scioglie le ultime catene liberando la mobilità del mio viso e così ricambio quel sorriso. 
Sento il suo cuore perdere qualche battito e il suo sguardo riacquistare speranza e poi sento l’impensabile 
“ BEN TORNATA AMORE MIO”, 
la mia reazione di incredulità gli fa scappare una risata , mi sposta qualche ciocca di capelli dal volto e mi sorride ancora e solo quando torno pienamente me stessa, quando rivede la luce inondare le mie iridi, solo allora lo vedo chinarsi su di me e sento le sue labbra sulle mie, che si fanno strada con decisione ma senza fretta, le schiudo leggermente e le nostre lingue si assaggiano, sento le sue mani scivolarmi sulle spalle arrivare all’inizio delle natiche e terminare la loro discesa, ma  avverto che stringe la mia maglia con forza, quasi me la strappa, questa sciocchezza mi fa ridere sopra la sue labbra, che ancora coccolano le mie. 
Si scosta e la sua faccia è un punto interrogativo, io sorrido ancora e lo bacio, senza imbarazzo,  senza temere nulla. Questo secondo bacio ha più pretese e più irruente, più voglioso ora è lui a ridere sulle mi labbra, si stacca le sfiora ancora e
candidamente “ dovremo smetterla”, 
io evidentemente assumo un espressione delusa , così lui prosegue il discorso 
“ non siamo soli, anzi potresti sbirciare cosa stanno facendo?”. 
Chiusa ancora nel suo abbraccio, sporgo la testa oltre la sua spalla 
“ sono tutti seduti ,vicino la porta di Benji, e ci danno le spalle”;
“ sono certo che dovrò ringraziare Benji”. 
Io gli sorrido ancora divertita da quella frase che scherma il suo imbarazzo, lui si illumina ancora di più e mi bacia nuovamente, con una tale dolcezza, da regalarmi brividi di piacere. 
Ci stacchiamo e ci alziamo, lui mi accarezza una guancia e corre  in campo attirando l’attenzione di tutti.
I quali tornano ai loro posti per riprendere gli allenamenti, 
solo Bruce non lo fa, lui entra nella porta di Benji recupera il pallone, si volta guardarmi e tira un bolide nella mia direzione. 
Alzo la cartellina che ho in mano a protezione del mio viso, non vedo Holly che con una rovesciata aggancia il pallone e lo costringe ad arrestare la sua corsa, ma lo sento alzare la voce e dire 
“ Bruceeeee…”
non lo lascio terminare che esplodo come una furia nei confronti del difensore 
“ stupido asino, che non sei altro, come ti viene in mente di tirarmi addosso un bolide del genere, idiota, lascia che ti prenda e sei morto “. 
La mia faccia esprime la mia rabbia, è tesa e accigliata, le braccia lungo i fianchi, un piede già pronto allo scatto, ma quando sto per scagliarmi contro di lui , lo vedo corrermi incontro con le braccia aperte dicendo “ finalmente sei tornata, sei tornata, mi sei mancata” e mi abbraccia. 
Non rispondo a quel gesto affettuoso più per la sorpresa che per altro, capisco in quel momento quanto fosse preoccupato, ma gli sguardi di tutti sono puntati su di noi,  mi irrigidisco e gli dico 
“ ora puoi anche lasciarmi” con tono tranquillo, 
ma lui non sembra avermi sentito così insisto con più autorevolezza
” Bruceeee lasciami” , ma lui non molla, 
decido di pestargli un piede finalmente per il dolore molla la presa su di me. 
Si lamenta vistosamente, guarda il capitano che è sereno e divertito e gli dice
” anego avresti potuto anche lasciarla dov’era, non ne avremmo sentito la mancanza” 
Holly scoppia in una risata cristallina, fa spallucce e iniziando a tirare qualche calcio al pallone dice
” mi spiace Bruce, AMO il pacchetto completo” fa ancora qualche tiro e si pietrificata. 
Io a quella parola spalancò gli occhi, il rossore investe le mie gote, il cervello non è più in grado di ragionare e il cuore sembra volermi uscire dal torace. Sono tutti in silenzio mentre Holly porta la mano destra dietro la nuca e mi guarda con tutto l’imbarazzo che può e dice
 ” ormai l’ho detto, è la verità Patty ” .
 Inizio a correre verso di lui con un sorriso che forse non ho mai avuto, sprofondo nel suo torace , mentre le sue braccia mi cingono nuovamente, lì in quel momento sento di avere nuovamente un 
CORPO E UN’ANIMA. 
   
 
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