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Autore: DewoftheGalaxy    25/04/2018    2 recensioni
Assisi. Sera della Domenica delle Palme, 1211
Chiara, figlia di uno dei nobili più importanti della città, fugge per andare incontro ad una nuova vita e per seguire Francesco, il fraticello di cui parla tutta Assisi, che ha lasciato tutto per vivere povero e per seguire il Vangelo.
Ecco i pensieri e le vicende di una ragazza mentre compie una scelta che cambierà la sua vita per sempre, i suoi timori, le sue decisioni e le difficoltà che deve affrontare.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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Bisognava correre, Chiara lo sapeva, correre come mai aveva corso in vita sua, bisognava fare in fretta, molto in fretta.
Avrebbero potuto scoprire che era fuggita da un momento all’altro e allora sarebbero stari guai.

Tanti.

Chiara Scifi, figlia di Messer Favarone di Offreduccio degli Scifi e di Madonna Ortolana dei Fiumi, aveva 18 anni, capelli biondi come il grano e due occhi azzurri come il limpido cielo estivo.

E, cosa più importante in quel momento, stava fuggendo, di notte, da sola.
Fuggendo da casa, fuggendo da una vita che non la soddisfava più, fuggendo per andare da Francesco e consacrarsi a Dio.


Francesco. Chicco. François. Tanti nomi per una sola persona. Il figlio di Pietro di Bernardone, mercante di tessuti più ricco della città, che dopo l’esperienza orribile della guerra aveva iniziato a comportarsi in modo strano.

 

Baciava i lebbrosi, passava molto tempo della natura da solo, pregava molto.
Tutte cose che facevano pensare al padre che il figlio fosse impazzito.

 

Ma Chicco non è mai impazzito. Pensò Chiara, lei lo sapeva.
Aveva semplicemente avuto il coraggio di fare ciò che lei non avrebbe potuto:  lasciare tutto, tutto, per seguire Cristo.

 

E per dimostrarlo si era denudato davanti al padre, famiglia, vescovo e tutta la città di Assisi lì radunata.

 

Da allora in avanti Francesco era diventato lo zimbello di Assisi, l’argomento principale dei pettegolezzi delle comari di quel paesino disperso nel nulla nelle verdi colline umbre.

 

Fino a quando altri non lo avevano seguito.

 

Bernardo, Elia, Masseo, Rufino, Ginepro, Leone……tutti che avevano capito che c’era altro.
C’era altro oltre all’alzarsi la mattina, lavorare e guadagnare.
C’era altro oltre all’oro e all’argento e alle gemme.
C’era altro oltre alla ricchezza.
C’era il mondo.

Il mondo con la sua bellezza e il suoi lati oscuri: i poveri, gli invisibili.

 

E poi, soprattutto, c’era Dio.

Dio che ama, Dio che crea, Dio che è amore.

 

E Chiara di questo amore se ne era sempre sentita ricolma, fin da quando da piccola contava le preghiere che diceva con i sassolini su consiglio della madre Ortolana, fervente cristiana.
Solo non sapeva cosa fare, come esprimerlo, voleva dedicarsi a Lui ma non trovava il modo giusto.

 

Poi era arrivato Francesco, Chicco, con i suoi capelli nerissimi come una notte senza stelle, gli occhi marrone scuro e il colorito pallido.
Si erano incontrati molte volte, lei e Francesco, e lui le aveva aperto un mondo nuovo.

 

Un vastissimo mondo nuovo.

 

Per questo ora stava fuggendo: per entrare il prima possibile in quel mondo nuovo.

 

Assisi di notte era deserta, per le strade non correva rumore se non quello di qualche osteria ancora aperta, ma Chiara evitò quelle vie. Passò piuttosto per le viuzze, i vicoli e le stradine di cui Assisi abbondava.

 

Corri. Si diceva. Corri Chiara, devi fare in fretta.

 

Arrivò alle mura ed uscì, inoltrandosi fra gli ulivi che alla luce della torcia risplendevano con riflessi argentati.

 

Corri, Francesco e frati ti aspettano, corri.

 

Nessuno nella sua famiglia sapeva di questa fuga, solo le sue sorelle minori Caterina e Beatrice e le sue due migliori amiche Bona e Pacifica di Guelfuccio. Suo padre si sarebbe di sicuro infuriato, per non parlare di suo zio Monaldo: il giorno seguente, quando avrebbero scoperto che era fuggita, sarebbero andati in escandescenze e avrebbero mandato qualcuno a cercarla.

 

Seguire il pazzo della città quando per lei erano in serbo dei progetti di matrimonio? Inaudito!

 

Ma l’unico matrimonio a cui Chiara aspirava era quello con Cristo.

 

Gli ulivi cominciarono a diramarsi e cominciò il bosco di castagni, in mezzo al quale Chiara vide le fiaccole brillare, le fiaccole di Francesco e dei frati che l’aspettavano.
La vista le ridiede energia per correre .

 

Andiamo, manca poco, corri! Francesco è lì! La tua nuova vita è lì!

 

Arrivò.

 

I frati le sorrisero e in mezzo a loro comparve Francesco con il sorriso più smagliante di tutti.
Se non fosse stato per le fiaccole si sarebbero mimetizzato benissimo in mezzo all’oscurità: i suoi capelli erano di quello stesso nero che li circondava, oscuro ed infinito.

 

Al contrario quelli biondi di Chiara rilucevano d’oro alla luce delle torce.

 

Il fraticello le si avvicinò.

 

<< Chiara…>> Le disse << Figlia, Sorella, colomba bianca, luce nuova >>

 

La ragazza rispose sorridendo, anche se avrebbe voluto aggiungere un’ altra parola: pianticella.
Lei sarebbe stata la prima pianticella di Francesco, una rosa candida, uno stelo forte, una pianta che sarebbe cresciuta a primavera ed avrebbe sparso il suo dolce profumo per tutta la Chiesa.

 

<< Francesco..>> Rispose lei. << Figlio, Fratello, allodola del buon Dio, cavaliere del più grande dei Signori >>

 

Lui la prese per mano. << Vieni, è ora >>
E, seguiti dai frati, cominciarono a camminare verso la Porziuncola.

La Porziuncola, “pezzettino”, la chiesetta dove Francesco abitava con i suoi frati dopo essersi trasferiti lì dal tugurio del Rivotorto. Pezzettino di cosa? Chissà…forse pezzettino di paradiso?

 

La mano del fraticello era calda, rassicurante, fatta più per dare che per ricevere, la mano di un fratello maggiore.

 

<< Sei nervosa? >> Le sussurrò l’amico all’orecchio. 

 

<< Molto…..Tu Chicco? >>

 

Al sentirsi chiamare col suo nomignolo, Chicco, le gote pallide di Francesco si colorarono leggermente, tuttavia sorrise.

 

<< Non sai quanto…>>

  

Chiara si rese conto che in effetti stavano per compiere, in un modo o nell’altro, un grande passo entrambi: per lui la prima donna nella sua comunità, per lei l’inizio di una nuova vita.
Ma stavano facendo una scelta giusta? Le sorse un dubbio.

 

Ma se ne andò via subito come un’ombra fugace.

 

Sì, era la scelta giusta, era quella la vita che voleva vivere, la strada che voleva percorrere e nessuno l’avrebbe distolta dal farlo.
Neanche la rabbia temibile dei suoi parenti.

 

Più sicura di sè di quanto non lo fosse mai stata prima entrò nella Porziuncola e, sempre mano nella mano con Francesco si avvicinò all’altare. Solo allora mollò la stretta.

 

Le fiaccole illuminate creavano un’atmosfera quasi mistica, surreale, come se le luci degli angeli fossero scese dal paradiso per assistere alla scena.

 

Chiara si inginocchiò davanti a Francesco e gli porse i suoi capelli.

 

<< Taglia >> Gli ordinò << Taglia i miei capelli, simbolo di un mondo al quale più non appartengo, perché a Lui mi consacro, a Lui mi dono tutta, per Lui ho lasciato ogni cosa. Tagliali e fammi Sua serva >>

 

Anche Francesco parlò: << Io Francesco, servo del Re dei Re e povero frate ignorante, prometto di proteggerti e custodirti come una sorella. >>

 

<< E io prometto obbedienza a te e prometto di proteggerti e custodirti come un fratello >>
Lui prese una forbice e cominciò a tagliare.

Ciocca dopo ciocca.

Fili d’oro che cadendo illuminavano d’oro il pavimento di pietra.

 

Quando ebbe finito Chiara si alzò e le fu porso un ruvido saio da indossare, con una corda ed il velo.

 

Si vestì ed in un attimo fu tutto finito, tutto cambiato.

 

La vecchia Chiara era morta quella notte per il mondo intero ed al suo posto ora vi era una nuova Chiara, che vestiva abiti poveri e pregava fra bianchi muri, che amava la povertà ed il suo Sposo Celeste.

 

Un nuovo piccolo germoglio, il primo della pianticella di Francesco.

 

Uscirono e la ragazza inspirò a pieni polmoni l’aria frizzante di quella notte, l’aria della sua nuova vita.
Avrebbe affrontato sfide su sfide, parenti arrabbiati…ma non le importava.

 

La nuova vita le si presentava dinanzi stupenda e meravigliosa.  Libera, una vita libera.

 

Nessuno ora le avrebbe proibito di volare per il suo cielo.

   
 
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