«Ora voglio che tu mi spieghi cosa ci fai mezza nuda nella stanza del sergente».
Sul volto di Tamama si era dipinta una smorfia contrariata, scocciata, lampante segno che un acre senso di rancore, arrampicatosi come un'edera per le pareti del suo animo, nel tentativo di inghiottirlo voracemente, avesse cominciato a morderlo con prepotenza, senza tregua.