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Autore: InsaneMonkey    26/04/2018    3 recensioni
«Ora voglio che tu mi spieghi cosa ci fai mezza nuda nella stanza del sergente».
Sul volto di Tamama si era dipinta una smorfia contrariata, scocciata, lampante segno che un acre senso di rancore, arrampicatosi come un'edera per le pareti del suo animo, nel tentativo di inghiottirlo voracemente, avesse cominciato a morderlo con prepotenza, senza tregua.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angol Mois, Tamama
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
- Questa storia fa parte della serie 'Dolce malinconia'
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«Ora voglio che tu mi spieghi cosa ci fai mezza nuda nella stanza del sergente».

Sul volto di Tamama si era dipinta una smorfia contrariata, scocciata, lampante segno che un acre senso di rancore, arrampicatosi come un'edera per le pareti del suo animo, nel tentativo di inghiottirlo voracemente, avesse cominciato a morderlo con prepotenza, senza tregua.

«Non capisco... che intendi dire?» mormorò la bionda incerta, incapace di realizzare con esattezza cosa stesse succedendo e come mai l'avesse attaccata a parole.

Onestamente non si sarebbe proprio aspettata di ricevere un'aggressione verbale del genere, una critica dal retrogusto di malcelata acidità, espressa a gran voce e con cattiveria dal girino, che suonasse come una nota stonata - che stridesse con l'armonia e la tranquillità della mattinata.

«Fidati, non c'è bisogno che tu faccia tanto la svenevole con lui», le disse a tratti ironico, eppure ferito nel profondo.
Si premurò di mettere in risalto l'epiteto attribuitole, mentre l'astio continuava a consumarlo, alla stregua delle fiamme di un incendio quando divampano e bruciano l'intera vegetazione di un bosco.
Era convinto che si addicesse alla perfezione al suo carattere, che aveva sempre definito mellifluo e falsamente angelico.
Strinse i pugni, stizzito.

«Come...?» Angol Mois avvertì un po' di dispiacere nel momento in cui, dopo aver ipotizzato che dietro a quella coltre di fiele si nascondesse una motivazione precisa che la coinvolgesse, concepì che le sue congetture corrispondessero ad effettive certezze.
Eppure non le era chiaro cosa avesse fatto di male; di che tipo di azione o gesto tale da turbarlo e macchiargli l'essenza di sprazzi di veleno era stata responsabile?

Era sicura che il suo dubbio non si sarebbe dissipato se non le avesse dato delle spiegazioni.

Per la verità era accaduto tutto per caso: la natura maligna accordandosi in segreto con il ritmo cosmico che governa l'universo, desiderosa di tendere un dispetto, un'insidia funesta, di colpo aveva deciso di tingere dei colori della sera quel frangente in apparenza sereno, quasi serafico, di guarnirlo di pennellate di un pittore malinconico, di tessere una fitta ed intricata rete di oscurità, nella quale Tamama era rimasto intrappolato, per seminare discordia e minacciarne il buonumore.

Gli era bastato entrare nella stanza di Keroro per controllare se fosse pronto, se, scelto il travestimento con cui potersi camuffare tra i terrestri, avesse preso l'occorrente per andare al mare - a spendere qualche ora fra gli schizzi delle onde e la sabbia cocente e a lasciarsi cullare dai soffi leggeri dell'aria salmastra impregnata di brio - perché ogni germoglio di positività appassisse.

Gli era bastato catalizzare l'attenzione sulla scena che gli si era profilata davanti, perché il proposito di passare il tempo in compagnia di colui per il quale provava un forte sentimento di ammirazione si spezzasse in mille frammenti talmente taglienti da trafiggergli il cuore fino a farlo sanguinare, perché del suo pensiero traboccante di ottimismo non rimanesse che effimera polvere di cristallo, destinata a scivolare nei tetri abissi del nulla.

Anziché scorgere Keroro, che in quell'istante era in cucina a mangiare qualcosa di dolce, seduto a tavola con Natsumi, Fuyuki e Aki, per inaugurare al meglio quella bella giornata estiva, si era imbattuto in Angol Mois.

Non si sarebbe irritato a tal punto, se non l'avesse vista con solo il suo nuovo costume da bagno verde acqua, cosa che lo aveva spinto a formulare strane supposizioni.

Alla sua repentina apparizione, la biondina, destatasi, si era ritrovata le iridi del girino puntate addosso, nelle quali brillava un lampo di odio.

«Quel bikini. Che significa?» indicò l'indumento della ragazza, scandendo bene la coppia di parole - un aggettivo seguito a ruota da quel termine così snervante e fastidioso in quel momento - quasi con disprezzo, come se in qualche modo volesse accusarla di un crimine che non aveva commesso, indurla a sentirsi colpevole di un delitto, come se quel grazioso pezzo di stoffa fosse la principale fonte del malessere interiore che lo stava tormentando, una rovina o addirittura una sciagura, un oggetto da distruggere affinché cessasse il temporale nel suo animo.

Una scarica di livore si affrettò a pervaderlo: la situazione correva il rischio di precipitare.

«Beh, oggi si va al mare, quindi per decidere se metterlo o no pensavo di mostrarlo a sir Keroro e di chiedergli un parere», spiegò Angol Mois, con un accenno di timore in realtà.
Cercò di mantenere un tono di voce il più possibile docile e gentile, sebbene fosse piuttosto scossa e avesse la sensazione che Tamama sarebbe presto esploso alla stessa maniera di un candelotto di dinamite.

L'amareggiava constatare che nonostante vivesse a metà tra fantasia e illusioni e si ostinasse ad affondare le radici del suo cuore nella consapevolezza di un futuro migliore, di una prospettiva più rosea, bella come un sogno che si avvera, incantevole come le sfumature che si mescolano nel cielo al calar del sole dalle origini antiche, fatata come un idillio, in cui ogni nube di malinconia si attenua fino a dissolversi del tutto quando l'amore suggella un lieto fine, il destino colmasse di ostacoli qualunque sentiero si accingesse a percorrere, costringendola a lottare contro le avversità: meritava davvero di essere maltrattata da Tamama, senza nemmeno riuscire a comprendere fino in fondo perché non nutrisse per lei affetto o benevolenza?
Quando le sarebbe stato concesso di bearsi di un po' di magia, di trascorrere con il suo caro sir Keroro una stupenda fiaba?

Si era promessa di non perdere mai la speranza, malgrado non sempre il fluire dei minuti si conciliasse con le sue aspettative.

«Ah, sì? E pensi sul serio che io ci creda? - accerchiato da un'aura di tenebra pura, in bilico tra gelosia ed esasperazione, rivolse ad Angol Mois un'occhiata truce, uno sguardo intriso di ostilità che per un attimo parve farla tentennare appena.
Troppo spesso gli capitava di percepire un moto di rabbia corrodergli con violenza le vene, di struggersi dalla brama di scatenare sulla bionda la furia e il risentimento che lo avevano trascinato in un baratro nero e di rispedirla in un mare di lacrime sul pianeta dal quale era arrivata diversi anni prima, in un lontano giorno di maggio. - Non sono mica nato ieri!»

Tante ne erano state, non ricordava più quante volte avesse ammonito Keroro, lasciandosi graffiare in continuazione, impotente e in balia del male, dagli artigli affilati del mostro dagli occhi verdi, che dileggia la carne di cui si ciba con avidità, esortandolo a non fidarsi della giovane - così abile, a suo parere, a intrecciare tranelli semplicemente con la fasulla dolcezza delle parole -, ad imparare a districarsi dai lacci dei suoi inganni con agilità, senza però essere ascoltato.

Talora si era infatti domandato se esercitasse sul sergente un effetto particolare, dato che pur avendo escogitato molti espedienti perché si smorzasse la simpatia che il ranocchio provava per la ragazza qualsiasi sforzo si era rivelato vano.

Angol Mois, visibilmente interdetta, non aggiunse altro: scelse di non protestare, come se uno schiaffo l'avesse colpita in pieno volto.

Preferì evitare di urlare il silenzio che covava nel profondo, trattenere il suo disappunto.

Preferì ingoiare il boccone amaro, con aria di sconfitta, sebbene il comportamento del girino non ammettesse scuse.

Perché, però, doveva soffrire così tanto?


































~ Magico Regno dei Kinder Pinguì ~

Presa da un'ispirazione improvvisa ho scritto questa storia, una KeroMois un po' diversa dal solito, oserei dire.

Vi do appuntamento alla prossima con una one shot più fluff!

Un bacio💞

InsaneMonkey💋






   
 
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