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Autore: Gaian15    26/04/2018    1 recensioni
Forse non ero destinato ad essere rifiutato, forse ero destinato a vivere felice con lei al mio fianco. Ci sono troppi se e troppi ma in questa storia, ed io me ne lavo le mani.
Genere: Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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21:32 del 15 agosto 1995... quella sera ero spaventato a morte al solo pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere. Le onde del mare sembravano essersi prese un’eterna pausa dal loro solito tremore, mentre potevo già vedere le ombre dei passanti sotto il mio sguardo totalmente assente da quel luogo, insieme alla mia mente, totalmente in un altro luogo, sempre lì, fermo a pensare a quanto la spiaggia di Miami potesse essere bella anche nel buio, illuminata solo dalla fiamma di un accendino che tenevo tra le dita. L’aria che percepivo era tesa, poco più afosa rispetto alla mattina, ma era sempre un’aria che mi ricordava casa mia. Arrivò, poi, il motivo della mia presenza lì e... tutto ciò che riuscii a fare fu starmene zitto ad ammirare un sorriso splendere più di una piccola fiamma, ma pensare che io, Adrien Agreste, potessi esserne la causa fu qualcosa di unicamente stupendo. Le strinsi subito le mani nonostante fossero leggermente bagnate per il nervosismo e l’imbarazzo di quel piccolo gesto. La guardai dritta nelle pupille degli occhi e mi misi ad ammirare tutto ciò che di più bello potessero conservare le sue iridi, rivestite da un semplice azzurro chiaro più  del cielo. Le sistemai una ciocca corvina dietro l’orecchio mentre sentivo le punte dei miei capelli iniziare a bagnarsi da una leggera pioggia. In fine quel ponte, dove l’avevo aspettata per più di mezz’ora, divenne subito scivoloso, troppo a parer mio e troppo piccolo per entrambi, allora decisi di andarmene via, ma non senza di lei, o almeno non più. Marinette non poteva essere più bella... poi su quella mano, che fino a poco prima era debolmente stretta tra le mie, venne rafforzata la presa. Ma non avvenne niente di più, perchè quando ti limiti a restare nel mondo dei sogni ti dimentichi addirittura come si faccia a vivere sul serio, vero Agreste? A vivere al meglio. In quel momento non mi trovavo più in una spiaggia di Miami, ma nella mia solita, noiosa camera da letto, con la solita routine di sempre... ma continuavo a domandarmi perchè di tante persone nel mondo, io mi sia dovuto innamorare per forza di una ragazza come Marinette... se ci penso so che ce ne sono altre con gusti più simili ai miei, con interessi simili a quelli che piacciono a me e magari con caratteri con cui riesco ad andare d’accordo facilmente. Come al solito mi ritrovai davanti allo specchio con solo la mia immagine negli occhi, un semplice ragazzo di 17 anni bloccato nella vita di un bambino di quinta elementare che non sa quale grembiule mettere, quello azzurro o quello blu? Scesi le solite noiose scale della mia solita noiosa villa isolata da suoni e rumori. Mio padre era uscito presto quella mattina come al solito e a me toccava stare di nuovo da solo, ma il solo pensare che mi sarei trovato faccia a faccia con lei,anche oggi, non so come ma mi diede un senso di fastidio... come se la mia mente ed il mio cuore, finalmente collegati, non fossero in grado di sopportare un altro buco nell’acqua... come se io stesso per la prima volta dopo tanto tempo potessi essere veramente convinto di riuscire in un qualcosa di concreto. La mia storia non finirà così, lo so, ma questo lo considero un capitolo di ciò che può accadere ed accadrà. Forse appena arrivato a scuola avrei iniziato ad inseguirla finchè non sarei riuscito a pronunciare anche solo una parola... o forse sarei scappato nuovamente con la coda tra le gambe come un bambino smarrito. Poco sarebbe importato, perchè avrei continuato per la mia strada come se il mondo non girasse del tutto a vuoto. Arrivai lì a scuola allora, più deciso che mai e una volta che le fui accanto le dissi o almeno provai a dirle del mio sogno... forse non ero destinato ad essere rifiutato, forse ero destinato a vivere felice con lei al mio fianco. Ci sono troppi se e troppi ma in questa storia, ed io me ne lavo le mani. «Ti amo... volevo che lo sapessi».

   
 
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