Storie originali > Poesia
Ricorda la storia  |      
Autore: _Maeve_    27/04/2018    1 recensioni
Che fretta c'era, direte voi, e invece no, non è questo il caso. La Primavera - tanto sospirata, in fondo mai qui - nera è la Primavera delle cose disgraziatamente mancate, di stagionali frustrazioni, dell'annichilimento.
Ora ricordo
Genere: Angst, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
primavera nera Primavera nera


Lo dicesti una sera,
arroventata di freddo
mentre ci soffocavamo a vicenda col gelo
spingevi più a fondo
graffiandomi i fianchi
volevi, volevi
le Furie tremende -
lo vuoi?
E io come una scema
col mondo di sotto
Non respiro più, ti ho detto -
hai riso, tutto apposto.
Ora ricordo
ha il sapore delle pugnalate, al Campidoglio
ritratta: forse dopotutto non lo hai fatto proprio apposta.
Adesso, ci diciamo
che è per l'altrui rispetto e per figura
ma perché
quello non ce lo diciamo mai;
perché io non te l'ho più chiesto
e tu ti limiti a sfiorarlo
sapiente e sprezzante
ti limiti a sfiorirlo,
e gli anni, la società, il mio corpo
giocano a un burlesque di nascondino:
tana per
chi ha paura.



Note
Dovrei, dovrei, scrivere di più. Ogni poesia precedente mi sembra annaspare tentando di dire qualcosa, come un morto che annega male (necessaria precisazione) fra i ghiacci - che è una bella immagine, da riciclare - ma. Abbastanza fiera di questa, dei primi versi tanto gelidi, che rimandano a una sfera temporale, climatica e emotiva che ora in me è come un vago ricordo, qualcosa di vissuto da qualcun altro, letto da qualche altra parte, e sono contenta di essere riuscito a renderla. Mi son piaciuti gli spazzi e gli intermezzi fra le parole, le pause date dalla fine dei versi, io che di solito impiastro il tutto di troppe pause e punti e virgola. Questa le pause ce le ha, e sono forse più terribili  - nell'ottica proprio di questo, della Poesia Terribile, che scoperchia l'intonaco, si carica di livore argenteo e femmineo ed è proprio giusto che lo faccia. A tratti mi ha richiamato un certo, moraviano sconcerto coniugale. E va bene così, mi sento meglio. Recensite, se vorrete, e chiedete, se avete da chiedere. Si spera a presto.

* Le Furie Tremede è citazione dalla tragedia di Vittorio Alfieri, "Mirra".  Ma mi fermo qui con le spiegazioni.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Poesia / Vai alla pagina dell'autore: _Maeve_