That you were mine

I've had that dream

A 1000 times

A 1000 times

A 1000 times

I've had that dream

A 1000 times...

(Hamilton Leithauser & Rostan, "A 1000 times")

Ho sognato di morire, ho visto i suoi occhi spalancati, ho visto un gigante dallo sguardo ottuso e malinconico. L'ho visto uccidermi in un istante appena, ho sentito nel sogno milioni di vite spezzate in un attimo, proprio come la mia.

Ho sognato un raggio caldo sulla fronte, che era solo un rivolo di sangue scuro; ho visto sette anni volare via nel vento, pianti e risa che non avrei consumato. Ho sognato la mia vita che finiva laggiù, l'ultimo tocco dell'erba sulla schiena. La giacca della mia divisa, che sapeva ancora di casa, per l'ultima volta attorno a queste spalle.

E ho sognato il tuo volto oscurare il cielo, quando credevo che l'azzurro bastardo sarebbe stato la mia ultima visione: ti ho visto disegnato sopra di me, il viso troppo in ombra per capirne l'espressione... Come tante volte ti avevo guardato, chino sul corpo di un soldato moribondo, così eri una sagoma buia su di me e sentivo il tuo respiro.

Ho sognato i tuoi occhi affilati emergere dal nero ed essere nuvole nel cielo terso; ho sognato venti battiti del cuore nel tuo silenzio che nulla più aveva da dire.

Nel sogno tacevi in quegli ultimi momenti, io non chiedevo e tu non sapevi parlare. Ma mi sollevavo sui gomiti, era come volare, e in un attimo sentivo di esserti vicina come mai, anche se non potevo averti, come sempre.

Ho sognato di appoggiare le mie labbra sulle tue, per un soffio solamente, per una goccia di vita che mi restava, per un sospiro, per la mia giovinezza che svaniva e per l'amore che non avrei avuto.

Un singolo bacio: tutto e poi nulla, come nelle storie d'avventura.

Un unico bacio nel silenzio che non sapevi rompere, e come per scusa ti lasciavi baciare: nella morte mi davi ciò che in vita mi avresti rifiutato.

Ho sognato di morire con il sorriso, in un prato verde e chiaro. Il gigante là dietro di te, che felice mi guardava con una margherita in bocca. Sbatteva le palpebre per difendersi dal sole, la testa inclinata come un bambino in un giorno di festa...