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Autore: Ndektm    28/04/2018    0 recensioni
Ah, Dio mi amava troppo per far di me un bene dell'uomo. Amava i miei capelli, il mio profumo...ma io non amavo solo lui, ero di chi poteva rendermi bella ed immortale per sempre. Ti do tutta me stessa se mi ami come dico io.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Daendis era una semplice mortale, non si sa esattamente quale fosse il suo vero genere, alcuni dicono che fosse un uomo con lunghi capelli mossi, ed un fascino tentatore. Altri ritengono che fosse una vera donna, capace di far impazzire tutti con il proprio charme.

Altrettanto misteriose sono le date di nascita e morte, numerose sono le testimonianze di persone che l'hanno vista (mi rivolgo alla sua presenza, per questo uso il femminile.) in epoca illuminista, intorno al 1750-1760 ma anche dipinti, che risalgono al lontano 1400, realizzati da svariati artisti.

C'è chi dubita della sua origine terrena, addirittura ritenendola una presenza demoniaca, e forse non hanno tutti i torti.
Note sono le persone che credono fosse un angelo caduto, forse quello più amato, Lucifero.

Bandito dall'Empireo a causa della sua innata capacità persuasiva, tanto da tentare anche il Creatore.
Quando venne Bandito dal suo unico Amore, Dio, questo lo fece precipitare dall'alto del Paradiso. 
Lucifero, sentendosi tradito, provò emozioni contrastanti, causando la divisione del proprio Essere in due parti distinte ed opposte, una sprofondò nel centro della Terra, quella a cui tutti associamo l'immagine del Diavolo per eccellenza, ma l'altra.., l'altra non raggiunse mai tale profondità.

Cominciò ad assumere aspetti umani, così da confondersi con gli uomini, e carica di rancore, si nutriva dell'amore delle proprie vittime. Doveva e voleva raggiungere Dio, per riprendersi la rivincita che le spettava. 
Lei è Daendis, l'angelo più amato da Dio
.

Daendis, la parte tentatrice di Lucifero, era sempre stata predominante sull'Essere di questo bellissimo angelo, tanto che inizialmente si "divertiva" con gli umani. 

Si, le piacevano gli uomini, le piaceva ingannarli per lo più: li faceva invaghire di lei, li tentava continuamente, fino a fargli cedere completamente il proprio cuore
Fu per il suo continuo tentare, ad essere bannata dal Sommo Creatore.

Dio amava più gli angeli o gli uomini? 

Daendis continuava a non trovare risposta a questa domanda.
Non capiva perché Il Sommo potesse amare esseri mortali ed imperfetti, quando poteva avere lei, perfetta ed immortale.
La curiosità la spinse nel basso Mondo, per conoscere questi esseri senza nessuna dote.
Gli umani rimasero terrorizzati da tanta bellezza e seduzione, che cominciarono a scappare, Daendis amava la loro paura, provò ancora più piacere vedendoli agonizzanti in cerca di pietà, ma lei non ne aveva. 

Dio scoprì questo lusso di Daendis, non poteva accettare la morte dei suoi esseri prediletti.
La tentatrice rimase delusa ed offesa dal comportamento del Creatore.

"Perché preferisci Loro, e non me?! Ti ho mai delusa?! So cosa vuoi, e posso dartelo quando desideri mio Padrone."
Pronunciò queste parole col suo solito fare, estremamente seducente.

Dio rimase impassibile, impossibile davanti a tanta bellezza.

La soave musa cominciò a cambiare aspetto, rendendosi uguale ad alcune delle più belle mortali. Cominciò ad ancheggiare con grazia e si avvicinava lentamente al suo Amato, poi alzò la testa e crebbe un sorriso sul suo dannato volto. 

Dio non resistette.

Daendis era riuscito a persuaderlo.

Il Sommo si pentì di tale gesto, tanto da bandirla dal proprio regno, l'Empireo.
Il persuadente Angelo si sentì tradito, aveva concesso a Dio la propria essenza, e si era ceduta completamente a Lui.
Come poteva bandirla dalla sua dimora?

Il candido angelo chinò leggermente il capo e cambiò aspetto, le ali angeliche divennero dei grossi artigli, e il suo candido aspetto divenne a dir poco demoniaco. 

Era la sua vera essenza? O la conseguenza del suo più grande dolore?

Non era più quella creatura angelica, non aveva niente di puro in lei. Non più.
Tutti gli angeli che erano presenti a questa demoniaca trasformazione, rimasero turbati.

Alcuni si schierano dietro la possente aurea del Divino, mentre una buona parte, fiancheggiò quei mostruosi artigli, ammaliati dal potere tentatore della misteriosa nuova creatura, questi ultimi vennero contaminati dall'essenza demoniaca, rendendoli per metà puri e candidi, e per l'altra servi di tanta mostruosità.

Dio era amareggiato, doveva annientare il suo angelo preferito

La schiera del Sommo si fece molto più grande, lasciando poche possibilità di vittoria alla musa demoniaca.

Daendis, la regina della tentazione, prese la parola.

"E voi sareste 'Angeli'? Non mi pare che vi siate risparmiati al mio bello aspetto, e non siate stati corrotti dal mio continuo tentare. Non vi sembra?"

Disse con un ghigno malinconico sul suo corrotto volto, in fondo aveva offerto se stessa all'Empireo e a Dio. Ma nessuno riconosceva le sue azioni.

Scese un liquido dal suo occhio sinistro, non era ninfa divina, le lacrime degli angeli, ma sangue...simbolo della corruzione presente nel proprio essere.

Non era più un discepolo di Dio.

Il sangue le rigò il volto, fino ad arrivare alle labbra, dove assaporò quello di cui gli umani erano fatti. Impazziva per quel sapore.

Il Creatore le fece un'offerta, poteva renderla nuovamente pura, senza alcun segno di corruzione.

Ma neanche aspettando la fine di quelle parole, che Daendis fece segno di 'no' con un sorriso capace di illuminarle il volto.

Perché non voleva ritornare Angelo?

"Guardami Dio, osservami bene, non c'è mai stato nulla di angelico in me, sono stata dannata dall'amore che provo nei tuoi riguardi...(le scesero copiose lacrime, ma continuò)..ma tu non può essere mio, ed io non posso essere solo tua. A te ciò sta bene, a me disgusta.
Io decido di essere ciò che può averti TOTALMENTE, ciò esclude l'essere Angelo."


Dio chinò il capo.

Daendis strinse i denti e abbassò leggermente la testa, capì che il suo ideale di "Amore" non era condiviso dal suo Amato.

Le lacrime cariche di sangue toccarono la terra dell'Empireo.

Quando d'un tratto la sua tristezza ebbe fine. 

"So che questo non è il mio posto, tranquilli vigliacchi, tolgo il disturbo..."

Si sollevò in aria velocemente, era circondata da un'aurea violastra, carica di paure e sofferenze. 

"Amore mio, se non posso averti in vita, mi accontento anche del tuo corpo inerme che avvolge dolcemente i miei fianchi." 
Disse mordendosi leggermente il labbro inferiore.

Raggiunta la massima altezza emise il più forte urlo che potesse mai essere prodotto, uccidendo tutti i suoi "semi-angeli" e parte della schiera dell'Onnipotente. 

Si lasciò precipitare, ma prima di toccare il suolo divino rivolse l'ultimo sguardo al Creatore e disse.

"Condanna mia, ti ricorderò sempre come il mio più fervido amante."

L'urto con il suolo dell'Empireo provocò la divisione di quest'ultimo

Le sue emozioni erano contrastanti, provocando la scissione della cattiva creatura, in una più simile ad un angelo, ma con ali dotate di membrane, la quale sprofondò al centro della Terra. 

L'altra era la parte tentatrice e persuasiva che aveva mantenuto l'aspetto dannato, e due artigli al posto delle ali.

Daendis era finalmente nata.

La Musa
non sprofondò negli abissi terreni.
No, lei rimase sulla terra, sulla sua superficie.

Era stordita, piena di emozioni, e con un corpo terribilmente persuadente.

Il cielo era buio, e la fame cresceva.

Non c'erano più le ninfe angeliche a portarle il cibo, si pentì in un primo momento della sua scelta.

Ma si alzò.

E vide quel paesaggio mortale circondarla, era un porto ridotto un po' maluccio.

Doveva trovare una preda.

Si avvicinò al molo dove vide un vecchio marinaio, stordito da troppo alcol, una preda appetibile.

Ma non era il pranzo della Divina tentatrice.

Lei non cercava ne voleva tormentare coloro che di tormenti ne avevano già troppi.

Andò avanti, e col suo fare persuadente arrivò ad una casa davanti un piccolo vascello, vide dalla finestra una donna con curve abbondanti mangiare, poteva rivelarsi la più buona e gustosa cena...

Il demone senza empatia intravide una sofferenza in quella mortale mentre mangiava.
Era avida e non gustava quello che ingeriva, stava soffrendo, e non meritava la fine dei propri tormenti per mano di Daendis.

Andò oltre....ancheggiava, ed osservava maliziosamente ogni cosa che attirasse la sua attenzione.
In quella scura notta, non c'era anima viva.

Cercò di rendere il suo aspetto più appetibile ad un mortale, cambiò i suoi capelli, rendendoli morbidi e mossi, cambiò il colore della pelle passando da un viola dannato ad un rosa candido e pallido.

Di vestiti addosso ne aveva ben pochi.

Si sedette su una panca sul molo, era diventata la più bella mortale, con lineamenti dolci, modi eloquenti e graziosi, ed una voglia irrefrenabile di far patire il suo dolore alle sue vittime. 
Accovacciò le gambe, come una vera gentildonna, e quella gonna le copriva dolcemente le sue ambite curve.

Sentì un fischiettio, pareva un uomo felice, sicuro di sé.

Era nell'ombra della strada,.

Si alzò di scatto perdendo quel bello aspetto e tornando ad essere quel demone sfigurato da Dio, e cominciò ad immergersi in quell'oscurità così familiare, non riuscì a trattenere il suo movimento aggressivo ed affamato di carne.

Dopo poco tempo non sentì più nulla, quella spensieratezza era andata già via.

Ma si ripresentò poco dopo.

Era sotto un lampione mentre fumava una pipa, e musicava una canzoncina.

Era un bell'uomo, davvero..

"Diamine, Dio realmente ha creato i mortali a sua immagine e somiglianza..."

Pensò il demone guardandolo.
Aveva un portamento regale, barba incolta ed un capello di cuoio che gli circondava il capo perfettamente.

Lo seguì fino ad arrivare ad una bella casa interamente in pietra...
Si fermò al cancello, ma sentì dei passi e un ridacchiare felice dei bambini, probabilmente suoi figli.
Solo dopo sentì una voce femminile accoglierlo in casa, era davvero graziosa.

Quest'uomo aveva tutto: Famiglia, amore, ed anche una bella dimora.

Era la vittima perfetta, la più succulente.

Aspettò diverso tempo fuori quella casa quando rimase solo una luce accesa, ed avvicinandosi vide che l'uomo era solo.

Daendis ritornò alla sua forma "mortale" e bussò leggermente al vetro della finestra, l'uomo notò tanta bellezza, e rimase per poco interdetto.

Daendis gli fece cenno di uscire fuori, accennando una piccola risatina maliziosa, tipico delle mortali.

L'uomo catturato da quelle curve, e dal suo modo persuadente e dannato, cedette...come solito dei mortali, ed anche degli angeli...compreso Dio.

L'uomo uscì, la vide in tutta la sua bellezza.

"Tesoro, sono come mi desideri vero?"
Disse ansimante, poggiando delicatamente le sue mani al petto del bel mortale.

Questo era quasi impaurito da tanto splendore, tanto da indietreggiare.

"Quindi, s-s-sei tutta mia?!"
Disse a bassa voce quasi agonizzante, Daendis era riuscito a portarlo nel suo dolore.

Quella bellissima creatura si mostrò nella sua vera forma.

Sentì dei passi, non erano i bambini ma la sua dama.

La quale preoccupata vide la porta aperta.
"Amor mio, dove sei?! Tutto bene?!"

Il grazioso demone stava portando l'uomo lontano da quella casa ma non esitò a rispondere.

"Tesoro, va tutto bene, magari ci divertiamo solo un po'."

Daendis gustò il suo primo pasto mortale, e capì che sarebbe stato il primo di tanti, di infiniti. 
E pensò che forse Dio qualcosa di buono l'aveva fatta

Ahhhhhh, che delizioso pasto.

Daendis pareva davvero sazia, gli occhi si accesero con la stessa intensità del fuoco dell'inferno.

Forse era davvero un demone...

Aveva messo fine alla vita di quel pover uomo, che poteva solo desiderar morte.

Ritornò alla sua forma normale, a quel color violaceo che le accarezzava le curve ed il seno, alla fine era sempre lei, una predatrice implacabile.

Si avvicinò di soppiatto ad un grande edificio con il simbolo di Dio sulla sua sommità...

Era una chiesa: la Casa del Salvatore.

Sentì da fuori le voci del coro intonare un canto al Santissimo, lo conosceva a memoria.
Sapeva che a Dio quelle parole piacevano molto, lo facevano sentire forte ed amato, forse troppo.

L'Onnipotente amava i suoi "sudditi", si, non erano altro che marionette nelle sue morbide e candide mani.

La bella cacciatrice sospirò profondamente, guardando il cielo, lì da dove precipitosamente cadde. Quel cielo che fu la sua dimora, da dove osservava le bravate degli umani e talvolta intervenendo in prima persona con il suo solito charme.

Una volta uscita da questi assordanti pensieri, decise di irrompere nella Santa messa, ovviamente prima doveva cambiare aspetto. Rese la sua pelle pallida, tendente al bianco, un abito di pizzo nero le copriva le nudità, ed un grande cappello con un'enorme piuma viola le circondava il capo, era pronta.

Si avvicinò alla gran porta che indirizzava alla navata principale ed emise una piccola risata, 
quando posò la mano sulla porta ruppe il silenzio:

"Una brava donna porta sempre i guanti."

Le sue mani vennero coperte da un leggero pizzo capace di far intravedere la candida carnagione della tentatrice.
Era finalmente pronta.

Spinse con forza la porta, che emise un suono tanto assordante da interrompere la celebrazione, tutti gli occhi erano su di lei.

Dopo qualche secondo cominciò a camminare con grazia e persuasione, le persone rimasero folgorate da tanta magnificenza, lei mantenne uno sguardo basso, non per la vergogna o per l'imbarazzo, ma per nascondere gli occhi che avevano fatto innamorare Dio.

Ah, Dio, Dio....
Le aveva donato il corpo più bello dell'Empireo, e la fama della peggior sgualdrina dell'aldilà.

La Dama si sedette al secondo bancone...
La messa continuò dopo pochi secondi, anche se la tensione era alta, le signore fissavano la giovane donna, che adesso alzava lentamente il capo..

Si sentì una risata di basso tono provenire da quelle carnose labbra, che come un climax aumentava la propria intensità.
Il sacerdote fissava la donna, che non la smetteva e continuava a divertirsi di chissà cosa.

"Ohhh, giovane padre...disse alzandosi, è tanto bello predicare, ma difficile razzolare..." 
Cominciò a fare diversi passi verso l'abside, per poi girarsi e rivolgersi a tutti i presenti.

"Sapete?! Io ho visto il vostro Dio."
Il prete fissava con sguardo interrogativo la dama per poi aggiungere 

"Oh, ma il Signore è sempre nei nostri cuori, ed è sempre visibile ai propri fedeli."
Disse con aria compiaciuta.

"Santo padre, io ho tastato il vostro Dio, ho toccato le sue dolci mani, e lui ha stretto i miei fianchi fino a farmi mancare il fiato."

La gente mormorava ed era impaurita.

Daendis smise di parlare, resasi conto della gran confusione, decise di abbandonare il dolce costume per lasciarsi trasportare dalle tenebre presenti nel suo cuore.

Così che la dannata essenza prendesse il sopravvento, e lievitando scatenò il panico nella Santa Sede.

"MA TU SEI IL DIAVOLO!!!!"
Dissero in molti, il sacerdote scappò via.

"IO IL DIAVOLO??!! Sanno tutti che è sprofondato nel centro della vostra Terra, Io sono ciò che ha reso Dio un uomo, che l'ha reso fragile, ed affamato di carne.
Io sono la Divina Tentazione."


Scatenò il putiferio con le sue parole.

Ma vedendo il crocifisso, e quell'immagine tanto simile al suo Creatore, si avvicinò incantata, accarezzando quel volto senza espressione.

"Ti sei sacrificato per tutti loro ( indicando i pochi rimanenti) ed io sacrifico loro per le tue colpe."

Daendis fece suoi quei poveri uomini, comprese alcune donne, si divertì per ore, stuzzicandoli e facendogli provare le più atroci sofferenze.

Il Diavolo è la più bella tentazione.

 
   
 
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