Erano le 22 di una piovosa giornata di gennaio, il cielo senza stelle ricoperto da una nude sicura ma con delle sfumature arancioni per le luci della città. Il terreno bagnato dalla pioggia risultava lucido e quasi vivo, mentre le persone correvano o camminavano sotto gli ombrelli per andare all'evento mondano più importante della stagione.Il ballo dell'inverno che si teneva tutti gli anni a gennaio dove ogni persona, povera o ricca, bella o brutta, diventava per una sera un personaggio in maschera uguale a chi aveva di fianco, un ballo pieno di felicità e speranza di una comunità senza distinzioni di classe. Essendo una piccola città ogni abitante era invitato senza distinzioni di sesso o età: se eri un cittadino dovevi andare a quella festa.

Dietro a tutta un elegante e prestigiosa festa si nascondeva il più importante evento per gli stregoni e le streghe che vivevano da sempre in città e la controllavano rimanendo nascosti agli umani. Erano stati invitati tutti, anche i novizi che avrebbero iniziato così il loro apprendistato presso i maestri della città.La festa era già iniziata e se eri importante facevo attendere la tua presenza, proprio come fece Dantalian, uno degli stregoni più potenti ma anche uno dei meno interessati al potere che potessero essere a quella festa. La sua presenza metteva in soggezione molti, anche le figure più eccelse dei maghi. Un uomo molto particolare, con uno stile personale molto curato e studiato, quella sera più di tutti gli altri giorni: pantaloni argentati accompagnati da una camicia bianca e una giacca color ghiaccio, con un fazzoletto azzurro freddo che spiccava dal taschino in coordinato con la cravatta, un orecchino argentato prendeva del suo orecchio mostrando un fiocco di neve con al centro un diamante lavorato alla perfezione, gli anelli alla mano sinistra. L'abbigliamento curato e sofisticato però non era niente in confronto con i suoi occhi da stregone, il suo segno: uguali a quelli dei gatti e di un azzurro così intenso che potevi vedevi il riflesso dei tuoi desideri più profondi. Durante le feste in maschera non li nascondeva mai dato che li faceva passare per trucco. Non gli piacevano molto quelle feste, le riteneva pacchiane e prive di senso, ma era andato perché essendo maestro avrebbe accolto un novizio venuto direttamente dalla accademia. Erano facili da notare, incapaci di adattarsi agli umani alcuni si nascondevano passando inosservati e altri facevano di tutto per farsi notare e far vedere di essere i migliori. Quando lui aveva la loro età non era mai andato ne in accademia ne a fare l'apprendistato da un potente stregone, aveva imparato ogni cosa da solo e costruito le sue esperienze, ma si parla di 700 anni prima. Andò alla reception per vedere il nome del novizio che gli era stato affidato, anche se la voglia era zero

-Oh, Signor Sabe! E' un piacere vederla, il suo novizio è il principino Erik Smith, della casata del sud. Si diverta!-


Disse la ragazza della reception a Dantalion, lui dimostrò tutta la sua voglia e se ne andò sbuffando. Proprio ciò di cui aveva bisogno, un ragazzino stupido e viziato che si destreggia con la magia. Si guardò intorno alla ricerca del ragazzo.


-Che palle...non ne ho proprio voglia...-

Sospirò mentre si sentiva qualcuno toccare la spalla. Si volò di scatto e alzò un braccio come per lanciare un incantesimo di difesa, vedendo davanti a se solo un ragazzino dai capelli neri e gli occhi verdi che lo guardava spaventato. 

-Signor Sabe? Lei è Sabe Dantalion?-

-E tu sei?-

-Erik...Erik Smith-

E qualcosa negli occhi dei due si accese al primo sguardo.