Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |       
Autore: nattini1    01/05/2018    11 recensioni
Long in cui Dean è sprofondato in un sonno magico in seguito a una maledizione lanciata da una strega, che ha decretato si svegli solo alla morte di Sam. Il fratello minore si prende cura di lui, fino all'estremo sacrificio. Entrambi si ritrovano così nell'incapacità di esistere da soli, Sam in Paradiso, Dean sulla terra, e cercano un modo per ricongiungersi. Una volta insieme, affronteranno ogni sfida. Aiutati dall'angelo Castiel, dovranno salvare il Paradiso e il mondo intero.
Hurt/Comfort come se non ci fosse un domani.
Potete leggere tra le righe una leggera wincest e una più evidente destiel.
Partecipa alla challenge del gruppo: Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart. 26 prompts challenge
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart. 26 prompts challenge


1/26: SONNO: 1. Fenomeno periodico di sospensione più o meno completa della coscienza e della volontà, indispensabile per il ripristino dell'efficienza fisica o psichica.



Plic, plic, plic. L'acqua che filtrava attraverso la roccia calcarea si riuniva in piccole gocce solitarie che si lasciavano cadere sul pavimento della grotta creavano un contrappunto monotono e ripetitivo. A Sam sarebbe piaciuto portare una tv che con il suo chiacchiericcio coprisse quel rumore logorante e tenesse compagnia al fratello quando lui era lontano, ma senza elettricità l'impresa era impossibile.

Dean Winchester aveva sempre amato guardare la tv: era una costante in ogni pidocchioso motel in cui avevano messo piede, quasi un punto di riferimento nella sua vita raminga. E aveva sempre amato i cartoni di Scooby-doo: insomma, anche loro andavano a caccia di mostri e fantasmi. Solo che, come gli ricordava fastidiosamente suo fratello Sam, alla fine Velma, Daphne, Fred, Shaggy e Scooby scoprivano che non c'era nulla di soprannaturale. Loro due invece avevano imparato fin da piccoli che ai vampiri si deve tagliare la testa, che un cerchio di sale protegge dai fantasmi e che gli incantesimi delle streghe sono terribili.

Sam Winchester aveva sempre amato i libri: non avevano mai soldi a disposizione per comprarne, ma ogni città, anche se piccola, di solito aveva una biblioteca e Dean recuperava, più o meno legalmente, alcuni volumi da leggere a Sam. Una delle sue favole preferite da bambino era quella della bella addormentata, dove il cavaliere spezzava l'incantesimo della strega e la uccideva per poi conquistare una casa (il castello era una gran bella casa in effetti) e l'amore.

E adesso, ironia della sorte, Sam si sentiva intrappolato in quella dannata favola.

Spesso si sente dire che «la vita è un viaggio», un procedere continuo comune a ogni esistenza umana che, dal momento della sua nascita, si snoda in avanti nel tempo, senza possibilità di tornare indietro. Il viaggio di Sam scorreva lento e inesorabile, mentre qualche filo bianco scivolava tra i capelli e le prime rughe cominciavano a spuntare agli angoli degli occhi e sulla fronte, segni di preoccupazione e non, come si suol dire, del fatto che aveva riso molto.

Ma il viaggio di Dean si era cristallizzato prima compisse ventotto anni, nel momento in cui una strega lo aveva maledetto, condannandolo a un sonno che sarebbe stato lungo quanto la vita di Sam, la cui morte avrebbe spezzato la magia. Il suo viso punteggiato di lentiggini perdeva lentamente la freschezza, le labbra piene, appena socchiuse da un respiro leggero, si lasciano sfuggire la giovinezza; almeno le membra sembravano non aver perso né tono, né vigore e la lunga immobilità non aveva intaccato la pelle con piaghe da decubito. L'incantesimo era davvero potente. Dean non aveva nemmeno bisogno di alimentarsi (prima di capirlo, Sam era impazzito all'idea di doverlo lasciare sotto falso nome in un ospedale nelle mani di estranei e con aghi in tutto il corpo), anche se le unghie e i capelli crescevano a ricordare puntualmente a Sam che il tempo passava.

Ogni volta che poteva, tra una ricerca e l'altra nel tentativo di risvegliare il fratello e qualche caccia occasionale, Sam tornava a vedere Dean; lo aveva nascosto dentro un santuario scavato da un qualche misterioso ordine di druidi in una grotta, protetta da ogni sorta di incantesimi. Aveva accomodato il fratello su un altare di pietra; lo aveva disteso a pancia in su, lasciando le braccia adagiate lungo i fianchi.

Aveva portato alcune cose per rendere più confortevole (anche se non era certo che Dean potesse percepire alcunché) il suo riposo: un cuscino su cui adagiare il suo capo e delle coperte per avvolgerlo nell'unico abbraccio che poteva accompagnarlo ogni giorno. Gliele sistemava attorno e le rimboccava strette, sperando che potesse in qualche modo sentire quelle attenzioni. Alcuni medici dicevano che i malati in coma avevano una percezione del mondo attorno a loro, poteva essere lo stesso per un sonno magico?

Sotto al cuscino aveva messo una pistola, perché Dean ne teneva sempre una a portata di mano.

Una volta aveva portato anche un lettore mp3 e delle cuffie per far ascoltare a Dean il rock che tanto amava; si era steso accanto al fratello come quando erano piccoli e dormivano nello stesso letto, tenendo un auricolare per sé, ma poi aveva preferito toglierlo per lasciarsi cullare dal respiro dell'altro; decisamente per lui non c'era musica migliore.

Da allora ogni volta che tornava passava un po' di tempo accanto a Dean, confortato dal suo calore, a volte osando appoggiare il capo sul suo petto per ascoltare il rassicurante e ritmico battito del cuore.

Più passavano gli anni, più cominciava a temere che non sarebbe mai riuscito a spezzare quella terribile maledizione. Aveva tentato quasi l'impossibile: uccidere la strega in primis, recitare ogni incantesimo che Bobby conosceva, baciare Dean in extremis (sì, aveva tentato anche quello, e per buona misura più di una volta, quando sei disperato ti aggrappi a ogni speranza), ma era ancora condannato anno dopo anno, giorno dopo giorno, e se le contava (eccome se le contava) anche ora dopo ora, a vedere suo fratello giacere immobile, mentre la vita scorreva via da lui senza che riuscisse a viverla.

Almeno Sam poteva andare a caccia e stare accanto al fratello maggiore, rubare qualche fuggevole momento di misera consolazione, ma sapeva che, quando Dean si fosse svegliato, sarebbe stato irrimediabilmente solo in un mondo che forse non avrebbe riconosciuto. E non avrebbe riconosciuto nemmeno se stesso, se si fosse ritrovato nel corpo di un vecchio.

Quel giorno Sam stava seduto accanto a Dean addormentato. Aveva preso l'abitudine di ricreare una piccola routine: iniziava con il lavargli ogni volta il corpo con un panno umido che tuffava in un catino di acqua tiepida. Poi gli faceva accuratamente la barba, spalmando prima una crema per ammorbidire la pelle e far scorrere meglio il rasoio. Alla fine gli metteva anche il dopobarba, picchiettandolo gentilmente sulle guance. Poi passava a tagliare e limare accuratamente le unghie che erano cresciute. Dopo tanta immobilità si sarebbe aspettato che le mani fossero diventate morbide, ma quando le teneva tra le sue sentiva ancora i calli di cui erano ricoperte.

Sistemare i capelli si era rivelato molto più complesso e Sam arrossiva al pensiero di alcuni tagli storti e informi che aveva fatto a Dean prima di capire come si usavano le forbici.

Per ultimo lo rivestiva con abiti puliti; cambiargli i vestiti era il suo piccolo rituale per alimentare l'illusione che il fratello si fosse appena coricato dopo una caccia. Togliere la giacca, la camicia e i jeans era faticoso: Dean era un peso morto e non era leggero da spostare, ma Sam pensava sempre che quando era lui a dover essere vestito da piccolo forse faceva anche resistenza, oltre a non essere collaborativo. In ogni movimento di Sam c'era attenzione e garbo, quasi che temesse di far male al fratello se avesse tirato troppo forte per sfilare una manica della camicia.

Durante tutte le operazioni, gli parlava ininterrottamente: «Questa caccia ti sarebbe piaciuta: c'era questo Shojo, una specie di fantasma, ma lo puoi vedere solo se sei ubriaco! Sai che Bobby si è sposato? Sua moglie si chiama Ellen e anche lei è una cacciatrice. Sai che ho sistemato un favoloso impianto stereo sull'Impala? Beh, forse questo è meglio se non lo senti...mi sa che rischio di essere ucciso per aver violato la tua Baby!».

Mentre faceva scorrere per l'ennesima volta le dita tra i capelli di Dean per sistemare le ciocche che erano già perfette, gli ricordò ad alta voce di quando erano bambini: dei fuochi d'artificio che Dean aveva fatto brillare nel cielo per lui o dei giocattoli che aveva rubato un Natale. Gli ricordò come fosse stato per lui il pilastro della sua vita: un modello da imitare, un'ancora di salvezza, l'unica cosa di cui sentire la mancanza quando era lontano, l'uragano che era venuto a strapparlo da una vita normale, la persona senza cui non avrebbe potuto fare nulla.

Si chiese cosa avrebbe pensato Dean se avesse potuto sentirlo: detestava quei momenti in cui Sam parlava a cuore aperto, ma poi era il primo a non riuscire a impedire alle lacrime di scorrere. Sfiorò coi polpastrelli il viso del fratello nella speranza di percepire un tremito di ciglia, qualcosa che avrebbe potuto indicare una reazione emotiva, ma la pelle era perfettamente immobile. Una goccia doveva essere caduta sul suo viso dal soffitto e la raccolse col pollice; sospirò e ritrasse la mano in una fuggevole carezza tanto dolorosa perché sapeva che sarebbe stata l'ultima e che Dean non ne avrebbe serbato il ricordo.

Quel giorno Sam aveva portato con sé un nuovo oggetto: un coltello. Aveva deciso, dopo più di dieci anni, che era tempo per lui di terminare il proprio viaggio per lasciare che Dean continuasse il proprio. Aveva anche contattato Bobby, chiedendogli di raggiungere Dean, in modo che al suo risveglio potesse prendersi cura di lui e spiegargli cosa era successo. E per quanto Bobby avesse corso, non sarebbe mai arrivato in tempo per fermare Sam.

Questa volta sarebbe stato Sam ad addormentarsi, cullato per l'ultima volta dal respiro di Dean.

Plic, plic, plic. E stavolta le gocce che cadevano sul pavimento non erano solo quelle dell'acqua.

 

NdA

Questo è il mio primo esperimento del genere Hurt/Comfort e anche il primo esperimento con l'angst. Sono una persona molto positiva e ottimista, quindi per me non è stato semplice calarmi in questa ambientazione, spero che il risultato sia buono.

Se avete un attimo, fatemi sapere cosa ne pensate!

PS: Ringrazio Lilyy che mi ha suggerito di esplicitare meglio la collocazione temporale!

   
 
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: nattini1