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Autore: LDstories    01/05/2018    1 recensioni
Mordi è in viaggio per unificare le terre di Daitilion, magari sotto il suo potere. Sa che la prima persona con cui si dovrà incontrare o scontrare è la Regina delle stagioni, regina che cambia aspetto fisico e condizioni climatiche a seconda del suo umore. Ella vive col suo fedele consigliere, Cosimero. Non è troppo fortunata in amore e su di lei vi è una profezia, che dice che vivrà a lungo e in potere, ma non avrà mai un amore ricambiato in senso sentimentale. Lei cercherà in tutti i modi di non farla avverare.
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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La Regina delle stagioni.
 

Nell’ultima zona del territorio di Daitilion, ritagliato su misura dal secondo monte più alto dei dintorni, si ergeva il regno di colei che era chiamata la Regina delle stagioni. Avevano detto a Mordi, che se aveva il sogno pazzo e impossibile di unificare le terre, magari sotto il suo potere, era da lei che doveva cominciare, era in viaggio da 26 giorni, ma le difficoltà si facevano già sentire. Oltretutto passare per territori che avrebbe dovuto poi rivedere e approfondire, essendosi imposto di lasciarli per il momento alle spalle, gli faceva venire una fastidiosa sensazione: Quanti anni stava sprecando? Quanti ne avrebbe potuti salvare?

Lei, coi suoi 26, era tranquillamente intenta a cibarsi della sua cena, con la supervisione del suo consigliere fidato, Cosimero, che le stava raccontando quanti insidiosi, difficili e soprattutto inaspettati per il suo popolo erano i suoi piani.
“Siamo sempre stati pacifisti, non abbiamo mai guardato terreno altrui, vi rendete conto di quanto una decisione del genere potrebbe sconvolgere la Nostra…Vostra gente?”
“Rimarremo pacifisti, non mi interessa il terreno altrui. Tu pensi che questo regno non sarebbe più grande se lo volessi?” Una risata breve uscì dalla sua bocca, facendo pensare all’interlocutore quanto fosse cambiata e come quelle parole mai sarebbero uscite dalla sua bocca tempo addietro.
“Io voglio solo divertirmi, divertirmi vendicandomi, mi interessa qualche persona, nulla di più.”
“Non credete che il tempo possa mandar via i rancori?”
Il volto della Regina cambiò istantaneamente, diventando di colore rosso e cambiando l’atmosfera in un tempo innevato e gelido, si calmò prima ancora dello scatto d’Ira.
“Di questi tempi state attento. Vorrei che il mio popolo mangiasse abbondantemente come al solito e non si ritrovasse a patire la fame. Ad ogni modo, oh, state tranquillo, va tutto bene. Non ho intenzione di coinvolgere nessuno di loro.”
“Mia signora, verrebbero comunque coinvolti, non credete?”
“Non chiamatemi ‘Mia Signora’ vi prego, Cosimero.” Disse realmente contrariata.
“La nostra signora Lembardi e chi per lei pagherà, semplicemente.”
“Per avervi dato difficoltà, sei anni fa, ad avere in testa una corona che avete avuto comunque?”
La Regina premette forte le sue mani per scaricare la tensione, ma la pioggia cominciò a scendere al di fuori e i suoi capelli ci misero un po’ a perdere la tonalità rosso fuoco che avevano assunto, quando lo fecero diventando di un castano spento, guardò contrariata il suo consigliere, ma poi pensando al suo stesso volto, scoppio a ridere, calmando nuvolosità e corpo.
“Ad ogni modo, mi prenderò i miei tempi. State tranquillo, potete andare.” Cosimero, cominciò ad avviarsi, si fermò per un istante, ma poi proseguì, chiudendo una porta alle sue spalle.
“Non si azzarda più a chiedermi se visto che non ho figli ho intenzione di far ereditare il regno a lui” pensò lei con un sorriso beffardo, per poi distorcerlo e cominciare a camminare nella stanza.
“Perché non l’avevo mandato via in quell’istante? Perché mi non ero preoccupata?” In realtà, lo trovava piuttosto promettente, ma come consigliere. Non vi era dubbio alcuno che ciò per cui aveva lottato lo avrebbe lasciato in mano a qualcuno che non avesse un po’ del suo sangue, c’era la predizione di quella vecchia megera, ma infondo, lei sentiva che prima o poi avrebbe avuto un amore e un figlio, erano tutte baggianate per spillare qualche soldo. Che affronto, a una Regina. Ma se l’era scelta bene, pensò, si, gliel’aveva detto solo perché sapeva che l’avrebbe pagata comunque per poi congedarla con un sorriso forzato, mentre altri l’avrebbero mandata al cappio. Certo, la tragedia ambientale che si era susseguita in quei minuti l’avrebbe evitata, assieme a lei. Non aveva alcuna intenzione di darci peso. Anche se di fatto, lo faceva.
Ad ogni modo preoccupata di chi, Cosimero? Non aveva il polso per ucciderla, né la demenza di pensare che le persone lo avrebbero accettato. Non era abbastanza forte e nemmeno abbastanza stupido, per quello nel suo compito andava benissimo.
Cosimero che l’avrebbe potuta voler ammazzare? Come poteva averne anche solo il pensiero. Si risedette passandosi una mano sul volto e non guardando la finestra.
La porta bussò.
“Avanti, Cosimero” disse lei.
Lui avanzando e percorrendo la stanza, ripensò sul sedersi all’ultimo.
“Volevo informarvi che abbiamo avuto un’abbondante raccolto.”
“Bene, anche se non mi pare orario.”
“Ma che nell’ultimo periodo è diventato solo più che sufficiente.”
“E quindi?”
“Quindi…”
“Se è più che sufficiente e maggiore di quasi tutta Daitilion, credo sia merito mio, voi non credete? Insomma, a volte vorrei tornare ai giorni in cui eravate voi a ripetermelo, invece di farmi ricadere colpa di ciò che si è perso.”
“Io non ho insinuato nulla.”
“Certo. E’ tutto?”
Le mani del ragazzo traballarono e le nascose dietro la schiena.
“Una sola cosa, una curiosità, vorrei sapere come è funzionato il rituale per l’assegnamento delle corone”
“Un argomento felice insomma. Tanto anche se ne avessi voglia, lo aboliranno… Oh, ti prego, non giustificarti o cominciare a negare, si, è sola curiosità, lo so. Eravamo in tanti in partenza, in pochi all’arrivo. Io non ci dovevo essere, fosse dipeso da qualcuno. Non si può dire per il resto che siano riusciti tutti i più validi, oso. Cos’altro vuoi sapere?”
“Mi aspettavo, se me ne darete grazia, una descrizione più tecnica e approfondita. Potete anche non parlarmi di voi. Non ne vorrò mai fare parte, ad ogni modo. Sul serio, ma sono avvolti così tanti misteri…”
“Misteri?” la Regina scoppiò a ridere: “I poteri sono un mistero. La vita, la morte sono un mistero. Il perché voi siate il mio consigliere è un mistero. Sto scherzando su. Però non potete dare così tanto interesse a una questione che in realtà è molto banale. Dico davvero. Comunque sono stanca.”
“Certo”
“Cosimero?”
“Ah, si, certo. Sono stanco anchio. Scusatemi, avevate attirato così tanto la mia attenzione… Vado.”
Lentamente uscì, lasciando, questa volta, la porta aperta.
“Non andate a dormire allora?”
“Oh si certo, arrivo, ho un tale mal di testa.”
Rispose lei accentuando dolore fisico, quando lo vide guardare l’esterno, si infastidì, non abbastanza.
Lui senza rivolgerle ulteriore parola, si rigirò e i suoi passi si fecero sempre meno rumorosi.
Fu a quel punto che si sentì un tuono, lei, per il mancato tempismo, si innervosì al punto che ne seguì un altro più forte.
Poi alzandosi, diede un’occhiata in giro, non soffermandosi perché sapeva che l’istinto l’avrebbe fatta richiudere e che Cosimero, in tal caso, girovagando come era solito fare ad ogni orario, avrebbe trovato una nuova scusa per cercare le sue risposte.
Si avviò notando che il suolo sotto ai suoi piedi era stato perfezionato bene e meritava per questo ringraziamento.
Dopo essere entrata nella sua camera da letto, si cambiò.
Aveva dato alla sua servitrice riposo, come a dire il vero faceva di frequente, era un male? Per Cosimero si. Le toglieva autorità. “Non queste vesti fastidiose però” pensò lei che arrivò a squarciare il suo abito, pur di levarselo per poi indossare goffamente quello da notte. Il cielo però pareva solo nuvoloso.
Si sdraiò sul letto chiedendosi quanto ci avrebbe messo a prendere sonno.
In realtà, calò abbastanza presto.

“Mia signora.”
“Non chiamatemi mia signora.” Disse lei sbadigliando.
“Chiedo scusa se vi ho importunata, so che volete essere avvisata quando arriva Paltro al castello, anche se non è un nobile e non vi sono in vista trattative”
“C’è Paltro?” Disse lei con occhi accesi di speranza.
“Dev’essere arrivato non troppo tempo fa. Non so se sappia che volete vederlo.”
“Non troppo tempo fa? Quando avevate intenzione di avvisarmi?” Chiese lei alzandosi in fretta.
“Chiamo Klara? Vi faccio servire la colazione?”
“Nulla di tutto ciò. Avreste potuto farmi portare subito la colazione, se vi premeva. Ancor prima di svegliarmi.”
“La colazione di solito non la mangiate nemmeno se vi dico che Paltro è stato visto nei dintorni.”
“Che me lo chiedete a fare allora. Comunque devo andare.”
Cosimero tirò un sospirone.
“E’ un allevatore di bestiame.”
“Che voleva diventare un re. Sentite, Cosimero, credete che io mi scordi ogni volta di cosa faccia?”
“Pensavo solo…”
“Male. Pensavate solo male. Grazie per avermi avvisata, ad ogni modo.”
Disse iniziando a correre mentre Cosimero ripeteva a voce bassa.
“Olmo, l’agricoltore. Desdo, l’agricoltore. Anzi no, il proprietario del appezzamento lavorato da lui e suo fratello. Lucrezio, il figlio della sarta e ora Paltro l’allevatore.”

Lo abbracciò appena lo vide e lui ricambiò la stretta.
“Che lieta sorpresa, mi accogliete ogni volta. Anche oggi avete fretta di andare a vedere come stanno i cavalli?” Chiese lui sorridendo per le sue vesti.
Lei si tolse subito di dosso l’occhiataccia che le lanciò una raccoglitrice di bacche, che ogni volta doveva aspettare giornate per essere ricevuta.
“Certo! I cavalli mi stanno molto a cuore. Sono particolarmente graziosi anche quelli che allevate voi.”
“ Blanco è morto due giorni fa.”
“Che dispiacere che mi avete dato. Potete sceglierne uno se volete. Comunque rimane Tiglia che è meravigliosa.”
“Siete sempre così gentile con me, non lo accetterei se non ne avessi reale bisogno.”
“Avete problemi?”
“Non voglio mettervi apprensione, sapendo quanto vi preoccupate per le vostre genti. Tornerò a giorni e vi dirò se la questione è risolta.”
“Andate già via? Ad ogni modo vi ascolto volentieri.”
“Non preoccupatevi. Vi riporterò anche il cavallo.”
“D’accordo allora. Quello però è un regalo, non vorrete offendere la regina?”
Lui rise per breve tempo.
“Arrivederci.”
“Arrivederci, Paltro.”
Rimase a guardarlo andare via poi si rivolse alla raccoglitrice di bacche.
“Com’è andata questa volta?”
“Bene, nulla di irregolare, mia Regina.” Bastò quello, come aveva previsto, per farle tornare il buon umore.
Dopo averle rivolto poche altre parole, cominciò a cercare Cosimero partendo dall’esterno del Castello.
Era evento raro, ma ciò che le balzava alla mente era ancor più sorprendente.
Il sole, in quella mattinata, illuminava tutto il regno.

Lui le venne incontro poco dopo.
“Mia signora”
“Cosimero” rispose lei con una smorfia.
“Vi stavo cercando.” Cominciò lui.
“Anche io. Sapete? Forse avevate ragione. Non ho voglia di creare conflitti personali, si insomma, è passato del tempo. La questione non mi interessa più. Nessun pericolo.”
“Oh perfetto” Disse lui deglutendo.
“Non ne avevate mica parlato con qualcuno, vero?”
“Certo che no, mia s… no.”
“Non lo avrete accennato, per il mio bene, a qualcuno?”
“Si, ve lo devo dire, può essere accaduto, ma meglio così no? State tranquilla” poi aggiunse, quando vide il cielo incupirsi:
“Nessuno ha mai pensato a una guerra o cose del genere, al massimo qualcuno ha pensato che voi vi sareste potuta mettere nei guai, solo i malpensati, si, solo io, ma gli altri non lo direbbero, che anche il popolo avrebbe potuto rimanere coinvolto. Anche nel primo caso, sapete, fosse rimasto senza guida…”
“Per favore Cosimero è il momento buono per non dirmi più altro, non ci voglio pensare. Pensavate potesse andare davvero tragicamente comunque” disse lei lievemente offesa e intristita.
“Devo analizzare tutte le possibilità, anche più remote. Dovreste… chiedo scusa.”
“Farlo anchio? No, non vorrei diventare drammatica come avete reso voi il tutto. Caro Cosimero, io vi prego”
“Non accadrà mai più. Sulla mia fedeltà.”
“Sul vostro cuore?”
“Sul mio cuore”
“Sulla vostra famiglia?”
“Su quello che resta della mia famiglia.” Lei come colta da illuminazione pensò “Pure in colpa mi deve fare sentire”
“Sulla vostra futura corona?”
“Prego?”
“Stavo scherzando” Era riuscita fieramente a sdrammatizzare e questo le fece tornare il sorriso.
“Come fate?”
“Cosa?” Domandò lei in risposta, sorpresa dalla sua acutezza e pronta a divagare sull’argomento per non farlo tornare a ciò che lui di triste aveva detto prima.
“A decidere per tempo una cosa, arrivare a un passo dal pianificarla” e intanto lei si lasciò sfuggire un: “Ah”
“…Talvolta arrivare a pianificarla e poi puf, in un secondo, voi annullate tutto.”
“Non è un bene, a quanto mi avete sempre detto?” Disse lei lasciando scoppiare un sorriso.
“Si certo, è bene non essere arrivati a un conflitto…” si fermò e trattenne qualche altra parola.
“Volete la colazione ora?”
“In realtà, no. Potete darla anche a qualche bambino o che so io, chi vedete che ne ha bisogno.”
“D’Accordo ma lo sapete che per due giorni?”
“Si, so già quello che devo fare, ma se non ho fame, non ho fame. Non sarebbe uno spreco rigirarsela per poi gettarla via?”
“Adesso non ne avrà nessuno così bisogno, ci sarà chi furbescamente allieterà un suo capriccio, ma se perdete le vostre forze, allora si che le persone ne avranno bisogno.”
“So il fatto mio, credo. Cosimero, vado a farmi una passeggiata.”
“State andando all’interno del castello.” Nel cielo si poteva ancora vedere il sole, circondato però da nuvole.
“Certo, vado a farmi una passeggiata dentro al castello. Sarebbe obbligo imparare un luogo nuovo, ogni qual volta si vuole camminare?”
“No.”
“Invece si.”
“Si?”
“Si, infatti voglio vedere se trovo qualche stanza segreta.” La regina scoppiò a ridere e il sole ad essere l’unico nel cielo.
Cosimero aveva imparato a trattenersi in quelle occasioni.
Se lo lasciò alle spalle senza ulteriori saluti, poi guardandosi dall’alto al basso pensò: “Mi invita a fare passeggiate all’aria aperta con l’abito d”
“Mia signora”, udì l’urlo: “Avete ancora la veste notturna”
“E ora lo sanno anche le sentille. Grazie, Cosimero.” Rispose lei, scuotendo la testa e con un tono appena più basso.
Sentendo il rumore di una goccia, si sforzò di sorridere ed essere positiva, erano arrivati i giorni in cui doveva essere pronta a farlo a comando.

 

Nota dell'autrice: Ho scritto ciò due/tre anni fa, in una fase critica della mia vita. Non so proprio se proseguire o meno. In ogni caso, per chi leggerà, buona lettura :-)
   
 
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