Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: TheSlavicShadow    02/05/2018    0 recensioni
Sei mesi dopo essere deiventata Iron Woman, qualcosa inizia a non andare come dovrebbe.
{Earth-3490; sequel di Wherever You Will Go}
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Wherever you will go'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Giugno 2006

 

Se ne stava seduta in una stanza che non capiva se era per le conferenze o per un interrogatorio. Optava per la seconda opzione. Non era mai stata alla sede dello S.H.I.E.L.D. di New York. Washington sì, Los Angeles anche, New York no. E se le fosse stato possibile non ci sarebbe stata nemmeno in quel momento.

C’erano schermi sul muro davanti a lei. Tutti sintonizzati su qualche tipo di telegiornale o talk show. E tutti parlavano della stessa cosa.

Il fiasco della Stark Expo.

Le acque si macchieranno di sangue e verranno gli squali, le aveva detto Vanko una volta. E allora non sapeva quanto l’uomo avrebbe avuto ragione. Erano tutti concentrati su quanto era accaduto a Flushing due giorni prima. Erano tutti quanti con il dito puntato verso di lei, perché era lei il bersaglio e aveva portato il carnefice in mezzo alla folla. Un passo falso. L’ennesimo passo falso nella vita di Natasha Stark per il quale ora la stampa aveva altro inchiostro da sprecare.

Non c’erano state vittime. A lei questo bastava. Feriti sì. C’erano stati diversi feriti, ma nessuno in modo grave anche se i telegiornali si divertivano a riferire diversamente. Aveva contattato personalmente tutti gli ospedali di New York per assicurarsi che i feriti fossero curati a spese delle Stark Industries. Era il minimo che potesse fare. Anche per alleviare il senso di colpa dalla coscienza.

Aveva ancora davanti agli occhi il bambino con la maschera di Iron Woman che alzava un braccio per combattere contro un drone. Stava ispirando tutta una generazione con quello che era diventata e li aveva messi in pericolo lei stessa. Forse avevano ragione a definirla un pericolo. Forse avevano ragione anche a darle la colpa di tutto. Anche se di certo non era stata lei a far fuggire Vanko dalla prigione. Almeno Hammer ora avrebbe pagato per quello che aveva fatto, chiuso nella sua bella cella per i prossimi 10 anni.

Aveva fatto un lungo sospiro mentre in televisione continuavano a parlare di lei, di Steve Rogers, di James Rhodes, e di tutta una serie di collegamenti che non voleva stare ad ascoltare.

Erano passati due giorni dalla battaglia alla Stark Expo. Due giorni in cui lei e Steve non avevano fatto altro che litigare per quanto era successo. Steve l’aveva costretta a seguirlo allo S.H.I.E.L.D. perché necessitava di cure mediche anche lei. Si era preoccupata di tutti tranne che di sé stessa, ancora una volta, e Steve questo non lo poteva accettare. Non dopo quanto era accaduto negli ultimi mesi. E lei voleva tornare a casa, poco importava se a Malibu o Long Island. Ma voleva tornare in un luogo che poteva sentire sicuro e permettersi di fare un sospiro di sollievo per aver portato a casa la pelle ancora una volta. Allo S.H.I.E.L.D. paradossalmente non si sentiva sicura. Si sentiva costantemente sotto l’occhio vigile di qualcuno.

Aveva telefonato a Pepper quella sera stessa dopo che l’avevano accompagnata nel suo alloggio provvisorio. Si sentiva peggio che in una prigione e la donna era furiosa con lei. Non per il danno materiale alla Expo, ma perché era preoccupata per lei. Era scomparsa con tutti quei droni e poi c’erano state diverse esplosioni. Aveva temuto di averla persa per sempre questa volta perché nessuno sapeva cosa fosse esattamente successo. Per questo motivo le aveva poi telefonato per rassicurarla. Anche se Pepper aveva avuto in ogni caso un attimo in cui le aveva urlato contro. In cui le diceva che voleva licenziarsi, che non era possibile lavorare per qualcuno che prima o poi si sarebbe fatto ammazzare nel peggiore dei modi. L’aveva lasciata sfogare, l’aveva lasciata urlare ancora e forse era anche sull’orlo di una crisi di pianto. E poi si era calmata. Era rimasta in silenzio per qualche minuto in cui Natasha la sentiva respirare e poi era tornata quella di sempre. Quella che le dava ordini e la teneva in riga. Pepper aveva già un piano pronto per sistemare tutto quello che era successo. Aveva già in mente i lavori per ristrutturare i vari padiglioni distrutti e riprendere con la Expo come da programma. Non potevano darla vinta a nessuno. Non a Vanko. Non ad Hammer. Non all’opinione pubblica.

E potevano vincere. Avevano ancora una chance di stupire tutti e fare la cosa giusta.

Con un sospiro aveva guardato le due cartelle sul tavolo. Doveva immaginare che Fury volesse parlare di lavoro. Su una vedeva scritto il proprio nome e doveva essere sicuramente il rapporto che l’agente Romanoff aveva scritto su di lei.

L’altro era il progetto Avengers. Quello di cui Fury voleva parlarle non appena aveva sconfitto Stane. E lei lo aveva ignorato. Sapeva a grandi linee cosa volesse fare Fury. Voleva creare una squadra di persone speciali. Non sapeva con quale scopo, ma sapeva che li voleva tutti sotto controllo. Per quello che sapeva potevano anche essere il suo speciale squadrone della morte.

C’era Steve. C’era la Romanoff. C’era lei. C’era un tale con arco e frecce. C’era anche Banner. C’era Reed Richards e prima cha potesse continuare a leggere Fury era entrato nella stanza.

“Questo non è più di tua pertinenza, credo.” Nick Fury le aveva tolto il fascicolo di mano non appena si era seduto di fronte a lei. Le sembrava quasi di essere in un film e il poliziotto cattivo fosse appena entrato nella stanza per estorcerle tutte le informazioni. Aveva alzato in mano l’altro fascicolo e glielo aveva porto dopo essersi messo comodo. “Mentre questo lo dovresti leggere. E’ il rapporto dell’agente Romanoff.”

Aveva sbuffato mentre lo apriva e leggeva le prime parole. Troppe. Non voleva neppure sapere quante pagine aveva effettivamente scritto sul periodo in cui aveva fatto finta di lavorare per lei. Con molta probabilità si era ispirata a Dostoevskij o Tolstoj.

“Vediamo. Scheda della personalità. La signorina Stark presenta una condotta compulsiva. Dai, questo era la settimana scorsa. E se proprio vogliamo io oserei aggiungere anche ossessiva. I miei attrezzi in officina con messi tutti in ordine maniacale. E anche le scarpe, ordinate per tipo, tacco e colore.” Fury l’aveva guardata senza battere ciglio e sapeva che non avrebbe potuto alleviare la tensione in alcun modo. Probabilmente non le sarebbe piaciuto quello che Natasha Romanoff aveva scritto su di lei. A casa avrebbe letto con cura tutte le mille pagine che aveva scritto. “Presenta forti tendenze autodistruttive. Stavo morendo. Ok, tutti dobbiamo morire prima o poi. Ma stavo morendo per una cosa impiantata nel mio petto che mi stava uccidendo. Almeno questa risparmiatemela. Ora sto divinamente.” Lo aveva guardato di nuovo quando Fury si era sporto verso di lei e aveva appoggiato i gomiti sulla scrivania. “Autocompiacimento da manuale? Questa è vera al 100%.” L’uomo la stava ancora guardando senza dire una parola e lei trovava stupido dover leggere quel rapporto. Poteva già immaginare quello che la Romanoff aveva scritto. Si conosceva abbastanza bene da sapere che aveva un pessimo carattere e molte cose da risolvere. Aveva sfogliato il rapporto arrivando a quello che la interessava. Se sul tavolo c’era il fascicolo che riguardava gli Avengers, allora doveva esserci scritto anche qualcosa nel rapporto che aveva in mano. “Ecco qui quello che mi interessava. Valutazione reclutamento progetto Avengers. Iron Man: sì. Ci devo pensare.” Aveva chiuso il rapporto e lo aveva messo sul tavolo. Aveva già rifiutato di farne parte. Non voleva fare gioco di squadra. Fury la guardava e non sembrava per nulla divertito.

“Continua a leggere.”

Aveva inarcato un sopracciglio e non le piaceva l’espressione del direttore dello S.H.I.E.L.D.. Era così serio che la faceva sentire una bambina appena messa in punizione.

Natasha Stark: non consigliata. Scusa, come fai ad approvare me senza di me? Io sono Iron Woman, no? L’armatura senza di me non esiste. Questo non ha senso. Guardami. Guarda cosa sono riuscita a fare. Sono più stabile di quanto non lo sia stata negli ultimi 10 anni. Ho addirittura una relazione seria. Steve mi ha chiesto di continuare a convivere con lui, stiamo costruendo qualcosa.”

“E questo mi fa credere che sia meglio usarti solo come consulente.” Fury si era alzato e aveva aggirato il tavolo per avvicinarsi a lei. Si era seduto sul bordo della scrivania e l’aveva guardata. “Tu e Steve state iniziando a dipendere troppo uno dall’altro e onestamente non so quanto questo possa essere positivo visto chi siete. Tu senza di lui sei totalmente fuori controllo, e posso affermare lo stesso di lui. Quando sei stata rapita, in quei quattro mesi Rogers ha smosso mari e monti per continuare le ricerche. Non so neanche quanti culi abbia dovuto esattamente leccare. E ora lo hai esposto come Capitan America. Questo doveva restare un segreto.”

“Non è colpa mia se lui se ne va in giro usando coperchi dell’immondizia come se fossero scudi, Nick.”

Più persone lo avevano filmato mentre combatteva contro i droni. Avevano visto il modo in cui usava i coperchi come scudi e avevano fatto due più due. Non era stato molto difficile riconoscere Capitan America in quei movimenti. Era pur sempre un eroe nazionale e tutti lo conoscevano. Non c’era bambino o adulto che non avesse mai visto almeno un filmato di Capitan America.

“Le persone lo hanno fotografato assieme a te per anni, Tasha. Non è la prima volta che qualcuno lo paragona a Capitan America, ma siamo sempre riusciti a depistarli. Questa volta non lo abbiamo potuto fare. I video sono diventati virali.” Le aveva messo una mano sulla spalla. “Siete sulla bocca di tutti e questo attirerà ancora più attenzioni su entrambi. Per questo motivo voglio tenere almeno te lontana dal pericolo.”

“Non smetterò di essere Iron Woman per fare la brava mogliettina di Rogers, lo sai questo?”

“Non ti voglio coinvolta in altre missioni non autorizzate. Stanno ancora cercando di bollarti come terrorista e quello che è appena successo alla Expo si aggiungerà al calderone delle accuse contro di te.”

“Oh, ti prego! Hammer ha liberato Vanko! Hammer gli ha dato carta bianca su quei cazzo di droni e la colpa sarebbe mia?”

“Non possono ammettere di essere loro in errore. Sai come funziona l’Esercito.”

Aveva scosso la testa e si era alzata dalla sedia.

“No, mi dispiace. Potrò non far parte della tua boy band super segreta, ma non ho intenzione di rinunciare ad Iron Woman. Ormai fa parte di me e non ho intenzione di smettere.”

“Tu sei una civile in possesso di una potenziale arma di distruzione di massa. Ti hanno già detto cosa ne pensano due mesi fa.” L’aveva guardata e si era alzato dalla scrivania. “A proposito. Consegneranno una medaglia a te e Rhodes per il servizio svolto contro Vanko. E poi continueranno a cercare di toglierti l’armatura.”

Fury le aveva sorriso e lei voleva solo andarsene.

 

✭✮✭

 

“Mi ha infilzato una tetta, Steve. Una tetta.” Si era buttata sul letto della loro stanza d’albergo a Washington e aveva osservato il soffitto. Aveva ancora addosso il tailleur che aveva indossato per l’occasione e sapeva di doverlo togliere per evitare di stropicciare la giacca, ma non ne aveva avuto voglia. Non le fregava nulla della medaglia appena ricevuta. Non sapeva assolutamente cosa farsene. Non era un militare che l’avrebbe sfoggiata con orgoglio sulla propria divisa. Sarebbe rimasta chiusa nella sua scatola, dimenticata in fondo ad un cassetto fino alla fine dei suoi giorni. Fosse stato per lei non si sarebbe nemmeno presentata a ritirarla. Avrebbe lasciato questo onore a Rhodes oppure avrebbe mandato qualcun altro al suo posto. Ma di certo non si sarebbe presentata lei.

Ma aveva voluto vedere Stern umiliato mentre ringraziava Iron Woman per il servizio reso alla nazione.

“Ora puoi dire di avere una medaglia però.”

“Te la regalo volentieri, Capitano.” Aveva girato il viso per guardarlo. Steve era stato presente. Aveva indossato la sua divisa militare, con tutte le sue medaglie in bella vista. L’attenzione di tutti era divisa tra lei sul podio e Steve tra il pubblico. Tutti si chiedevano se era davvero lui. Se davvero Capitan America era sopravvissuto ed era sempre stato sotto il loro naso per tutto quel tempo. Lui invece non le aveva tolto gli occhi di dosso neppure per un istante. Poteva quasi dire che era orgoglioso di lei e sembrava incurante di tutte le foto che gli venivano scattate.

“Non mi serve. Ne ho anche troppe e non so neppure per quale motivo.” Si era seduto sul letto e le aveva accarezzato i capelli. “Se ti cambi, poi possiamo uscire.”

“Sarebbe così brutto chiamare il servizio in camera e rimanere qui?” Lo aveva visto scuotere la testa e sospirare.

“Lo avevamo immaginato. James sta venendo qui.”

“Mi fa sempre senso quando lo chiami per nome. Lui è Rhodes. O Rhodie. O orsacchiotto di cioccolata.” Aveva allungato un braccio verso Steve e aveva sfiorato la sua mano. Non sapeva cosa sarebbe successo da quel momento in poi. Poteva cambiare tutto come poteva rimanere tutto uguale. Potevano trasferirsi di nuovo a New York. O fuggire in Canada. Perché aveva tutto sommato la sensazione che sarebbe cambiato tutto. Quando guardava Steve le tornavano in mente le parole di Fury. Non voleva credere che fossero entrambi così condizionati dall’altro. Quella poteva essere davvero una debolezza enorme.

“Ehi, sei troppo pensierosa per una donna che ha appena avuto la sua rivincita sul potere maschilista della politica.”

“Non citare le mie parole dette dopo un paio di birre di troppo.” Steve le aveva sorriso e lei voleva davvero proteggere quel sorriso. Lo desiderava da ragazzina, quando Steve le sorrideva dolcemente mentre le raccontava qualcosa. Lo desiderava adesso da donna, quando quello stesso Steve le sorrideva in modo uguale. “La gente sa che sei Capitan America. Non ti daranno un attimo di pace.”

“Questi anni con te mi hanno insegnato come evitare i giornalisti. Ora sarà più semplice sfuggirgli. Basterà correre.”

“Cretino.” Era riuscita a sorridere, ma sapeva che era tutto sbagliato e complicato. Non sarebbe stata lei se qualcosa non stesse andando storto. E per una volta loro funzionavano, solo che tutto quello che li circondava sembrava non avere più senso.

Lei non voleva mettere in pericolo Steve. Non lo voleva in alcun modo. Ma era indirettamente colpa sua se avevano scoperto la sua identità. Quella che tutti avevano cercato di tenere nascosta e ci erano riusciti per dieci anni. Ma lei lo aveva sempre messo sotto i riflettori. Da quando si erano conosciuti.

“Signorina Stark, dovresti portare rispetto verso gli anziani.”

“Sto per picchiarti.”

“Tasha, di cosa hai parlato con Fury?” Steve aveva parlato dopo qualche istante. Sapeva che glielo avrebbe chiesto prima o poi. Alla fine lo faceva sempre. Faceva finta che non gli interessasse nulla, ma alla fine cedeva se non era lei a raccontarglielo. E non lo aveva fatto questa volta. Era uscita dalla sala in cui aveva parlato con Fury ed era andata fino alla palestra dove era sicura di trovare Steve. L’uomo stava sferrando dei pugni contro delle povere sacche da boxe che non erano sufficienti a sopportare la sua forza. Ed era rimasta sulla porta senza disturbarlo. Era sicura che Steve allora si fosse accorto della sua presenza, perché se ne accorgeva sempre, ma non aveva fatto alcun movimento verso di lei. Aveva solo continuato a sferrare pugni.

“Non sono idonea a far parte della vostra boy band attivamente, ma come consulente sì. In parole povere consulente per le armi? Perché non mi viene in mente null’altro per cui potrei fare da consulente allo S.H.I.E.L.D..”

“Se non sbaglio solo otto mesi fa non hai neanche voluto sentir parlare degli Avengers, mentre ora sembra che ti dispiaccia essere stata scartata per questo progetto.” Steve le aveva accarezzato il viso con delicatezza e lo stava quasi odiando. Riusciva a farle passare la rabbia che iniziava a sbocciare nel suo animo.

“Otto mesi fa avevo appena ucciso un uomo, Steve. Uno che conoscevo da quando sono nata e che avrebbe dovuto essere il mio braccio destro. Scusa tanto se non volevo stare ad ascoltare Fury che blaterava di una squadra di potenziati che combatte il crimine. Ho letto Batman. Queste cose non finiscono mai bene.”

“E tu saresti Batman? Quello che combatte sempre da solo, senza il bisogno del sostegno di amici?”

“Io ho messo in pericolo te. Prima con Stane. Ora con Vanko. Ho quasi la sensazione che Ross verrà a bussare alla mia porta per poter avere un campione del tuo sangue per creare un altro Hulk. O quella cosa che hanno creato e che non so che fine abbia fatto. Ecco per cosa potrei essere consulente. Potrei usare il mio cervello per far ritornare quell’uomo un essere umano normale.” Aveva sospirato e si era seduta sul letto, voltandosi verso Steve e allungando un braccio per toccargli il viso. “Io non smetterò di essere Iron Woman solo perché Fury me l’ha ordinato. Non ho paura né dello S.H.I.E.L.D. né di Stern. Che ci provino a togliermi l’armatura.”

“Io voglio solo che tu rifletta attentamente su quello che stai facendo. Sei su un confine molto sottile tra legalità e illegalità.”

“Anche tu hai oltrepassato fisicamente un confine nemico per salvare Bucky Barnes. E senza essere autorizzato.”

“E’ stata colpa di Peggy. E di Howard.”

“Non mi risulta ti abbiano puntato una pistola alla testa.”

Steve le aveva sorriso e l’aveva attirata a sé. Poteva andare tutto bene. Potevano ancora far funzionare tutto, portare avanti i loro progetti e vederli conclusi. Era sopravvissuta. Era sopravvissuta e aveva una seconda possibilità per tutto. Si stava sentendo più coriacea di uno scarafaggio, ma non si sarebbe arresa. Non più. Aveva avuto la dimostrazione che anche nei momenti più bui potesse esserci un barlume di speranza.

Era sopravvissuta. Aveva sconfitto la morte due volte sfuggendole per un soffio. E questo l’aveva riempita di nuova forza. Di nuovo vigore con cui avrebbe affrontato tutto quello che le si sarebbe posto davanti.

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: TheSlavicShadow