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Autore: Watashiwa    02/05/2018    6 recensioni
[Missing moment post-Tekken 3 su Jin Kazama]
Dal testo:
"Per Jin Kazama era sempre stato importante possedere chiarezza di tutto ciò che gli stava intorno [...] ma qualcosa però era destinato a cambiare, con l’arrivo dell’ennesima notte capricciosa e priva di qualsiasi mordente, cambiamento per le sue frammentarie ambizioni"
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Devil Jin, Jin Kazama
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Non sarebbe mai stato capace di spiegare – neppure ai meandri della sua arzigogolata psiche – come fosse arrivato lì, in quel litorale così desolato, lontano da ogni contatto con le città che aveva visitato in diciotto, tumultuosi anni di vita.
La sua testa non faceva altro che pulsare e tentava di raccogliere frammenti di quel puzzle così confuso e macchinoso, cercando di comprendere a fondo il perché e il come fosse lì, a terra da giorni, incapace di muovere ogni possibile arto e trovare una via per ricominciare da zero.
Qualcosa dentro di sé gli sussurrava la scomparsa effettiva della minaccia del Dio che stava affrontando insieme ad altri guerrieri in modo da salvare dal mondo… ma cos’era successo di preciso?
Doveva far lavorare la sua piccola, complicata mente per assemblare ogni pezzo di quei ricordi pressoché remoti, come se fossero stati una fantasia che doveva ancora prendere piede e spazio all’interno della sua anima tormentata e solitaria, tuttavia ancora innocente, in minima parte.
La cosa peggiore non era non ricordare ciò che era sicuro fosse avvenuto ma non fare niente per poterlo verificare, muoversi con le sue stesse gambe; ciò che poteva fare era aspettare che quell’indolenzimento tremendo si placasse lievemente tanto da permettergli di sollevarsi e camminare, verificare l’ignoto e affrontare di petto tutta la faccenda, com’era solito fare.
Osservava spazientito la congiunzione silente tra giorni sereni e particolarmente piatti e notti pullulate di ululati scomposti e rumori ignoti, animaleschi e rochi, che ignoravano completamente la sua presenza, tormentando quel forte senso di insoddisfazione e tedio che provava dentro di sé.
Era così frastornato e scoraggiato dal tutto che quasi poteva affermare d’aver perso la concezione del tempo e delle differenti entità che compongono ogni giornata secondo dopo secondo, minuto dopo minuto.
Per Jin Kazama era sempre stato importante possedere chiarezza di tutto ciò che gli stava intorno, dalle cose macroscopiche e alla portata di tutti da quelle più minuziose e delicate, che l’avevano da sempre contraddistinto tra i suoi coetanei, nell’imponente isola di Yakushima.
Qualcosa però era destinato a cambiare, con l’arrivo dell’ennesima notte capricciosa e priva di qualsiasi mordente, cambiamento per le sue frammentarie ambizioni.
D’improvviso, Jin scorse una figura oscura venirgli incontro, un qualcosa di sconosciuto che respirava in maniera talmente rumorosa e irregolare sicuramente capace di infastidire la creatura vivente più paziente di questo mondo così sconquassato.
Procedeva a passi audaci e sicuri della direzione da battere con veemenza ma al ragazzo fu chiaro fin dal principio che non avrebbe potuto contarci e richiedere l’aiuto richiesto e bramato.
Tutto ciò che poteva avvertire e confermare era che un’essenza cupa, priva di qualunque calore e comprensione umana – praticamente animalesca – stava avanzando, andando sempre di più senza alcun pudore, vergogna per la sua condizione.
Non passarono che una manciata di secondi che a Jin iniziò a bruciare pericolosamente il braccio sinistro e a sentir mancare il respiro, con il cuore che accelerava a dismisura e senza accenno a rallentare, come se fosse l’ingranaggio impazzito di un macchinario in quel frangente obsoleto.
Sgranò gli occhi per lo stupore e l’incombente terrore, stupefatto del fatto che qualcosa del genere potesse effettivamente esistere.
L’entità che scrutava stava dinnanzi a lui, con un’espressione apparentemente atona ma che rasentava nient’altro che perfidia e malizia, senza proferire alcun suono da quella bocca quasi disegnata e carnosa…come la sua.
Una silhouette che il suo sguardo studiava freddamente, rimanendo in quella condizione di frustrante impotenza che lo rendeva agitato, appesantito da ogni macigno che avrebbe preferito distruggere con le sue stesse mani per farla finita lì, in quell’istante.
Era così ben curata nella sua presenza oscura, definita nella muscolatura possente e mascolina, così familiare in una maniera che non riusciva minimamente a capire come potesse essere reale e davanti al suo sguardo provato e stranito.
Senza nemmeno rendersene conto, quella specie di diavolo stava sopra di lui e come di riflesso, il dolore lancinante che Jin provava sul braccio si intensificò, facendolo urlare in maniera fastidiosa e indisposta, mentre il suo sguardo s’interrogava spaesato su quanto stesse accadendo dinanzi a lui, con un crescente brutto presentimento a solleticargli la mente.
Più i suoi occhi neri si diradavano e più l’immagine si affinava interamente, mostrando e imponendo il suo potere bruciante e corrotto, quasi come se volesse viziarsi del disordine interiore della sua vittima, come se il suo unico scopo fosse quello di abusare nel midollo delle sue emozioni, cibandosene in maniera lussuriosa.
La spinta primitiva della sua mano, così poderosa come l’artiglio di un mostro satollo di odio e di distruzione da bloccare, per evitare che il mondo cada in uno tsunami di desolazione.
La stretta era così improvvisa e dolente, riconducibile a uno sparo di un’arma da fuoco che colpisce senza troppi complimenti che preannuncia una lenta fine, poi il buio disperato, e ancora, e poi…

I pallidi raggi solari di quella mattina accarezzarono il viso sudato del giovane Kazama, provato dall’ennesima sfida con se stesso e contro un mondo che, in maniera silente e condannevole, gioiva da tempo dei suoi dissidi e degli scontri mortali affrontati in anni così turbati, turbolenti.
D’improvviso si alzò di scatto rinvigorito dal dolore, come se quell’entità maligna apparsagli in quell’incubo oscuro fosse stata la fonte di tale guarigione benefica, come se non potesse permettere che la parola “fine” venisse scritta in quel modo così indegno.
Guardò attentamente il tatuaggio e posò la mano destra in segno d’accoglienza, avvertendo una vaga sensazione d’eccitazione pervadergli il corpo e consapevole di ciò che avrebbe fatto del suo futuro.
Era ancora una volta sopravvissuto a qualcosa d’inspiegabilmente più grande di lui e sapeva benissimo che quel qualcosa sarebbe tornato a fronteggiarlo per annientarlo e renderlo polvere.
Aveva bisogno di isolarsi e di partire da altrove, da quel gesto fatto dapprima come incoraggiamento per un futuro più limpido, ma che man mano che il tempo tesseva i suoi minuti acquistava un significato sempre più valido e chiaro nella sua essenza.
Si librò in maniera istintuale una volta realizzata la questione, notando lì vicino una cittadina costiera di grandi dimensioni, pullulata di edifici oscillanti tra vecchio e nuovo, situata in un’ansa di un fiume relativamente capiente e lungo: Brisbane.
Quello era il luogo adatto per meditare su quello che sarebbe diventato, sull’equilibrio da ottenere tra lui e la sua forza nascosta, sviluppare il suo stile di vita e di combattimento, distante da un agglomerato di regole austere e prive di identità, una tradizione che necessitava d’essere spezzata.
Spezzare le barriere per scoprirsi uomo, i confini per divenire guerriero, tutto il mistero che aleggiava da tempo dentro di sé, per conoscere e affrontare tutto quello che in Jin Kazama era indubbiamente – e assolutamente – imprevedibile.
[1110 parole]

 
 

APPUNTI FINALI
Qualcosa su Tekken volevo scriverlo da tempo e avevo già 3-4 idee in merito da sviluppare: alla fine a prevalere è stata l'opera più introspettiva, ambientata subito dopo la fine di Tekken 3, concentrandomi (ovviamente) sul finale canonico.
Stavo scrivendo questa sorta di missing moment da diversi mesi, in quanto sono cresciuto con questa saga e Jin è uno di quei personaggi che più mi aveva colpito per il background e per il finale oscuro e pieno di pathos, con l'insinuazione del demone dentro il suo spirito, creando un legame intrinseco tra i due.
Proprio a proposito del rapporto tra i due, la mia idea originale era molto più... come dire, ambigua rispetto a quella che avete potuto leggere qui, anche perché mi sarei spinto in qualcosa che avrebbe violato il regolamento, ma alla fine credo vada bene così, scorre più coerentemente e crea più visioni sulla relazione Jin/DevilJin, forse in linea con il percorso di "redenzione" che ha il nipote di Heihachi Mishima.
Spero possiate apprezzare la storia, così come l'introspezione che pervade la mente del protagonista e l'unione tra l'incubo, la riunione dei ricordi e la decisione finale... 
Mi auguro sia stata una buona lettura e che abbiate potuto vederci del buono, in merito: se volete, una recensione è sempre ben gradita.

 
   
 
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