SOLO IO E IL DOLORE
 
La lama scorre sui miei nudi polsi
lasciando lunghi graffi, profondi e rossi.
Sì, fa davvero molto male,
ma non mi posso e non mi voglio fermare.
 
Per oggi mi graffio e basta,
non mi serve vedere il sangue.
Sono stanca e la lama
ha già fatto il suo dovere.
Per un po’ mi sentirò meglio, come sempre.
 
In parte vorrei farmi aiutare,
ma in parte no.
E, se qualcuno mi chiedesse il perché,
risponderei che non lo so.
 
Forse semplicemente credo di non meritarlo,
che per me non ci sia più speranza,
che sarebbe inutile per gli altri farlo
e tendermi la mano.
 
È strana, la vita.
All’inizio sembra così bella
e subito dopo ti frega.
Ti rendi conto che quella bellezza è finta.
 
Come ho scritto poco tempo fa nel mio diario:
La vita è dolore e disperazione.
e ci credo ancora, anche se può sembrare strano.
 
Insomma, sono un’attrice e una cantante,
i miei fan mi adorano e questo per me è importante.
Pensate che la mia vita sia perfetta,
ma lo dite perché non conoscete il dolore che dietro i miei sorrisi si cela.
 
Vado avanti con la mia vita,
non per me ma per la mia famiglia.
Loro soffrirebbero troppo
se di morire scegliessi…
se mi uccidessi.
 
In questi giorni voglio stare sola.
Non ho voglia di fare niente,
né di parlare con nessuno.
 
Voglio chiudermi nel nero buco
della  mia depressione.
Un posto che a volte mi fa paura,
mentre altre mi aiuta a sentirmi al sicuro.
Desidero stare in camera mia
senza essere disturbata.
Me ne sto a letto sdraiata
a pensare e a rimuginare sul passato
su ciò che è stato e che mi ha fatto male.
 
I bulli mi hanno derisa, offesa
e tante volte in giro presa.
Una ragazza una volta mi ha chiesto:
“Perché non ti suicidi?”
Ed io in quel momento ho pensato:
Perché gridi?
Ora mi butto giù dal tetto
e non sarò più un peso.
 
Mi sento così: un peso
per me e per gli altri.
E in tutta onestà, ogni tanto penso che
il  mondo sarebbe un posto migliore senza di me.
 
Amo i miei amici e la mia famiglia,
ma spesso non è abbastanza per andare avanti in questa vita.
Dovrei imparare a volermi bene anch’io,
ma è così difficile, santo Dio!
 
Ora devo andare, è pronta la cena.
Avrei voluto che mi lasciassero in pace, stasera.
Apro la porta e grido:
“Mamma, non ho fame!”
e lei, ovviamente, mi risponde:
“Demi, devi mangiare.”
 
Sospiro e scendo, mesta.
Mangerò qualcosa per farla contenta.
E poi, quando nessuno mi udirà,
andrò in bagno, due dita in gola mi infilerò
e tutto quel maledetto cibo vomiterò.
 
Nei miei pochi momenti di lucidità,
mi ripeto che se non mangio morirò,
ma è molto meglio crepare,
che mangiare e ingrassare.
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
un’altra poesia su Demi scritta stamattina. In parte ho provato anch’io quello che Demi ha passato, e ci sto ancora passando. Non ho mai avuto disturbi alimentari, però.
A differenza sua io cerco di farmi aiutare, anche se è dura. È vero, lei ha cercato aiuto e la ammiro tantissimo per questo e per la sua forza, ma ho immaginato che avesse scritto questa poesia prima del tour con i Jonas Brothers, verso i quindici anni, quando ancora cercava di nascondere i suoi problemi a tutti.
Spero che questo componimento vi sia piaciuto e che vi farà pensare. I pensieri della ragazza a volte sono un po’ confusi (prima dice di non volersi uccidere e poi, in realtà, pensa al suicidio), ma era proprio questo che volevo: far capire che non è lucida, che è in uno stato di confusione mentale.