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Autore: vali_    03/05/2018    3 recensioni
Chiude gli occhi, stringendo forte le palpebre e abbandonandosi contro lo schienale di pelle. Si sente sconfitto, vinto, perduto. Su ogni fronte in cui ha posto l’attenzione ne è uscito perdente. L’unica cosa che gli rimane da fare (…) è cercare Lilith. Magari non gli riporterà indietro suo fratello, ma almeno potrà fargli sbollire un po’ della rabbia che ha dentro”…
Di ritorno dal suo incontro con Ruby, Sam rimugina sulla strada fatta finora senza Dean. È stanco, si sente perso e sconfitto e capisce velocemente che, se vuole cominciare ad ottenere qualcosa, l’unica arma per farlo sono i suoi poteri.
[Quarta classificata al contest "The Breaking Point" indetto da SherylHolmes sul forum di EFP]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione, Quarta stagione
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Personaggi principali: Sam Winchester
Collocazione temporale: Tra 3x16 “No rest for the wicked” e 4x01 “Lazarus Rising”
Avvertimenti: Nessuno
Note: Salve a tutti!
Sì, sì, lo so, ultimamente sto sempre in mezzo ai piedi, ma quando ci sono contest carini che chiamano, come direbbe un personaggio de “Il ciclone”, io rispondo! XD
Battute sceme a parte, volevo “dedicare” a Sam questo contest – e avrei voluto pubblicare ieri, visto che era il suo compleanno, ma mancavano le ultime revisioni – e renderlo protagonista parlando di uno dei momenti più brutti della sua esistenza. Il tema era il “punto di rottura” e mi sono “divertita” – si fa per dire – a immaginare come ha maturato l’idea di dover utilizzare i suoi poteri psichici per raggiungere il suo scopo e questo è quello che ne è uscito fuori.
Vi auguro una buona lettura e vi mando un abbraccio; alla prossima! :D
 

Ready
 

«Why are you here?»
«I can't bring Dean back. But I can get you something else that you want: Lilith».
«You want me to use my psychic whatever».
«Look, I know that it spooks you
»
«Skip the speech. I'm ready. Let's go».
 
(Sam and Ruby in “I know what you did last summer”)

 
 
L’Impala non è cambiata da che lui non ci ha più messo piede. È un po’ meno lucida, che Sam gli sta decisamente meno dietro – ha altre cose più importanti a cui pensare –, ma è sempre la stessa: un rifugio, la casa che non hanno mai avuto. Per quanto, ultimamente, anche questa senza di lui cominci a sembrargli stretta.
 
Nel parcheggio del motel nel quale alloggerà stanotte, Sam fissa la bottiglia di scotch che stringe tra le dita della mano destra, gli occhi sul suo colore ambrato e le piccole onde che s’infrangono sul vetro mentre la muove. Non sa neanche se gli piace. Il suo gusto è troppo forte, troppo pungente sul palato, ma è ciò che gli serve per tenersi sveglio quanto basta e incosciente quando il dolore è più insopportabile.
Si osserva velocemente allo specchietto retrovisore; ha gli occhi piccoli e gonfi di chi non dorme e beve troppo ed effettivamente è così: forse sono un paio di giorni che non si fa un bel sonno o forse tre; non che faccia una grande differenza, in fondo.
 
Si passa l’indice e il pollice della mano sinistra sugli occhi, sospirando forte. Dean è sottoterra da più di un mese e Sam non è stato ancora in grado di tirarlo fuori da lì. Probabilmente non ci riuscirà mai; anzi, può dire che si è già dato per vinto. Non perché si è arreso, perché se solo trovasse una via d’uscita farebbe di tutto pur di coglierla al volo, piuttosto perché ha capito che non ce n’è una, che non ha i mezzi né gli strumenti per tirare fuori suo fratello dall’Inferno. Forse non può farlo nessuno, forse marcirà lì per sempre.
 
Ha provato di tutto: a fare un patto, a leggere libri più grandi e alti di lui, ma è stato tutto totalmente inutile. Non gli è stato concesso nemmeno di prendere il posto di suo fratello, colui che è stato tutto per lui e che si è sacrificato per riportarlo indietro. È di Sam, quel posto; è suo di diritto: Dean l’ha salvato strappandolo alla morte e non è giusto che non possa nemmeno prendersi ciò che era suo.
Non riesce a darsi pace. Non è riuscito a salvarlo prima che scoccasse la mezzanotte di quel maledetto giorno e non ci sta riuscendo ora che ha già assaggiato il morso dell’Inferno, che è laggiù a farsi torturare al posto suo.
 
Ha dovuto cambiare posto, stanotte. In quello che aveva prima è stato assalito da un paio di demoni [1] tra cui Ruby, che gli ha confermato ancora una volta che non c’è una via d’uscita: se entri all’Inferno – per di più nel modo in cui ci è arrivato Dean – non c’è modo di uscirne.
 
Chiude gli occhi, stringendo forte le palpebre e abbandonandosi contro lo schienale di pelle. Si sente sconfitto, vinto, perduto. Su ogni fronte in cui ha posto l’attenzione ne è uscito perdente. L’unica cosa che gli rimane da fare – e di questo ne è più che consapevole – è cercare Lilith. Magari non gli riporterà indietro suo fratello, ma almeno potrà fargli sbollire un po’ della rabbia che ha dentro. Forse.
 
Stringe forte il vetro della bottiglia, immerso nei pensieri. Se vuole Lilith deve essere disposto a fare un sacrificio, a piegarsi, perché quella stronza è una vera puttana e, anche se lui è immune ai suoi giochetti [2], di certo non sarà il suo bel faccino a spaventarlo. Deve usare un’arma, qualcosa che le metta paura, per quanto possibile.
Accenna un sorriso spento, la bocca che si piega in una smorfia sconsolata. È inutile girarci intorno: l’unica cosa che potrebbe aiutarlo sono i suoi poteri psichici, gli stessi che non ha mai voluto utilizzare.
 
Affonda i denti nel labbro inferiore portando poi la bottiglia alla bocca e bevendo un lungo sorso. È stanco di perdere, di sprecare tempo e non ottenere niente se non un’incazzatura crescente e una nuova sconfitta. A Dean aveva promesso che non avrebbe giocato coi suoi poteri, ma se vuole ottenere qualcosa di concreto è costretto a fare un passo indietro. Non gli è mai stato tanto chiaro come adesso.
 
Sa benissimo che Ruby rispunterà fuori, prima o poi; se è vero che ha corso grossi rischi per tornare da lui, lo farà ancora. Con un corpo vecchio o nuovo [3], non ha una grande importanza. Quella richiesta era solo la scusa per prendere un po’ di tempo, per convincersi che c’era un’alternativa. Sa che gli offrirà il suo aiuto e Sam sarà pronto a coglierlo, stavolta. Perché di stare con le mani in mano mentre suo fratello sta friggendo all’Inferno non gli va più. E se alla fine riuscirà a guadagnare qualcosa anche su quel fronte ben venga, sebbene ne dubiti fortemente.
 
Sbuffa aria dal naso, irrequieto e pieno d’adrenalina allo stesso tempo. Qualsiasi sia la strada che sta percorrendo, non ha importanza dove lo porterà: è pronto e non vede l’ora di cominciare.
 


[1] Riferimento al flashback dell’episodio 4x09 “I know what you did last summer”.  
[2] Scopriamo che Sam è immune ai poteri di Lilith nell’episodio 3x16 “No rest for the wicked”.
[3] Nell’episodio 4x09 “I know what you did last summer”, ci viene mostrato nei flashback che, prima di iniziare la sua collaborazione con Ruby, Sam le aveva chiesto di trovare un corpo che non avesse nessun ospite al suo interno. Infatti lei sceglie quello di una ragazza in coma, interpretata da Genevieve Cortese Padalecki.

  
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