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Autore: ratherbeyou    03/05/2018    0 recensioni
Venere incontra per la prima volta Alex a teatro e subito se ne invaghisce.
Alex è però già fidanzato ed alla ragazza sembra essere impossibile anche solo avvicinarsi a lui. Anche perché gli altri ragazzi - che come loro due frequentano l'accademia teatrale - sembrano metterle continuamente i bastoni fra le ruote.
Riuscirà Venere a conoscere meglio Alex e magari riuscire a farlo innamorare di lei?
Una storia di sentimenti, amore e intrighi.
Ma soprattutto una storia vera.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Trovo una scusa per uscire da qui. Ho voglia di piangere per l'ennesima volta e davanti a tutti non posso farlo. Dico a Francesco che ho bisogno di andare al bagno, lui non esita ad alzarsi dal suo posto per agevolarmi il passaggio. In realtà al bagno non devo andarci, so bene che se esco da questa sala asfissiante e salgo al piano di sopra, lo troverò lì. E infatti non mi sbaglio. Quando arrivo lo vedo seduto sul gradino fuori alla porta che fuma una sigaretta da solo: è girato di spalle e non mi vede, nella mia mente mi dico che ho ancora qualche secondo per decidere di lasciar perdere ed andare realmente al bagno, magari per sciacquarmi il viso e schiarirmi le idee. Ma come una stupida do retta a quella piccola parte di me alimentata dalla speranza di poter salvare il salvabile. Quindi faccio un respiro profondo e mi dirigo verso di lui, che ancora non si è girato nel frattempo. Lo fa quando io apro la porta per uscire fuori e non so perché ma non sembra stupito di vedermi.

“Sei stato davvero molto bravo, Alex.” Mi complimento con lui subito, per fargli intendere che non è un caso che sia uscita fuori proprio quando lo aveva fatto anche lui. “Poi il pezzo mi piace molto, è stato davvero commovente.” Continuo. E quello che dico lo penso davvero, però ammetto a me stessa che è un po’ una scusa solo per rivolgergli la parola.

“Grazie. Io e Aurora lo abbiamo riscritto completamente. In origine era un monologo, però ci è sembrata carina l'idea di poterlo rendere un dialogo tra due fratelli.” Mi spiega lui, nel frattempo io mi sono seduta al suo fianco e il gradino è così stretto che le nostre spalle, le nostre braccia e le nostre ginocchia riescono a toccarsi.

Lui continua a spiegarmi come è nata l'idea del pezzo, mi chiede anche un consiglio su come fare un determinato movimento e io non smetto di guardarlo perché sento di essere nata per guardare qualcosa di bello come lui.

Poi d'improvviso smettiamo di parlare e tra di noi cala un silenzio imbarazzante. Uno di quei silenzi che pesano tantissimo. E allora senza quasi accorgermene inizio a piangere, perché tutta questa situazione mi va stretta, perché tutto sembra essersi rotto e perché forse sarebbe stato molto meglio andare in bagno per davvero anziché sedersi di fianco a lui e farsi vedere debole.

Lui chiaramente si accorge del mio pianto e mi chiede cosa mi sia preso, lo fa con quel tono tanto gentile che in lui mi è sempre piaciuto.

“Non lo so se è perché si provano determinate cose dentro o per una qualche altra strana ragione… Ma vedere cose del genere… É bello e basta.” Gli rispondo. E sono cose senza senso quelle che dico, però le dico riferendomi al pezzo ed a quanto sia stato commovente, però le dico mentendo ed utilizzando il pezzo come scusa. Perché io sto piangendo per lui e per quello che mi fa provare, non di certo per il pezzo!

Non so se lui capisce o meno le mie reali intenzioni, ma si limita a mettermi un braccio intorno alla spalla e a darmi un forte bacio - forse me ne dà due - sulla mia gota bagnata dalle lacrime.

“È questo l'effetto che fa il teatro.” Mi dice.

“Ed è bellissimo, io non potrei mai fare a meno del teatro.” Gli rispondo io e a questo punto mi pare anche abbastanza ovvio che non si stia parlando realmente del teatro.

Non diciamo niente più ma lui non lascia la presa e io continuo a piangere tra le sue braccia.

L'unica cosa che penso è che Alex per me è diventato la ferita che brucia e il sale che la cicatrizza.

E forse questo dovrebbe essere il mio momento più bello, ma cosa c'è di bello in un qualcosa che si è rotto e che non potrà mai aggiustarsi?






*Autrice*

Eccomi di ritorno con il prologo di una nuova storia che ho pensato di inziare a scrivere. Perché? Perché ho bisogno di raccontare ciò che mi sta tormentando in questo periodo. Ebbene sì, questa storia è tratta da fatti realmente accaduti e l'intero prologo ne è una dimostrazione. Certo, ci saranno anche cose, persone ed avvenimenti puramente frutto della mia fantasia (prima fra tutti i nomi dei personaggi, ma quella è più una questione di privacy) ma mi sembra giusto avvisarvi del fatto che non tutto quello che leggerete è finzione. 

Come spiegare questo prologo che non sembra avere un senso? Semplicemente è un momento del presente per farvi fare un'idea di come si svolgeranno i fatti e magari incuriosirvi anche sul come si è arrivati a questo punto. (Chiaramente tra Venere e Alex c'è qualcosa che non va, starà a voi scoprire cosa è continuando a leggere e seguire questa storia). Il prossimo capitolo sarà letteralmente un passo nel passato per mettere tutti i puntini sulle "ì" e farvi capire da dove tutto ha avuto inizio.

Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapre cosa ne pensate e ditemi se vi farebbe piacere leggere una storia del genere. Anche perché vi assicuro che ne leggerete delle belle!

Vi mando un bacio, al prossimo capitolo!

 
  
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