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Autore: tre 88    04/05/2018    2 recensioni
Due anni, sono passati dalla fine della guerra; Ace si è salvato e a salvarlo, è stato proprio l'uomo che lo aveva colpito, l'ammiraglio Akainu.
TRATTO DAL 2° CAPITOLO:
Era pomeriggio inoltrato e il sole stava per tramontare, Ace se ne stava sdraiato a letto e fissava il soffitto:
-“Incomincio a credere, che Akainu mi abbia mentito su tutto.”-
era da un po’ che aveva questo pensiero fisso ma, non riusciva a convincersi che l’ammiraglio mentisse:
-“Devo smetterla di avere questo dubbio. Come posso dubitare dell’uomo che mi ha salvato la vita?”-
TRATTO DAL 16° CAPITOLO:
Giunti sulla spiaggia, Ace si bloccò di colpo costringendo le due gemelle a fermarsi, davanti a loro c’era una foresta e da lì, uscì l’unica persona che avevano sperato di non incontrare.
Akainu uscì dalla foresta e fissò Ace, dopo settimane di inseguimento era riuscito a trovarlo e non se lo sarebbe fatto sfuggire.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akainu, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'In Viaggio verso il Passato'
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1°CAPITOLO:
LA FINE DELLA GUERRA

 
 
La guerra stava giungendo al termine, quella guerra durata ore dove le due fazioni nemiche lottavano per un motivo preciso.

La prima, quella formata dalla marina, lottava per la giustizia e per fermare la pirateria mentre la seconda, formata dai pirati, lottava per salvare un loro fratello e per difendere la libertà che tanto amavano.

Dai vari punti di vista, entrambe avevano un valido motivo per non perdere ma avevano motivi troppo diversi; la marina era più interessata alla giustizia che alla vita dei compagni mentre i pirati, tenevano molto alla vita dei loro fratelli.

La marina sbagliava a voler privare della libertà ai pirati ma anche molti pirati sbagliavano, soprattutto quelli che commettevano crimini orribili.

Il motivo che aveva dato vita alla guerra era un ragazzo che stava per essere giustiziato, un ragazzo che l’unica colpa che aveva era solo quella di voler essere libero, il nome del ragazzo era Portuguese D. Ace, comandante della seconda flotta dei pirati di Barbabianca.

Per la marina, Ace era solo il figlio del demonio, il figlio del Re dei pirati Gol D. Roger e per loro doveva assolutamente morire.

Per i pirati, invece Ace era un loro fratello e a loro non importava di chi fosse figlio, perché ora faceva parte della loro famiglia e dovevano a tutti i costi salvarlo.

Barbabianca era arrivato dal fondo dell’oceano per salvare suo figlio e dal cielo era piombato Rufy per salvare suo fratello, non avevano nessun legame di sangue ma loro erano comunque una famiglia.
 
*

Dopo ore di combattimenti dove da entrambe le parti, erano caduti molti uomini; Rufy con l’aiuto di tutti, era arrivato vicino il patibolo dove Garp lo stava aspettando.

Nonostante era suo nonno, Cappello di Paglia lo colpì facendolo volare giù dal ponte creato da Inazuma e finalmente raggiunse il patibolo ma, era ancora presto per cantare vittoria.

In fatti la chiave, che aveva ottenuto da Hancock, si ruppe e il patibolo venne distrutto dalle cannonate; sembrava che tutto era finito ma, per fortuna Mr. Three con i suoi poteri aveva ricreato la chiave e finalmente Ace fu liberato e le sue fiamme crearono un passaggio in mezzo all’esplosione.

Tutti vedendo Ace libero gridarono di gioia; i due fratelli erano di nuovo insieme:

-Pensare che sarebbe arrivato il giorno in cui tu mi avresti salvato la vita, non l’avrei mai immaginato.-

Ace fece una pausa e poi sorridendo aggiunse:

-Grazie, Rufy.-

il fratellino ricambiò il sorriso:

-Beh, ce l’ho fatta solo perché il vecchio Barbabianca e gli altri mi hanno aiutato.-

in quel momento furono attaccati dai marines che si misero a sparare ma, subito dopo si resero conto che con i due fratelli le armi da fuoco non servivano a nulla.

Ace e Rufy erano in perfetta sincronia nel combattere insieme, si coprivano le spalle a vicenda eliminando i loro avversari, i marines cercavano in tutti i modi di eliminarli ma, venivano sconfitti prima ancora di potersi avvicinare ai due pirati.

Aokiji, decise di intervenire ma il suo ghiaccio fu fermato dal fuoco di Ace, che lo sciolse senza difficoltà.

Mentre tutti stavano combattendo,  Barbabianca con le sue parole lasciò ammutoliti i suoi uomini che per lui erano come dei figli:

-Gli ordini che vi sto per dare saranno gli ultimi, quindi ascoltatemi bene pirati di Barbabianca!-

quelle parole fecero agitare i pirati che si chiesero cosa voleva dire, Ace e gli altri gridarono molto preoccupati per il loro capitano:

-Vecchio!-

ma l’anziano imperatore non li ascoltò, ormai aveva preso una decisione:

-Questo è il luogo dove le nostre strade si dividono! Amici, voi dovete sopravvivere e ritornare sani e salvi nel Nuovo Mondo!-

le sue parole fecero commuovere i pirati, che erano tristi perché avevano intuito le sue intenzioni:

-Sono un sopravvissuto della vecchia era! Non c’è nessuna nave per me nella nuova era che avanza!-

colpì l’aria e Marineford iniziò a sgretolarsi, i pirati a malincuore eseguirono l’ultimo ordine del loro capitano.

Nonostante Rufy lo chiamava, Ace non sembrava intenzionato a muoversi; Garp e Sengoku avevano capito che Barbabianca voleva far affondare l’isola insieme alla propria vita, il vecchio imperatore fermò i marines che tentavano di fermare i suoi figli:

-Avete un solo nemico da affrontare e quel nemico sono io!-

Ace con le sue fiamme raggiunse il suo capitano e si inginocchiò:

-Non serve che parli, piuttosto dimmi una cosa, Ace. Sono stato un buon padre?-

il giovane pirata tenendo sempre bassa la testa e con le lacrime che volevano uscire, ripensò a tutti i momenti passati insieme:

-Certo che lo sei stato!-

Barbabianca rise, era l’unica cosa che voleva sentirsi dire, Pugno di Fuoco si era alzato da terra e dopo aver guardato per l’ultima volta l’uomo che considerava suo padre, prese a correre insieme al fratello allontanandosi da quel luogo.

Mentre correva, Akainu si fece sentire e incominciò ad offendere Barbabianca, Ace a quelle parole si era fermato nonostante tutti cercavano di farlo ragionare, l’ammiraglio continuò a parlare:

-Barbabianca morirà come un perdente e un fallito! Una morte appropriata per il leader di un simile mucchio di spazzatura!-

ormai Ace non ci vedeva più dalla rabbia, non poteva accettare che quel marines insultasse suo padre:

-Barbabianca, è il grande pirata che ha costruito questa intera era! Come osi ridere dell’uomo che mi ha salvato la vita?!-

si preparò ad attaccare:

-Il nome di questa era è Barbabianca!-

senza pensarci, attaccò con tutta la potenza del suo fuoco ma, Akainu lo fermò e con il suo potere lo colpì, per la prima volta Ace provò la sensazione di venir bruciato e mentre cercava di non pensare al dolore, l’ammiraglio si preparò ad attaccare Rufy.

Successe tutto in un istante, nel momento in cui Akainu stava per colpire Rufy, che dava le spalle ai due nel tentativo di recuperare la vivre card del fratello, Ace si era messo in mezzo e fu colpito dal pugno incandescente dell’ammiraglio, cercò di restare in piedi, dietro di lui c’era il suo fratellino e non poteva permettere che gli capitava qualcosa.

Rufy si girò e quando vide Ace cadere in ginocchio corse da lui, il fratello crollò tra le sue braccia mentre sul volto dei pirati di Barbabianca, che avevano assistito alla scena, era dipinto il terrore, avevano paura di perdere per sempre il loro fratellino.

Jimbei intervenì per impedire che Akainu infierisse ancora, anche Garp fece per intervenire ma, Sengoku lo aveva fermato atterrandolo e tenendolo fermo con una mano:

-Cosa hai intenzione di fare, Garp?!-

il vice ammiraglio non tentò di liberarsi:

- Faresti meglio a tenermi qui legato per bene, Sengoku! Perché se non lo farai puoi star certo che ucciderò quel Sakazuki!-

il Grand Ammiraglio sapeva che lo avrebbe fatto anche se non ne capiva il motivo, sapeva che per l’amico Ace era uno della sua famiglia nonostante non scorreva lo stesso sangue ma, per lui qualunque pirata o criminale doveva essere giustiziato anche se era un famigliare.

Marco dopo essersi liberato dalle manette, insieme a Vista aveva raggiunto Jimbei per dargli una mano, Akainu non capiva il motivo per cui si intromettevano dato che per lui Ace era finito e sprecare la possibilità di salvarsi solo per un compagno ormai in fin di vita, non aveva senso.

Ace tra le braccia del fratello cercò la forza per parlare:

-Mi dispiace, Rufy.-

Cappello di Paglia non voleva ascoltare e cercava aiuto ma il fratello lo interruppe:

-Mi dispiace di non averti permesso di salvarmi! Perdonami!-

Rufy continuava a rifiutare la possibilità che il fratello stava morendo:

-Ma cosa stai dicendo?! Non dire certe cose!-

si mise a chiamare un dottore ma tra i pirati che si trovavano vicino non c’era nessun medico, Ace cercò di far smettere il fratello di cercare aiuto, era consapevole che ormai non c’era più niente da fare:

-Non servirà, sono in grado di capire quando è giunta la mia fine!-

riprese fiato:

-Questa volta non ce la farò quindi, Rufy…-

il fratellino lo interruppe urlando:

-Ace, hai intenzione di morire? No, mi avevi promesso che…-

cercò di trattenere le lacrime, doveva farsi forza, non poteva perdere un altro fratello:

-Me l’avevi detto, ti ricordi, Ace?! Avevi detto che non saresti morto!-

Pugno di Fuoco sorrise:

-Già… sai… se non fosse stato per quell’incidente… e perché ho un fratellino minore come te di cui preoccuparmi… non avrei mai… nemmeno… voluto vivere.-

ripensò alla sua difficile infanzia, a come la gente odiava Roger e come il suo odio verso il padre cresceva ogni giorno:
-Nessun altro mi ha mai voluto, dopo tutto… quindi è soltanto normale!-

ripensò ai momenti passati con i fratelli, ai guai e ai sogni che aveva condiviso con loro e ripensò, alla strana famiglia in cui era cresciuto:

-Oh, già… se ti dovesse… capitare di incontrare Dadan… potresti dirgli addio da parte mia? E’ strano… ora che sto per morire… mi sento come se quell’idiota mi mancasse!-

quella donna era stata una madre per lui.

Sentiva che ormai le sue forze stavano per abbandonarlo:

-Ho soltanto… un rimpianto… non sarò in grado di vedere… il tuo sogno realizzarsi… ma ti conosco, so che ce la farai! Sei mio fratello dopo tutto!-

la battaglia continuava andare avanti, i pirati erano infuriati e continuavano a lottare, i marines si sentivano più motivati e non davano tregua ai nemici.

Ace cercò di non perdere i sensi e continuò a parlare al fratello:

-Proprio come… ci siamo promessi allora… non ho rimpianti… per come ho vissuto la mia vita!-

Rufy strinse il fratello, continuava a sperare che Ace non sarebbe morto:

-No! Stai mentendo!-

Ace sorrise, il suo fratellino non avrebbe mai accettato la realtà e sorridere, era l’unico modo che aveva per dargli forza ma soprattutto sorrise, per ciò che davvero aveva desiderato:

-Sembra che tutto quello che volevo alla fine… non era fama e gloria… era una risposta alla domanda… se avessi dovuto mai… essere nato.-

ormai Pugno di Fuoco aveva capito che la fine era giunta ma, c’era ancora un ultima cosa che voleva far sapere:

-La mia voce sta diventando sempre più debole… Rufy, voglio che ascolti quello che ho da dirti adesso… e che lo dica a tutti quanti… dopo…-

raccolse le ultime energie che gli erano rimaste:

-Vecchio! Tutti voi ragazzi! E tu, Rufy… anche se sono stato un buono a nulla per tutta la vita… anche se in me scorre il sangue di un demone!-

ormai la sua voce era diventata un debole sussurro e calde lacrime scendevano sul suo viso:

-Voi mi avete sempre voluto bene… vi ringrazio moltissimo!-

sorrise per l’ultima volta e chiudendo gli occhi cadde a terra, presto avrebbe rivisto Sabo ed insieme a lui, avrebbero vegliato sul loro fratellino.

Sul volto di Rufy, era dipinto un dolore così grande, che si provava solo con la perdita di una persona importante:

-Aceee!!!-

la vivre card volo via, Cappello di Paglia era troppo sconvolto per vederla andarsene lontano e al suo grido tutti i pirati piansero e tra loro pianse anche l’unico marines che aveva a cuore la vita di Ace; a Monkey D. Garp non importava di chi fosse figlio, perché lui era diventato suo nipote e la sua morte lo aveva distrutto; ricordava molto bene, come se fosse successo ieri, il giorno in cui Ace era nato e non poteva credere che ora non c’era più.

Akainu nel frattempo, si era liberato dei due comandanti e si scagliò contro Rufy che a causa del dolore aveva perso i sensi, Jimbei velocemente afferrò il pirata di gomma e in quell’istante l’ammiraglio lo colpì con il suo pugno incandescente e ferì anche Rufy.

Akainu fece per colpirli di nuovo ma, Marco trasformato in fenice lo bloccò:

-Prendi il fratello di Ace, Jimbei! La sua vita è il desiderio di Ace che vive ancora!-

l’uomo pesce non se lo fece ripetere due volte, prese il ragazzo ormai svenuto e si mise a correre ignorando il dolore della ferita.

Marco ordinò ai compagni lì vicino di coprire Jimbei, Ace era morto per proteggere il suo fratellino e lui, non poteva permettere che il suo sacrificio fosse stato vano:

-Lo proteggeremo al posto di Ace, lo giuro! Se lo lasciate morire consideratela un’onta per tutti i pirati di Barbabianca!-

i pirati corsero a fermare i marines che tentavano di eliminare l’uomo pesce, anche loro volevano proteggere Rufy.

Jimbei con l’aiuto dei pirati di Barbabianca, raggiunse la riva e vide spuntar fuori dall’oceano un sottomarino giallo e da esso uscì Trafalgar Law:

-Presto salite, ci penso io alle ferite di Cappello di Paglia.-

l’uomo pesce non sapeva chi fosse e il perché li voleva aiutare ma, decise di fidarsi e salì a bordo.

Intanto Barbabianca, raccolse una perlina rossa caduta dalla collana di Ace e una lacrima cadde sulla sua mano, la rabbia ribolliva e in un attimo fu davanti ad Akainu impedendogli di ferire Marco, afferrò l’ammiraglio e lo scagliò a terra schiacciandolo con forza e facendolo sprofondare sotto metri di terra:

-Marco, ordina a tutti di andare alle navi!-

la fenice non aveva mai visto il capitano così arrabbiato e non tentò nemmeno di fare domande per capire le sue intenzioni, si mise a correre dagli altri per raggiungere tutti insieme le loro navi.

Barbabianca si guardò intorno, il sottomarino era sparito e gli evasi guidati da Ivankov presero l’unica nave della marina rimasta intatta; vide Jaws rialzarsi dopo essersi liberato dal ghiaccio e anche se si trovava senza un braccio aiutò i compagni feriti, pian piano tutti i pirati erano alle navi:

-“Akainu ci impiegherà un po’ a uscire da lì, ora devo portare in salvo i miei figli.”-

il vecchio imperatore aveva capito che non era ancora giunta la sua ora, i suoi uomini avevano ancora bisogno di lui.

Spaccò in due l’isola e poi raggiunse la “Moby Dick”, una volta salito a bordo le navi salparono e si allontanarono il più possibile da Marineford, con il peso di non aver potuto portar via da quell’infero i corpi dei compagni caduti, tra cui quello di Ace.
 
*

La guerra durata ore era giunta finalmente al termine, i pirati avevano perso e superare questa dolorosa sconfitta non sarebbe stato facile; gli alleati di Barbabianca e gli evasi si erano dispersi ognuno diretto il più lontano possibile da Marineford, anche gli uomini di Edward Newgate si allontanarono mentre il sottomarino di Law, era diretto all’isola delle donne guidati da Hancock che era appena stata recuperata dalla sua ciurma.

A Marineford, i marines che non erano feriti si stavano occupando di consegnare alle famiglie i corpi dei compagni caduti e di bruciare i corpi dei pirati.

Akainu a fatica era uscito dalla fossa dove Barbabianca lo aveva spedito e si era messo a camminare tra le macerie, era soddisfatto di come era finita la guerra ma non era soddisfatto di come Ace era morto, lo voleva uccidere dopo una battaglia all’ultimo sangue, ucciderlo in quel modo ne andava del suo onore e per lui il suo onore era importante come la legge e la giustizia.

Camminando, l’ammiraglio Akainu giunse nel luogo dove giaceva Ace, lo fissò e si sentiva arrabbiato:

-“Dannazione, non mi soddisfa di come sono andate le cose e come se non bastasse Cappello di Paglia e Barbabianca sono fuggiti.”-

fece per andarsene, quando si accorse che Ace respirava ancora, gli si avvicinò e dopo aver avuto la conferma che non era ancora morto, gli venne in mente un’idea:

-“E’ ancora vivo e questo non è una brutta cosa. Farò in modo che si salvi e poi combatterò con lui in un combattimento leale.”-

l’ammiraglio era certo che Pugno di Fuoco avrebbe accettato di combattere, perché se avesse vinto sarebbe potuto tornare da Barbabianca ma, Akainu comunque era certo di batterlo:

-“E dopo che lo avrò sconfitto, farò in modo che Barbabianca lo venga a sapere.”-

il solo pensiero di come il vecchio imperatore avrebbe reagito, alla notizia che poteva salvare il suo comandante, lo fece sorridere soddisfatto.

Prese Ace e lo portò nei suoi alloggi, dopodiché andò a cercare un medico da corrompere, era meglio che nessuno veniva a sapere le sue intenzioni, soprattutto Garp.

 
***


Erano passate parecchie ore dalla fine della guerra e sulla “Moby Dick” regnava il silenzio, tutti erano stati curati e nessuno correva il rischio di morire, persino Jaws che aveva perso molto sangue a causa della perdita del braccio, ormai stava bene ma anche se fisicamente stavano bene il loro cuore era ferito e sarebbe stata dura guarirlo.

Per loro Ace era un fratello a cui volevano bene e non si perdonavano il fatto che lui non c’era più, come non riuscivano a perdonarsi il fatto di non aver usato la forza per impedire ad Ace, di cercare quel traditore di Barbanera.

Barbabianca era chiuso nella sua cabina, le lacrime scendevano dai suoi occhi mentre ripensava al giorno in cui aveva conosciuto Ace, si era divertito molto a vedere i suoi tentativi per eliminarlo e soprattutto ripensò a tutti i momenti passati insieme, si sentiva un pessimo genitore nonostante il figlio gli aveva detto che era stato un buon padre, si sentiva pessimo per non aver protetto tutti i membri della sua famiglia:

-“Ora devo continuare a vivere, per aiutare i miei figli a superare questo dolore e poi ho capito che non posso lasciarli da soli, non fino a quando non avrò punito Teach.”-

i suoi pensieri furono interrotti dal bussare di qualcuno e subito dopo entrò Marco:

-Babbo, posso disturbare?-

il vecchio Newgate, notò che anche il suo primo comandante non faceva nulla per nascondere il dolore, la fenice era molto bravo a mascherare i suoi stati d’animo ma, questa volta non nascondeva il dolore che provava:

-Parla pure, spero solo che non hai brutte notizie, perché per oggi ne ho abbastanza.-

la fenice scosse la testa:

-Non posso dire che siano buone notizie, però tra noi e i nostri alleati abbiamo perso pochi compagni e i feriti non sono gravi, persino Jaws si riprenderà presto.-

Barbabianca sorrise:

-Non sono buone, ma ottime.-

anche Marco sorrise, poi fece per uscire quando il padre lo fermò:

-Avrei un favore da chiederti, se te la senti.-

la fenice annuì:

-Voglio che tu vada all’isola di Banaro.-

Marco non capiva il perché di quel favore:

-Devi cercare di capire come sono andate le cose tra Ace e quel traditore, dobbiamo fermarlo ma dobbiamo informarci su quanto sia diventato forte.-

la fenice capì, in effetti Teach doveva essere molto forte per essere riuscito a battere Ace ed era certo, che in qualche modo centrava il frutto del diavolo che aveva rubato a Satch:

-D’accordo, parto subito.-

il vecchio imperatore lo ringraziò e l’osservò uscire dalla sua stanza, poi tornò a perdersi nei suoi pensieri.
 

 
***
 

Akainu ritornò nella stanza dove aveva lasciato Ace ma, prima di entrare si rivolse al vecchio medico che aveva trovato:

-Ricordati, non dovrai uscire da qui fino a quando non si sarà ripreso del tutto e quando uscirai non dovrai dire nulla a nessuno, o io non ti pago e ti rovinerò anche la tua carriera.-

il medico annuì ed entrò nella stanza.

Una volta raggiunto il letto, capì chi era il suo paziente e il perché doveva tacere, si mise subito al lavoro e dopo qualche ora raggiunse l’ammiraglio.

Akainu lo squadrò facendogli capire di parlare:

-E’ vivo per miracolo e molto probabilmente ha usato l’Haki unito al fuoco per proteggere gli organi vitali, che sia stata un gesto voluto oppure istintivo questo non lo so, però gli ha salvato la vita.-

l’ammiraglio sorrise, avere la certezza che era sopravissuto gli permetteva di raggiungere il suo scopo:

-Quindi non corre più pericolo?-

era meglio chiedere una conferma e il vecchio medico annuì; il medico trovò che era inutile dire all’ammiraglio, che a causa del fatto che la ferita era stata provocata dal magma, il fuoco non poteva assorbirla e che quindi gli sarebbe rimasta la cicatrice, come gli sarebbe rimasto sulla schiena il tatuaggio dato che il pugno di magma non lo aveva trapassato.

Infondo il dottore era certo che ad Akainu, importava che Ace era vivo per scopi che un marines non doveva avere:

-No, ora è fuori pericolo ma, per riprendersi deve riposare.-

l’ammiraglio si fece serio:

-Non me ne frega nulla se deve riposare o meno. E ora torna dentro e non uscire fino a quando non si sarà svegliato.-
il dottore si spaventò e corse nella stanza, Akainu sorrise soddisfatto e se ne andò.
 

 
***
 

Giorni dopo, Marco fece ritorno alla “Moby Dick” e andò dritto da Barbabianca.

Entrando nella cabina del padre, dovette fare attenzione a dove camminava dato che il pavimento era pieno di bottiglie vuote e di altre cianfrusaglie:

-Babbo, dovresti far pulire questa stanza.-

il vecchio rise:

-Hai ragione, comunque che hai scoperto?-

la fenice si sedette sul letto, di fronte alla poltrona dove stava seduto Barbabianca:

-Nulla. Gli abitanti dell’isola se ne sono andati e ormai non c’è più nessuno.-

l’imperatore sbuffò, avevano perso l’occasione di scoprire che era successo:

-E ti pareva, se le cose incominciavano a girare nel verso giusto.-

Marco rimase per un attimo in silenzio, poi porse al babbo un oggetto:

-L’ho trovato tra le macerie di Banaro.-

Barbabianca osservò quel buffo cappello dalla quale Ace non si separava mai:

-Qualcosa di lui è rimasto.-

calò il silenzio, poi aggiunse:

-Lo terremo con noi, così è come se fosse ancora al nostro fianco.-

poi sorrise:

-Ma, Ace continuerà a vivere nei nostri cuori.-

Marco sorrise:

-Hai ragione. Ora vado a cercare qualcuno che metta a posto questo casino.-

 Barbabianca scoppiò a ridere, mentre la fenice uscì dalla cabina.
       

 
***
 
 
Un mese era passato dalla fine della guerra, per tutto questo tempo, Ace era rimasto in coma e dopo tanto tempo aprì gli occhi.
 
 


 
Continua…

 
 


Ciao,

questa storia, l’avevo pubblicata qualche anno fa; ho messo il titolo in inglese, per distinguerla dall’altra che la terrò comunque pubblicata, per quelle persone che mi hanno lasciato delle recensioni; ho deciso di pubblicarla di nuovo, sistemando la storia, modificando alcuni pezzi e correggendola.

Spero che questa rivisitazione vi possa piacere, non modificherò molto ma alcune cose cambieranno, dato che il manga è andato molto avanti.

Fatemi sapere, se ci sono errori o se devo mettere l’avvertimento OOC.

A mercoledì con il nuovo capitolo della raccolta e a venerdì, per il secondo capitolo della storia.

A presto.
  
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