Anime & Manga > Sekai-Ichi Hatsukoi
Ricorda la storia  |      
Autore: guiky80    04/05/2018    2 recensioni
La cena aziendale sarà un momento di festa per tutti? Onodera cercherà di rilassarsi con i colleghi, lontano da Takano, ma se la musica ci mettesse lo zampino?
"La musica aveva accompagnato la serata in sottofondo, poi quelle parole... quella canzone... la stessa che Onodera conosceva già, che lui associava sempre a loro: 'merda!'"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Masamune Takano, Ritsu Onodera | Coppie: Takano/Onodera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Angolino dell'autrice: consiglio di leggere questa one-shot con in sottofondo la canzone da cui prende il titolo: 'Ti avrei voluto dire' di Federica Carta, a cui sono riservati tutti i diritti, ovviamente.

L'ho ascoltata più e più volte e ogni volta mi immaginavo Takano e Onodera, ma solo di recente ho visto proprio la scena del bagno, quindi eccoci qui.

Buona lettura e grazie anticipatamente.

Ringrazio soprattutto la mia beta Melanto, che ha corretto alla velocità della luce, nel vero senso del termine! Grazie mille Mel!!!

Buona lettura.

Guiky80

 

 

 

 

“Tutti pronti per stasera?” La voce di Takano-san si levò dalla porta da cui era appena entrato. I ragazzi del reparto annuirono, tutti tranne Onodera che si guardò intorno non capendo.

“Cosa accade stasera?”

Takano gli passò dietro, mollandogli un colpetto sulla testa con il libro che aveva in mano.

“Ahia! Ma che modi!”

“Sveglia, Onodera! C'è la cena aziendale stasera! Vedi di non far tardi e metti la cravatta!”

Indispettito per il gesto del suo capo, il redattore si voltò verso il vicino di postazione.

“Cena aziendale?”

Kisa sorrise di rimando.

“Sì! La cena annuale della società. L'unica serata in cui puoi bere senza preoccuparti di fare brutta figura con i capi, tanto saranno tutti alticci!”

Guardandosi intorno, Onodera si rese conto di essere l'unico non felice per quell'impegno serale, sospirò e decise di farsi contagiare dagli altri, evitando accuratamente di guardare verso il capo-redattore del suo reparto.

 

Cena aziendale, che palle!’

Il pensiero di Onodera non si tramutò in parola per poco. Come aveva fatto a pensare che si sarebbe divertito? Certo era in mezzo ai suoi colleghi e soprattutto lontano da Takano-san, che si trovava dall'altro lato del tavolo più spostato rispetto a lui, in mezzo ai pezzi grossi della società.

Nonostante tutto il ragazzo non riuscì a rilassarsi, non era capace di bere e dire cose senza senso quando i boss assoluti erano poco distanti, non era nel suo stile. Gli altri redattori, invece, più abituati forse, erano tutti già alticci.

La sua voce lo distrasse dai pensieri, quella voce profonda che lo perseguitava dal liceo, la voce che credeva di aver dimenticato, ma così non era stato.

Quando lo aveva incontrato nuovamente, quando aveva scoperto il gran malinteso che li aveva portati a separarsi quasi dieci anni prima, era stato come se tutti i tasselli di un grande e incasinato puzzle fossero andati al loro posto, ma questo non era bastato a fargli abbassare la guardia. Aveva giurato a se stesso che non avrebbe più sofferto per amore, non avrebbe permesso a nessuno di avvicinarsi tanto da fargli male, non più.

Soprattutto non avrebbe permesso a lui, quello che aveva lasciato come Saga-senpai, ritrovandolo poi come Takano-san, di avvicinarsi ancora.

 

Sbirciò nella sua direzione e lo vide confabulare col vicino di tavolo, il suo amico Yokozawa, l'uomo che lui aveva iniziato a odiare.

Quell'uomo era innamorato di Takano, voleva stare con lui, aveva chiaramente detto a Onodera di girare al largo, aveva raccolto i pezzi del cuore di Masamune quando si era spezzato… quanto lui lo aveva spezzato, senza volere, senza sapere.

Yokozawa, però, non sapeva che anche il cuore di Onodera si era spezzato, ma anche se l'avesse saputo, non gliene sarebbe importato nulla.

 

Tentò di concentrarsi sui discorsi dei ragazzi che aveva intorno, in fondo gli erano simpatici, quindi poteva pensare a loro, poteva evitare Takano, poteva farlo e lo fece.

La cena divenne piacevole, un bicchierino di troppo forse, ma alla fine il giorno dopo non dovevano lavorare, quindi tutti si erano lasciati trasportare, incluso lui.

Le cravatte allentate, le giacche dei capi solo un ricordo lontano. La musica aveva accompagnato la serata in sottofondo, poi quelle parole... quella canzone... la stessa che Onodera conosceva già, che lui associava sempre a loro: 'merda!'

Quel pensiero gli esplose nella testa come un fulmine.

Sollevò appena gli occhi ed eccoli lì, gli occhi di Takano nei suoi.

 

'Ti avrei voluto dire... ti sto pensando...'

 

Onodera tornò a guardare il piatto, mordicchiandosi il labbro inferiore, salvo poi fissare Yokozawa alla frase della canzone che recitava:

 

'Stammi vicino quando tutti diranno di stare lontano da me.'

 

Era decisamente una frase che avrebbe potuto dire lui, l'innamorato di Takano!

Sbuffò alzandosi, il bagno non gli era mai sembrato così lontano.

Si appoggiò al lavandino, socchiuse gli occhi fissando la ceramica bianca. Scosse la testa, la cassa posizionata sopra la porta, suonava musica anche lì, incredibile!

Un'altra strofa...

 

'La mente a volte sbaglia, il cuore non perdona...'

 

Ecco appunto, di nuovo quella sensazione di inadeguatezza, quell'errore che li aveva portati lontani per tutto quel tempo.

Un rumore alle sue spalle lo fece sussultare e gli occhi di Takano lo fissarono dal riflesso dello specchio, appoggiato allo stipite della porta con una spalla, braccia incrociate al petto e sopracciglio sollevato.

 

“Sei un libro aperto, Onodera.”

Lui chiuse gli occhi e abbassò il viso, mentre l'altro riprendeva.

“Se quelli al tavolo ti conoscessero come ti conosco io... avrebbero capito tut-”

“Ma cosa credi di aver capito?!”

Onodera lo interruppe voltandosi, furente e frustrato, anzi... solo frustrato, per quelle parole, per la canzone, e la musica che ancora sentiva.

“Senti le parole?”

Domandò il capo redattore, entrambi si zittirono e ascoltarono.

 

Stammi vicino da togliermi il fiato stanotte... ti avrei voluto sussurrare...’

 

Takano sorrise e lui arrossì.

 

Stammi vicino quando tutti diranno di stare lontano da me...’

 

“Il tuo amico Yokozawa-san non vuole che io ti stia attorno, lo sai.”

“Credi che mi faccia condizionare da lui? Non dovresti nemmeno tu.”

 

Che queste braccia sono così stanche, stanche di respingerti ora… che queste braccia ti stanno aspettando ancora...'

 

“Sei stanco di respingermi? Dimmelo, Onodera.”

L'altro sospirò annuendo appena, ma a Takano non bastava.

“Dimmelo.”

“Sì.”

Un sussurro che lui sentì e che lo fece sorridere appena, avvicinandosi, mentre le parole della canzone sfumavano sull'ultima frase.

 

Stammi vicino da togliermi il fiato stanotte.’

 

Takano mise le mani ai lati del viso di Onodera e sussurrò la sua risposta a quella frase della canzone, a quella frase che il giovane uomo di fronte a lui non osava porre.

“Sì.”

E lo baciò.

Onodera, già rosso in viso dall'inizio della conversazione, chiuse gli occhi e si abbandonò al bacio, alla passione, all'amore, a Takano-san.

 

“Finalmente, Ritsu, finalmente.”

Lo strinse forte e l'altro sospirò, prima di arrendersi di nuovo e abbracciarlo a sua volta.

“Senpai...”

Takano sorrise, sussurrando ancora.

“Ritsu...”

“Masamuse...”

Gli occhi sgranati del capo redattore si contrapposero alle braccia che strinse più forte intorno a Onodera, era la prima volta che sentiva il suo nome pronunciato da lui, e un brivido gli aveva cavalcato la schiena: il suo Ritsu era tornato.

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sekai-Ichi Hatsukoi / Vai alla pagina dell'autore: guiky80