Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |      
Autore: MargotMcLaren    05/05/2018    0 recensioni
《Nell'ombra aspetto il momento proprizio per attaccare la mia preda. La luna sola partecipe delle preghiere senza ascolto e delle urla di aiuto della mia vittima. Poi il silenzio, la notte incombe sulla città e sono più forte, ora che mi sono nutrito delle vostre paure.》
Disponibile anche su wattpad.
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La notte era calata velocemente e i lampioni proiettavano la loro luce fredda sull'asfalto, creando ombre dalla forma inquietante. Il fruscio degli alberi era forte e alcuni rami sbattevano sulle vetrate colorate di Falt's Church, ma le cuffiette nelle orecchie le impedivano di sentire tutta la confusione circostante. A differenza dell'ambiente tetro, Lyra, stava ascoltando un motivetto piuttosto energetico, datato anni cinquanta. Amava quel genere di musica, la faceva pensare allo zucchero a velo, alle giostre e alle gonne a palloncino. Un mondo di colori e divertimento al contrario del suo. A differenza dei suoi coeatanei, Lyra, odiava la piccola cittadina di Hidden Ville; le cose da fare si potevano contare sulle dita della mano e putroppo non c'era nessun centro di socialità, apparte la scuola e la lavanderia sulla seconda strada dove le vecchiette si scambiavano pettegolezzi o consigli su cosa preparare per cena. Lyra detestava la monotonia che era diventata la sua vita, essendo una lettrice di primo grado, sognava qualcosa che potesse stravolgerle la vita da un momento all'altro, le piaceva sognare ma restava comunque con i piedi per terra. Sapeva che ciò che leggeva era solo pura, misera, bellissima fantasia. Arrivò sul porticato di casa senza neanche accorgesene. Si tolse le cuffiette sentendo il basso brusio della musica fuoriuscire da esse. Strusciò gli anfibi consumati sullo zerbino verde e prese le chiavi dalla sua grande borsa di cuoio. Si girò un attimo verso la strada deserta accostata da villette a schiera, con la sensazione di essere osservata, ma li non c'era nessuno, tranne il signor Williams che nella villetta accanto, fischiettando tagliava la siepe del giardino con cura. Quando aprì la porta di casa un appetitoso odore di cucinato le arrivò alle narici. Si affacciò in cucina dove trovò sua madre, con un grembiule rosso e i capelli ricci legati in una bassa coda. 《Torta al cioccolato?》 Domandò accasciandosi su uno sgabello del bancone. 《Torta al cioccolato.》Affermò la donna, infilando uno stuzzicadenti nella torta all'interno del forno per controllare che dentro fosse ben cotta. Un segreto che le aveva svelato la nonna Francis. 《Sei consapevole del fatto che la mangerò tutta, incurante del fatto che ci siete anche tu, papà e Michelle in casa?》 《Ci coalizzeremo per averne almeno la metà》 rise Idelle, soffermandosi poi sulla figlia. 《Lyra ti sei messa una giacca di pelle? È novembre, ti ammalerai così.》 《Lo sono mamma, ma stranamente in questi giorni sto bene così, non sento tanto freddo.》 《Tu che non hai freddo?Scherziamo? Stai con la coperta anche d'estate!》 Lyra si girò di scatto e seguì la sorella maggiore che si sedette al suo fianco. 《Per me ha già la febbre mamma.》 Lyra alzò gli occhi al cielo e scese con un salto dallo sgabello. 《Io vado di sopra.》 Proferì salendo le scale due a due. Aprì la porta della sua camera, entrando, per poi richiuderla con un calcio. Mise la borsa sulla sedia della scrivania e si tolse gli anfibi, lanciandoli in un angolo della stanza. Si accigliò quando notò la finestra aperta. Il vento forte faceva alzare le lunghe tende bianche e l'aria fresca notturna la fece rabbrividire. Trovò strano che sua madre l'avesse aperta, ma non si soffermò molto sulla cosa. Scostò le tende e chiuse le due ante. Sobbalzò di paura all'istante quando vide che oltre alla sua figura, alle suo spalle, c'era una sagoma nera. Non fece neanche in tempo a girarsi per vedere chi fosse, che due mani la trattennero: una sulla bocca e l'altra che premeva sullo stomaco, facendole sbattere la schiena sul petto dell'intruso. Cominciò subito a dibattersi e a scalciare, ma chi c'era alle suo spalle sembrava irremovibile. Provò ad urlare con tutto il fiato che possedeva ma tutto ciò era inutile. Era sicuramente un uomo. Lo capiva dal fisico, longineo e muscoloso e dalla mano ferma che esercitava una forte pressione sul suo stomaco. 《Sta ferma.》 Pronunciò la voce cupa ed autoritaria alle suo spalle. Non li diede retta e riprovò ad urlare più forte che poté, ma ne uscì solo un verso soffocato. 《Ti ho detto di stare ferma. Sono io.》 Lyra si fermò di colpo, riflettendo su ciò che aveva detto l'estraneo. Di certo, la voce alle sue spalle le era sconosciuta, quindi si chiese chi mai potesse essere e cosa volesse da lei. 《Finalmente ti sei calmata, l'odore della tua paura era così intenso.》 Le mani del intruso scivolarono via dal suo corpo. Sbarrò gli occhi e stette immobile come una statua quando lo sentì spostarsi. 《È da tanto che non ci vediamo...》 Il ragazzo si posizionò davanti a lei. Lyra spalancò la bocca e sembrò che gli occhi le fuoriuscissero dalle orbite, riuscì a notare in un nanosecondo che lo sconosciuto fece lo stesso, prima di correre velocemente verso la porta. Quello che aveva visto l'aveva terrorizzata ancora di più di quanto già non fosse. Quel ragazzo, se così si poteva chiamare, era interamente coperto da tatuaggi che ricostruivano la figura di uno scheletro. Il nero intorno ai suoi occhi ricordava le cavità oculari di un teschio, ogni tatuaggio era un piccolo particolare disegnato alla perfezione. Aprì la porta di scatto e si precipitò giù per le scale. Aveva così tanta paura che ogni immagine intorno a lei appariva sfuocata, come quando sei in macchina e guidando veloce, il paesaggio circostante ti appare indistinto. 《C'è ragazzo in camera mia, mamma!》 Urlò con tutta la voce che possedeva, arrivando in cucina. Idelle che stava sciacquando i piatti nel lavabo, alzò la testa di scatto. Fece un'espressione confusa. 《Che stai dicendo?!》 《Cosa?!》 Un uomo sulla cinquantina entrò nella stanza, indossava abiti sportivi, probabilmente stava per andare a correre. Un'azione abitudinale che il padre di Lyra, Luis aveva preso da un paio di mesi. Lyra annuì concitanta, mentre seguiva il padre e la madre su per la scalinata. Quando arrivò nel corridoio  sua sorella uscì dalla camera affianco alla sua. 《Cosa è tutto questo baccano?》 Il signor Lancaster portò un dito sulle labbra, intimando silenzio alla figlia. Michelle con espressione stranulata si affiancò a Lyra, che gesticolando e bisbigliando le spiegò la situazione. Luis tirò giu la maniglia lentamente e fece pressione con la mano per aprire la porta, restando comunque fuori dalla soglia. Fermò con il braccio la moglie che stava procedendo per entrare e guardandole negli occhi diede il tacito ordine di stare ferme. Ma quando entrò all'interno della stanza, le tre donne di casa lo seguirono lo stesso. Quando Lyra mise piede in camera sua notò con stupore che fosse vuota, non c'era niente e nessuno, tranne il solito disordine che coronova la sua stanza. Il suo sguardo corse verso la finestra che trovò inaspettatamente chiusa. 《Qui non c'è nessuno.》 Affermò l'uomo di casa. 《D-deve essere scappato.》 Era sicura di averlo visto, era sicura che l'avesse toccata, che le avesse parlato. 《Era tatuato, ricordava uno scheletro.》 《Che ti avevo detto mamma? Qui qualcuno ha la febbre.》 Parlò sua sorella con il solito tono baldanzoso. 《Io vado. Devo uscire con Elias.》Dichiarò questa, uscendo poi dalla camera. 《Ma lui era qui!》 Esclamò spazientita allargando le braccia. 《Tesoro forse è meglio che riposi, è stata una lunga giornata dopotutto.》 《Si, ha ragione tuo padre. Adesso vai a letto. Buonanotte amore.》 E così dopo averle dato un bacio sulla testa entrambe, uscirono anche loro. Non sapeva cosa pensare, non era pazza, non si immaginava le cose così dal nulla. Di certo adesso non avrebbe dormito. Quello sembrava l'inizio di un film horror. Guardo con inquietudine la finestra e si avvicinò ad essa a passo strascicato. L'aprì e l'aria fresca della notte la colpì, nuovamente. Sporse il viso al di fuori e guardò il quartiere residenziale silenzioso, con le strade umide e vuote illuminate dai lampioni. Lo sguardo le cadde sul suo giardino, dove proprio sotto alla sua finestra, nell'erba scura, spiccava un piccolo barattolino arancione.                   Fine primo capitolo.  Angolo autrice: Grazie tante per aver letto questo primo capitolo della storia! Spero che vi piaccia anche se adesso si capisce davvero poco. Commentate per farmi sapere cosa ne pensate. Un bacio🖤 Scusate per il testo, ma non capisco come si usa l'html, sono una frana :( La trovate anche su wattpad sul account MargotMcLaren. Un bacio ancora🖤💋
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: MargotMcLaren