Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: Hotaru_Key22    05/05/2018    2 recensioni
Dal testo:
Quel giorno per Otonashi Haruna era un giorno speciale, ma quell’anno non le importava quasi per niente. Aveva deciso, nonostante le suppliche di suo fratello Kidou, di non organizzare nulla e di restare da sola ed in pace. La verità era che l’unica persona che avrebbe voluto avere accanto in quel giorno particolare, era a molti chilometri di distanza e quella stessa mattina le aveva inviato un semplice messaggio di auguri, scrivendole anche che purtroppo non poteva esserci in quel giorno così importante.
HarunaxTachimukai con lievi accenni FudouxKidou
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Celia/Haruna, Darren/Yuuki, Jude/Yuuto, Nelly/Natsumi, Silvia/Aki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Esprimi un desiderio!
Quel giorno per Otonashi Haruna era un giorno speciale, ma quell’anno non le importava quasi per niente. Aveva deciso, nonostante le suppliche di suo fratello Kidou, di non organizzare nulla e di restare da sola ed in pace. La verità era che l’unica persona che avrebbe voluto avere accanto in quel giorno particolare, era a molti chilometri di distanza e quella stessa mattina le aveva inviato un semplice messaggio di auguri, scrivendole anche che purtroppo non poteva esserci in quel giorno così importante.
Il compleanno di una persona cade una sola volta all’anno e solitamente ci si aspetta che sia il giorno più bello tra tutti i trecentosessantacinque; quello in cui tutte le persone a cui vuoi bene ti fanno sentire la più importante del mondo, quello in cui puoi esprimere qualsiasi desiderio e verrai accontentata, quello in cui ti puoi permettere di mangiare tutti i dolci che vuoi senza pensare alla dieta. E poi quell’anno lei compieva sedici anni e si sentiva meno bambina e più donna.
Sospirò, sedendosi sul divano del salotto di casa sua ancora in pigiama e accendendo la TV con fare annoiato. Era mattina presto ed i suoi genitori ancora dormivano; anche loro avevano insistito per fare qualcosa di carino quel giorno, ma lei aveva rifiutato categoricamente.
Solo ad Aki aveva confessato che Yuuki le mancava da morire e che se anche lui non aveva avuto il coraggio di dichiararsi prima di andare a Fukuoka, lei ne era ancora innamorata comunque. Lui le piaceva troppo per dimenticarsene come aveva fatto con altre cotte risalenti a quando era ancora una bambina. Lui era gentile e garbato, non gli importava come gli altri ragazzi di dimostrare che era più in gamba, più figo, o più bravo col pallone. Lui era sempre lì ad ammirare gli altri e ad imparare quante più cose poteva. Era dolce, con quel sorriso tenero sempre sulle labbra e quegli occhi di un blu così profondo da potercisi perdere dentro. Era perfetto per lei ed era l’unico che voleva vicino e l’unico che non aveva fatto nulla per tentare di avvicinarsi a lei in quel giorno così speciale.
Haruna sospirò nuovamente, sentendo un nodo salirle alla gola e gli occhi inumidirsi. Si era ripromessa di non piangere, di non pensare a quanto lui fosse lontano, ma non ci riusciva. Era più forte di lei.
E alle volte si ritrovava a pensare: e se anche lui si fosse dichiarato? Poi sarebbe comunque dovuto tornare a Fukuoka e lei sarebbe dovuta restare a Tokyo e tutti sanno come finiscono le relazioni a distanza.
Il campanello di casa la fece sussultare e riscuotere da quei pensieri. Era strana una visita così presto e le venne subito da pensare a Kidou, ma quando osservò dallo spioncino non vide nessuno. Decise di aprire la porta e gridare ai figli del vicino di smetterla di fare gli stupidi e di non disturbare anche il mattino presto, poi però, proprio sul vialetto che conduceva alla sua porta, vide una scatola di cartone bianca con un fiocco rosso ed un piccolo biglietto attaccato sopra.
Lo lesse, quasi bisbigliando «Esprimi un desiderio ad alta voce, poi entra in casa e preparati per uscire».
Haruna sbuffò, sicura che fosse tutto un piano architettato da Yuuto, ma decise comunque di aprire la scatola. All’interno vi era un vestito rosso con la gonna a pieghe che lei ricordava benissimo. L’aveva visto in una vetrina ad Okinawa, quando cercavano il bomber di fuoco, sperando fosse Gouenji. Lei camminava con Kidou, Aki, Natsumi e Yuuki, si era fermata ad osservare quel preciso vestito, poi però non aveva avuto il tempo di provarlo. Era stato carino il suo fratellone a ricordarselo.
Alla fine in casa si sarebbe depressa, quindi ci pensò un po’ su e disse ad alta voce «Mi piacerebbe una coppa di gelato alla cannella e al cioccolato in quella gelateria che c’è in centro, quella con l’insegna rosa», poi andò di corsa nella sua stanza, indossò il vestito rosso, abbinandogli delle ballerine bianche e si legò i capelli in una coda alta, lasciando liberi dei ciuffi ondulati davanti le orecchie.
Uscita di casa trovò sul vialetto un filo rosso che conduceva verso il cancello della sua abitazione, capì subito che era messo lì perché lei lo seguisse. Sorrise e si avviò lentamente, godendosi il vento tiepido di quella mattina. Arrivò qualche minuto dopo alla gelateria del centro e su un tavolino troneggiava una coppa gelato dei gusti che lei stessa aveva indicato, con accanto un altro biglietto a cui era stato annodato il filo rosso.
«Goditi il gelato, poi esprimi ad alta voce un altro desiderio ed entra all’interno della gelateria» lesse Haruna, prendendo un primo cucchiaino di quello che per lei era il gelato più buono di tutta Tokyo.
Poi disse «Onii-chan, ti ringrazio per tutto questo, ma ora puoi anche smetterla…»
Non ottenne risposta, come d’altronde si aspettava, così finito il gelato sospirò e ad alta voce pronunciò «Desidero…fare una passeggiata con te al parco, onii-chan…», poi entrò nella gelateria ed una ragazza molto carina con i capelli rossi ed un grembiule rosa le si avvicinò, sorridendo «Sei Otonashi Haruna?»
Haruna annuì sorpresa, soprattutto quando la ragazza sorrise ancora di più ed esclamò «Buon compleanno, dolcezza! Puoi seguirmi sul retro?»
Otonashi obbedì, domandandosi cosa avesse in mente il suo fratellone quella volta. Arrivata nel retro trovò un cofanetto al centro della stanza e, aprendolo, scoprì che conteneva un paio di orecchini a forma di piccolissimi fiori con il centro azzurro ed i petali bianchi. Lei si portò una mano ad un orecchio e rifletté sul fatto che non aveva i buchi per poter indossare quegli orecchini così graziosi.
Uscì fuori e ad attenderla trovò il solito filo rosso, che seguì fino al parco. Lì ad aspettarla vi era Kidou, che la accolse stringendola tra le braccia. Lei lo lasciò fare e ricambiò con piacere l’abbraccio, poi sussurrò «Ti ringrazio, onii-chan, ma vedi…non volevo che organizzarsi tutto questo…»
Lui sorrise divertito «Ma non sono mica io che ho organizzato tutto questo».
Lei lo osservò confusa, piegando la testa di lato, poi Yuuto continuò «Comunque l’ideatore di questo gioco mi ha chiesto di farti esprimere il tuo prossimo desiderio e di scortarti nella tua passeggiata per il parco».
Haruna alzò gli occhi al cielo, sbuffando divertita, poi disse «Desidero potermi fare i buchi alle orecchie»
«Ti sei presa di coraggio, eh?» scherzò Kidou, iniziando a camminare al fianco della sorellina. Lei sospirò e mormorò «Ho sedici anni oggi, sono una donna»
«Vacci piano, imooto-chan» la punzecchiò il rasta, spintonandola leggermente «Vuoi che ti accompagni?»
«No, grazie, posso fare da sola…poi oggi è un giorno speciale anche per te, no?» rispose Haruna, strizzando l’occhio al suo fratellone, che non poté far a meno di arrossire.
«Quanti mesi di fidanzamento fate tu e Fudou-kun?» continuò la sorellina imperterrita, prendendosi la sua piccola vendetta per il giochino dei desideri e facendo andare quasi in ebollizione Yuuto.
Questo si schiarì la voce con un colpo di tosse e rispose solo «Nove».
Arrivati all’uscita del parco li attendeva un filo rosso, che diede la conferma ad Haruna che non poteva proprio essere Kidou il suo agente dei desideri, anche perché lui non aveva comunicato con nessun altro se non con lei per tutta la durata della passeggiata…ma allora chi era? Forse Kogure? Lui era decisamente un tipo che avrebbe fatto qualcosa del genere, ma allora si doveva aspettare anche uno spiacevole scherzetto alla fine di tutta quella storia.
Salutò suo fratello e si avviò per il percorso indicato dal filo rosso, fino ad arrivare ad una farmacia dove un uomo con un sorriso simpatico le fece gli auguri e le disse «Esprimi un desiderio, signorina».
Haruna sorrise e chiuse addirittura gli occhi «Desidero pranzare con Aki, Natsumi e Fuyuka alla torre, magari facendo un picnic!»
L’uomo annuì e la scortò all’interno di una saletta, dove la aspettava Gouenji Shuuya. Per un momento alla ragazza venne in mente che fosse lui il suo agente dei desideri, ma lui fu pronto a mettersi sulle difensive «Io sono qui solo per stringerti la mano mentre ti faranno i buchi alle orecchie, buon compleanno comunque».
Haruna ridacchiò e si sedette su una sedia, scostandosi i ciuffi di capelli dalle orecchie con una mano, mentre con l’altra stringeva quella di Shuuya. Prese un profondo respiro e chiuse gli occhi. Qualche minuto dopo era già uscita dalla farmacia ed un filo rosso era già steso per terra. Lo percorse correndo, sapendo già dove l’avrebbe condotta ed infatti si ritrovò alla torre, dove già le tre amiche l’aspettavano sorridenti.
«Auguri, Haruna-chan» esclamò Aki, abbracciandola, poi le chiese «Desiderio?»
La festeggiata ci pensò su. Era con le sue amiche e poteva lasciarsi andare anche solo per un istante, così mormorò «Vorrei andare a Fukuoka…o vorrei che Yuuki fosse qui…»
Kino assunse un cipiglio triste, posandole una mano su una spalla, poi fu Natsumi a parlare «Dovresti lasciarlo perdere. Se non riesce ad essere qui neanche per il tuo compleanno, allora non ti merita e tu dovresti proprio pensare a qualcun altro, guardarti intorno…»
«Forse hai ragione…» ammise Haruna, sospirando, poi Fuyuka sorrise e disse «Ehi, niente musi lunghi il giorno del proprio compleanno! Ti vogliamo felice per il pranzo e non hai ancora espresso il tuo desiderio!»
Otonashi sorrise e annuì con convinzione «Vorrei ballare…da sola».
Finito il pranzo l’inizio del filo rosso era stato posto poco lontano dalla torre ed arrivò alla fine solo dopo un’ora di camminata. Ci avrebbe messo un’altra ora per tornare in città. Era in uno slargo nel bosco, apparentemente sola, ed uno stereo era posto a terra con un biglietto. Haruna accese lo stereo e non ci mise molto a riconoscere la sua canzone preferita, quella che solitamente ballava e cantava a squarcia gola, quella che una volta lei e Tachimukai avevano ballato insieme sulle rive del fiume. Prese il biglietto tra le dita e lesse «Balla, scatenati, non ti guarderò. O forse sì. Non posso mentirti. Esprimi il tuo prossimo desiderio, ma sceglilo con cura; la giornata sta finendo!»
Haruna si guardò intorno in cerca di qualcuno, ma non vide nessuno, così sospirò ed esclamò «Se mi guardi non ballo! Quindi vedi di girarti!», poi espresse il suo desiderio «Voglio che qualcuno mi porti in barca…al fiume».
Ci mise all’incirca un’ora e mezza a seguire il filo rosso che la portò al fiume e lì trovò Tsunami Jousuke ad attenderla, in piedi su una piccola barchetta.
«Auguri, sorella!» esclamò questo, tendendole una mano ed aiutandola a salire, mentre il cielo si tingeva lentamente del tipico colore arancione del tramonto e le nuvole prendevano varie tonalità di rosa.
«È incantevole…» sussurrò Haruna, sorridendo al cielo e riuscendo a sentirsi finalmente bene, nonostante il pensiero fisso di Tachimukai nella testa.
«Tra poco incontrerai chi ha organizzato tutto questo» la informò Tsunami, iniziando a remare per far muovere la piccola barchetta «Qualche sospetto? Una speranza?»
Otonashi annuì e sorrise, sedendosi e sfiorando l’acqua del fiume con la punta delle dita «Ho pensato a Kogure, perché è una cosa che un tipo come lui farebbe, però…io…spero che ci sia Yuuki ad aspettarmi»
«Ah» disse solo Jousuke, rimanendo vago. Ovviamente poi non riuscì a rimanere in silenzio per tutto il tempo e intraprese con Haruna le più svariate conversazioni: le onde del mare che non trovi nei fiumi, i pesci del mare che non trovi nei fiumi, la trasparenza del mare quando brilla sotto il sole che non è la stessa del fiume e tante altre cose del genere…
Quando era ormai sera, arrivarono in un piccolo ristorante sull’altra sponda del fiume, con una meravigliosa terrazza sul tetto da cui sicuramente si riusciva a vedere la torre e le altre luci di Tokyo.
Tsunami aiutò la festeggiata a scendere dalla barca e raccolse un filo rosso da terra, legandoglielo poi al polso e dicendo «Seguilo, magari avvererà il tuo più grande desiderio».
Il cuore di Haruna fece un balzò ed iniziò a battere molto più velocemente del normale, come se volesse uscirle dal petto. Allora si mise a correre dentro il ristorante e poi su fino alla terrazza, seguendo quel filo del destino che la guidava abile tra tavoli e persone.
E sulla terrazza vi era un tappeto di petali di rosa ed un unico tavolo apparecchiato con una tovaglia bianca e delle candele rosse. E poi lui era là, il suo sorriso parlava per lui e quegli occhi più blu della notte la osservavano pieni d’amore. Indossava una camicia bianca, un buffo papillon grigio e dei pantaloni neri.
«Yuu…» provò a dire lei ma il fiato le si mozzò in gola.
Yuuki le si avvicinò e, rossissimo in volto, balbettò «B-buon compleanno, Ha-Haruna-chan!»
Lei sorrise e lo abbracciò di slancio, facendolo irrigidire per qualche istante, prima di riuscire ricambiare la stretta.
Tachimukai poté annusare i capelli blu di Haruna e perdersi nella loro morbidezza, poi sussurrò «Ho fatto richiesta per una borsa di studio a Tokyo e sono riuscito ad ottenerla…verrò a studiare come fuorisede alla Raimon Jr High e potrò restarti vicino fino a quando lo vorrai».
Haruna si allontanò quel poco che bastava per poterlo guardare negli occhi inumiditi da lacrime di commozione e lui continuò «Sono innamorato di te, Haruna-chan…ma non volevo dirtelo finché non fossi stato sicuro di poter restare per sempre al tuo fianco…»
«A-anch’io sono innamorata di te» sussurrò Haruna con la voce rotta dall’emozione.
Yuuki le sorrise dolcemente e le accarezzò una guancia con una mano, mentre intrecciava l’altra mano al cui polso era legato il filo rosso a quella in cui anche lei aveva legato il medesimo filo.
Si guardarono ancora un po’ negli occhi, poi si baciarono dolcemente, le stelle della volta celeste a fare da spettatrici di quel meraviglioso spettacolo.
 
 
 
 
«Yuuki-kun, come hai fatto a convincere mio fratello ad aiutarti a dichiararti a me?»
«Ehm…io…gliel’ho solo chiesto!»
«Bugiardo, non ci credo»
«Ok…gli…ho…regalato un pinguino…»
«Che!?»
«Lui e Fudou lo trattano già come un figlio…»




Nda: Ringrazio chiunque abbia letto fin qui e accetto con piacere qualunque tipo di recensione. Solitamente preferisco la TsunaTachi, ma Haruna e Yuuki sono così carini che non ho resistito! Spero di non avervi annoiati, a presto!
Hotaru ;^

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Hotaru_Key22