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Autore: Miryel e Kurecchi    05/05/2018    1 recensioni
Guidato dal consiglio della sua migliore amica Aranea, Prompto Argentum, bisognoso di denaro, decide di iniziare a fare il Cam Boy in un sito per adulti, ben sapendo che quell'avventura non avrà un futuro, a causa della sua timidezza.
Noctis, invece, ha un migliore amico sempre pronto a punzecchiarlo che, per imbarazzarlo, lo invita a frequentare qualche sito per adulti in modo che possa comprendere quanto è importante avere qualcuno vicino e sfogare le proprie frustrazioni.
A dimostrazione che non è così, Noctis decide di entrare nel sito dove Prompto ha appena iniziato una live e i due iniziano semplicemente a parlarsi, grazie anche alle molteplici cose che scoprono di avere in comune. Questo attiverà una sorta di feeling, portando i due a sentirsi ogni sera, col solo intento di passare dei momenti in compagnia a chiacchierare mentre, nel frattempo, la vita fuori dalla chat inizia a mostrare i suoi primi disagi.
[Promptis - AU - fanfiction scritta a quattro mani da Princess Kurenai e Miryel]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Final Fantasy XV
Character(s): Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Gladiolus Amicitia, Ignis Scientia, Aranea Highwind, Un po' tutti
Relationship(s): M/M
Pairing: Promptis
Rating: SAFE
Warnings: Alternative Universe (AU), Modern!AU
Genere: Introspettivo, Fluff
Conteggio Parole: 6440
Capitoli: 1 su ??
Note Generali:
1. La fic è ambientata in una Eos Moderna dove non esiste la magia!
2. Noctis in questa fic NON è un Principe, ma è il figlio dell'uomo più ricco di Lucis. Regis, infatti, è il presidente della società elettrica che illumina tutta Lucis. Prompto, invece, non è frutto di esperimenti ma è un semplice ragazzo che studia fotografia e che ha parecchi problemi finanziari.
3.Per i nomi di alcuni siti/imprese/app/ecc ecc ci siamo ispirate a cose esistenti nel nostro mondo unite all'universo di Final Fantasy.
4.La fic verrà aggiornata settimanalmente. Quindi aspettatevi un nuovo capitolo ogni sabato!


Capitolo 1 - Questa Ragazza Aiuta Il Suo Migliore Amico A Non Pensare Alla Sua Crisi Finanziaria. Ecco Cosa Succede




Quella bella giornata di sole sarebbe potuta diventare lo scenario di un perfetto inizio di primavera.

Le rondini volavano alte, inseguendosi con danze eleganti di corteggiamento, le prime mimose erano fiorite, pervadendo l'aria di un profumo delizioso e finalmente era arrivato quasi il momento di sbarazzarsi dei cappotti, almeno fino al calare del sole.

Una giornata come quella era un vero e proprio toccasana dopo aver gloriosamente superato uno degli inverni più freddi di sempre, eppure a Prompto la cosa non lo tirò minimamente su.

Non era tipo da demordere facilmente, ma quando si rendeva conto che non c'era nulla che potesse fare per risolvere un problema, allora si lasciava prendere dallo sconforto, totalmente.

La sera arrivò, e con lei l'aria fresca e un vuoto incolmabile nel cuore.

Si ritrovò letteralmente spalmato sul bancone del pub, quello che soleva frequentare quasi ogni fine settimana, piagnucolando e quando qualcuno gli posò qualcosa di gelido su una guancia, sussultò e si raddrizzó, scoprendo poi che si trattava di un boccale di birra rossa, che prese in mano con entrambe mani tremanti rischiando di rovesciare la bevanda un paio di volte.

"Grazie, Aranea", mormorò, con un forzatissimo sorriso volto al solo scopo di rassicurare chiunque che non c’era niente che non andava, che aveva tutto sotto controllo.

"È un piacere, shortcake ", rispose la giovane donna, appoggiandosi con i gomiti al bancone. Nonostante lo sforzo del ragazzo, era impossibile non notarne l'umore pessimo perché, generalmente, Prompto era come un raggio di sole: uno di quelli in grado di spingere le persone ad emettere dei sospiri inteneriti e adoranti. E Aranea, che lo conosceva da ormai anni, non faticò sentirsi vagamente preoccupata per quella strana nube di depressione e tristezza che sembrava aleggiare sopra l'altro.

La donna, infatti, assunse subito un'espressione dubbiosa nell'osservarlo così da vicino.

"O parli da solo o sarò costretta a tirarti fuori le parole una ad una... con la forza ", gli fece presente, piegando le labbra rosse un un sorriso gentile che, tuttavia, nascondeva una velata minaccia. Aranea non si era fatta strada solo con la sua bellezza, ma soprattutto con il suo carattere forte e deciso, a tratti materno, e Prompto era una di quelle poche persone che per lei contavano qualcosa.

Lui, che sapeva bene quanto potesse essere reale quella minaccia, in un primo momento la osservò silenzioso cercando le parole giuste da usare per spiegarle quel disagio che lo attanagliava, tentando in qualche modo di risultare almeno un po' risoluto. Invece, quando parló, fu più lagnoso di quanto potesse anche solo immaginare.

"Aranea, io…", esordì, poi incrociò di nuovo le braccia sul bancone, vi nascose la testa e continuó: "Ho combinato un guaio a lavoro e mi hanno licenziato! Non so come dirlo ai miei e sono senza soldi, la prossima settimana devo pagare l'affitto e se ritarderò ancora col bonifico il signor Dino mi sbatterà fuori di casa!", concluse e a riepilogare il tutto si sentì ancora più sconfortato.

In tutta risposta, Aranea, inarcò un sopracciglio.

"Che razza di disastro hai combinato per venire sbattuto fuori?", chiese, venendo però costretta ad allontanarsi per qualche momento da Prompto per poter servire al bancone altri due clienti che sembravano più interessati alla sua scollatura che alle bevande che avevano ordinato.

I suoi movimenti erano eleganti e decisi. Faceva da così tanto tempo quel lavoro da non avere neanche bisogno di guardarsi attorno per sapere dove trovare alcolici e anacolici, bicchieri o il sifone per fare i cocktail. Trasudava sicurezza da ogni poro e riusciva a incantare chiunque in quel modo. Non a caso, le mance che riceveva parlavano chiaro. Rivolse ai due clienti un sorriso tanto sensuale quanto finto e tornò subito al capezzale di Prompto.

"Allora?", lo incalzò.

Non era semplice spiegarle cosa accidenti fosse successo a lavoro; soprattutto sapendo quanto Aranea lo conoscesse, perché sapeva che la ragazza lo avrebbe sicuramente redarguito.

Oltretutto vederla così sicura, mentre con freddezza ma professionalità si occupava di tutti quei clienti che erano lì palesemente solo per guardare lei, lo fece sentire ancora più incapace.

Avrebbe voluto avere metà della sicurezza di cui Aranea era orgogliosamente dotata.

Sospirò, poggiando i gomiti sul bancone e prendendosi la testa fra le mani, evitò di proposito il suo sguardo, perché si vergognava: "La scorsa settimana ho lasciato tre pacchi nel furgone, dimenticandomi di consegnarli e mi hanno fatto una gran bella strigliata", spiegò, poi alzò gli occhi e incontrò quelli della ragazza, e non seppe definire se lo stava giudicando o se stesse semplicemente aspettando di sentire il resto, "Mi conosci meglio di chiunque altro, lo sai che quando mi viene fatto un monito poi comincio ad agitarmi, a non vivere bene certe situazioni. Per colpa dell'ansia ho scambiato il freno con l'acceleratore e ho distrutto la fiancata del furgone contro il muro di una villa", sbottò, infine, chiudendo gli occhi, pronto a mettersi sulla difensiva nel caso Aranea avrebbe deciso di dargli un pugno in faccia o sbattergli la testa contro il bancone.

Sperò nella prima, sembrava decisamente meno dolorosa. E al contrario delle aspettative, la giovane donna si esibì invece in un lungo sospiro.

Prompto aveva ragione: Aranea lo conosceva meglio di chiunque altro. Il ragazzo sapeva essere tanto dolce e tenero quanto incredibilmente insicuro. Le situazioni troppo cariche di tensione non facevano altro se non accentuare ulteriormente quel lato del suo carattere, e i disastri erano quasi assicurati.

"Immagino che ti abbiano trattenuto lo stipendio per ripagare i danni", commentò scuotendo il capo.

Era una situazione complicata, che non poteva essere risolta con una semplice birra. Anche se, forse, con due o tre boccali belli pieni Prompto avrebbe probabilmente smesso di piagnucolare.

"Una... una parte", mormorò, chiudendosi nelle spalle a disagio ma sollevato di non aver ricevuto un destro sul naso visto che gli serviva ancora, "Una gran bella parte, in realtà. Pensa che ho fatto talmente pena al signore della villa, quando è uscito e mi ha trovato in lacrime inginocchiato sull'asfalto, che ha cercato persino di giustificarmi, dicendo loro che certe cose possono succedere a tutti. Peccato lui non sapesse quanto di frequente accadono. Mi hanno licenziato in tronco, ovviamente. Non mi hanno nemmeno dato il tempo di tornare alla sede della Eos Mail a consegnare la divisa. Se la sono fatta spedire per posta", disse, amareggiato, spostando lo sguardo altrove e arricciando le labbra, "Ho bisogno di un nuovo lavoro, subito e che paghi bene. So che sto chiedendo troppo, ma è quello che mi serve e non so dove sbattere la testa".

"Prima di tutto bevi", ordinò subito la giovane donna, facendo cenno di aspettare ad altri clienti, "Poi vediamo di trovare una soluzione".

Il tono di Aranea era deciso e non ammetteva repliche o incertezze. Non sarebbe stato ovviamente semplice risolvere quella situazione, ma ci avrebbero provato perché l'ultima cosa che la giovane voleva era vedere Prompto per la strada. Quel ragazzo ne aveva passate già fin troppe e voleva aiutarlo.

Il ragazzo obbedì, dando una lunga sorsata alla birra che nel frattempo si era anche un po' scaldata, ma non aveva perso quel sapore amarognolo che, in qualche modo, lo fece sentire un po' meglio.

Quando riemerse dal boccale si leccò le labbra per togliere dei residui di schiuma e, guardando nel fondo del bicchiere come se potesse leggerne il proprio futuro, disse: "Magari potrei cambiare nome e paese e sperare di rifarmi una vita coltivando cotone? O del riso? Sono lavori semplici, non penso sarei capace di combinare disastri anche in quel campo... oddio, so che se mi impegno posso farcela, eh", disse, e si sentì un emerito idiota come ogni volta che scherzava invece di prendere le cose sul serio e rifletterci.

Ad Aranea quelle parole non sfuggirono e, tra un drink e l'altro, si permise di riempire ancora una volta il boccale di Prompto.

"Meno cazzate, shortcake ", lo riprese seria, "Qui abbiamo bisogno di un vero lavoro e di una vera soluzione. Sei un artista, quindi pensa da artista! Non hai solo un bel faccino...".

Le parole della giovane donna si spensero lentamente, come se avesse raggiunto una qualche illuminazione, ma non disse niente: si limitò a continuare il suo lavoro per soddisfare tutti i suoi clienti.

"Stai cercando di farmi ubriacare, Nea? Lo sai che ho il metabolismo lento e che questo rende il tuo intento un tantino difficile, no?", rispose Prompto, prendendo comunque in mano il bicchiere e bevendo un po' di birra, poi aggiunse: "Okay, la smetto di dire cazzate, hai ragione. Hai qualche idea? Pensavo di riprovare a vendere qualche foto ma se non ci sono riuscito fino adesso, non penso che proprio ora accadrà il miracolo", continuò afflitto, poi parve illuminarsi, "Ah, e se chiedessi in una Chocobo Farm? Non ci sono nemmeno mai stato, ma da qualcosa dovrò pur iniziare... nah, gli allevamenti non pagano bene, lasciamo perdere".

“Gli allevamenti sono per lo più volontariati", sbottò Aranea, dando in qualche modo ragione all'altro, "Ed ho una mezza idea... tu bevi . Ne avrai bisogno".

Una persona normale avrebbe provato sospetto e preoccupazione ma, a quel punto, la giovane donna era certa che per Prompto non ci fossero molte altre opportunità se non quella di ascoltare le sue idee.

Prompto la guardò con una punta di scetticismo in quel sopracciglio che si ritrovò ad alzare, poi disse, prima di ascoltare il consiglio dell'amica di continuare a buttare giù alcol: "Sei tu l'esperta, mi fido", e si scolò mezzo boccale, riemergendone poco dopo e pulendosi la bocca col dorso della maglietta.

Aranea gli riempì il bicchiere altre tre volte dopo quell'ultimo scambio di parole, e solo dopo un quarto d'ora buono poté tornare a dedicarsi totalmente a Prompto. Prima di quel momento, era stata sommersa dal lavoro perché come sempre vi erano attimi in cui il locale si riempiva di clienti, e risultava addirittura complicato muoversi o parlare, e altri nei quali l’atmosfera raggiungeva una quieta calma accompagnata dal sottofondo musicale e dal vociare dei vari gruppi sparsi per la sala. I due dovettero infatti attendere proprio uno di quei momenti di pace per poter riprendere il discorso.

"Hai un portatile dotato di webcam ?", domandò la giovane donna senza giri di parole.

Il  ragazzo ci mise qualche secondo per assimilare ciò che la sua migliore amica gli aveva appena chiesto; l'alcool iniziava a offuscargli leggermente la mente, dandogli quel leggero senso di leggerezza che, in qualche modo, lo fece sentire anche meglio.

"Beh", esordì, sbuffando divertito, "Sì, a meno che non debba venderlo per estinguere i miei debiti!", poi ridacchiò, rendendosi conto da solo di essere leggermente brillo, dopo quell'exploit.

"Ti servirà per lavorare, bel faccino~ ", rispose però l'altra, piegando le labbra in un sorriso malizioso, come se fosse pienamente soddisfatta della sua stessa idea, "Conosco un modo per guadagnare parecchi soldi. Lavoreresti da casa. Nessun capo. Nessun rischio di fare danni. Anzi: penso che il tuo essere impacciato potrebbe pure giovare a tuo vantaggio".

"Da casa? Nessun capo, nessun rischio di fare del male o farmi male? Dov'è la fregatura, Aranea?", chiese, scettico, "Sono proprio curioso di conoscere quale lavoro paghi tanto sfruttando la goffaggine di qualcuno!", disse, e il suo fu quasi un tono di sfida.

"Il camboy, tesoro", rispose tranquillamente lei, "Non dovresti neanche far vedere la faccia, metti un po' a nudo la mercanzia , fai il timido verginello e il gioco è fatto".

"Il Camcosa !?", gracchiò Prompto, poggiando i palmi delle mani sul bancone per allungarsi verso la ragazza, sconcertato, "A nudo la mercanzia? Timido verginello? Di che accidenti parli?!", urlò.

“Abbassa la voce, vuoi che tutti scoprano il tuo nuovo lavoro? Certo, avere già dei fans ti sarà utile~", lo stuzzicò Aranea.

Era palesemente divertita e per quanto volesse bene a Prompto, adorava anche metterlo in difficoltà e imbarazzarlo come in quel momento.

Difatti lui arrossì come un peperone e vide il proprio viso rilasciare nubi di vapore riflesso attraverso lo specchio appena dietro al bancone.

"N-non so di cosa tu stia parlando", disse, ma la verità era che, malgrado ne sapesse solo in modo vago, sapeva benissimo di cosa stavano parlando così abbassò la voce e continuò: "E se è ciò che penso, è fuori discussione! Non sono... non sono la persona giusta per... insomma...", balbettò.

Aranea gli strizzò la guancia con due dita, sorridendo compiaciuta per la reazione che aveva ottenuto.

"Tra mezz'ora finisco il turno e ne riparliamo~", dichiarò, allontanandosi poi per servire altri clienti, lasciando Prompto con il suo boccale di birra ormai vuoto.

Il biondino non poté far altro che fissare la ragazza e seguire ogni sua mossa, mentre tornava tranquilla a svolgere i suoi doveri e l'unica cosa che riuscì a fare, mentre fissava il bicchiere vuoto sperando si riempisse di nuovo con un solo sguardo, fu sospirare e pensare, contro ogni sua volontà, che probabilmente quel piano astruso e bizzarro sembrava quasi la sua unica speranza.

Alla fine del turno Aranea, dopo essere scomparsa nel retro del bar per qualche minuto, affiancò Prompto al bancone, appoggiandosi sopra con naturalezza.

"Ora andiamo nel tuo appartamento e ti spiego per filo e per segno come funziona. Fidati: farai sicuramente colpo con quei bei capezzoli che hai~", ridacchiò con tono leggero e divertito.

Lui la guardò scettico, impaurito dal fatto che era brillo ma che probabilmente non lo fosse abbastanza per riuscire a prendere quella proposta troppo sul serio e, infilandosi la giacca e la sciarpa, si strinse nelle spalle e la invitò ad uscire dal pub, con un gesto volto verso la porta.


Poco dopo furono a casa di Prompto, che accese qualche luce e la invitò ad accomodarsi in salotto.

Recuperò il portatile e, una volta acceso, lo cedette ad Aranea, accomodata su una poltrona; lui le si affiancò sedendosi sul bracciolo e la guardò incuriosito mentre scriveva veloce come un fulmine sulla tastiera.

Era palese che la giovane sapesse quello che stava facendo, e i dubbi potevano sorgere spontanei: aveva fatto esperienza su quel sito ?

Ma anche se Prompto avesse avuto il coraggio di farle quella domanda, era comunque certo che lei non avrebbe mai risposto sinceramente.

“Questo sito è sicuro ed è uno dei pochi che protegge per davvero l'identità dei suoi utenti", spiegò Aranea, mostrando lo schermo all'altro.

Sulla homepage apparivano ragazzi forse coetanei di Prompto e altri più grandi, scritte lampeggianti riguardanti delle 'live' e gli aggiornamenti di alcuni blog privati degli utenti, ma anche banner e pubblicità che lasciavano ben poco spazio all'immaginazione.

“Sembra di stare in una sala Slot, con tutte queste luci lampeggianti”, commentò Prompto, senza riuscire a trattenersi, probabilmente lasciando che l’alcol parlasse per lui, poi deglutì quando vide un ragazzetto, forse appena maggiorenne, ballare a torso nudo in modo piuttosto sensuale e sinuoso, nell’anteprima del video casuale che ora campeggiava nella homepage, “E… facendo questo riuscirei a guadagnare soldi facili e veloci?”, chiese, senza riuscire a staccare lo sguardo dal monitor.

"Assolutamente", rispose con sicurezza Aranea, "Metti la webcam, aspetti spettatori e interagisci con loro. Ti spogli , fai qualcosa... e loro se approvano ti pagano".

Era di una semplicità quasi disarmante detta in quel modo.

Purtroppo però, sembrava più facile a dirsi che a farsi e Prompto sentì un brivido percorrergli la schiena: “Aranea, lo dici come se fosse una cosa normale! Ti rendi conto di cosa mi stai proponendo di fare? Io, che mi spoglio davanti a degli sconosciuti arrapati -  sempre che scelgano me tra tanti, ovviamente! Oltretutto pagano solo se soddisfatti e ommioddio quel tipo ha appena tirato fuori il suo…”, quasi urlò, indicando il monitor, sconvolto.

Aranea abbassò lo sguardo sulle schermo, facendo poi una smorfia che sembrava quasi dire: "Ho visto di meglio" .

Si rivolse però subito a Prompto, con un'espressione seria.

"Non dovresti neanche far vedere la faccia. Poi molti arrapati trovano interessanti i verginelli come te che si imbarazzano per tutto~".

"Ti diverti così tanto a ricordare al mondo intero che sono ancora vergine?", piagnucolò, senza riuscire a distogliere lo sguardo da quella visione che diventava sempre più sopra le righe, "Okay... okay, io credo di... credo di essere disperato abbastanza da poterti promettere che ci proverò ma che non ti posso garantire di riuscire a sopportare gli sguardi di estranei che mi chiedono di... tirari fuori... il mio... coso . Insomma, non sono così disperato", tagliò corto.

Aranea annuì e riprese a scrivere velocemente sulla tastiera, avviando senza troppi problemi la procedura di registrazione.

"Allora... sei maggiorenne. Sì. Sei interessato a uomini o donne... uomini, direi", commentò tranquilla mentre creava il profilo dell'altro ragazzo.

"Hai il tatto di un comodino", si lamentò Prompto ma ormai aveva quasi messo da parte le sue preoccupazioni, troppo disperato per accantonare quell'idea senza nemmeno prenderla in considerazione. Più il profilo prendeva forma, più si rendeva conto che era una pazzia, ma che aveva bisogno di riprendersi economicamente almeno fino a che non avrebbe trovato un nuovo impiego, "Vuole che inventi un nickname?", domandò, quando vide la dicitura comparire quando la ragazza continuò a scendere sulla pagina web.

Aranea continuò però a ignorarlo, compilando di sua iniziativa ogni campo del sito internet.

" RideMyChocobo mi sembra un ottimo nickname per te", commentò infatti, venendo poi costretta ad aggiungere un 69 finale al nome quando il sito la avvisò che quello username era già stato scelto.

"Ho un nickname da ragazzino arrapato. Non lo potrò nemmeno cambiare, immagino", sospirò, poi si posò le mani sulle ginocchia, prese un lungo respiro che non lo aiutò assolutamente a calmarsi.

Solo in quel momento Aranea si voltò verso di lui.

"Uso il codice della tua Insomnian Express o preferisci qualcos'altro?", domandò con un sorriso tranquillo, come se fosse normale amministrazione conoscere anche quei dati più sensibili.

"Beh, la Insomnian Express va ben- un attimo! Perché conosci il numero della mia carta a memoria?", chiese Prompto, sconcertato, quando la vide iniziare a digitare i numeri con nonchalance, "Io e te dobbiamo parlare di spazi personali, un giorno di questi!", esclamò, nemmeno tanto stupito della cosa, ormai avvezzo a certe sorprese.

Una volta che gli era servito gli aveva addirittura dettato l'ID personale della sua università, che persino lui non conosceva a memoria.

"Quando inizierai ad avere la testa sulle spalle io inizierò ad eliminare i tuoi dati personali dalla mia memoria", commentò la giovane donna, completando tranquillamente la registrazione, "Ti arriverà una mail di conferma. Per il momento... guardati qualche live e fatti un'idea~".

Prompto ignorò il commento sul mettere la testa sulle spalle, solo perché un altro dubbio ancora più importante lo assalì: "E... una volta confermata la mail posso cominciare a guadagnare soldi facendo... questo?", chiese, voltandosi istintivamente verso il monitor, terrorizzato all'idea che molte persone avrebbero preteso da lui cose che non aveva mai fatto con nessuno visto che, come aveva voluto puntualizzare Aranea più di una volta, era ancora un cavolo di verginello.

La sua migliore amica annuì in risposta.

"Verranno accreditati sul tuo conto i soldi che i tuoi fan ti versano. Puoi girare video in diretta. Tenere un blog con i tuoi pensieri e delle foto, che ovviamente devono mostrare te e non i paesaggi di Insomnia", precisò per poi riprendere a spiegare, "Oppure registrare video e pubblicarli in differita. Più persone guardano. Più guadagni".

Sembrava davvero molto esperta in quel campo.

Prompto fece di sì con la testa e, arricciando le labbra, cercò di mostrarsi un pochino più risoluto perché dopotutto non aveva altra scelta: o quello o la fuga clandestina in un paese lontanissimo.

"Ci proverò", disse, infine, cercando di sorridere perché era davvero grato a quella ragazza per ciò che aveva appena fatto e che da sempre faceva per lui ma allo stesso tempo quella novità lo aveva scioccato, "Grazie mille per avermi dato una mano, Nea. Se andrà bene, ti devo una cena", ridacchiò.

Aranea gli rivolse un sorriso che si fece però un po' più serio.

"Se tutto va bene, potresti fare anche solo una registrazione e ricevere il tanto che ti basta per qualche affitto", riprese con tono calmo, "Nel mentre cercheremo qualcos'altro, perché questa è una soluzione provvisoria ".

Prompto sbuffò divertito: "Me lo auguro ma mi conosci, sai quanto la mia autostima sappia che questo cosa non potrà mai succedere. Non così velocemente, almeno... ma se ne varrà la pena non me ne pentirò, dopotutto lo sto facendo per una giusta causa", concluse, poi le prese una mano e la strinse tra la sua, affettuosamente, "Sei la mia salvezza, come sempre".

Aranea ricambiò subito la stretta.

"Siamo amici, no? È mio dovere morale tirarti fuori dai guai".

"Già, e sai che è reciproco, no?", sorrise lui, poi aggiunse meno sicuro, alzando un sopracciglio: "Cioè, io ci provo a contraccambiare... comunque - tossì -, come mai conosci certi siti? So che non sono affari miei ma sembri davvero esperta e la cosa è decisamente... curiosa ".

"Non sei il primo con questi problemi che si rivolge a me, ed io sono una persona estremamente curiosa , dai molteplici interessi", rispose Aranea con una naturalezza quasi disarmante. A Prompto non era dato sapere se quella fosse la verità o una bugia detta con l'abilità di un'attrice. La giovane donna era fatta così d'altro canto.

"Beh...", esordì Prompto, grattandosi una guancia, ridacchiando, "Almeno non sono l'unico disagiato che lo fa per disperazione. Darò un'occhiata, cercherò di vedere come - apri le virgolette con le dita - approcciarmi a questo - ripeté l'azione con più enfasi - nuovo lavoro e speriamo che i Sei siano dalla mia parte, per una volta".

"Direi più che altro ‘ che i vecchi arrapati siano dalla tua parte ’, è più azzeccato, no?”, rise Aranea.

Il biondino si irrigidì e, sentendosi il viso andare in fiamme, per istinto prese la prima cosa che trovò - e fu una bottiglietta d'acqua mezza vuota - e fece per lanciarla contro la sua migliore amica, imbarazzatissimo.

Aranea, ovviamente, la bloccò al volo senza smettere di ridere.

"Questo... lo prendo come un affronto", dichiarò la giovane, mettendo via il portatile per lanciarsi sopra il suo migliore amico.

Di certo quella sarebbe stata una lunga serata per entrambi... soprattutto per Prompto.


Quando Noctis aveva mandato un messaggio a Ignis, chiedendogli se poteva venire a prenderlo a casa di suo padre, di certo non si aspettava quella singolare evoluzione degli eventi.

Prima di tutto, la cena non era andata bene. Noctis adorava suo padre, ma questo talvolta tendeva a ficcare il naso un po' troppo nei suoi affari privati. Regis, infatti, si era sempre mostrato preoccupato dal fatto che suo figlio non avesse ancora avuto una fidanzata - o fidanzato , come si era premurato di precisare -, e ogni volta non perdeva l'occasione per cercare di presentargli, in modo più o meno velato, quelli che per lui erano dei buoni partiti.

Noctis, ovviamente, non sopportava quella situazione che era andata a peggiorare quando Regis, con orgoglio e un pizzico di commozione, gli aveva mostrato gli eleganti inviti - scritti su un cartoncino bianco con decorazioni dorate - che erano state invitate a entrambi per il matrimonio tra Lunafreya e Nyx. Di conseguenza, dopo aver ricordato a suo padre di non avere alcun interesse per la nipote di Cid, sperò di trovare in Ignis una via di fuga.

Il suo migliore amico scese dall’automobile per salutarlo, quando uscì dal portone e cercò di sorridere. Gladio, visibilmente di malumore, non ci pensò due volte a palesare il suo disappunto, ruggendo: “L’ennesimo appuntamento rovinato per colpa dei suoi problemi esistenziali! E tu continui a dirgli di sì, ogni accidenti di volta”.

Ignis sospirò impercettibilmente e mentre Noctis si avvicinava, rispose, tra i denti: “Avrei vissuto la nostra uscita con crescente ansia, lo sai”.

Gladio fece per dire qualcosa, ma vi rinunciò all’ultimo, perché ormai l’altro era troppo vicino e lo avrebbe sentito così incrociò le braccia al petto, col broncio.

Il giovane li raggiunse con pochi passi. Alle sue orecchie, erano già giunti i borbottii contrariati di Gladio e gli bastò alla fine un solo sguardo per confermare senza alcun ombra di dubbio la palese aria di malessere che sembrava aleggiare tra i due, da una parte quella più contenuta di Ignis e dall'altra quella ben più visibile di Gladio.

Li conosceva ormai da anni, erano cresciuti insieme, e da ormai qualche anno quei due avevano iniziato a frequentarsi in modo ben più intimo da quello che ci si poteva aspettare da una coppia di amici. Noctis era stato uno dei primi a venire a conoscenza di quella novità e, sinceramente, augurava a entrambi di essere sempre felici l'uno con l'altro... ma era anche certo che, se qualcosa fosse andato male, la colpa sarebbe immancabilmente dovuta ricadere su Gladio.

Tuttavia, più per istinto di sopravvivenza che per altro, decise di non porre la classica domanda del "Problemi in paradiso? ", ma di ringraziare invece Ignis per averlo raggiunto e salvato da suo padre.

"Grazie, Quattrocchi. Senza di te mi sarei dovuto sorbire un'altra mezz'ora su quanto Ravus sia una persona a modo, con un buon lavoro, affettuoso con sua sorella e altre cavolate varie... visto che papà ha appena ricevuto gli inviti per il matrimonio di Luna e Nyx", commentò, salendo in macchina.

Ignis, accomodandosi al posto di guida, si sistemò gli occhiali sul naso e partì: “Figurati, Noct. Lo sai che quando serve puoi sempre contare su di me”, sorrise, e Gladio schioccò la lingua, scocciato, “E non fare caso a Gladio, per favore. È di malumore ”.

“Fino a mezz’ora fa non lo ero!”, esclamò il diretto interessato e Ignis parve reprimere l’istinto di dargli una gomitata sulle gengive.

“Così finalmente Luna ha scelto la data per le nozze. Questo significa che manchi solo tu all’appello?”, domandò.

Il giovane sbuffò incrociando le braccia al petto.

"Non sono l’unico e soprattutto: non sono interessato ", ribatté.

Non riusciva proprio a comprendere la premura di certa gente riguardo il trovare una fidanzata o fidanzato. Come se da soli non ci si potesse sentire appagati e soddisfatti della propria vita. Noctis non era mai stato di molta compagnia, e aveva pochissimi amici, ma stava bene: non si lamentava della sua situazione.

Quindi: perché rovinare quell'equilibrio inserendo una persona esterna ?

“Non sono interessato”, gli fece il verso Gladio, ricevendo un'occhiata di sbieco da parte dell'occhialuto che però non lo scalfì, a differenza di altre volte. “Finché non sai cosa significa stare con qualcuno, non puoi dire di non essere interessato. È come dire che non ti piace una canzone senza averla mai ascoltata!”.

“Gladio”, lo ammonì Ignis, sospirando.

“È la verità!”, controbattè il più grande, stizzito.

"Gladio hai mangiato yogurt scaduto? Sei acido!", si lamentò subito Noctis.

Non era nuovo a simili discussioni, lui e Gladio erano come cane e gatto alle volte... mentre Ignis era quello che, generalmente, prendeva le parti di Noctis, facendo immancabilmente pendere l'ago della bilancia verso la sua parte.

Gladio si sporse verso di lui, ruotando il busto per incontrare il suo sguardo nei sedili posteriori e commentò: “Non sono io il verginello frustrato , tra i due”.

“Gladio!”, lo richiamò ancora Ignis, stavolta più duro, e lui gli fece cenno di stare zitto.

“Nessuno ha detto che è semplice trovare la persona giusta, ma tu non fai che piagnucolare e osannare il fatto che tu, per carità , stai meglio da solo!”.

Noctis strinse le labbra, combattendo contro il suo corpo che sembrava voler riversare tutto il sangue sul suo viso, facendolo arrossire alla sola insinuazione riguardo alla sua castità.

"A volte mi chiedo come faccia Iggy a sopportarti!", ribatté nervoso, "Sei una bestia senza un minimo di tatto e gentilezza!".

"Senti da che pulpito!", commentò Gladio e, voltandosi verso il parabrezza, concluse: "Almeno io non sono da solo".

Ignis, che aveva cercato di portare ordine senza alcun risultato positivo, represse un sospiro frustrato e intervenne, prima che i due arrivassero alle mani.

"Nessuno di voi due ha torto, e nessuno di voi due ha ragione. Sebbene tu, Gladio, pecchi di tatto molto più di Noctis - l'altro alzò gli occhi al cielo, di fronte a quell'ennesima prova che il suo ragazzo avrebbe sempre e solo difeso Noctis -, e su questo non c'è dubbio ma... Noct, Gladio non ha tutti i torti, dopotutto. Non puoi desiderare sul serio di passare la tua vita da solo. Ti serve un supporto, una persona con cui invecchiare, e ritardare la cosa ti renderà solo più intollerante a questa possibilità. Lo dico per il tuo bene”.

"Ma non serve! Sto bene così!", decretò con convinzione. Stava bene da solo e non capiva per davvero perché dovesse andare a cercarsi per forza una persona. Certo, non avrebbe mai voltato le spalle all'amore se mai gli si fosse presentata l'occasione, ma non era intenzionato a inseguire quell'ideale per lui così sopravvalutato.

"Come ti pare!", sentenziò Gladio, poi sbuffò poggiando il gomito sullo sportello e prendendosi il viso con la mano, " Scopare un po' non ti farebbe male, comunque. Almeno quello sfizio, fossi in te, me lo toglierei. E se proprio il contatto fisico ti da fastidio… conosco qualche sito dove potresti divertirti un po'".

"Cos'è che conosci, tu?", domandò Ignis, senza dare la possibilità a Noctis di rispondere a quell'ulteriore provocazione, fulminando il più grande ancora con lo sguardo.

"Andiamo! Come se non sapessi dell'esistenza di certe cose, Iggy!".

"Conoscerne l’esistenza e sapere addirittura gli indirizzi sono due cose diverse, Gladio", lo ammonì il ragazzo con gli occhiali.

"Stai insinuando qualcosa?".

"Non sto insinuando nulla. Non ne ho bisogno! Hai già praticamente confessato di averne fatto uso personalmente quando hai detto di conoscerli", lo accusò ancora il suo ragazzo e Gladio si impettí, pronto a rispondere a quella accusa.

Noctis, rimasto tagliato fuori da quella discussione, non poté far altro se non ascoltarli battibeccare. Non era la prima volta e, ovviamente, non sarebbe stata neanche l'ultima. Il più delle volte trovava quasi divertente ascoltarli, ma in quel momento sentiva di avere il bisogno di mettere in chiaro alcune cose.

"Gladio... sei un idiota ", sentenziò infatti, "Non accetterei consigli da te per nulla al mondo dopo questa scoperta! E non ci sono prove scientifiche riguardo al fatto che scopare faccia bene!".

“La scienza non c’entra, qui si parla di scaricare la frustrazione con sano sesso”, commentò, poi prese il cellulare e cominciò a scrivere velocemente qualcosa, continuando: “Dovresti vedere come si tranquillizza Iggy, dopo un paio di bottarelle”, sghignazzò, visibilmente orgoglioso della battuta appena fatta, sebbene in macchina era appena sceso il gelo più totale.

Il diretto interessato, ormai stanco di riprenderlo per ogni cosa e sicuramente ben deciso a vendicarsi in qualche altro modo, ignorò semplicemente la battuta sorseggiando una lattina di caffè Ebony, poggiata in un portavivande vicino al cambio automatico dell’auto.

Gladio, ancora compiaciuto, finì di scrivere e bloccò il telefono, rimettendolo nella tasca dei pantaloni e, pochi secondi dopo, il telefono di Noctis squillò.

“Ti ho mandato qualche link, nel caso ti sentissi solo, stasera”, spiegò, usando la brutta pantomima di un tono dolce e premuroso.

Il giovane boccheggiò e, decidendo di seguire l’esempio di Ignis, ignorò per partito preso sia il messaggio che l'insinuazione di Gladio. Non voleva sapere che cosa gli aveva mandato quell'idiota né immaginare quei due... fare cose .

"Spero che Ignis ti uccida dopo di questo", mugugnò, sentendosi poi parecchio sollevato quando finalmente riconobbe la strada del suo appartamento.

Ignis, ignorando anche il commento di Noctis, solo perché visibilmente troppo d'accordo su quella affermazione, cominciò ad accostarsi verso il marciapiedi che ospitava il maestoso e aristocratico portone dell'appartamento del ragazzo.

Non appena spense il motore, si voltò a guardarlo.

"Mi dispiace che il tuo intento fosse quello di trovare supporto, almeno da parte mia - e lanciò un'occhiata fugace a Gladio, troppo impegnato a guardarsi nello specchietto del parasole e ad ammirare le sue sopracciglia probabilmente sistemate quella mattina -, non volevo metterti fretta, come sta facendo tuo padre. Vorrei solo che anche tu potessi capire cosa significa condividere con qualcuno la propria vita, che sia in modo serio o per divertirsi".

"Insomma, non puoi passare tutto il tuo tempo libero solo con noi", tagliò corto il più grande, chiudendo il parasole.

"Non era questo quello che intendevo", sospirò Ignis.

Gladio rispose, lapidario, senza nemmeno lasciargli finire la frase: "Io intendevo proprio questo. E non fraintendermi, siamo amici, è bello che si condividano tante cose ma non vorrai mica fare la fine di Cor, che a quarant'anni suonati finge che non gli importi nulla dell'amore e invece soffre perché solo come un cane?".

"In realtà, da quanto ne so, Cor Leonis si sta frequentando con il figlio di un musicista molto famoso. Una specie di signorino con la puzza sotto al naso, almeno dieci anni più giovane di lui”, lo informò Ignis, che non si sapeva come, sapeva sempre tutto di tutti, come una specie enciclopedia vivente o, come amava definirlo Gladio, una suocera particolarmente incartapecorita .

Così quest'ultimo rise fortissimo, prima di aver guardato con un certo scetticismo il suo ragazzo e, rivolgendosi a Noctis, commentò: "Se anche Leonis sta con qualcuno, allora sei davvero l'ultimo rimasto sulla nave della solitudine!", e riprese a ridere, fin troppo divertito da quel fatto.

Scese di nuovo il gelo.

Noctis stesso rimase in silenzio, elaborando dapprima le parole di Ignis e poi quelle di Gladio. La notizia di Cor era inaspettata e, sicuramente, non era un qualcosa che tutti sapevano perché, altrimenti, suo padre avrebbe insistito per averli a cena entrambi.

Strinse le labbra. Se anche Cor aveva trovato qualcuno... forse era lui nel torto a credere di non avere bisogno di qualcuno? Cor era sempre stato una sorta di modello per lui, e quella scoperta stava gettando non poco scompiglio nel suo animo.

Aggrottò le sopracciglia poi, scuotendo il capo con convinzione, guardò deciso suoi due migliori amici. Lui non stava sbagliando e lo avrebbe dimostrato.

"Beh sapete che faccio?", aprì la portiera, pronto a fare un'uscita di scena in grande stile, " Adotterò un gatto ! Ci vediamo domani!".

E, con quelle parole scese dalla macchina andando verso il portone di casa, tendendo però le orecchie pronto alle solite lamentele di Gladio.

Difatti l'energumeno aprì il finestrino e, con una mano aperta vicino alla bocca così che potesse essere più chiaro, urlò: "La prossima volta che ci chiamerai per chiedere un po' di conforto, mi ricorderò di risponderti dandoti un destro!".

"Gladio!", gracchiò Ignis indignato. Poi, mentre l'altro sembrava voler sputare altre sentenze, alzò una mano per salutare Noctis e alzò il finestrino, partendo e lasciando il vialetto per rimettersi in carreggiata. I pneumatici sgommarono rumorosamente, simbolo che l'occhialuto doveva avere parecchia rabbia repressa che probabilmente avrebbe presto sfogato litigando col suo fidanzato.

Noctis non poté non imbronciarsi ed entrare suo malgrado nella sua dimora. Ogni volta che faceva quei discorsi, sia con suo padre che con i suoi migliori amici, non poteva non sentirsi vagamente solo nel rendersi conto di quanto quelle quattro mura fossero silenziose. Tuttavia, altrettanto velocemente, si accorgeva che avrebbe dovuto cambiare tante cose della sua vita per assecondare quelle di una seconda persona... e non si sentiva decisamente pronto a fare una cosa simile.

Sbuffò e cercò di ritrovare un certo equilibrio andando a concedersi una lunga e rilassante doccia calda.

Quel metodo, ovviamente, funzionò almeno fino a quando non notò delle notifiche non lette sul suo cellulare che gli fecero ricordare il precedente discorso con Gladio. Infatti nell'aprire il messaggio non letto del suo amico finì per scontrarsi con quattro indirizzi internet dalla dubbia natura.

Li osservò per qualche minuto, leggendo più volte il loro nome senza però osare cliccarci sopra.

"Che razza di sito sarebbe xxxduscae ? Sembra il targa di una macchina!", mugugnò storcendo il naso, emettendo uno stesso verso contrariato nell'analizzare anche il secondo indirizzo, "Seriamente... nudechocochix ?".

Ignis doveva sicuramente fare un discorsetto a Gladio, perché non era possibile che conoscesse simili siti web e che, soprattutto, li frequentasse.

Gli ultimi due indirizzi erano leggermente diversi, meno volgari per così dire.

"Che cosa sarebbe insomniantwinkie ?", domandò, lanciandosi senza troppa cura sul suo letto, "E chatctuar ? Che razza di nome sarebbe?".

Sbuffò per la seconda volta in meno di un'ora, chiedendosi perché stesse ancora lì a pensare a Gladio e alla sua idiozia al posto di prendere il suo pc portatile e guardare un qualche film in streaming. Ma non riusciva proprio ad allontanarlo... sentiva quasi il bisogno di dare uno schiaffo morale al suo amico. Dimostrargli che li stava benissimo anche da solo e senza sesso.

Riguardò ancora i link e, con le guance rosse, prese per l'appunto il suo netbook. Si mise seduto sul letto, con la schiena contro la testiera di questo, e digitò sulla barra degli indirizzi quello che tra i quattro gli sembrava il più innocuo: chatctuar.eos .

Venne accolto subito da una grafica semplice, nera e verde, che tuttavia passò subito in secondo piano nel vedere ciò che stava accadendo in quella homepage. Ragazzi e uomini che si spogliavano in delle gif animate pubblicitarie, annunci di live appena iniziate con tanto di thumbnail che mostravano cose altrettanto imbarazzanti.

Sentì le guance andargli a fuoco e chiuse istintivamente il suo portatile per riprendersi dalla sorpresa. Insultò mentalmente Gladio e fu proprio quell’ondata di rabbia e imbarazzo a spingerlo a riaprire il netbook. Non doveva fermarsi, doveva dimostrare a quell’idiota del suo migliore amico che quelle cose non gli interessavano né gli facevano effetto.

Cliccò alla cieca su uno dei primi link che riportava la scritta ‘live’ , ma quello lo rimandò invece ad una schermata di iscrizione, con un buffo cactuar con le guance arrossate, un cappello in testa e dei baffi.

Non era certo di volersi iscrivere ma ormai era in ballo e doveva ballare. Scelse come nickname KingOfFishing , trovandolo fortunatamente libero, e alle domande 'orientamento sessuale ' e 'sono interessato a' decise si spuntare semplicemente l'opzione: Segreto .

In fondo, si disse, non era interessato a niente.

Sospirò e, dopo aver accettato la mail di convalida, tornò alla homepage che sembrava essere leggermente differente ora che si era iscritto. Al lato, infatti, lesse un "Ora Online" che lo incuriosì non poco.

Fece scorrere lo sguardo su quel lungo elenco di utenti, restando sorpreso dal numero così alto di persone che si trovava lì per fare chissà cosa. Alcuni nickname erano molto volgari e altri stupidi, ma solo uno attirò la sua attenzione: RideMyChoboco69 . Che per lui era sicuramente un qualcuno che non riusciva a togliersi dalla testa la canzoncina dei chocobo, e un po' lo capiva: era orecchiabile.

Esitò un poco poi, stringendo le labbra in una smorfia, prese la sua decisione. Spostò infatti il cursore su quel nome, cliccandovi poi sopra con risolutezza. E mentre la pagina iniziava a caricare, sperò vivamente di non aver fatto la scelta sbagliata... ma in fondo, si disse per infondersi coraggio, poteva sempre chiudere il portatile e fare finta che tutto quello non fosse mai successo.




Disagi Finali:

Miryel: Quando io e Kurecchi abbiamo deciso di scrivere questa storia, di comune accordo (ahaha Accordo ahahah… giuro, la smetto), eravamo consapevoli dell’entusiasmo che entrambe ci avremmo messo nel portare avanti questo progetto ma, parlo anche a nome suo sapendo che la pensa come me, non credevamo potesse essere COSÌ tanto entusiasmante. Abbiamo iniziato pensando che questo potesse essere un semplice esperimento, infine abbiamo creato un mondo vero e proprio, con background ben precisi, a volte studiati sul momento che hanno reso questa fic più lunga ed elaborata di quanto potessimo credere persino noi due.
Era il lontano 16 febbraio del 2018, quando fu scritto il primo paragrafo e ad oggi, il 5 maggio, siamo pronte a pubblicare il primo capitolo con immensa gioia e DISAGIO. Sì, disagio. Sentirete questa parola più di quanto possiate credere perché questa fic fonda le sue basi sul disagio e noi ne siamo completamente consapevoli.
Era un esperimento, che ha funzionato, ci ha scoperte affini e questa fusione di stili e di idee così parallele, ha reso possibile questo progetto che noi ci auguriamo possa piacervi. Che dire, augurandomi che questo progetto vi abbia incuriositi, vi rimando al prossimo capitolo! Un baciozzo disagioso *w* *risata con voce doppia satanica*

Kurecchi: Okay! Sono emozionata! Non so esattamente cosa dire se non che spero vivamente che questa fic vi piaccia tanto quando io ho amato scriverla insieme alla mia collega. Iniziare questo progetto è stato... illuminante oltre che interessante! Mi sono divertita dalla prima all'ultima ultima battuta e so, per quanto ho sclerato insieme a Miry, che questi sentimenti sono pienamente ricambiati XD
Quindi niente, Miry ha già detto tutto quello che serve sapere** e vi auguro un buon viaggio con i prossimi capitoli!
A presto *lancia amore e disagio*

Curiosità: La storia è stata scritta interamente su una chat di Telegram e ognuna di noi ha mosso dei personaggi (Nel caso dei protagonisti, Miryel è Prompto e Kurecchi è Noctis, così giusto per buttarvela lì nel caso vi interessi XD). Veniva scritto un paragrafo da una e poi dall’altra; una perfetta catena di montaggio che ha portato, in modo ordinato, questa fic a vedere la luce ed è stato estremamente figo!




EXTRA DISAGIO!:

Qui verranno raccolte alcune cavolate fatte da Kurecchi e Miryel durante la stesura della fic. Quindi... ecco a voi l'homepage di Chatctuar.eos


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