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Autore: Fisico92    06/05/2018    3 recensioni
Un viaggio di Routine dalla Terra alla Luna di quello che è poco più di un fattorino spaziale si trasforma in qualcosa di molto diverso quando durante il tragitto accade un imprevisto che mette in pericolo la vita dell'astronauta.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Qui navetta cargo Moontrip-47 Bravo, confermo operatività di tutti i sistemi, attendo conferma per la partenza."

"Qui comando B-A-C-C, confermiamo la partenza, countdown da ora a partire da trenta secondi."
 

Ricevuta la conferma Ljunbo prese un bel respiro e cercò, come sempre, di non pensare a nulla. Era la decima volta che partiva per raggiungere l'avamposto umano sulla luna, le altre nove era andato tutto liscio e non c'era motivo, questa volta, per poter pensare che ci sarebbero stati problemi.

Il conto alla rovescia raggiunse velocemente i numeri più bassi, i bracci laterali si distaccarono, svincolando la navicella e al contempo i booster si accesero. Subito l'improvvisa spinta verticale fece staccare la nave dal suolo. Ljunbo doveva solo continuare a non pensare a nulla, tutto il sistema era automatizzato, e quanto doveva avvenire sarebbe avvenuto molto rapidamente.

La nave, con ancora annesso il razzo del blocco centrale cominciò a inclinarsi, per incominciare a descrivere fin da ora l'orbita che l'avrebbe portata sulla luna. Ljunbo si concentrò, tanto per fissare un punto, sul misuratore della quota che segnava tredici chilometri di altitudine, qualche secondo e si era a quattordici, poi quindici, e così via. I booster laterali avevano finito il loro lavoro e si erano ora distaccati, era il momento per il motore centrale di accendersi. Tempo pochi minuti e anche questo finì il proprio compito staccandosi, ormai l'astronave era proiettata lontano, avendo vinto la velocità di fuga, tutto in pochi minuti.


Ljubo si schiarì la gola "Qui Moontrip-47 Bravo, sistemi nella norma, non si rilevano anomalie."

"Moontrip-47 Bravo, qui B-A-C-C, ci risulta un perfetto inserimento nell'orbita programmata, buon viaggio."

Ljunbo pensò che anche questa volta ce l'aveva fatta. Qualcuno stimava che una partenza su mille si potesse concludere con la morte del pilota, benché il giovane cosmonauta l'avesse sempre ritenuta una stima pessimistica, tuttavia ormai la partenza era andata e con essa l'unico momento un minimo problematico.


Era un viaggio di circa tre giorni ma i primi dieci minuti erano gli unici in cui avveniva qualcosa di interessante. Per il resto del tempo non avrebbe dovuto far altro che restarsene comodo nel suo cubicolo tre metri per tre in attesa che il viaggio procedesse, guidato dal computer.

Tutto sommato considerando il rapporto rischi-benefici era un ottimo lavoro. Ogni viaggio fruttava a Ljunbo circa centomila dollari, un'altra decina e poi sarebbe andato in pensione, ancora più vicino ai trenta che ai quaranta, e potendo vivere una vita agiata e senza rinunce.

Il viaggio in se era piuttosto noioso, l'agenzia delle nazioni unite per il viaggio interstellare ancora non consentiva a chi viaggiava di utilizzare la corrente elettrica delle batterie per svagarsi, magari guardando un film o ascoltando musica e ovviamente non era consentito portarsi apparecchi privati dietro. Nonostante di energia ve ne fosse in abbondanza rispetto a quella richiesta, l'unica cosa su cui l'astronauta poteva contare era l'illuminazione del comparto, cosa che se non altro gli consentiva di leggere. Prese quindi il primo libro che si era portato, "I miti greci", e lo iniziò. Una lettura scorrevole e non troppo impegnata, si adattava alla situazione, per la verità non ci perse troppo tempo: "Pandora", "Narciso", "Dedalo e Icaro" furono gli unici che lesse, poi mise via il suo tomo e passo ad altro.


Il viaggio passo lentamente, ma non quanto i precedenti, si stava abituando a trascorrere quelle ore in solitudine. In quel lasso di tempo l'unica cosa che cambiava, anche se lentamente, era la dimensione del satellite naturale su cui era proiettato. Dopo tre giorni la luna era diventata tanto vicina da occupare quasi totalmente la sua visuale, era il momento di procedere.

Il computer segnava una distanza dalla superficie lunare di appena centotrenta chilometri, tutto sembrava procedere senza problemi. L'inserimento nell'orbita lunare era molto meno traumatico di quello nell'orbita terrestre e anche qui provvedeva a tutto il computer.


"Qui Moontrip-47 Bravo, cinque minuti all'ingresso lunare, non risultano malfunzionamenti, confermate inserimento nell'orbita di allunaggio?"

Ora che era prossimo alla luna i messaggi che inviava ci mettevano circa novanta secondi per raggiungere la terra, e altrettanti servivano all'eventuale risposta della base per raggiungere lui, per questo motivo tra un messaggio inviato e la relativa risposta trascorrevano circa tre minuti.

"Moontrip-47 Bravo, qui B-A-C-C, confermiamo via libera all'allunaggio."


Ricevuto quelle disposizioni Ljunbo non doveva fare assolutamente nulla, lasciando inserito il programma di volo che il computer avrebbe eseguito automaticamente. Il modulo stava per raggiungere il punto in cui bisognava scegliere se virare verso la luna o, in caso di problemi di qualche tipo, rimanere sulla traiettoria che stava percorrendo. Questa lo avrebbe portato a completare quasi del tutto un orbita attorno al satellite per poi tornare automaticamente verso la Terra. A Ljunbo però non era mai successo di avere problemi e dover rinunciare ad un allunaggio.


Il computer attivò i razzi del modulo che cominciarono a funzionare. Qualcosa però non andava, il materiale utilizzato per accelerare stava venendo espulso troppo lentamente.

"Qui Moontrip-47 Bravo, risultano problemi?"

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Spero che vi piaccia, storia di genere fantascientifico/introspettivo, non sapevo se farla come oneshot o dividerta in più capitoli, alla fine ho optato per la seconda ipotesi. Commenti e/o critiche costruttive saranno i benvenuti.

   
 
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