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Autore: Tony Stark    07/05/2018    1 recensioni
Non avrebbe mai potuto lasciare Prussia, suo fratello, andare.
Non lo avrebbe mai potuto dimenticare.
Genere: Dark, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Inghilterra/Arthur Kirkland, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Fandom: Hetalia
Personaggi: Prussia, Germania
Generi: Horror, Dark, Sovrannaturale
Avvertimenti: Body Horror, incest
Coppie: Germancest
Ambientazione: Una specie di AU sovrannaturale non AU in cui la leggenda del Nachzehrer è reale

 

Death will never do us apart



Freddo.
Oscurità.
Non riesce a vedere nulla. Non con gli occhi infossati nel cranio.
Sentire? Non del tutto, solo ombre di suoni. Continuo rimescolante.
Un formicolio sotto la pelle, qualcosa si muove, non è lui.
Sente l’ombra di un coro lontano, un cinguettio gracchiante, il suo canto nella notte.
Ma lui è qui, sotto, in basso nella terra, le radici intorno, il legno umido, marcisce.
La morte lo circonda, ultimo stadio naturale delle cose.
Va bene, ma qualcosa gli manca.
Fame. Così tanta fame… ma non è quello.
Qualcosa manca.

 
----
Ludwig li sente. I loro sussurri, le altre nazioni credono che lui non sappia cosa pensano.


C’è qualcosa di sbagliato in Germania’ sussurrano.
Preoccupati? Spaventati?
Li sente anche quando dorme.
Dovremmo fare qualcosa?
Era suo fratello, quando lo abbiamo seppellito, qualcosa...


Mi sono sempre chiesto cosa ci fosse fra quei due


Solo sussurri. Volti spaventati pallidi come quello di suo fratello quando l’hanno seppellito, nella terra fredda, solo, senza cerimonia.
Lo sguardo di cielo di America si posa su di lui ma fugge via come un merlo spaventato quando cerca di incontrarlo.
Lo sa cosa provano, cosa sentono.


Sentono l’odore della Morte.
O almeno questo è quello che pensa. Lo vedono nel suo pallore, nel nero-violaceo sotto i suoi occhi.
E pensano che sia perché suo fratello è stato sepolto…


Come siamo sicuri che sia morto? Hai visto il modo in cui i suoi occhi hanno catturato la luce


Germania tiene lo sguardo basso mentre cammina. E’ già un fantasma, sente tutto ma non parla.
Loro non sanno quello che succede la notte. Quello che è successo e continua a succedere.
Loro non lo sanno, non sospettano, non conoscono. Ludwig non parla, quello che è; indicibile.
---
Mastica.
Le fibre come erba, si sbriciolano fra i molari. Scuriti, si dissolve.
La sua mascella si muove come un pendolo, fermarsi è impensabile.
Ha fame.
Qualcosa si muove, brulica, il suo braccio. Lo muove, le ossa scricchiolano.
Ma l’odore lo chiama, dolce. Carne.
Carne prima calda, ora fredda.


Ricordi, spezzati che si riversano nella sua mente. Sussurri, gesti.
Labbra calde, ancora calde, che toccavano le sue, ora fredde.
Qualcosa gli manca.
Non importa.
Morde.
---


Ludwig rimane sveglio la notte. Ci prova. Non vuole vederlo.
Il giorno può riposare, non viene.


Ma poi lo sente, acre, dolce, soffocante. Odore di terra e di morte.
Si è addormentato? Forse senza rendersene conto.
La figura nell’ombra lo guarda.


Ludwig’ dice, non dice, lo sente nella sua testa. La figura si avvicina.
Trema Germania, la grande nazione, tiene lo sguardo basso perso fra la coltre bianca distesa nel suo letto.
E lo sente, il rumore continuo rimescolante, piccole bocche affilate che mordono, masticano, si nutrono.
Guardami
Ludwig non alza lo sguardo, si rifiuta, ma continua a sentirlo quel rumore terribile.
Guardami
L’odore di morte è soffocante, delle mani fredde, le mani della morte che gli toccano il viso, in un modo che conosce.
Non alza gli occhi.
Ludwig
La figura lo schiaccia col suo peso, il suo gelo, l’odore acre e putrefatto che gli invade le narici non riesce a sentire nient’altro. Lo soffoca, riesce quasi ad assaggiarlo.
Non riesce ad impedirselo e alza lo sguardo. ‘Gilbert’ soffia, in un sussurro disperato.
Ma non è Gilbert quello che vede. I suoi occhi color sangue lo fissano vitrei sbiancati, lacrime di larve che strisciano sul suo viso, la sua pelle chiara e morbida, secca e tesa sulle ossa. E le sue labbra, quelle che più volte aveva baciato, annerite, per metà divorate dalla massa brulicante che striscia sul suo viso
’ dice la cosa che indossa il corpo di suo fratello.


E poi lo schiaccia, lo soffoca. Si preme su di lui, in lui, in modi che Ludwig non riesce a capire. Lui e suo fratello-non suo fratello- sono uniti. Non c’è modo di dire dove inizi uno e finisca l’altro. Ludwig ha paura. Il grande Germania si annulla, è cieco, sordo, non sente nulla se non il gelo, il gelo che si impossessa di lui.


Perchè? Perché?’ Vuole chiedere, ma non riesce la gola bloccata dal panico.
Ma la cosa lo sente comunque perché è nella sua testa.


Vieni da me. Vieni a riposare con me. Saremo in pace per sempre.
Ludwig rabbrividisce. ‘No!’ Vuole urlare, ‘non sei lui’, ma non lo ascolta. E’ troppo ora, non riesce più a sopportarlo, sta per finire-


Ti sto aspettando, fratello
E allora Ludwig si sveglia, scattando a sedere, il respiro spezzato.
Gilbert se n'è andato.


Troppo tardi si sarebbe reso conto di essere caduto nella sua trappola
---
C’era un tempo…
Un tempo di dolci sospiri. Di morbidezza, di calore. Di un ragazzo, ricorda…
Il velo della morte lo oscura. Non può raggiungerlo.
Lo desidera. Lo detesta. Odia tutto ciò che vive, che disturba il sonno.
Sì, il sonno. Il dolce nero vuoto del sonno. Abbraccia l’oblio.
Ma è impossibile. Fame. Insaziabile. Deve, deve nutrirsi.
Rosicchia. Lasciando segni di denti sulle ossa. Fra i molari, per spezzarle, prendere il midollo. Strappa una striscia di carne, facile. I vermi strisciano via mentre mastica.
Si sente più forte. Ha bisogno di più.


Un pensiero unico, ossessivo: il ragazzo. Il ragazzo e la fame, sono una cosa sola. Fame per il ragazzo.


Il ragazzo è Ludwig, ora ricorda.
Ludwig è suo fratello.
Suo fratello è carne.
La carne è l’unica cosa che lo tiene vivo.
Vieni a dormire con me, fratello. Ti sto aspettando.
----
E’ stato così per settimane… non si può fare nulla?
Non so cosa fare


Inghilterra se ne va.
Germania brucia, si agita in preda alla febbre. Sta bruciando.
E’ così freddo, ma sta bruciando.


Poi lo vede, perso nella sua testa, un immagine… una visione?
Il Cimitero.


Lo sente il rumore, il rumore continuo. Masticano, masticano, masticano.
Ludwig non sa come, ma è arrivato lì. La terra coperta di brina.
Segue il rumore orrido che sente nella sua testa.
Gilbert
Pensa mentre cade in ginocchio sul terreno. ‘Mio fratello è qui


Lo sente il rumore, orribile. I vermi che masticano, inghiottono, si nutrono. Un pensiero frenetico nella sua mente febbrile. ‘I vermi stanno mangiando mio fratello’.


Graffia, scava. Li sente, i vermi. Bianchi li vede che si agitano nella terra, gli salgono addosso, sulle braccia, mordono con le loro bocche affilate, salgono, salgono.


Soffocano il suono delle sue urla.
---
Ciao fratello.
Mi hai trovato.
Vieni a riposare fra le mie braccia. Braccia prive di carne, in attesa. Il bacio della morte è dolce.
Riposiamo insieme nel letto della mia carne putrefatta. La nostra carne. Lasciati consumare da me, consumiamoci l’un l’altro.
Lascia che ti senta nella mia gabbia toracica, nella mia bocca morta. Ti voglio.
Fammi assaggiare la tua pelle tenera, mangiare il midollo delle tue ossa. Divora il mio cuore immobile.
E fra un secolo, pensa a dove saremo.
Fra le mie ossa sbiancate. Ridotti ad una sola polvere. Insieme per sempre.
Sei così vicino, mio caro fratello.
---
Attraverso la foschia, Ludwig le vede, sembrano visi familiari. Sì, Italia e Inghilterra.


Ora, Germania si rende conto di dove si trova, la terra che lo circonda che lo ricopre, la lapide bianca di fronte a lui.
Italia è sconvolto.
Inghilterra cerca di tirarlo via.
Oh, mio Dio, Germania’ dice, forse lui, forse Italia, forse entrambi.


Non ha più forza la grande nazione e perde i sensi, sdraiato sulla tomba di suo fratello. Il fango che gli copre gli abiti, le mani sporche di sangue. Solo ora, distrattamente sente il dolore che si irradia da queste.
---
Oh, Ludwig, mio caro dolce Ludwig.
Sei sempre stato il mio demone, il mio angelo, il mio più dolce peccato.
La mia morte non è stata indolore, non è stata gentile. Non era naturale.
Ma avrei potuto comunque sparire.
Ma avrei dovuto abbandonarti, dimenticare.
Oh, Ludwig perché tremi di paura? Perché fuggi il mio sguardo? Voglio solo mostrarti…
Ti troverò in un modo o nell’altro.
Ora sono forte, mi sono nutrito della mia stessa carne morta, della tua vita tremolante.


Sono sveglio.
---
Sul fare della notte, Ludwig ha paura.
Inghilterra cerca di calmarlo, dice che è al sicuro. Qualunque cosa sia lui la terrà lontano con la sua magia.
Ludwig non gli crede, ma annuisce comunque.
E poi lo sente il sussurro nel vento.
Gilbert lo sta chiamando.


Ludwig trema.
Inghilterra, finalmente, capisce con cosa hanno a che fare, gli dà una moneta d’argento. Gli dice che non possono fermarlo in altro modo.
Dev’essere lui. Lui che lo ha svegliato.
Germania si sente tradito. Gli aveva detto che lo avrebbe protetto e ora lo lascia andare nella tempesta, con una pala in mano.


A lasciare che-
Lo sente, il rumore. Quel rumore che lo disgusta e lo chiama. Quel rumore che lo tormenta e lo rianima.


Lo segue e scava, scava. Senza fermarsi.


Sì, Ludwig, vieni. Vieni più vicino
La voce di Gilbert gli dà la forza che gli stava venendo meno, e lui scava. Scava.
Sì fratello vieni
Lo vede ora, attraverso un sottile strato di terra, il coperchio della bara, lancia via la pala, e toglie quell’ultimo po’ con le sue mani.
Gilbert è lì.
E questo caccia via qualunque dubbio fosse rimasto.
Sì, fratello, sono qui. Vieni, apri, fammi vedere il cielo notturno, la tua faccia, così giovane. L’aria fresca e la pioggia che porta la vita, anche se ne sono insensibile. Lascia che ti seppellisca sottoterra con me, lascia che ti porti da me. In questo luogo di sonno così profondo, così profondo, nient’altro è così vero. Lascia che ti mostri…
E Gilbert è lì, una volta aperta la bara.


E Ludwig rabbrividisce. No, non è il fratello che ricorda… Deve aver sbagliato. Nella luce fioca della notte tempestosa la vista è ancora più orribile. Il bianco, verde viola… nero, la pelle gonfia che scivola via, sotto i movimenti continui dei vermi.
Ma allora l’occhio sinistro di Gilbert si apre, e lo guarda. L’iride color sangue.
La moneta d’argento che Inghilterra gli ha dato scivola fra le dita bagnate di Germania, perdendosi da qualche parte nella bara sotto di lui.


Ludwig guarda in quell’occhio color sangue e ricorda.


Ricorda: i raggi del sole che brillavano fra i suoi capelli color neve. Uno sguardo da sopra la spalla, un sorriso. Occhi che catturano la luce e brillano del colore insanguinato del cielo al tramonto. Una risata, selvaggia e senza paura.
Il suo sguardo. Dall'altra parte del tavolo, dall'altra parte della stanza. Occhi che lo seguivano, lo accarezzavano. Lo avvolgevano.
Sguardi furtivi, semplicemente sfiorando la sua pelle. Sussurri, umidi contro la sua guancia: siamo diversi dagli altri.
Mani, incerte ma decise, sotto le coperte. Sospiri e suppliche e shh shh, o ci sentiranno . Promesse dolcemente sussurrate al suo orecchio; staremo insieme, per sempre.
Mantengo sempre le mie promesse, fratello. Ma la voce che ora sente è morta una pallida ombra di ciò che ricorda.
L’altro occhio si apre. L’orbita brulica di vermi.
Ludwig stride, cerca di allontanarsi. Un grido bloccato nel petto mentre la mano, morta, ossa e brandelli di carne, di suo fratello gli stringe un polso impedendogli di allontanarsi.
Per sempre, Ludwig. Insieme per sempre
Te ne sei andato’ vuole urlare ma non ce la fa.
Non per mia volontà. Ma sono tornato, per te. Non mi hai lasciato andare fratello. Ora possiamo stare insieme per sempre
Ludwig cerca di strappare il polso dalla presa di suo fratello che è troppo forte per essere solo fatta d’ossa. Non può tirarsi indietro.
Cerca inutilmente la moneta con la mano ancora libera, non riesce a trovarla.
Il viso morto di suo fratello si avvicina al suo. Apre la bocca, l’odore di putrefatto che riempe l’aria ancor più di quando già faceva. Le larve gli hanno divorato la lingua. Quelle larve bianche luccicano, si contorcono risalendo dalla sua gola, riempiendogli la bocca, traboccando e strisciando verso di lui.
Vieni da me
Ludwig ricorda suo fratello, dall’altra parte di un ruscello poco profondo, gli sorride lo incoraggia. ‘Dai, Ludwig, puoi farcela, vieni da me!
Germania cerca di mettere a fuoco, di scacciare la memoria, di concentrarsi, trovare la moneta, sfuggire quella presa e quel rumore tremendo, le bocche affilate delle larve che masticano, consumano, divorano. Ma Gilbert non lo lascia. ‘No’ riesce finalmente a dire, la sua voce spezzata un sussurro fatto di lacrime ‘Gilbert per favore, lasciami. Lasciami andare, Gilbert
La terra umida comincia a cadere, i lati della fossa erosi dalla pioggia, se non lo lascia finirà sepolto vivo. ‘Gilbert, lasciami! Lasciami andare!
Ma fratello...’ Gilbert lo tira più vicino, Ludwig sente i vermi strisciarli sul collo, fra i capelli. ‘tu non mi hai lasciato andare.
Ludwig incontra di nuovo lo sguardo di quell’occhio rosso e improvvisamente, quello che vede è suo fratello.
Non c’è più pioggia, né terra. Non ci sono vermi, morte. Suo fratello lo guarda e sorride, gli prende la mano. E Germania si sente confortato da quel calore familiare.
Non mi hai lasciato andare
Gilbert lo aspetta.
Germania sa, sa che dovrebbe allontanarsi che dovrebbe lasciargli la mano, allontanarsi.
Ma non ci riesce. E’ Gilbert, è tornato.
Germania non ha paura mentre sorride a suo fratello.
Va tutto bene, Ludwig’ gli dice. La luce calda del sole che li scalda. ‘Adesso rimarremo insieme, per sempre. Come ti ho promesso



E Ludwig gli crede, cede all’illusione e si lascia cancellare.
Il grande Germania cade, cede, fra le braccia putrefatte della nazione scomparsa.
Come lo aveva creato, la Prussia disfa ciò che aveva fatto, senza crudeltà.
Ha mantenuto la sua promessa è quello che importa.
La forza lo lascia, i loro corpi intrecciati sotto il fango che comincia a coprirli. I vermi banchettano.
L’ombra di quel rumore rimescolante però sparisce.
---
Il giorno dopo, Inghilterra li trova.
La nazione britannica rimane immobile a fissare con orrore le due nazioni cadute.
E’ colpa mia’ pensa ‘Io l’ho lasciato andare solo contro suo fratello… avrei...
Inghilterra piange, sotto i primi raggi del sole, una vanga in mano, mentre ricopre la tomba, per impedire ad Italia e a gli altri di vedere.
Di vedere quel macabro brulicante banchetto di vermi che si contorcono, fra carne e tessuto divorando senza riguardo tutto ciò che si trova di fronte a loro.
Lo sguardo vitreo di Germania sembra accusarlo, Inghilterra scuote la testa. Mentre quello sguardo sparisce sotto la terra bruna.
Non deve permettersi di sentirsi legato, o i due fratelli si sarebbero svegliati, lo avrebbero tormentato, come Prussia aveva fatto con Germania, fino a quando non lo avrebbero divorato.



Quando gli altri gli chiedono dove sia Germania, lui risponde, vago. Dice che è scomparso, che ora è con Prussia. Gli altri chiedono, increduli come sia possibile che una nazione forte come quella tedesca sia scomparsa. Inghilterra scuote la testa e dice che non lo sa.
Gli altri finalmente accettano la notizia. Dispiaciuti.
Italia piange.
E Inghilterra gli dice di lasciarlo andare. Di non rimanere tenere il pensiero di Germania legato a lui. Italia piange, piange.
Inghilterra spera lo ascolti.



L’incontro finisce.
Inghilterra torna a casa. E poi lo sente.
Continuo rimescolante, un rumore orrido. Di bocche affilate che masticano e masticano, divorando, nutrendosi.
Un triste sorriso compare sul viso della nazione, avrebbe dovuto saperlo. Il senso di colpa è forte quanto l’amore.
Li ha svegliati.
   
 
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