Cena
 

L’Assistente Procuratore Esecutivo Connie Rubirosa stava vivendo proprio una gran brutta giornata.
Una di quelle in cui si ha solo una voglia incontrollata di urlare rabbiosamente a squarcia gola per qualsiasi cosa capiti a tiro e con chiunque pensasse anche solo di guardarla e.. no, purtroppo non era per via di un problema fisiologico mensile..
Era semplicemente bloccata in tribunale con due udienze simultanee dove, in una il Pubblico Accusatore era il suo capo, Mike Cutter, e nell’altra era lei e nelle poche pause concesse dai giudici, dovevano anche scambiarsi i processi.. un vero incubo..
Senza contare che la schiena le faceva un gran male e i piedi le urlavano giurando tremenda vendetta ma un dettaglio la distrasse un secondo da tutti quei problemi: da quando le sue scarpe comode le facevano male?
Come se non bastasse, la sera arrivò a casa un quarto d’ora dopo le nove e si ricordò che doveva fare la spesa quando il mini market all’angolo era ormai chiuso da si e no tre minuti.
Sospirò sonoramente chiudendo gli occhi. “Pace interiore Connie, pace interiore.. Grazie a Dio la giornata è finita..” pensò poi portandosi le mani alle tempie, cercando una sola buona ragione per non uscire in strada con un machete in mano o lanciare un qualche oggetto pesante dalla finestra.
Appena riuscì a calmarsi, appoggiò la borsa sul bancone ad isola della cucina, con il solo pensiero di andare a farsi una bella doccia ma sentì bussare alla porta.
“Dio Santissimo, quando finirà questa maledetta giornata infernale?!” chiese a sè stessa forse con un pò troppo fastidio, mandando a quel paese la pace interiore di poco prima.
«Si, chi è?» chiese infine cercando di sembrare tranquilla, spuntando dallo stipite della porta della cucina per farsi sentire meglio.
«Hey sono Mike, posso entrare?» rispose educatamente.
«Oh Mike. Avanti, avanti, la porta è aperta!» disse mentre andava a riporre le scarpe al loro posto.
A piedi nudi si stava decisamente molto meglio.
“Avrò dimenticato qualcosa in ufficio?” si domandò.
Mike non era mai andato fino a casa sua ed il motivo principale era che non aveva mai avuto un motivo per farlo.
Lui aprì la porta dall’esterno e Connie lo vide entrare con in mano un paio di grosse buste di carte piene di verdure ed altro.
«Oddio Mike ma non dovevi..!» disse andando ad aiutarlo.
Raggiunsero la cucina ed appoggiarono il tutto sul bancone.
«Ho notato che hai avuto una giornata orribile, così ho pensato di farmi perdonare facendo almeno un pò di spesa per te. Infondo le udienze le avevo accordate io in Cancelleria.» spiegò portandosi indietro i capelli e sorridendo lievemente.
Connie era senza parole.
«Cena? Cucino io, tu fai una doccia e mettiti comoda, per oggi hai finito. Signorina Rubirosa, sarò ai suoi ordini per il resto della serata.» le disse portandosi la mano destra chiusa a pugno al petto e facendo un leggero inchino.
Connie gli si avvicinò, mise la mano sulla sua guancia e gli schioccò un lungo bacio.
«Pensavo che non avresti mai detto una cosa del genere.» disse con tono basso al suo orecchio. «Guarda che ti prendo in parola signor Cutter.» continuò mentre si allontanava verso il bagno, iniziando a spogliarsi nel corridoio.