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Autore: LDstories    07/05/2018    1 recensioni
Prologo: E' pomeriggio, un ragazzo ed una ragazza passeggiano per la città, mano per la mano. Lei 14 anni, lui 16.
E' sera e lei sta piangendo, davanti al computer. Lui le ha scritto che si è fidanzato, ma che non vuole perderla...
Così inizia "Miss Simpatia". Una ragazza, Sofia, che rivive metà della sua storia attraverso Elisa, una ragazza che incontra e in cui, probabilmente, si rivede.
Elisa vivrà, quindi, da ragazza timida nei primi tempi, ma poi avrà le sue esperienze, anche quelle sopra le righe. Non si preoccuperà delle sue bravate, ma queste comporteranno un cambiamento nella sua reputazione. Sia al nord, sia al sud, dove va per una o due settimane, una volta all'anno.
Lì, a un certo punto vedremo Sofia incontrare Mario, con cui avrà una storia passionale e coinvolgente, ma poi? Quando tornerà a casa?
A seguito degli avvenimenti, il suo carattere ridiventerà chiuso, tanto da farle valere un soprannome: Miss Simpatia.
E questo Mario, continuerà, più di Matteo, in assenza e in presenza, a condizionarle la vita, fino a momenti forti e decisioni drastiche.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 29- EXTRA

4/5 anni dopo
Aveva capito che forse era un sogno, un sogno terribile.
Aveva un solo modo per uscirne fuori: suicidarsi. Se si fosse fatta male si trovava nella realtà.
Vide una finestra e si lanciò nel vuoto.

“Lo sapevo” disse risvegliandosi, col sorriso.
Non aveva più voglia di dormire, eppure, e lo sapeva, avrebbe dovuto sostenere un viaggio di 9 ore, a partire da quella mattina, per arrivare al sud, con la sua famiglia.
Sentiva il bisogno o la voglia di salutare tutti i suoi amici prima di farlo. Era forse per il desiderio di passare il resto della vita assieme a Mario, se l'avesse incontrato?
Non lo sapeva, ma sbuffò a quel pensiero. Però doveva ammettere che la sua importanza, in realtà, cresceva di quanto in quanto si avvicinavano quelle famigerate vacanze. Non erano tanto i ricordi a prendere il sopravvento, quanto l'emozione.

Trascorso il viaggio, si ritrovò a uscire anche quella stessa sera, ma non vide nessuno.
Nella seconda serata invece incontrò qualcuno.
Non era Mario.
Ma i suoi falsi amici, per come lui li aveva definiti molto tempo prima.
Uno di loro voleva fumare lontano da occhi indiscreti, per cui si allontanò col ragazzo e altri due .
Era immersa nel suo mondo quando...
“Che poi nei casini di Mario ci stavo finendo io...”
“Si, è stato proprio un infame, però a Luca gli ha chiesto scusa, anche se dopo un anno...”
“Era quel Mario?” Si chiese Sofia senza la minima voglia di intervenire.
“Comunque gli aveva anche chiesto: Ma ti senti con Martina? E lui gli poteva pure dire la verità, prima che si mettessero insieme, dico, invece di dire di no...”
Dopo poco, la richiamarono per salire le scalinate. Erano le stesse, le stesse delle lattine e a Sofia erano venute le vertigini, aveva anche paura delle salite e delle discese e di salire e scendere le scale.
Tornarono al bar, dov'erano prima e a un certo punto un suo amico le presentò Martina, che a lei non accennò espressioni facciali, mentre nel presentarsi alla sorella sorrise.

Un giorno Sofia la ritrovò anche dietro di lei, intenta forse a leggere i suoi messaggi.

Passavano i giorni e non lo vedeva.
Ma quel giorno arrivò.
Sofia stava passeggiando, con altri amici e non sapeva se lo aveva visto in lontananza. Se quello fosse proprio lui.
Si avvicinò e lo era
...Ed era con Martina, la ragazza che le era stata presentata.
Lui sembrava avesse visto un fantasma. Ebbe un sussulto silenzioso e immobile. Lei con tono molto preoccupato chiese: “Andiamo dentro?” E lui rispose: “Si, andiamo dentro” con lo stesso tono.
Poi ripassò ed erano di nuovo fuori, Martina, guardandola, spalancò esageratamente gli occhi, per poi avvicinarsi e mettersi dietro a Mario, mentre lui ignorò Sofia completamente.
Quest'ultima portò dentro di sé un turbinio di emozioni, tutte messe insieme.
Ma mancava ancora l'ultimo giorno.
 

Tre giorni prima.

Come tutte le sere, Sofia era uscita. Non aveva speranze, non lo vedeva, ma non vedeva neppure qualcuno. Quella serata le stava dando una noia mortale. Quando a un certo punto, rivide Nico, era con un suo amico.

“Ciao.” La salutò con due baci sulle guance: “Lui è Massimo, possiamo sederci?”
“Si, ti ho visto prima. Mi è venuto in mente di quella volta in cui io e la mia migliore amica dei tempi ti facemmo quello scherzo telefonico, ti ricordi?” Sofia era piena d'attenzione, che si era risvegliata in lei e pareva che lo fosse anche lui, si avvicinavano, volto a volto, ogni volta che parlavano, senza rendersene conto.
“Oddio, si che me lo ricordo. No ,ti ho vista anchio prima”
“Difatti a me ha detto: Ora andiamo a salutare un' amica...”
Nico fulminò con gli occhi Massimo per aver parlato e detto quella cosa.
“Ti sei fidanzata?”
“No, tu?”
“No”
Dopo aver parlato ancora del più e del meno, Nico le chiese il numero e lei glielo diede.
“Mi sta chiamando mio padre, scusatemi.” Lei rispose a suo padre, provando a chiedere ancora dieci minuti, ma lui non si convinse e dovette andare via.

Quella notte non pensò a Mario. Pensò a Nico. Poi, si addormentò.

Quattro giorni dopo.

Era l'ultimo giorno e lei camminava, camminava il più lontano possibile dagli altri. “Nonno, non mi guardare” disse osservando la vecchia casa dello stesso, poco distante da dove si trovava lei. Poi scoppiò a ridere e pensò “Forse devo guardare più su”

Era arrivata al limite.

Al limite di un dirupo, prese il cellulare e premette rec. Dal video erano visibili le sue lacrime, ma sorrise, esageratamente, subito: “Cara vita, sapevamo che questo momento sarebbe arrivato.”
“Sofia?” Sentì una voce che la chiamava, era Nico.
Lei buttò il cellulare per terra.
Mentre quel Sofia, non era più interrogativo e diventava urlato.

Aveva capito che forse era un sogno, un sogno terribile.
Aveva un solo modo per uscirne fuori: suicidarsi. Se si fosse fatta male si trovava nella realtà.
Ma lei non ne aveva bisogno. Sapeva benissimo di essere nella realtà.

Si lanciò nel vuoto.

Capitolo 30

Due giorni dopo.

Tutti erano in lacrime, persino le ragazzine, persino quella a cui non aveva tirato un pugno.
Mario era abbracciato a Martina e anche lui piangeva.
Poi l'ambiente cambiò completamente e lui, che è l'ultimo a trasparire, dopo gli amici di Sofia, si avvicinò al burrone, dove Sofia si era buttata.
Arrivò al limite.
 

Tirò fuori il suo portafoglio. Prese un post-it e lo lesse tentando di tenerlo a memoria: "Sometimes when you're doing simple things around the house,maybe you'll think of me and smile.
You know I'm tied to you like the buttons on your blose,

Keep me in your heart for while. "
Poi lo lanciò nel vuoto, e disse, singhiozzando e con la rabbia dentro:
“A questo è valsa la tua morte.”


Fine.



Riflessione dell'autrice: Quando decidi di farla finita, non risolvi nulla.
Quando decidi di farla finita, rinunci a un nuovo amore, a una nuova felicità, a nuove persone.
Quando decidi di farla finita, la dai vinta ai pregiudizi e alla tua reputazione.
Quando decidi di farla finita, compi la unica vera cazzata irrimediabile della tua vita.
   
 
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